SENTI CHI PARLA!

Senti chi parla è la sezione dedicata alle interviste.

Intervista a GIULIA BALDUCCI

illustratrice e docente di sostegno

https://www.behance.net/GiuliaBalducciGB


Puoi descriverci brevemente la tua carriera di illustratrice?

Il mio percorso nell’ambito dell’illustrazione risale alla pittura e a parecchi anni fa. Durante il mio percorso accademico ho deciso di trasformare il mio linguaggio pittorico in uno più consono ai libri illustrati. L’attrazione tra me e la lettura e i libri illustrati è stata sempre molto forte e presente fin dall’infanzia. La trasformazione stilistica non è stata affatto semplice, anzi piuttosto complessa e conflittuale. Non conoscevo ancora le dinamiche che muovevano il mondo editoriale e la frase che mi sentii dire all’inizio: “il tuo stile è troppo ricercato; una mamma o una nonna o una zia non comprerà mai un libro con illustrazioni così”, mi ha creato un forte senso di inadeguatezza e insoddisfazione. Nonostante la grande delusione ho insistito nella ricerca verso una modalità espressiva “più adeguata”, attraverso vari corsi e approfondimenti personali. La mia difficoltà nel rimanere ancorata ad un solo stile o linguaggio mi ha portata ad esprimermi anche in altri settori, come ad esempio la scenografia o l’arte terapia. Nello specifico ho realizzato una scenografia per l’Expo personale dell’illustratrice francese Rebecca Dautremer presso il Museo Garda di Ivrea e il BTT (Balletto Teatro di Torino). Nell’ambito dell’arte terapia ho collaborato con diverse cooperative del territorio piemontese, che si occupavano di adulti con problemi cognitivi.

Ad oggi ho pubblicato due libri: “Quasi ogni giorno” edito da Edizioni Mille di Torino e “Ma nel cuore che cos’ho?” Edito da edizioni BeMore di Palermo. Continuo a coltivare la mia passione per i libri auto prodotti.


Come declini il lavoro di illustratrice con la professione di docente di sostegno? In che modo le due carriere si contaminano?

Insegnare e illustrare sono due lavori che occupano la giornata a 360°. In un certo senso si somigliano, in quanto entrambi richiedono un processo creativo molto importante sia prima che dopo. Essere insegnante di sostegno, in particolare, ti porta ad un continuo confronto con te stessa, ad uno specchiarti continuamente fin nei punti più remoti della propria mente, a chiederti in continuazione: ho fatto tutto ciò che potevo? L’ho fatto al meglio? Ho sbagliato? In cosa ho sbagliato? Mi sarò spiegata? Quello sguardo avrà voluto dire qualcosa? Quanto peso si porta dentro? Devo assolutamente renderle/gli la vita a scuola il più serena possibile. Insomma, il senso di responsabilità è talmente vasto che non può ridursi nemmeno a un tot di domande, ma è in continuo divenire. Con l’illustrazione c’è quasi lo stesso approccio; il tuo lavoro deve trasmettere una certa cosa al bambino che leggerà il tuo libro e quel messaggio rimarrà, volente o dolente, sempre sedimentato nella sua mente. Scuola e libri formano ed educano e bisogna possedere una certa sensibilità per poterlo fare seriamente e, in particolare nel sostegno, la sensibilità è amplificata.


Cosa si intende per Consapevolezza sull'autismo? Come si può raggiungere questa consapevolezza?

Per consapevolezza sull’autismo si intende esattamente ciò che viene designato sul vocabolario alla voce consapevolezza: avere cognizione, coscienza; avere piena c.di qualcosa, esserne perfettamente al corrente.

Quindi, prima di qualsiasi argomento di cui si ha intenzione di parlare è bene conoscerla. Perché consapevolezza sull’autismo?

L’autismo ha una storia travagliata, complessa. Nasce come patologia psichiatrica che si credeva dipendesse da una mancata presenza della figura materna, la cosiddetta - madre frigorifero - (v. “La fortezza vuota” di Bettelheim). Fortunatamente, dopo attenti e approfonditi studi, in particolare degli ultimi anni, grazie anche e soprattutto a molti attivisti autistici - ricordiamo, tra i tanti in Italia, il giornalista e scrittore Giancluca Nicoletti - si è giunti ad una considerazione e valutazione razionale dell’autismo, che non è altro che un FUNZIONAMENTO mentale. Esattamente come l’ ADHD, la sindrome di Tourette, la Dislessia, la Discalculia e altre condizioni. Avere consapevolezza sull’autismo vuol dire conoscere “l’altro” nel suo essere “atipico” e accettarlo così com’è, non solo in quanto autistico, ma anche e soprattutto in quanto persona. Al mondo nessuno è uguale all’altro, nessuno è “normale”, ma siamo tutti NEURODIVERSI. Accettarlo e riconoscerlo permette di convivere serenamente all’interno di una biodiversità umana che, peraltro, è già presente in natura nel nostro ecosistema. Inoltre, non ci sono autistici geniali o autistici stupidi; questi sono demarcatori di una società retrograda, convinta che ci sia un modo di essere giusto o sbagliato, un modo di essere “speciale” o meno . Lo sbaglio più grande e più grave è porre dei limiti, fissare dei paletti, stabiliti da chissà chi, al naturale modo d’essere delle persone.

E’ fondamentale smontare lo stigma dell’autistico. Non solo, quando si parla di autismo si parla di SPETTRO autistico. Questo vuol dire che all’interno di questo funzionamento ci possono essere elementi accomunanti, ma nessun autistico è uguale all’altro, esattamente come nessun neurotipico è uguale all’altro. Siamo tutti diversi. Molto spesso, le persone ricevono diagnosi di autismo da adulte ( ricordo che l’autismo appartiene ad entrambi i sessi), proprio perché si rendono conto che il loro modo di essere non si confà a quello cosiddetto “normale”, magari dopo aver passato anni ad affrontare sedute psicoanalitiche che non li hanno portati da nessuna parte. Inoltre, le donne, hanno una maggiore capacità di adattamento, sono spesso camaleontiche; per questo è stato più difficile diagnosticare l’autismo nel sesso femminile. Ma oggi, finalmente e per fortuna, non è più così.

E’ fondamentale essere consapevoli che una persona autistica, bambino o adulto che sia, NON DEVE ESSERE CAMBIATO, perchè l’autismo non è qualcosa che si ha ma è qualcosa che si è.


Giulia Balducci ci segnala una bibliografia e una linkografia per chi fosse interessato ad approfondire il tema dell'autismo.


Libri

Io, figlio di mio figlio, Gianluca Nicoletti, Feltrinelli

L'autismo oltre lo sguardo medico, Enrico Valtellina, Erikson

In altre parole. Dizionario minimo di diversità, Fabrizio Acanfora, Effequ

Eccentrico. Autismo e Asperger in un saggio autobiografico, Fabrizio Acanfora, Saggi pop


Pagine-blog

www.cervelliribelli.com

https://www.bradipiinantartide.com (c'è anche la pagina fb)

https://www.fabrizioacanfora.eu/eccentrico (c'è anche la pagina fb Eccentrico)

www.neuropeculiar.com (c'è anche la pagina fb)

https://youtube.com/c/EttaPatapumm (c'è anche la pagina fb)

https://www.facebook.com/AutieRed