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ESAMI DI STATO, ECCO I RAGAZZI CHE HANNO PRESO 100
Un ultimo anno e un Esame di Stato indimenticabili


7 luglio 2020

Le tradizioni sociali, i riti di passaggio, i festeggiamenti sono stati annullati e i nostri studenti si sono ritrovati a preparare gli esami di Stato chiusi nelle loro case, privati di quelle relazioni così importanti per la chiusura di un ciclo di studi fondamentale.
In una scuola laboratoriale come il Liceo Artistico la Didattica a distanza è risultata particolarmente complessa soprattutto nelle materie di indirizzo e per gli studenti è stato complicato preparare i loro progetti di Architettura e Ambiente, Design, Audiovisivo e Multimediale, Grafica, Arti Figurative, Scenografia, lontani dalle loro aule. Non è stato facile ma, nonostante le privazioni, il lockdown, le mascherine, ce l’hanno fatta superando gli ostacoli e raggiungendo i risultati sperati.

Questi sono i nostri “magnifici 100 “ e a loro vanno tutti i nostri più affettuosi auguri.

STEFANO PEDIO 5G Design_Voto 100 e Lode

Durante gli ultimi tre anni ho seguito l’indirizzo Industrial Design, dove ho appreso tecniche e conoscenze che ho intenzione di sviluppare in futuro nel mondo del Design. Infatti ho deciso di continuare su questa strada sia con l’università sia dal punto di vista lavorativo.

YLENIA VAGLIO 5A Architettura e Ambiente_Voto 100

Riguardo al mio futuro, sono molto decisa sulla strada che ho scelto di intraprendere, infatti proseguirò il percorso di studi che la scuola mi ha aiutato a portare a termine iscrivendomi alla facoltà di Architettura. Coltiverò anche la mia passione per le lingue integrandola allo studio dell'architettura visitando luoghi che per me sono molto importanti e a cui tengo molto.

FRANCESCO DELLE SITE 5E Audiovisivo e Multimediale_Voto 100

L'esperienza scolastica nel Liceo Artistico "Ciardo-Pellegrino" mi ha dato la possibilità di approfondire e comprendere pienamente sia le materie di indirizzo sia le materie inerenti al settore umanistico. Grazie a ciò potrò continuare il mio percorso di studi che riguardano l'uomo e la società e mi iscriverò al corso universitario di Scienze e Tecniche Psicologiche.

RICCARDO CAPPELLO 5G Design_Voto 100

Oggi mi sento Vivo, perché mi sono liberato delle preoccupazioni che avevo da ragazzino. Non ho più paura di quello che possano dire o pensare gli altri, alla fine la mia vita la vivo io, quindi devo essere libero di far ciò che voglio. Voglio diventare qualcuno di importante per dimostrare agli altri che, nonostante tutti gli “schiaffi” che si possono prendere nella vita, tutto è possibile, perché non ci sono limiti se uno vuole superarsi. Il mio obiettivo è diventare un grande designer; so che la strada sarà difficile, ma so che ce la farò se ci metto impegno, se seguo i consigli dei miei Professori e se ho l’aiuto delle persone che mi vogliono bene davvero e che mi vogliono veder raggiungere i miei obiettivi. Sento anche la necessità di aiutare, aiutare sempre e in tutti i modi possibili gli altri perché l’unica cosa che mi può riempire di gioia è vedere le persone sorridere.
Spero che la mia vita sia piena di trionfi ma so che ci saranno soprattutto degli ostacoli che mi faranno maturare in una società difficile come la nostra.

ALESSANDRA RAGANATO 5A Architettura e Ambiente_Voto 100

Gli ultimi tre anni trascorsi nella nostra scuola sono stati tra quelli più importanti e formativi della mia vita, ho avuto modo di imparare molto e non solo dal punto di vista scolastico. Le esperienze vissute sono state tantissime e la nostalgia per la mia classe si fa già sentire ma nonostante ciò sono ansiosa di scoprire quali nuove esperienze mi aspettano in questo nuovo capitolo della mia vita.
Studiare Architettura è stato interessante ma a me piace guardarmi attorno e imparare cose nuove perciò ho scelto di studiare altro, indecisa ancora tra Biologia e Scienze della formazione primaria l'obiettivo è quello di ritornare a scuola una volta terminati gli studi, questa volta però dall'altro lato della cattedra.

STEFANO TONDO 5A Architettura e Ambiente_Voto 100

Per quanto riguarda il mio futuro, il cammino che ho scelto di intraprendere si distanzia da quello che è stato il mio percorso di studi, in quanto miro a specializzarmi nel settore dell’alta cucina. In ogni caso, gli anni scolastici e il settore da me scelto non sono stati inutili. Grazie ad essi ho avuto la possibilità di acquisire un buon metodo di studio e abilità organizzative. Durante il percorso artistico liceale la creatività è stata un’abilità fondamentale e spero che lo sarà anche nell'ambito professionale de me intrapreso.

Stefano Pedio, Ylenia Vaglio, Francesco Delle Site, Riccardo Cappello, Alessandra Raganato, Stefano Tondo

PER SCEGLIERE CONSAPEVOLMENTE


17 giugno 2020

Gionata Quarta responsabile dell’Orientamento

Le buone prassi riguardo l’orientamento in ingresso anche quest’anno hanno prodotto notevoli frutti, se è vero che si sono registrate 179 iscrizioni (di cui 20 per la sezione Coreutico) per l’anno scolastico 2020-2021. Le quattro iniziative messe in campo hanno ancora una volta dimostrato il successo della sinergica collaborazione tra tutte le componenti scolastiche: Dirigenza, personale docente, studenti e collaboratori scolastici.
“Orient-Arti”, ha visto la fattiva partecipazione di 23 insegnanti del nostro Liceo che hanno percorso in lungo e in largo tutta la provincia di Lecce, sconfinando persino in territorio brindisino La quinta edizione del “Sabato del villaggio” ha proposto ai discenti di seconda e terza media del territorio salentino otto laboratori di avviamento a varie discipline nelle due sedi della scuola – Ceramica, Pittura, Scultura, Scenografia, Grafica, Stampa 3D, Fotografia e Danza moderna – che hanno fatto registrare complessivamente la presenza di 120 ragazze e ragazzi, anche con lo scopo di aiutare le famiglie che sperimentano la difficile gestione della “settimana corta”, attivata già da qualche anno nelle scuole medie di Lecce e provincia. Anche per la proposta di orientamento “Un giorno al Liceo” il nostro Istituto ha accolto gli allievi di terza media per stage ed esperienze didattiche programmate con le scuole di provenienza. I ragazzi, inseriti quasi sempre nelle classi del biennio, hanno così vissuto per un’intera giornata il clima che si respira nella nostra scuola, conoscendo i docenti e familiarizzando con i loro futuri compagni. Buona è stata anche l’affluenza domenicale di famiglie ed alunni per le cinque giornate di “Open day” in entrambe le sedi del Liceo con visite guidate agli ambienti e ai laboratori artistici e coreutici. Ad incontrare famiglie ed alunni sono stati la Dirigente con i suoi collaboratori, un buon numero di docenti e, soprattutto, gli 86 studenti dell’Istituto che si sono alternati da veri protagonisti nel presentare tutte le opportunità di formazione e arricchimento umano, sociale e culturale proprie del nostro Liceo.

le sedi del Liceo di via Vecchia Copertino, 6 e di Viale Michele De Pietro, 12

Per quanto concerne, invece, l’orientamento in itinere, come ogni anno, all’inizio di febbraio, le nove classi seconde dell’Istituto – rispettivamente otto del Liceo Artistico e una della sezione Coreutico – sono state impegnate con i docenti dei sei indirizzi di studio, per favorire una scelta consapevole del prosieguo degli studi con destinazione finale l’Esame di Stato, mentre gli alunni del Coreutico hanno sostenuto una prova di orientamento con gli insegnanti interni e con la referente dell’Accademia di danza di Roma. In merito all’orientamento in uscita, il Liceo ha accolto, presso le sue due sedi, orientatori di istituti universitari o enti di formazione di comprovata affidabilità e promosso la partecipazione degli allievi di quarto e quinto anno ad iniziative di orientamento all’esterno proposte da atenei o enti di formazione di livello universitario.
Infine, hanno concorso a promuovere la nostra mission sul territorio due eventi organizzati presso la sede succursale: il 30 novembre 2019 ha avuto luogo l’incontro dal titolo Un desco per Artemisia. Artes versus violenza, attività didattica pluridisciplinare generata da una riflessione su Artemisia Gentileschi, la celebre e talentuosa pittrice che ebbe il coraggio di denunciare il suo stupratore, mentre il 18 gennaio u.s. si è svolta la seconda edizione della Notte Bianca, intitolata Oltreconfine con musica, danza, mostre, performance, sul significato del “confine”, inteso come limite che è sempre stato nella storia del pensiero umano una linea fisica, spaziale, temporale ed immaginaria da difendere o superare e che ha unito trasversalmente tutte le generazioni nell’affrontare e valicare le proprie Colonne d’Ercole, alla ricerca di se stessi per progettare al meglio il futuro.

#NOTTE BIANCA OLTRECONFINE

8 giugno 2020

Maria Agostinacchio coordinatore del progetto

Il 2020 è stato inaugurato il 18 gennaio con la II edizione della Notte Bianca, quest’anno intitolata Oltreconfine, presso la sede “Pellegrino” del liceo, un incontro di riflessione collettiva della scuola che dialoga con il territorio. Musica, danza, exhibition, painting, performances, reading declinati sul crinale del confine. Tante le postazioni creative dedicate all’approfondimento del superamento del limite-confine. Nella galleria d’arte l’allestimento della mostra di Arti Figurative Con-Figurazioni in cui il limite va oltre le potenzialità espressive di diversi supporti, tecniche e linguaggi. Un approfondimento del sé nelle sue percezioni è la tematica intorno alla quale si sostanzia la mostra The Deep Sound, settantatre autoritratti oltre il selfie. Alla danza è dedicata la performance coreutica Out-Side. La realtà virtuale è la spaesante protagonista nella stanza di Ames Oltrealtà: Giocare Di-Stanza, una scenografia che annulla il confine tra realtà e illusione, mentre ad Escher è ispirato l’abito Oltrealtà-Metamorfosi. Il tema sociale è interpretato dalla multiproiezione Oltremare, il cinema racconta l’emigrazione: quando noi eravamo emigranti. Infine Dante, Leopardi, Kafka, Buzzati, Vittorini e Stevenson sono le cerniere letterarie del percorso nel progetto Oltre le parole.

TUTTI IN SCENA | #NOTTEBIANCA


8 giugno 2020

Gli studenti dell’Indirizzo Scenografia

Il Dipartimento di Scenografia, anche quest’anno, è stato impegnato nelle varie iniziative proposte dal Liceo in occasione di eventi particolarmente significativi dal punto di vista sociale e storico. In questo momento di chiusura della scuola, causata dall’emergenza della pandemia da coronavirus e di modalità di erogazione della didattica a distanza, in cui non possiamo esprimere tutta la nostra creatività nell’aspetto più pratico di concreta progettualità, ricordiamo con entusiasmo i lavori svolti con i nostri professori. Donatella Ianne, Pierluigi Lezzi, Dario Patrocinio e Marcello Rolli. È stato avvincente realizzare un progetto di spazi creativi per la Notte Bianca 2020, che si è svolta nella nostra scuola sul tema Oltreconfine. Abbiamo costruito uno spazio performativo fondato sull'illusionismo visivo della camera di Ames. La sfida scenografica alla realtà percepita ha condizionato la costruzione dei "racconti" divenuti oggetto della performance Oltrerealtà: giocare di-stanza. Alcune allieve dell’indirizzo coreutico, guidate dalla loro docente Marica Zannettino, hanno trovato in quell’illusorio spazio scenografico il luogo ideale per coltivare sogni, viaggiare nel tempo tra età diverse, favorire catarsi, esplorare le tante dimensioni del sé. Laboriosa, ma alla fine molto gratificante per il risultato ottenuto, è stata la creazione di un abito, Oltrerealtà-metamorfosi, ispirato alle opere di Escher. La celebre xilografia Metamorfosi II è diventata il tema della trasformazione di un’immagine che, senza soluzione di continuità, lascia il posto a un’altra in un percorso circolare che supera i limiti dell’immaginazione.
In occasione della “Giornata della Memoria” del 27 gennaio 2020, siamo stati coinvolti nell’evento, Memoria d’inciampo, che si è tenuto presso la sede Pellegrino con la lettura di pagine dal libro di Primo Levi Se questo è un uomo, che ci ha portati a riflettere intensamente sulle condizioni di vita dei deportati nei campi di concentramento nazisti. Le classi terze e quarte hanno svolto un percorso di PCTO all’interno del progetto SIAE-Cinema “È questione di sguardi" presso le Manifatture Knos e la sede Pellegrino. La 3E si è costituita in giuria e ha esaminato e ha valutato una sezione di opere in concorso all’interno dell’edizione 2020 del “Salento Rainbow Film Fest,” mentre la 4E ha selezionato una serie di film, come strumento utile a stimolare riflessioni su temi d’attualità e a generare stimoli per l'integrazione sociale e culturale dei giovani, destinate alle future rassegne del “Salento Rainbow Film Fest” e della “Festa del Cinema del Reale”. Adesso è il silenzio intorno a noi, un silenzio che ci fa riflettere. Quanta fatica, quanto lavoro, quanta soddisfazione alla fine di ogni esperienza realizzata all'interno del nostro laboratorio. Quelle esperienze ci hanno unito, ma sono state anche un modo per mostrarci, per far vedere quello che facciamo, che sappiamo fare, la nostra formazione, la creatività che ci aiuta a capire noi stessi e anche a capire il nostro progetto di vita.

ILLUSIONI IN DANZA | #NOTTEBIANCA


8 giugno 2020

Gli studenti della 4A Coreutico

Un'esperienza unica, diversa dalle altre quella della performance realizzata all’interno della stanza di Ames costruita dagli studenti dell’indirizzo Scenografia per la Notte Bianca 2020 del nostro Liceo. Diverse tonalità di emozioni e di colore. Ci siamo messe alla prova, grazie alla docente di Danza classica, Marica Zannettino, per affrontare una situazione lontana da quella in cui siamo abituate a svolgere nelle sale di danza. L'improvvisazione mimica e di movimenti ci ha unite umanamente mentre ognuna di noi si collegava all'altra con l'immaginazione ma molto molto rapidamente.
I temi affrontati che sono quelli di oltre confine, oltre ogni pregiudizio, parlano significativamente soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo.
Tutto questo solo per quindici minuti di improvvisazione? Ebbene sì, questi brevi momenti ci hanno fatto maturare una maggiore sensibilità sull'argomento, e noi abbiamo lanciato “il cuore oltre l’ostacolo” mettendo nella performance tutte noi stesse e la nostra passione per la danza.

I CAMMINI DELLA SPERANZA | #NOTTEBIANCA


8 giugno 2020

Oltremare è un progetto di multivisione sul tema dell’immigrazione, realizzato con una videoinstallazione, a cui hanno partecipato Debora Ciardo e Bernardetta Mele della 5E Audiovisivo e Multimediale.
Lo spunto narrativo nasce dalla visione del film Il cammino della speranza di Pietro Germi. Erano gli anni Cinquanta, la guerra era finita da poco. Un gruppo di siciliani, per sfuggire alla povertà, intraprende un lungo viaggio verso la Francia costellato da drammatici imprevisti. La trama del film presenta molti punti di contatto con le vicende attuali. Sono presenti, ieri come oggi, i trafficanti di uomini, imbonitori, venditori di fumo che lucrano sulla miseria. Da qui l'idea di mettere in relazione il passato con il presente. L'Italia dei migranti in cerca di fortuna in America, in Francia, in Germania, con i migranti che vedono nella nostra nazione una nuova America. L'anello di congiunzione, tra passato e presente è stato identificato nel mare, elemento fluido, oscuro, inquietante, predatore. Il mare come “Oltre” che si affronta in preda alla disperazione e la narrazione visiva è accompagnata da un grande occhio, onnipresente ,che vede tutto senza vedere. È l’occhio degli sfruttatori, dei trafficanti di esseri umani, dei governi, delle associazioni, della gente comune ma indifferente. È l'occhio di chi non ha ricordi e di chi li ha, di chi vede oltre e di chi è cieco. È l’occhio che non vede la catastrofe, verso cui, inesorabilmente, l’umanità si sta avviando.

CONFINE X | #NOTTEBIANCA


8 giugno 2020

Gli studenti della classe 5C Arti Figurative

Ci siamo interrogati sui limiti e i confini dell’Arte, per scoprire che in arte sono solo piccole finestre che si affacciano sull'infinito.
Un punto di partenza, per questo viaggio, è stato guardare il mondo dalla feritoia di un Concetto Spaziale di Lucio Fontana o provare a rinascere da L'origine du monde di Gustave Courbet.
Una parola, un progetto, mille idee. Sviluppare il concetto di confine ci ha portato anche a pensare alla composizione di queste due parole Con e Fine, scorgendo, solo in apparenza, il riferimento a un qualcosa che termina, a una linea di contorno che ne traccia la fine.
Ma è davvero così? Esattamente quanti confini conosciamo? Quanti ne vediamo?
Siamo giunti alla conclusione che sono solo delle convenzioni umane; uno degli obiettivi del nostro lavoro, in questo percorso, è stato quello di astrarre questo concetto e di metterlo su tela.
Il progetto è stato sviluppato in modo differente: ognuno ha interpretato soggettivamente il senso che questa parola trasmetteva. Un confine umano tra anima, spirito e sogno, materico e non, in un rimando all’astrattismo. Il confine naturale del mondo che possiamo scorgere alla fine di un paesaggio e che fa nascere questa domanda: “ma finisce lì?”, con la consapevolezza che la risposta è negativa.
Le molteplici interpretazioni di questo concetto si sono sviluppate e intrecciate. Abbiamo registrato un video in cui, con il docente di Laboratorio Pittura, Enzo De Giorgi, siamo entrati nella quarta dimensione, rompendo il muro del tempo. Si è sgretolato quel limite, quel "termine" che avevamo scandagliato, quel terreno in cui avevano scavato fino in fondo, comprendendo che non c’è confine. Come per varcare una soglia immaginaria, pensando a Fontana, abbiamo tagliato una tela e l'abbiamo attraversata.

THE DEEP SOUND | #NOTTEBIANCA


8 giugno 2020

Settantatre autoritratti degli studenti del Liceo Artistico di Lecce che consentono un percorso visivo ed emozionale, oltre l’abitudine consolidata del selfie e oltre gli stereotipi dell’autorappresentazione.
Attraverso la fotografia, il disegno, la pittura e le tecniche miste, gli studenti hanno realizzato un autoritratto, in formato 20 x 20 cm, che rivela il “suono profondo”, la nota segreta della loro personalità. Ogni opera è accompagnata da una descrizione in cui le ragazze e i ragazzi del liceo si raccontano con sincerità.
È un viaggio dentro le fragilità, le paure, le insicurezze, ma anche dentro i sogni, i desideri e le speranze dei giovani. Le opere offrono una chiave di lettura della profondità e della complessità del mondo adolescenziale, oltre gli stereotipi dei social media e della comunicazione, perché oggi l’autoscatto, nella variante del selfie, è il modo più semplice per promuovere la propria immagine, ma nello stesso tempo è anche uno degli strumenti più superficiali ed effimeri di autorappresentazione.
Nel caso degli autoritratti degli studenti del Liceo artistico c’è, invece, una grammatica del sé approfondita e sincera, la rappresentazione di un’immagine senza maschere e una narrazione autobiografica che può diventare anche un momento importante per fare il punto della situazione con se stessi.
Il progetto è stato curato dai docenti Enzo De Giorgi, Marinilde Giannandrea, Rodolfo Stigliano con la collaborazione dei professori Anna Chiriacò, Dario Patrocinio e Agnese Summa. Si basa sulla sinergia tra la Storia dell’Arte, la Pittura, la Fotografia, la Grafica, la Lingua e la Letteratura, dimostrando come ogni prodotto artistico nasce dalla convergenza di diversi saperi.

La mostra è stata accompagnata da un catalogo digitale realizzato dalla Sezione Grafica del Liceo Artistico e dal prof. Rodolfo Stigliano

The Deep Sound
Il catalogo della mostra

CONTRO IL SESSISMO L’INCONTRO CON LORENZO GASPARRINI


8 giugno 2020

Lucrezia Lezzi 4A Architettura

Il 25 ottobre scorso le classi quarte hanno avuto la possibilità di partecipare ad un incontro, organizzato dal nostro Liceo nell’ambito della rassegna “Conversazioni sul futuro”, con il filosofo Lorenzo Gasparrini, che ha dialogato partendo dal suo libro Non sono sessista, ma… (Tlön, 2019) su temi molto attuali e con un linguaggio vicino a noi ragazzi.
Il tema dell’incontro – coordinato dalle professoresse Marinilde Giannandrea e Daniela Litti – è stato il Sessismo, cioè la tendenza a giudicare una persona sulla base del proprio sesso, un elemento di discriminazione soprattutto nei confronti delle donne, profondamente radicata nella società in cui viviamo. La società, ha dichiarato Gasparrini, si fonda su un sistema patriarcale che vede al vertice l'uomo eterosessuale e condiziona le nostre vite da molto più tempo di quanto noi immaginiamo, attribuendoci, fin dalla nascita un ruolo di genere a seconda del nostro sesso.
Gasparrini ci ha portato a riflettere su quanto le nostre identità siano ben poco frutto della nostra libera scelta, ma piuttosto sono imposte a monte da un sistema culturale ed educativo profondamente radicato nella nostra società.
Il filosofo durante il suo intervento ha tenuto a specificare che il sessismo si riversa inevitabilmente anche nel linguaggio. È spiazzante constatare quanto il linguaggio che impieghiamo quotidianamente sia fortemente sessista, a partire dai modi di dire ed espressioni abituali che facciamo fatica a riconoscere come offensivi e discriminatori.
Proprio per questo Gasparrini ci ha invitati a prestare particolare attenzione all’uso delle parole e a essere maggiormente consapevoli del fatto che riflettono il nostro pensiero.
Lo stesso discorso vale per il modo in cui ci si rapporta agli altri e in questo caso alle donne. La galanteria, infatti, alla quale siamo da sempre così abituati e che giudichiamo addirittura positivamente, cela dietro azioni sessiste sulle quali raramente ci si sofferma a riflettere.
Ciò non significa che tali atteggiamenti vadano demonizzati, ma è importante riflettere sul fatto che la gentilezza va rivolta nei confronti di tutti e nel momento in cui la si rivolge ad un solo genere si sta indirettamente aderendo ad un sistema di potere che vede al vertice l’uomo.
Gasparrini ha tenuto a evidenziare il fatto che il sistema patriarcale non ha conseguenze negative solo sul genere femminile, ma anche su quello maschile, imponendo degli stereotipi di genere che sono anche per gli uomini molto opprimenti.
Basti pensare alla virilità, la forza emotiva e fisica, l’insensibilità che l’uomo deve costantemente dimostrare di avere. Ciò porta inevitabilmente ad un senso di inadeguatezza in tutti quegli uomini che non si rispecchiano in questi canoni. Non è difficile quindi constatare che l’abbandono di questo sistema discriminatorio può portare non solo ad una società più paritaria, ma anche alla liberazione da stereotipi insostenibili per entrambi i generi.
L'incontro è stato illuminante per noi ragazzi e ragazze e ci ha sicuramente avvicinato alle questioni di genere che ci riguardano direttamente, in quanto uomini e donne di questa società. Gasparrini è stato molto apprezzato da tutti gli studenti e la partecipazione a queste iniziative, promosse dal nostro Liceo, suscita sempre molto entusiasmo perché siamo consapevoli della loro importanza per la nostra formazione identitaria e culturale.

MARIANNA APRILE

convinzioni, storie, l'autrice incontra gli studenti


8 giugno 2020

Lucrezia Caracciolo 5F Arti Figurative

“Perché in Italia non abbiamo una first lady?” È questo l’interrogativo – un po’ provocatorio, un po’ ironico -– con cui Marianna Aprile, giornalista e conduttrice, attualmente redattrice del settimanale “Oggi”, apre “Il grande inganno”, libro pubblicato per i tipi di Piemme che l’autrice ha presentato il 27 novembre scontro durante un incontro con gli studenti del nostro liceo, tenutosi presso l’aula Magna della sede centrale. Come la scrittrice ha spiegato al suo uditorio, la domanda su cui poggia la trattazione vuole essere uno spunto apparentemente leggero per cercare di approcciare da un’angolazione un po’ inconsueta una questione “pesante”, quella del problematico rapporto che ancora oggi sussiste in Italia tra donne e politica.
Marianna Aprile ci ha ricordato che in Italia il ruolo istituzionale della first lady non esiste, a differenza di quanto è codificato in altri Paesi europei e oltreoceano: questa constatazione potrebbe bastare a rispondere sbrigativamente al quesito di partenza, ma significherebbe – come spiega la scrittrice nella Prefazione al testo – accontentarsi di una risposta “costituzionalmente” ineccepibile per non affrontare fino in fondo l’argomento. Tutti sappiamo, infatti, che non c’è bisogno di una carica formale per ricavarsi un ruolo pubblico; perché dunque le first lady italiane rinunciano a priori a ritagliarsene uno? L’autrice ipotizza due possibili risposte. Quella “incoraggiante” (ma, appunto, ingannevole) che le intervistate le hanno spesso fornito: le mogli e le compagne dei premier e dei leader italiani vogliono sancire orgogliosamente la propria indipendenza dal ruolo pubblico dei mariti e compagni, dichiarando implicitamente di non avere alcuna ambizione a ridursi al ruolo istituzionale di “moglie di”. Quella meno incoraggiante: la latitanza di queste donne dipende dalla paura di disturbare, di intralciare il percorso pubblico dei mariti esponendo posizioni personali e, magari, poco o per nulla allineate. Meno incoraggiante, ma, secondo il parere della scrittrice (e anche della gran parte degli studenti che hanno partecipato all’incontro) più verosimile. Soprattutto perché non si può fare a meno di notare che le compagne dei premier accettino tutti gli oneri – in termini di esposizione mediatica e invasione della privacy– del ruolo pubblico dei consorti, senza cercare in compenso di sfruttare la loro visibilità per esporsi in merito a temi scottanti che riguardino la vita economica, sociale, politica del Paese, tentando così di incarnare un modello, almeno culturale. Una presa d’atto tanto più sconfortante se l’analisi si allarga al ruolo delle donne che fanno politica attiva nel nostro Paese. Oggi la presenza femminile in Parlamento è persino superiore alla media europea: dato apparentemente molto positivo, se non fosse che nella maggior parte dei casi le nostre deputate assumono modus operandi simili a quello delle first lady italiane, rispettando diligentemente, senza mai alzare troppo la testa, la linea di partito scelta dai colleghi uomini, subendo (e contribuendo a reiterare) gli effetti di un retroterra culturale ancora “maschiocentrico”.
Marianna Aprile ha proposto una carrellata incisiva e anche divertente sulle figure citate nel suo volume e sulle loro storie, passando dalla “trasparenza” di Agnese Renzi, alla reticenza a qualsiasi ruolo di ufficialità di Olivia Paladino, da anni compagna del Presidente del Consiglio Conte; dagli interventi della “first lady suo malgrado” Veronica Lario, ex-moglie di Silvio Berlusconi, fino alla sovraesposizione “gossippara” delle fidanzate di Salvini e Di Maio, puntualmente ridotte dai media al rango di “elementi decorativi”. Durante la presentazione, l’autrice ha dialogato e si è confrontata con gli studenti, dimostrandosi molto disponibile a rispondere con versatilità e ironia alle domande che le sono state poste senza alcuna riserva. Ha gestito con grande schiettezza gli interventi degli alunni, alcuni dei quali hanno riguardato le figure a noi più note della politica attuale, Virginia Raggi e Giorgia Meloni. E ha concluso il suo intervento con una considerazione davvero interessante, facendoci notare che esistono, anche in un panorama complesso e non di rado desolante come quello della politica italiana, casi che rappresentano un’eccezione. Quelli di donne estremamente diverse per mentalità, politiche (Emma Bonino, Laura Boldrini, la stessa Meloni), che, a prescindere dagli orientamenti, fanno politica mettendosi naturalmente, senza costruzioni, sullo stesso piano dei colleghi uomini: “dimenticandosi” loro in primis di essere donne che fanno politica, concentrandosi (e concentrando di conseguenza l’attenzione mediatica) esclusivamente sul proprio fare politica. D’altro canto non c’è un altro modo che le donne hanno per cambiare radicalmente - e non solo formalmente - le cose: impegnarsi senza remore e timori in ciò che fanno, probabilmente in principio faticando il doppio degli uomini affinché le loro capacità vengano riconosciute, al fine di costruire nuovi modelli di riferimento e, in definitiva, un mondo in cui non ci sia più bisogno di preservare quote rosa o di avanzare rivendicazioni femminili: dove, in definitiva, si valuti l’operato senza bisogno di anteporre qualsivoglia precisazione sul genere di chi l’ha svolto.

LE EROINE SILENTI DELLA POLITICA


8 giugno 2020

Caterina Chimienti, Sara Lupo 5B Arti Figurative

Un incontro entusiasmante. Attraverso un’acuta analisi del ruolo delle donne in ambito socio-politico, l’autrice ha rilevato che le figure femminili in Italia rimangono quasi sempre nell’ombra, ricoprendo ruoli per lo più marginali rispetto a quelli occupati dagli uomini. La discussione di questa tematica ha portato alla nostra attenzione la situazione in cui molte donne si trovano attualmente, gli ostacoli e le prove che devono affrontare nel momento in cui decidono di fare una scelta di vita, che non comprenda solo la famiglia o un ambito lavorativo definito femminile. L’affabilità della scrittrice che ha accettato di rispondere alle nostre domande e soddisfare le nostre curiosità in merito alle interviste realizzate a Emma Bonino, Laura Boldrini, Maria Elena Boschi, ha reso questo incontro molto stimolante e costruttivo per comprendere che la strada per l’affermazione dell’uguaglianza di genere è ancora tutta da percorrere.

Sulla nostra copia del libro l’autrice ha scritto: “Alla 5B, che ha (come tutti noi) la responsabilità di impegnarsi ad archiviare ogni inganno”.

UN DESCO PER ARTEMISIA


8 giugno 2020

Maria Agostinacchio docente di Storia dell’Arte

In occasione del 25 novembre, giornata indetta per sensibilizzare contro la violenza sulle donne, chi scrive ha progettato un intervento didattico interdisciplinare per riflettere sulla terribile piaga della violenza perpetrata contro le donne. Lo studio e la conoscenza di figure femminili che sono venute in contatto con il dolore, talvolta la violenza, ha dato una chiave di lettura su un possibile riscatto attraverso il coraggio, la determinazione e il talento. Le arti diventano antidoto alla violenza e la bellezza si configura come presidio del rispetto. Con queste premesse è nata l’idea di dedicare ogni anno il 25 novembre un modulo didattico ad una donna che si è distinta nell’arte, nella scienza, nella letteratura, nella musica. L’edizione 2019 ha preso il titolo Un desco per Artemisia. Artes versus violenza ed è stata indirizzata alla pittrice Artemisia Gentileschi (Roma 1593- Napoli 1654) la cui biografia rappresenta la possibilità di riscatto dopo una violenza subita. Il titolo prende il nome dal desco da parto o desco da nozze usato abitualmente in Toscana, in foggia di vassoio, per portare le vivande alle partorienti o come dono di nozze. Da oggetto di uso comune, aumentando le dimensioni, divenne un formato tipico nella pittura rinascimentale, spesso dipinto da grandi artisti (Botticelli, Michelangelo) realizzato come buon augurio in occasione di nozze. La scelta del desco, quindi della tipologia circolare, vuole sottolineare quanto le violenze avvengono in ambito familiare come dimostra la stessa vicenda di Artemisia. Figlia del pittore toscano Orazio Gentileschi, la giovane pittrice, di cui il padre riconobbe presto il talento, viene ammessa a lavorare con lui a bottega, fatto esso stesso eccezionale nel ‘600. Qui la giovane Artemisia nel 1611 subisce la violenza del pittore, Agostino Tassi, noto con il soprannome “lo smargiasso”. Il Tassi si impegnò al matrimonio riparatore, come era costume dell’epoca. Artemisia cedette dunque alle lusinghe del Tassi e si comportò more uxorio, continuando a intrattenere rapporti intimi con lui, nella speranza di un matrimonio. Orazio, dal canto suo, tacque sulla vicenda, nonostante Artemisia l'avesse informato sin da subito. Fu solo nel marzo del 1612, quando la figliola scoprì che Tassi era già coniugato, e quindi impossibilitato al matrimonio, che Gentileschi indirizzò una querela a papa Paolo V accusando il collega di aver deflorato la figlia contro la sua volontà. Iniziò una fase processuale lunga e tortuosa, inficiata da testimoni prezzolati che dichiararono il falso e costellata di tante umiliazioni per Artemisia, non ultima la tortura. Il Tassi venne condannato all’esilio, ma di fatto non scontò mai la pena. Artemisia, dopo aver sposato il pittore Pierantonio Stiattesi, si trasferì a Firenze dove entrò in contatto con la corte di Cosimo II de’ Medici, ebbe tra gli amici Galileo Galilei e Michelangelo Buonarroti il giovane, nipote del celebre artista. Ebbe 4 figli. Rovesci finanziari la ricondussero a Roma e poi a Napoli dove rimase fino alla morte, se si eccettua una breve parentesi genovese e un soggiorno lavorativo a Londra con suo padre Orazio. Riscostruito il suo catalogo intero delle opere nel 2017, Artemisia, spoglia da letture femministe e ideologiche, è stata restituita al suo ruolo di grande pittrice al pari quantomeno dei suoi colleghi. Il progetto si è concluso sabato 30 novembre presso la sede del Liceo Artistico e Coreutico “Ciardo Pellegrino” in viale De Pietro, promosso dalla dirigente scolastica prof.ssa Tiziana Paola Rucco alla presenza di Vincenzo Melilli, Dirigente Ufficio Scolastico Provinciale di Lecce e di Silvia Miglietta, Assessore alle politiche sociali del Comune di Lecce. Ospite speciale Maria Luisa Toto, fondatrice del centro antiviolenza “Renata Fonte” di Lecce, nato nel 1998 dedicato alla prima donna assessora alla cultura eletta nel comune di Nardò, assassinata la notte del 31 marzo 1984, a soli 33 anni, per essersi opposta alla speculazione edilizia nel territorio di Porto Selvaggio.
La serata si è snodata con l’alternanza di interventi canori a cura dell’alunna Marilù Calafiore preparata dalla professoressa Marianna Greco, che ha eseguito “Gli uomini non cambiano” di Mia Martini e “Quello che le donne non dicono” di Fiorella Mannoia. Una mostra di pittura e scultura è stata allestita degli alunni della 3F indirizzo Arti Figurative, a cura dei professori Enzo de Giorgi e Giovanni Scupola, corredati da riflessioni degli alunni coordinati da Antonella Gravante, docente di Italiano. La classe 4A Coreutico ha danzato una coreografia creata sulla “Canzone di Marinella” di De Andrè e Mina, preparata dai professori Giuseppe La Regina e Nella Regalino. Molto toccante la lettura teatralizzata di stralci del processo di Artemisia letti dagli alunni Giulia Latino e Leonardo Gerardi preparati dalla docente di Italiano Maria Antonietta Tarantino, ed infine il pubblico è stato coinvolto in un crescendo emotivo dal video-spot “Urliamo no ai silenzi” realizzato dagli alunni della 4H Design, a cura dei professori Dario Patrocinio di Progettazione e Margherita Prisco di Storia dell’Arte, quest’ultima promotrice di un progetto work-in-progress sulle donne artiste. Come ogni volta che la scuola racconta e si confronta con la vita anche attraverso percorsi paralleli e divergenti, i risultati sono sorprendenti e ripagano dell’impegno profuso.

Un Desco per Artemisia

"URLIAMO NO AI SILENZI" AL FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO


8 giugno 2020

Maria Sofia Gigante, Paola Lubello, Giada Manca 4H Design

Il 6 marzo di quest’anno creiamo il gruppo Whats App "4H Classroom" per consentire al professore di Progettazione, Dario Patrocinio, di sostenerci nell'avviamento della didattica a distanza. È passato solo un giorno dalla chiusura della scuola, non comprendiamo ancora il rapido evolversi degli avvenimenti ma in poche ore, uno dopo l'altro, siamo già tutti in piattaforma. Nei giorni a seguire l'aria si fa sempre più pesante. L'isolamento individuale crea un'atmosfera di innaturale sospensione, le notizie che si avvicendano sui social innalzano il senso dello smarrimento. Qualcuno di noi posta sul gruppo news di previsioni catastrofiche. La tensione diventa palpabile, si ha la sensazione di respirare a fatica. Alle 19,51 del 14 marzo il professore scrive sul gruppo: “Ragazzi, devo darvi una notizia, ma è ancora assolutamente riservata”. Gli occhi sono attaccati a quei 5 pollici di schermo, tanto misura l'unica finestra che usiamo per guardare un mondo drammatico e a tratti surreale. Sono solo le 19,54 quando il professore torna a scrivere ma il tempo, come già accaduto troppe volte in questi giorni, si è enormemente dilatato, pochi secondi son sembrati eternità. Il professore ci dice: “ragazzi il nostro video Urliamo no ai silenzi è al Festival del Cinema Europeo”. Sembra incredibile, ma ulteriori e circostanziate indicazioni ci fanno credere che la notizia sia vera: ora siamo noi ad urlare, ma di felicità, una notizia che illumina il buio di questi giorni. Il professore esorta alla prudenza: “le date del festival verranno sicuramente spostate a periodi migliori”. Ma noi, ormai, siamo lì, uniti a distanza, impazziti di gioia. La notizia è tra le più gratificanti, un riconoscimento alla qualità di un lavoro che è cresciuto all'interno delle aule scolastiche, ma a noi viene in mente, prima di tutto, il valore dell'esperienza svolta. Ripercorriamo con la mente le tappe del percorso che hanno portato alla costruzione del videospot e realizziamo in un attimo di essere oggi unitissimi, proprio come nei giorni in cui davamo forma all'iniziativa. È stata la prof. di Storia dell'Arte, Margherita Prisco, a incoraggiarci a scrivere il soggetto di un prodotto audiovisivo che potesse offrire un contributo al contrasto della violenza di genere. Noi eravamo già pronti a solidarizzare con le troppe donne chiuse nei propri silenzi e vittime di un’inconcepibile violenza. L'entusiasmo ci ha portato anche a provare a fare alcune riprese con lo smartphone di una nostra compagna, ma la voglia di far bene ha insinuato poi qualche dubbio operativo. Da qui la richiesta di aiuto al professore di Progettazione che ha sposato subito la nostra causa. Ed ecco partire una macchina organizzativa alla quale non avevamo pensato: tre dense giornate di ripresa durante le quali abbiamo lavorato ad allestire i set e a illuminarli, ci siamo inventiamo macchinisti, costumisti, truccatori, attori. Dopo dieci giorni di silenzio il professore Patrocinio ci ha mostrato il montato. Mentre scorrono le immagini, lanciamo sguardi fugaci che incrociano altri sguardi: solo occhi lucidi mentre un groppo alla gola obbliga al silenzio. La magia si è realizzata, il messaggio che passa è più potente di quanto non ci potessimo aspettare: solo chi subisce violenza può avvicinarsi a comprendere il dolore di chi l'ha subita e solo dall'empatia e solidarietà femminile può nascere la forza per venire allo scoperto e abbattere il muro dei silenzi. Ora, dopo mesi di emergenza sanitaria, costretti a rivedere i nostri obiettivi e stili di vita, dobbiamo ammetterlo: quel tipo di scuola, che consente esperienze formative e crea legami indissolubili, manca, ci manca tanto!

GIORNATA MONDIALE DELLA GENTILEZZA


8 giugno 2020

Il 13 novembre il nostro liceo ha raccontato la propria personale e libera interpretazione di questo sentimento apparentemente piccolo e semplice ma capace di trasformare se stessi e il mondo intorno.

Gli allievi delle classi quinte dell’indirizzo Arti Figurative, che comprende gli insegnamenti di pittura e scultura, hanno posto l'attenzione sui comportamenti umani con una performance dal titolo "I percorsi dell'arte e della gentilezza”. Oltre a misurarsi con lo specifico linguaggio delle arti, hanno contaminato immagini e parole, sovrapponendo a disegni e pitture, pillole di poesia, interagendo con i passanti nel segno del "modo gentile".

L’indirizzo Coreutico sulle note del brano “Salento” di René Aubry, si è espresso con una coreografia, una danza fatta d'intrecci dove ci si prende per mano e solo un corpo è sollevato da terra, manipolato, un corpo a cui si offre sostegno per mezzo del peso, attenzione, guida, precisione, accuratezza. Una danza gentile.

LA STORIA RECENTE DEL LICEO
NEI MANIFESTI DI GRAFICA

8 giugno 2020

Marinilde Giannandrea docente di Storia dell’Arte

La storia del Manifesto pubblicitario ha le sue radici nella Rivoluzione industriale del XIX secolo. Un genere dall'immediato successo, che naturalmente fu fatto proprio dagli artisti – uno per tutti Henry Toulouse Lautrec con le sue immagini della Ville Lumière – e che ha conosciuto continue evoluzioni fino ai velocissimi cambiamenti oggi in atto. Non a caso, anche nell’epoca delle immagini immateriali il manifesto “digitalizzato” è ancora una forma fondamentale di comunicazione massmediale.

L’indirizzo di Grafica della nostra scuola ha una tradizione recente, ma è un laboratorio contemporaneo di idee e prodotti sempre in evoluzione, profondamente collegato agli altri indirizzi, determinante per la diffusione dell'Immagine del Liceo e nello stesso tempo proiettato e integrato con il territorio. La Cronologia del Manifesto raccoglie i lavori realizzata dal 2012 ad oggi da Rodolfo Stigliano, docente di Laboratorio Grafica e dai suoi studenti, e testimonia le infinite attività di cui il Liceo è stato promotore. Il patrimonio collettivo di eventi artistici e culturali, attività di cittadinanza e inclusione, problematiche ambientali, di “offerte formative”, è documentato da questi manifesti, sintesi efficaci e immediate, indirizzate al coinvolgimento di chi guarda con una prospettiva estetica ma anche morale e culturale. Un archivio di memorie e una narrazione per immagini, che sembrano dare vita a un piccolo “Museo del manifesto”, testimonianza dell’energia artistica e culturale della nostra scuola e specchio delle molteplici storie vissute in questi ultimi anni.

Cronologia del Manifesto