Chiaraf

La città di Chiaraf è una delle più meste città in cui un uomo possa nascere. I suoi abitanti vivono in squallide baracche, poste in uno sfondo urbano grigio e profondamente inquinato.

Tuttavia, la popolazione trascura il degrado in cui vivono dal momento che il loro unico scopo è migliorare la condizione sociale ed economica del proprio avatar. Infatti, gli abitanti di Chiaraf considerano la loro vera vita quella che avviene all’interno dei visori elettronici, in cui essa appare come un videogioco con le sue avvincenti sfide e livelli da superare. Ma i loro avatar, oltre a progredire, vivono delle vite che sembrano reali in cui coltivano passioni, amicizie e amori. Essi sono talmente dipendenti dalla realtà virtuale che non si preoccupano di curare il mondo reale, il quale è diventato di conseguenza un posto tetro, squallido, dove è quasi impossibile vivere. Per questo durante gli anni hanno cercato di scappare dalla vita quotidiana nel mondo virtuale, fino a considerarlo un sostituto della realtà. L’unico momento della loro giornata in cui sono costretti a staccarsi dal mondo virtuale è quando devono lavorare. Infatti, per potersi permettere tutti i dispositivi necessari a connettersi al mondo virtuale, sono obbligati a mettere a riposo gli avatar per rituffarsi nella società che rigettano. Essendo questo l’unico momento in cui non sono connessi, non si interessano nemmeno delle relazioni con altre persone nel mondo reale. Nemmeno la famiglia ha più significato, poiché questa esiste soltanto nella vita virtuale e ha come unico scopo quello di aiutare il proprio personaggio a progredire nel gioco che loro considerano vita. Pure i bambini nel momento in cui nascono sono costretti anche loro a lavorare per iniziare a superare le sfide quotidiane del gioco, senza permettere loro uno sviluppo omogeneo e una crescita graduale. Pure il gioco non aiuta, poiché quando “nascono” virtualmente sono già adulti, senza la possibilità di conoscere gradualmente la realtà che li circonda. Sono costretti a conoscere da soli un mondo che non gli appartiene, in cui i genitori sono troppo interessati al proprio avatar per occuparsi della crescita dei propri figli. Non c’è bisogno di spiegare nulla, giacché l’unica cosa che i bambini necessitano è un visore per iniziare a macinare progressi il prima possibile.

Dal momento che nel mondo reale le persone non hanno avuto affetti e relazioni con gli altri,dal momento che non era un loro interesse averli, nel momento in cui muoiono i dati e progressi acquisiti nel gioco vengono cancellati per sempre per far spazio a nuovi personaggi che saranno creati. Il mondo reale invece non li ricorderà più, perché le altre persone sono state a loro volta impegnate a giocare, e pertanto non possiedono dei ricordi felici con essi cari. Questa triste ciclicità si ripete, e il flusso del tempo trascorre inesorabile senza che i viventi possano ricordare il passato, il quale è condannato all’oblio.

E’ importante distinguere la vita reale dall’empirico mondo virtuale, poiché i ricordi e le esperienze, vissute in solitaria o in compagnia che sia, permettono di assaporare il dono della vita per quello che è. Gli abitanti di Chiaraf si curano esclusivamente del proprio avatar, nonostante alla fine della propria vita si dissolva, lasciando al suo posto nient’altro che il nulla. Dunque è preferibile conoscere le persone per quello che sono davvero, e non per quello che sembrano nel mondo virtuale.