Che sia un Dio, più dei, il Dalai Lama...

Viola Maria Marra. 1N

Il termine omofobia significa “paura incontrollabile”

o avversione irrazionale per tutto ciò che riguarda l’omosessualità, la bisessualità e la transessualità. Paragonabile al razzismo e alla xenofobia (odio per gli stranieri e per tutto ciò che proviene dall’estero), l’omofobia genera discriminazione ingiustificata e sofferenza.

In una società sempre più complessa e globalizzata tutti noi dobbiamo confrontarci con la diversità. Ogni rapporto sociale può essere concepito e sussistere solo se si considera “l’altro” da sé e come diverso.

Il riconoscimento della diversità dovrebbe aiutare tutti noi a guardare la società con una visione unitaria e inclusiva e mai omologante e omogenea. Il coinvolgimento di tutte le differenze esistenti e possibili dovrebbe basarsi sul rispetto dell’altro.

Dovremmo essere più attenti e consapevoli nei confronti della diversità manifestando un atteggiamento informato e approfondito per evitare pregiudizi e discriminazioni di ogni tipo. Concludo nel ritenere la diversità come valore e ricchezza per lo scambio e la crescita umana. “L’altro” mette in discussione il nostro modo di vedere, la nostra vita perché crea sempre il confronto. La differenza, quindi, non dovrebbe essere, in nessun caso, un elemento da tollerare ma un bene da tutelare.

Edoardo Giulio Ancora. 1N

Francesco ci invita a non sprecare l'opportunità che ci è stata data da questa pandemia,

cioè, quella di cambiare in meglio. Bisogna uscire dalla carestia della speranza, con la forza unificatrice dello Spirito. Il Cristianesimo non è divisione in gruppi, ma unità e , il segreto dell'unità, è il Dono dello Spirito . Se nel cuore abbiamo Dio, tutto cambia, perché non vivremo risparmiandoci ma donandoci. Lo Spirito non vuole gruppi chiusi, non vuole "il nido", come fa il mondo che divide, con varie ideologie e si finisce con l'andare d'accordo solo con chi la pensa come noi. Bisogna combattere tre nemici, dice il Papa: narcisismo, vittimismo e pessimismo. Basta pensare solo a sé stessi, a lamentarsi e ai pensieri negativi. Bisogna invece invocare la speranza, l'armonia e l'unità. Dobbiamo uscire da noi stessi, per aiutare gli altri, migliorare e fare della nostra vita un Dono!

Paolo Maci.3N

Nelle ultime settimane si è parlato

di un medico che ha trovato il Signore in un luogo così oscuro, caotico e pieno di dolore, in ospedale, tra persone in fin di vita ed infetti da Covid-19, sembra quasi impossibile; impossibile in quanto contrasta la mia idea di poter trovare Dio in un momento di profonda riflessione e silenzio. Però forse è questa la dimostrazione del fatto che Dio si trovi nelle situazioni più scomode, nel caso, una situazione di forte richiesta d’aiuto, da parte di pazienti infetti, e credo che tale medico l’abbia saputo riconoscere attraverso l’amore e la dedizione nel mettere in salvo la gente. Lo stretto contatto con la sofferenza e il dolore ha portato il medico alla presenza di Dio.

Federica Tondo. 2N

Sei felice?

Sono molto contenta della domanda che una Prof.ssa oggi ci ha posto, perché non è una domanda che ci viene rivolta ogni giorno ma quando ci viene fatta ci dà la possibilità di fermarci per un momento e pensare ciò che sentiamo davvero. Personalmente non so se sono felice, so che ho tanto per esserlo ma potrei avere ancora di più, e poi a volte il passato bussa alla nostra porta e questo può portarci a riaprire vecchie ferite. Sono in una fase di transizione della mia vita, dove giorno dopo giorno cerco di capire chi sono per davvero e cosa vorrei diventare, infatti per questo mi piace definirmi molto una ricercatrice. So che sto crescendo, sto acquisendo molte consapevolezze e so anche di essere grata di quello che ho. Come ho detto prima anche se sono in una fase di transizione della mia vita di una cosa sono certa: io credo in Dio, perché in alcuni momenti bui della mia vita e non, l’ho "sentito vicino" ; quando tutto intorno era diventato orribile e stavo per sentirmi sola, io l’ho sentito con me, questo ha fatto si che la mia fede fosse reale e sicuramente mi ha dato forza. È un lato di me stessa che mi fa sentire tanto felice; trovo un rifugio nella mia fede.

Chiara Colazzo. 1L

E chi lo avrebbe detto?

Papa Francesco responsabile del Covid 19. Si perché ha aperto ai divorziati risposati, conviventi e parla di Eucaristia per loro, tratta l'affettività omosessuale, non permette le celebrazioni in tempo di quarantena e chi più ne ha, più ne metta . È chiaro che Dio si è ribellato e ci ha puniti tutti. La colpa è del Santo Padre. DIO MIO, MA COME SI PUÒ AFFERMARE TUTTO QUESTO? Un Dio che punisce e non un Dio misericordioso. Una Chiesa che si chiude e non una Chiesa che si dirige verso le periferie dell'animo umano, verso i poveri. L'Eucaristia, lo ripeterò fino allo sfinimento, non è Pane per pochi eletti ma MEDICINA PER TUTTI. Giovanni XXIII pensava alla Chiesa non come ad un museo da custodire ma ad un giardino da coltivare. Il Papa buono volle il Concilio Vaticano II e Papa Francesco lo sta attuando pienamente. Il Papa sarebbe un uomo di sinistra? No il Papa è un vero cristiano. Vi invito a leggere gli Atti degli Apostoli per comprendere cosa sia il cristianesimo. E comunque, dopo aver sconfitto il "nemico invisibile" quando ci ritroveremo, evitiamo di perderci nuovamente. La consapevolezza di sentirsi diversi, quasi migliorati, da questo periodo terribile di tempo sospeso, diventi volontà per dimostrare di ESSERE DIVERSI, altrimenti tutto ciò che è accaduto, sarà accaduto invano. In questo momento, tra i vari rischi, c'è quello di dimenticare e di riprendere ad essere un Popolo, una Nazione che aveva perso di vista l'unità, la democrazia, il Bene Comune, la capacità di accogliere e la capacità di non discriminare. Eravamo diventati una Società che aveva rubato i sogni ai nostri giovani. Sapremo ripartire in modo virtuoso nonostante i 1000 problemi e le molteplici difficoltà? Io credo di sì nel momento in cui metteremo al centro la nostra coscienza e l'orgoglio di essere italiani.

Silvia Quarta Serafino. Prof.ssa

Ho appena finito di stare 20 minuti in silenzio.

Professoressa, come da esercizio assegnato

Non ho incontrato il minimo problema nell'adattarmi. Ad un certo punto ho provato una sensazione ambigua, un io che da dietro mi abbracciava e proteggeva, mentre un altro io che davanti mi pugnalava al petto con un coltello. Avevo paura di fare questa esperienza... Continuo a cercare distrazioni per distogliermi dal mio malessere emotivo e stare solo con me stesso è stato come andare nella tana del lupo, lasciandomi andare al dolore e al tormento. Non è la prima volta che lo faccio, ma stare in silenzio e con me stesso non l'ho mai potuto associare alla positività da lei intesa. Mi sono chiesto come mai non riuscissi a scorgere positività in quello che facevo, ho capito che non riuscivo a raggiungere ciò che lei cercava di trasmettermi perché ci ero già arrivato da tempo... quindi, penso sia più opportuno lasciarle qualcosa che venga dal profondo oscuro. Il problema è che non so dove cercare quando sono in silenzio, non posso trovare risposte perchè non so quali siano le domande, che da sempre non riesco a trovare. Almeno però so che le domande ci sono, quindi è un passo avanti.

Ci sono cose che le vorrei dire da molto, quindi le metterò qui a parte, in modo che non interferiscano con il messaggio, nel caso in cui lei lo voglia publicare (se si la prego di farlo anonimamente). La quarantena mi ha aiutato, è stata come un segnale di stop lanciato violentemente dall'alto. Ho realizzato che non ho alcun tipo di problema psicologico. Non sono mai riuscito a voler bene, è un elemento che mi manca, non è qualcosa che io mi sia convinto di avere, è qualcosa che ho realizzato da poco. Ho sempre cercato una ragione ed in effetti c'era sempre un motivo per cui mi relazionavo con qualcuno, ma non ho mai potuto dire "lo faccio perchè voglio che sia felice" senza che ci fosse un secondo fine. Tutto questo è sempre accaduto inconsciamente, tant'è che ho basato le amicizie sulla fiducia e non su altro. Ogni giorno che passa penso che sia meglio non essere vivi, non riesco a non provare quel dolore al petto a meno che non mi stia distraendo. Questa quarantena mi ha aiutato a distogliermi dalle distrazioni, facendomi rendere conto di quanto non riesca a non pensare al perchè vado avanti. Sin da piccolo provavo emozioni verso tutto, un semplice oggetto mi faceva emozionare, mentre adesso non riesco a provare interesse in nulla, nemmeno in ciò che ho sempre sognato e mai ho potuto avere. Non riesco neanche più a sognare, anzi, l'idea di vivere nei sogni mi provoca una tale rabbia. Non chiedo risposte, non chiedo supporto, le chiedo solo di ascoltare, ormai non so neanche io più cosa cerco. Mi sono adeguato a questa "vita" incolore, perchè ho provato a colorare con tutti i colori dell'arcobaleno, singolarmente e mischiandoli persino, ma mai riuscendo a far rimanere la tinta sulla tela... dopo un po' questa scivolava giù, lasciando solo i bordi della mia vita in matita. Le posso solo dire di essere stanco e che mi piacerebbe essere in grado di dirle: "ti voglio bene", magari un giorno le scriverò e ce la farò, se quel giorno arriverà a me... o se io arriverò a quel giorno.

Anonimo

Penso che ognuno di noi stia attraversando questo periodo di quarantena a modo suo:

chi vivendo un esperienza del tutto nuova, chi pensando a quando finirà ciò, chi cercando di dedicare un po più tempo a se stesso. Come ha detto lei prof, e proprio “grazie a questo virus che forse stiamo vedendo un Italia diversa, ma riflettendo, io mi chiedo: perchè deve per forza succedere qualcosa del genere per vedere il lato migliore della nostra società? Perchè cambiamo soltanto quando qualcosa ci butta giù? Forse quest'esperienza ci porterà ad assumere atteggiamenti diversi in futuro, tenendo di più alle piccole cose. Si, può sembrare una frase scontata che ormai si sente su tutti i telegiornali , da amici e parenti che cercano una piccola speranza in quelle parole, ma e la verità o almeno si spera che ognuno di noi riesca a raggiungere quell'obiettivo . La cosa più bella ma, allo stesso tempo, strana è la diversità con cui le persone cercano quella speranza nel riuscire a vedere un'Italia serena e vittoriosa In futuro.

Ogni dottore, infermiere e chiunque lavora nel mondo della medicina stanno diventando giorno dopo giorno degli eroi, coloro che mettono al primo posto il proprio Paese nonostante la stanchezza, il rischio che corrono accompagnato ,sicuramente, dalla paura. Forse e proprio per quest'ultima che quel medico non credente ha trovato la forza in Dio.

Sara Caiulo. 2I

"Spegnete il cellulare, niente cuffietta, niente musica:

provate a stare 10 minuti in silenzio, senza che nessuno vi disturbi”, Queste le parole della professoressa Quarta Serafino , che mi hanno spronato a prendere questo insolito compito come una sfida.

Posso definirmi una persona logorroica, quindi stare in silenzio per così “tanto” tempo è un’ardua impresa.

Sebbene io sia una ragazza che pensa molto, ritagliarsi dieci minuti per se, in una giornata frenetica, non è affatto facile.

Avendo molto tempo libero in questo periodo, ho colto l’occasione al volo e ci ho provato.

Dunque ho spento il telefono, mi sono seduta sulla sedia, ho rilassato le spalle ed ho fissato un punto indefinito della stanza.

Fortunatamente non ho sentito la mancanza del cellulare, non ho iniziato a digitare nel vuoto, nè tantomeno ho avuto ansia di dover controllare le notifiche.

Ho notato però, di essermi concentrata talmente tanto su ciò che mi accadeva in quegli istanti che i rumori esterni erano ovattati, e tutto lo spazio intorno a me alla vista risultava sfocato; la testa è diventata improvvisamente pesante, e non so spiegarmi il perché.

Con quest’esperienza ho capito quanto sia fondamentale, nella vita di tutti i giorni, dedicarsi a se stessi, a ciò che vive dentro di noi ed alle nostre preoccupazioni.

Fermarsi un attimo a riflettere, per quanto banale possa risultare, non è affatto facile, perché, a mio avviso, ci vuole tanto lavoro per poter avere una “conversazione” così profonda ed intima con se stessi, e, ora che l’ho appurato, continuerò a farlo sperando di ottenere ottimi risultati.

Al contrario Dio giustamente ci fa vedere da un‘altra prospettiva che quella del cuore . Suo figlio del resto abbraccia tutti nol pur essendo Crocifisso da sempre. La mia speranza e quindi quella di poter abbracciare senza braccia anche quando tutto cio sara finito.

Camilla Prato. 4L

Speranza che ci sia una via d'uscita.

Lui ci da la forza di amare tutti | nostri cari, di piangere e tirare fuori la paura e il dolore.

Mi e capitato, inoltre, di fare una preghiera per quei corpi messi in fila su carri armati che andavano lontano per assenza di posti: una lacrima ho versata per quelle mogli, mariti, figli o nonni che non potranno portare un fiore sulla tomba e fare una preghiera. Ma noi ce la faremo!

Viola Maria Marra. 1N

A cosa serve pregare?!

Chi non si è mai fatto questa domanda. Io penso che pregare in questo periodo sia come quando abbiamo un malore; prendiamo una medicina, ma esso non scompare magicamente. Il nostro corpo senza quel medicinale, potrebbe sconfiggere il malore ma alla fine della battaglia ne uscirebbe indebolito. Ebbene Dio potrebbe essere paragonato a quella medicina, in assenza di quest’ultima potremmo anche sconfiggere il virus, ma poi proprio come il nostro corpo, alla fine della battaglia saremo ancor più deboli.

Federico Antonio Tarantino. 1I

Preghiera vista da un millenial.

“Non c’é nulla sulla terra che non mostri o la miseria dell’uomo o la misericordia di Dio, o l’impotenza dell*uomo senza Dio o la potenza dell’uomo con Dio”(Giaise Pascal, “Pensieri”)

Le parole di Pascal, filosofo esistenzialista del XVII secolo, nel programma di filosofia del secondo anno del triennio, suonano come un colpo forte, quasi atterrante nei confronti del panorama illuminista che abbraccia quest’epoca. “Il secolo dei lumi’, cosi i molti intellettuali amarono definirla in tutta Europa. Razionalità, natura e protagonismo furono pubblicizzate come le massime del buon illuminista e del buon cittadino. Storia, religione e tradizione, diventarono le destinatarie di fogli e fogli di critiche e denunce...

“uscite dalle torn d’avorio!”

"scrolliamoci dal peso della storia!”

"la religione é l'oppio dei popoli!”

Ma poi...

Mi sono imbattuto nel capitolo di questo pensatore, isolato dalla cornice storica appena descritta, come se non fosse uomo del suo tempo. Come un amore a prima lettura, più leggevo su di lui, più avvertivo la sua sofferenza, le sue inquietudini e insoddisfazioni, ma soprattutto il suo terrore che la troppa “scienza’’, con la sua ““matematica struggente” potesse rivelarsi fatale per gli uomini stessi. La sua idea era che le verità matematiche non si potessero ritenere appaganti, poiché la condizione dell’uomo lo fa oscillare continuamente tra ragione e passione, bene e male, grandezza e miseria.

Un grido, uno sfogo contro tutta quella mera razionalità e un invito, lontano dalle premure illuministiche, a rifugiarsi nel proprio interno, a dialogare con noi stessi, per conoscere meglio gli angoli paradossalmente più oscuri a noi stessi. Che mi interessa di quanto grande sia l’universo, se poi ancor più misterioso è il nostro cuore! Cosi potremmo sintetizzare la sua scontentezza.

“Gnothi sauton’’, "conosci te stesso", d’altra parte è stata la massima religiosa socratica e greca per eccellenza. Per questo Pascal scrive persino un’ apologia del cristianesimo, in cui quasi compassionevolmente si cala in una difesa dei valori cristiani in cui lui credeva profondamente. Un filosofo che cerco negli anni dei telescopi e delle squadrette, di porgere agli uomini le Sacre Scritture, invitandoli ad una lettura profonda e meditata e sincera.

Per me é questa la definizione esatta di preghiera: non la ripetizione a pappardella di parole versate nei nostri ricordi, ma lontane dal nostro cuore, quanto la confessione autentica con dio, laddove “dio” non voglio lo consideriate un grave errore grammaticale, perchè risponde alla mia filosofia di vita, cioè che in ogni uomo dimora un dio, ma che non è unico e assoluto per tutti. Non è detto che questo debba essere biondo, con la barba e con gli occhi azzurri, perchè la parte esornativa non conta; ciò che veramente importa è che sia Dio per noi nel profondo!

Meglio di oggi più che mai, nell’era del digitale, dell’esponenziale sviluppo scientifico e tecnologico, dovremmo sperare che la natura ci dia un altro Pascal. Nonostante da molti ancora venga criticato per la sua troppa chiusura in se stesso e per la sua lontananza ideologica dai suo colleghi illuministi, a mio avviso, da solo, Pascal, riuscì a raggiungere una consapevolezza interiore, nonché consequenziale felicità spirituale tale da far invidia sicuramente a me e poi a tutte le schiere di criticanti, passati e moderni.

La società forgia chi siamo, ed ecco che secoli son trascorsi, ma l’impulso scientifico e illuministico ancora vive oggi, nel nostro XXI secolo. Avanti! Guardiamoci intorno, abbiamo fatto cose incredibili: abbiamo mandato uomini sulla Luna, connesso digitalmente tutti gli abitanti della Terra, permesso ad una piccola casetta sul Tibet, di poter avere nel suo frigo la Coca-Cola! Abbiamo fatto molto, alimentato il nostro divertissement. Sembriamo migliori dei nostri antenati pieni di problemi e tormenti per la testa. Ma la nostra intima natura si è evoluta con la nostra scienza?

E’ bastato un piccolo virus di circa 80-160 nanometri per far collassare non solo l’economia mondiale, ma anche il fanatismo che anni e anni di continua e sola crescita, aveva radicato nell’animo di tutti. Ora più che mai avevamo raggiunto l’apice del nostro sentirci “micro-mega’’, eppure eccoci, in quarantena.

Il divertissement di cui avevo accennato qualcosa prima, è una reazione tipica degli uomini che Pascal per primo definisce nei “Pensieri"

«il bisogno da parte degli uomini, di distogliere l'attenzione dal problema del senso della vita, ricercando nel chiasso e nel trambusto una forma di distrazione».

Interessante, vero? Io mi sono con gran stupore e a malincuore ritrovato in queste parole.

Invito tutti a riflettere sul fatto che senza gli svaghi, l’essere umano non riuscirebbe a vivere, perchè è nel silenzio e nell’inattività che nascono i dubbi, i travagli e i rancori. Se come me avete letto qualcosa su questo grande autore, allora significa che già lo avevate intuito, altrimenti, non preoccupatevi, poiché questo virus si sta rivelando magistra vitae.

Io me lo sono chiesto, ma perchè vogliono tutti uscire in un periodo d’emergenza simile? Perché non riusciamo a confrontarci con i mostri del nostro cuore.

Perchè è cosi difficile pregare e molti pregano sempre meno?

In primis perchè il comfort del nuovo millennio è talmente grande da avere troppi capricci in testa e da essere talmente tanto svagati, da non sentire minimamente il bisogno della preghiera. In secondo luogo, perchè non siamo abituati al dialogo privo di fanatismo e testardaggine che la preghiera come tale presuppone.

Personalmente, non ho voluto inferire nella sfera prettamente cristiana o dogmatica o tradizionale, perchè voglio che il mio messaggio possa abbracciare tutti, grandi e piccoli, caparbi e cedevoli, lavoratori e studenti, credenti e non. Voglio che sia generale e non particolare. So come oggi la questione tra cattolici ed atei sia degenerata in un incontro all’ultimo sangue e a colpi d’accuse e di prediche, ma spero di aver fatto breccia nelle difese di qualcuno, e magari di aver indotto altri ad “essere dei Pascal”: attivi nella società dinamica che lo richiede, e resistenti alle percosse che |’indagine interiore di chi si ritira in preghiera, subisce bruscamente dai nostro alter ego disattesi.

Fate si che stiate bene tra voi, nell’amore e non nella belligeranza.

Giovanni D'Amone. 4N

Indubbiamente uno degli argomenti sul quale ci si interroga è quello di Dio.

Dal mio modesto parere, in questa fase Dio dev’essere considerato non come elemento cardine di una religione, ma bensì come qualcuno che è al nostro fianco e ci sorregge. A dimostrazione di ciò, vi è la testimonianza del medico in Lombardia, convertitosi durante questi giorni, Caratterizzati da un lavoro estenuante e complesso. Quando pensava che tutto stesse per crollare e le forze lo stessero per abbandonare, ha trovato conforto in Dio. E in queste occasioni, come suggerisce il vangelo della scorsa Domenica, che Dio si mostra a noi, lavando i nostri occhi “con il fango” e ricordandoci della sua presenza continua.

Alessandro Colonna. 4D

lo personalmente ho seguito la preghiera di Papa Francesco lo scorso venerdì e sono rimasta anche un po’ male per alcuni memes o critiche nei suoi confronti. A mio parere, la preghiera, sopratutto in questi momenti così complessi, cl dona speranza, ci fa sentire tutti più uniti, ma soprattutto in questi momenti così complessi ci fa comprendere che per quanto forti possiamo essere, da soli non ce la potremo fare. Abbiamo bisogno di un sostegno, di qualcuno che ci porga la mano e che ci dia coraggio, anche quando avere coraggio sembra essere difficile.

Ciò che ho compreso dal nostro Papa e che non siamo invincibili, commettiamo errori. E arriva il momento in cui I’unione e la forza sono le cose che contano davvero. Non esistono più confini o differenze. E la preghiera in questi casi è uno strumento molto importante. non da vedere come qualcosa di vano, ma come qualcosa che invece ci arricchisce, permettendo un avvicinamento a Dio, ma anche una migliore consapevolezza di noi stessi.

Alessandra Rizzo. 4L

Credere in un entità superiore a tutti e sempre stato proprio dell'animo umano.

Che sia un Dio, più dei, il Dalai Lama...

Non e importante, e un fatto culturale oltre che spirituale e vale per ogni uomo e ogni donna.

I cristiani, a mio avviso, pregando si liberano da angosce, paure o dubbi sulla vita.

Non parlo di preghiere standard, ma preghiere semplici che parlano dell attuale stato d animo delle persone, che, forse, si sentono spaesate, disorientate, senza più fiducia o sicurezze. In questo tempo In cui siamo prigionieri e combattiamo contro "il nemico invisibile", mi è capitato di pregare anche per i medici e tutto il personale sanitario, affinché possano scoprire presto un vaccino. La preghiera ci rende più forti, più uniti meno vulnerabili. Ci rende consapevoli che esiste quel Dio a cui rivolgiamo lo sguardo, Lui ci potrà aiutare. Credere nell'immensa bontà del nostro Creatore, Lui potrà fornirci il coraggio di vivere e la speranza che ci sia una via d'uscita.

Viola Maria Marra. 1N

Sono venuto a sapere di un medico ateo che lavora in un ospedale della Lombardia.

Questo medico na incontrato Dio, sotto forma di un semplice sacerdote, per di più malato.

Credo che senza la presenza del sacerdote lui non sarebbe riuscito a cambiare punto al vista, e ciò oltre a dimostrare il fatto che Dio e nelle piccole cose e lo possiamo incontrare tutti, dimostra il fatto che nella vita accadono tante piccole cose e soltanto una mentalità aperta e rivolta al prossimo ci può far vivere grandi esperienze fino a cambiare il nostro punto di vista(come in questo caso)

Credo che la presenza del sacerdote e [amore che egli predicava pur essendo malato na fatto cambiare qualcosa all'interno del cuore del medico (e parlo ai cuore perchè Dio e qualcosa di Irrazionale, non si può spiegare attraverso ragionamenti logici e fino a quando ci sforzeremo di cercarlo attraverso l'utilizzo del cervello non lo troveremo mal), penso che e il dedicarsi al prossimo siano qualità dal valore inestimabile e inoltre che siano State proprio queste due qualità che abbiano colpito ii cuore del medico, che pur lavorando in prima linea e dovendo assistere ogni giorno a centinaia di decessi ha trovato un po' di pace nelle parole del sacerdote.

Giampaolo Greco. 5I

In questi giorni, tutti siamo presi da questa terribile vicenda che stiamo vivendo, la Pandemia.

Solo il suono e il significato di questa parola fa preoccupare e proprio in questi momenti tutti ricorriamo a Dio. In famiglia, giorni fa, dicevamo che siamo fortunati di credere in Dio, Lui ci rafforza e ci consola. Ecco che lei prof ci presenta l'interrogativo di questo medico che lavora in Lombardia ed era ateo, però si è convertito. Perché o come è accaduta la sua conversione penso che stia nella sofferenza e nel dolore che girava intorno a lui. Toccare direttamente il dolore e vedere soffrire, proprio come Gesù ha sofferto su quella Croce, gli avrà fatto comprendere chi è Dio unito al fatto che nessun medico o scienza sta riuscendo a vincere questo virus. Io non so perché alcuni non riescono a credere in Dio, so che in questi pochi anni della mia vita, l'opera del Signore l'ho vista attuata in me per gli accadimenti che ho vissuto, perciò so che Lui ascolta le nostre preghiere ma soprattutto so che c'è e non ci abbandona. Questo medico ha tenuto affianco un sacerdote e penso che non sia stato un caso, il Signore usa i suoi figli per aiutare quelli più deboli che, però, si credono forti. Sicuramente, il sacerdote, per mezzo di tanto dolore, ha trovato le parole giuste per aprire il cuore di chi lo ascoltava, anche qui si vede l'opera di Dio. Ci sono delle volte che cerchiamo di essere forti, di dare il meglio di noi, pensando di sapere tutto e che tutto possiamo, ma siamo esseri umani e di fronte al periodo che stiamo vivendo ci possiamo sentire deboli. Penso che questo è accaduto al medico ateo, e gli ha permesso così di incontrare Dio che lo ama e che lo aiuterà a trascorrere ogni giorno in quell'ospedale, salvando vite umane. La conversione di questo dottore ci fa comprendere come Gesù trasforma il male in bene, e attraverso la sofferenza riesce ad aprire il cuore di un suo figlio portandolo a sé.

Giovanni Carallo. 1L

In questi giorni da incubo, paura e riflessione,

ringrazio la mia scuola e i miei prof che, con la ‘didattica a distanza’ ci sono, comunque, vicini e non ci negano Ii nostro diritto all'istruzione.

Questa calamità della pandemia da Covid-19 ogni giorno, mi "apre" gli occhi, mi toglie “Il fango" dell abitudine del "prima" in cui tutto, mi era dovuto e lo consideravo normale, anche annoiandomi. Nel silenzio assordante di questi giorni penso a quando, prima, mi ritrovavo con la comitiva dei miei amici e, dopo pochi minuti di saluti e poche parole, ci sedevamo su una panchina per "perderci", ciascuno, nel proprio cellulare. Oggi mi manca tanto "la presenza" dei miei amici, parlare con loro dei nostri problemi e pensieri, ma con Il cellulare lasciato a casa. MI mancano i visi delle persone, le risate sulle nostre battute e "stare insieme" a loro. Mi mancano le lezioni scolastiche con i prof ed i miei compagni al classe, ciascuno con i propri pregi e difetti. Penso anche, con nostalgia, alle ore di catechismo in chiesa e penso che Dio, da lassù, stia cercando di farci capire tante cose. Ed è per questo che lo prego di proteggerci. Ho fiducia in Lui.

Aurora Liaci. 1L

In questi giorni difficili, di disorientamento e di smarrimento ho pensato che nella quotidianità, calati nella frenesia dirompente, non ci soffermiamo a pensare sul senso di ciò che accade. Facciamo ciò che bisogna fare e basta...

In questo periodo ho iniziato ad assaporare (soprattutto in quei 10 minuti che possono sembrare pochi, ma in realtà sono abbastanza sufficienti e importanti) l'idea di poter spendere tutto il mio tempo a riflettere...

Mi sento diverso, più motivato e più forte sto coltivando pensieri e anche qualche certezza sul mio essere. Inoltre penso che il tempo che dedichiamo a noi stessi sia un'occasione importante e preziosa, per mettere in atto quello che desideriamo fare e soprattutto, quello che desideriamo essere!

Massimo Schirone. 3I

E vero? Pregare serve a cambiare noi stessi?

Ma, noi giovani, siamo abituati "all'hic et nunc" e perdiamo la fiducia in chi non risponde e corrisponde ai nostri desideri in tempo reale e immediato. Non siamo abituati alle attese... Eppure, in questo periodo da incubo, chiusa in casa da 30 giorni. Seguo video lezioni (tutto-ok) perchè desideravo da "secoli" una scuola tecnologica e multimediale. Domanda al ministero della P.I. "Ci voleva una pandemia per avere la tecnologia nella nostra scuola?”

Ci voleva il terrore del Coronavirus per conoscere un sacerdote cosi forte come Don Alberto? Naturalmente, un grazie infinito va alla nostra professoressa Silvia Serafino che, come sempre, continua a farlo “alla grande" in questa quarantena! Se, e quando, finirà questo "periodo di terrore" e ritorneremo, come prima in classe, noi ragazzi avremo, nell'animo, un esperienza cosi incisa e forte. Abbiamo aspettative e chiediamo risposte adeguate. Ci saranno?

Aurora Liaci. 1L

Credere per vedere è una cosa difficile ma non impossibile.

Oggi siamo abituati a ricercare spiegazioni e prove scientifiche per ogni cosa, vogliamo avere la dimostrazione, toccarla con la mano. Non tutto quello che non si vede, non esiste. Ad esempio, avete mai visto i vostri pensieri? Se vi chiedo di mostrarmeli, cosa mi farete osservare? Niente, è ovvio, perché il pensiero non ha una consistenza fisica. Il vento, ad esempio, non puoi vederlo, così come l'aria non si vede. Certo, mi direte, ma queste cose hanno un effetto fisico su di noi e su quello che ci circonda. Avete mai visto l'amore, la speranza o la gioia? Io no, perché sono qualcosa di Immateriale, qualcosa che non possiamo vedere con gli occhi. Se pensi di dover trovare una prova, che tu possa vedere, dell'esistenza di Dio, non la troverai. Ma se non credi in Dio solo perché non puoi vederlo con i tuoi occhi, allora non dovresti credere a tutto ciò che non si manifesta ma che esiste in forme diverse, dove i sensi non possono compiere sempre la loro funzione. Per credere in Dio non dobbiamo aprire bene gli occhi ma le orecchie e il cuore, infatti la fede nasce dall'ascolto. Io sono certo che facciamo parte di un grande disegno: "il piano di Dio per ognuno di noi". Siamo come tessere di un puzzle, ognuna indispensabile e unica, ha un suo posto e serve a completare questo disegno. Avere fiducia nella volontà di Dio significa iniziare a pensarti come parte fondamentale del suo disegno. Poiché credere vuol dire ritenere qualcosa vera, credere in Dio vuol dire ritenere giusto seguire due semplici principi: "Amare Dio e amare gli altri". Se vuoi credere in Dio, devi agire come se già credessi. Questo approccio prevede una domanda molto semplice e chiara: se oggi credessi in Dio, cosa farei? Come affronterei questa situazione? Come vivrei la mia vita? La risposta è: "devi credere per vedere".

Giovanni Carallo 1L

26 marzo 2070 10:46 il periodo che stiamo vivendo porta tutti noi, inevitabilmente, ad avere momenti vuoti,

in cui non si sa che fare e si cerca inesorabilmente un modo per soccombere questa sofferenza. Spesso lo si fa con attività futili e poco produttive, dimenticando l’importanza della riflessione e dello stare con se stessi. L’attività del pensare è qualcosa di estremamente importante in quanto porta ad una maggiore consapevolezza di noi stessi e di ciò che ci circonda.

Indubbiamente uno degli argomenti sul quale ci si interroga e quello di Dio.

Dal mio modesto parere, in questa fase Dio dev’essere considerato non come elemento cardine di una religione, ma bensì come qualcuno che e al nostro fianco e ci sorregge. A dimostrazione di ciò, vi è la testimonianza del medico In Lombardia, convertitosi durante questi giorni.

Alessandro Colonna. 4L

Penso che ognuno di noi stia attraversando questo periodo di quarantena a modo suo:

chi vivendo un esperienza del tutto nuova, chi pensando a quando finirà ciò , chi cercando di dedicare un po più tempo a se stesso. Come ha detto lei Prof. è proprio “grazie a questo virus che forse stiamo vedendo un'Italia diversa, ma riflettendo, io mi chiedo: perchè deve per forza succedere qualcosa del genere per vedere il lato migliore della nostra società? Perchè cambiamo soltanto quando qualcosa ci butta giù? Forse quest'esperienza ci porterà ad assumere atteggiamenti diversi in futuro, tenendo di più alle piccole cose ; Si, può sembrare una frase scontata che ormai si sente su tutti i telegiornali , da amici e parenti che cercano una piccola speranza in quelle parole, ma e la verità, o almeno si spera, che ognuno di noi riesca a raggiungere quell'obiettivo . La cosa più bella ma, allo stesso tempo , strana è la diversità con cui le persone cercano quella speranza nel riuscire a vedere un Italia serena e vittoriosa In futuro.

Ogni dottore , infermiere e chiunque lavora nel mondo della medicina stanno diventando giorno dopo giorno degli eroi, coloro che mettono al primo posto il proprio Paese nonostante la stanchezza, il rischio che corrono accompagnato, sicuramente, dalla paura. Forse e proprio per quest'ultima che quel medico non credente ha trovato la forza in Dio.

Sara Caiulo. 2I

Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città.

Esordisce così Papa Francesco in Piazza San Pietro il 27 Marzo del 2020. Essa si mostra con un aspetto surreale, “vuota e lucida di pioggia” coinvolgendo tutto il mondo, parlo dell’indulgenza Plenaria.

Il nostro Papa prega ai piedi del Crocefisso di San Marcello scuotendo gli animi di tutti noi partecipi da casa a tale cerimonia.

Le tenebre di questo virus si sono abbattute sull'intero mondo, spezzando il tempo, sospendendo il presente, ma soprattutto, segnando la storia.

Ci ha voluti vedere tutti impotenti, tutti uguali e distanziati gli uni dagli altri, costringendoci a rimanere chiusi nelle nostre case. Tutti uguali per farci capire cos'è davvero quel che conta nella nostra vita, l'essenziale, e non tutti quel piaceri materiali di cui oramai siamo sommersi.

"L'essenziale", pero, non si mostra facilmente ai nostri occhi, solo una situazione drammatica, come questa emergenza di pandemia del Covid-19, ci insegna che i valori importanti sono ben altri.

Restiamo uniti, con l'aiuto della preghiera e ne usciremo sicuramente più motivati e maggiormente ciò che ci é più caro: l'amore, l'amicizia, la generosità, valori imprescindibili che costituiscono e alimentano il mondo.

Concludo la mia riflessione affermando che, in questo momento più che mai, bisogna pregare. Pregare per tutte le persone che muoiono senza avere al proprio fianco l'affetto delle persone care. Pregare per tutte quelle persone che sono chiuse in casa da sole senza aiuto e conforto.

Pregare per tutte le persone che sono maggiormente vicine al pericolo, i “nostri eroi", medici, infermieri, che lodiamo ogni giorno. Pregare per i nostri nonni che in cuor loro hanno tanta paura di non farcela e si trovano lontani dai figli e dai nipoti che non possono vedere a causa del decreto imposto per contrastare questo brutto virus.

Pregando Dio e confidando in lui, avremo una forza maggiore per poter superare quest'atrocità. Io ci credo, uniti, ce la faremo.

Ne usciremo vittoriosi tutti insieme, mano nella mano, dandoci la forza.

Aurora Pellegrino. 4N

Bellissimo Il video che ci ha mandato di Don Alberto, soprattutto come cl comunica l'argomento essendo molto più vicino alla nostra età e al nostro linguaggio, facendoci capire argomenti complessi dal punto ai vista religioso e non solo, con spiegazioni semplice, di facile accesso a tutti e con un pizzico di allegria e energia.

Quasi come un dialogo tra amici che si incontrano al bar a parlare della loro vita

e di quello che accade ne! mondo. Pregare consiste anzitutto nell'ascoltare Dio prima ancora di parlargli, chi prega si mette in ascolto prima di chiedere a Dio qualcosa. Oggi, invece, accade sempre più spesso che Ia preghiera venga presentata come una pratica che genericamente fa bene , che "giova alla buona salute del corpo" , oppure come un attività di igiene mentale, come un antidepressivo. Il senso autentico della preghiera cristiana non è questo. Come diceva Don Alberto la preghiera non è solo quella che ci hanno insegnato da piccoli. Fare la preghiera la sera senza capire nemmeno quello che si sta facendo, diventa una bruttissima routine, ma deve essere vissuta In base al propri sentimenti e alle proprie difficolta che ogni momento di noi passa.

Francesco Faggiano. 2L

Provo a riflettere.

Provo a riflettere sul valore della preghiera, in questo tempo del Covid 19. Credo che la preghiera abbia un'utilità più soggettiva dell immaginario. Cioé a mio parere quella preghiera formale da parte di autorità religiose servono più come sostegno morale per chi ha vera fede. Quella propria e intima invece può essere anche non essere una preghiera se serve a far star bene te stesso. Pero in quel caso sarebbe egoistico usufruire di una possibilità solo per il proprio bene. Per cui quello che intendo e che a mio parere è utile se hai fede e se serve a darti auto motivazione per mandare avanti la tua propria vita.

Roberto Avellis. 4L

La preghiera nella nostra vita è molto importante.

Si può affermare che s'impara, si vive e si capisce la preghiera non leggendo un testo o ascoltando una riflessione, ma pregando.

Dobbiamo capire che la preghiera non è un optional per un cristiano e non ci si può limitare a dire non sono capace quindi mi dedico solo alle cose pratiche. Non si può dire che solo pochi sono chiamati alla preghiera perché tutti abbiamo ricevuto lo Spirito Santo col quale ci apriamo alla vita spirituale. La preghiera è parte essenziale del cammino di un cristiano e quindi penso sia utile approfondire l'argomento, così attraverso una vita di preghiera si consolida la nostra amicizia con Cristo e la nostra appartenenza alla Chiesa. Potremmo affermare che la preghiera è: incontro, dialogo, rapporto, comunione, ascolto è così via. La preghiera nasce dall'incontro tra Dio e l'uomo e viceversa. La preghiera costituisce un'esperienza religiosa fondamentale per l'uomo infatti dove c'è la fede lì c'è la preghiera. Io la preghiera la sperimento dalla mattina alla sera, la mattina quando mi alzo, la sera prima di dormire e in questo periodo durante la giornata, così mi sento più vicino a Dio e credendo che Lui ascolti mi sento più tranquillo. Pregare fa solo bene e ci fa rendere più sereni nell'affrontare gli ostacoli.

Giovanni Carallo. 1L

In questo periodo di Covid 19 mi sono interrogato sul valore della preghiera e mi sono data questa risposta. La preghiera nella nostra vita è molto importante. Si può affermare che s'impara, si vive e si capisce la preghiera non leggendo un testo o ascoltando una riflessione, ma pregando.

Dobbiamo capire che la preghiera non è un optional per un cristiano e non ci si può limitare a dire non sono capace quindi mi dedico solo alle cose pratiche. Non si può dire che solo pochi sono chiamati alla preghiera perché tutti abbiamo ricevuto lo Spirito Santo col quale ci apriamo alla vita spirituale. La preghiera è parte essenziale del cammino di un cristiano e quindi penso sia utile approfondire l'argomento, così attraverso una vita di preghiera si consolida la nostra amicizia con Cristo e la nostra appartenenza alla Chiesa. Potremmo affermare che la preghiera è: incontro, dialogo, rapporto, comunione, ascolto è così via. La preghiera nasce dall'incontro tra Dio e l'uomo e viceversa. La preghiera costituisce un'esperienza religiosa fondamentale per l'uomo infatti dove c'è la fede lì c'è la preghiera. Io la preghiera la sperimento dalla mattina alla sera, la mattina quando mi alzo, la sera prima di dormire e in questo periodo durante la giornata, così mi sento più vicino a Dio e credendo che Lui ascolti mi sento più tranquillo. Pregare fa solo bene e ci fa rendere più sereni nell'affrontare gli ostacoli.

Giovanni Carallo. 1L

In questi giorni ho fatto un compito molto importante che mi ha portato a riflettere molto. Vi state chiedendo quale sia questo compito che è riuscito a far ciò? Vi rispondo: "dieci minuti di silenzio al giorno chiusi in una stanza da soli senza nessun rumore" Questo perché ogni individuo nel silenzio riesce ad orientarsi verso un percorso di serenità, riuscendo ad avere le idee chiare. A mio parere le parole diventano per noi uno schermo, uno scudo di difesa con cui cerchiamo di nascondere i nostri limiti, le nostre preoccupazioni, i nostri piccoli e grandi problemi. Siamo portati a credere che questo sia il solo modo per risolverli ma non fa altro che renderci più deboli. Questo mi succedeva fino al primo giorno dei miei "dieci minuti di silenzio" i quali mi sembravano non importanti, però, andando avanti, con i minuti e i giorni, dentro di me andavano via dei pesi e delle questioni non importanti che invece mi facevano preoccupare. In quei minuti, tutti i rumori esterni erano svaniti, sembrava strano, ma era una cosa bellissima che non ho mai provato. Eppure, a volte, ci sono dentro di noi silenzi in cui ci rifugiamo per paura di affrontare qualcosa che ci spaventa, cercando così di scappare dalla vita e dalle difficoltà, oppure ci sono silenzi di solitudine e di angoscie. Il silenzio è quindi una forma di comunicazione potentissima con noi stessi, anche se di frequente sottovalutano le potenzialità ed è pressoché ignorato e dimenticato. Se però riflettiamo, capiamo che per far sì che le nostre parole siamo davvero piene di significato, che siano autentiche e autorevoli, ci vuole silenzio. Grazie a questa esperienza ho capito che il silenzio può costituire un grande aiuto, noi abbiamo bisogno del silenzio per entrare in sintonia con noi stessi e rispondere alle nostre domande, per vivere momenti di serenità e soddisfazione, riflettere o meditare, per sperimentare un'esperienza più nel profondo o semplicemente per rilassarci.

Giovanni Carallo. 1L

In questo difficile e doloroso momento che stiamo vivendo, i social hanno acquistato un'importanza vitale. La pandemia da Covid-19 ci ha costretti a cambiare drasticamente le nostre abitudini di vita. I social dunque, rappresentano la nostra unica possibilità di affacciarci sul mondo. Proprio attraverso i social, ho ascoltato una poesia scritta da Padre Raimondo Di Rienzo dal titolo "Abbraccia senza braccia". Questa poesia è bellissima: c'è qualcuno che parla col Signore per chiedergli cosa sta facendo e perché ci sono ancora molti contagi e morti a causa del Covid 19 . Lui crede che il Signore sia la causa delle nostre sofferenze. Infatti tocca a noi, poveretti e privati della libertà, non uscire e resistere finché passi. Il Signore risponde e dimostra che non è responsabile di questo male perché Lui ci ha creato con amore e quando ogni persona soffre, anche Lui soffre. Il Signore ci vuole bene, ma il bene non si dimostra con le braccia perciò la poesia si chiama "Abbraccia senza braccia" perché dobbiamo volerci bene anche così come sta facendo il Signore. Lui ci ama e lo fa dalla croce. Personalmente sono certo che da lassù sta combattendo con noi e per noi e, presto, ci potremo abbracciare come siamo soliti fare, però più forti e coraggiosi avendo compreso cos'è la sofferenza e la rinuncia.

Giovanni Carallo. 1L

La situazione che stiamo vivendo e quanto di più assurdo potesse capitare.

I medici, gli infermieri e gli operatori sanitari tutti, lottano ogni giorno per strappare alla morte quante più vite possibili... Ma non basta. Anch'io ho letto della conversione del medico ateo e quello che mi ha fatto riflettere sono state queste parole: “Ci siamo resi conto che dove finisce ciò che l'uomo può fare, abbiamo bisogno di Dio". Davanti a un emergenza sanitaria cosi importante, dove purtroppo la scienza non basta o comunque ha bisogno di tempo, è fondamentale avere fede, credere che Dio esista e non vergognarsi di cercare in lui forza e conforto.

Antonio Persano. 4N

Beati coloro che non hanno visto e hanno creduto;

questa è a mio parere una delle frasi più significative del Vangelo di Giovanni. Poniamoci tutti una domanda abbastanza semplice e a tratti retorica: "Se vedessimo davvero Dio gli crederemmo?". È infatti natura dell'uomo negare l'evidenza, non a caso ancora oggi c'è chi crede in teorie infondate e inesistenti, eppure non tutto ciò che esiste è visibile ai nostri occhi. "Come fai a credere all'amore di qualcuno per te, se con gli occhi del tuo corpo non vedi nulla, piuttosto usa quelli del tuo animo che ti guidano ad aver fede in ciò che non vedi. "Dio più che vederlo si dovrebbe riconoscerlo in ogni momento della giornata".

Simone Cagnazzo. 4N

Alla base dei rapporti abbiamo posto il denaro e l’individualismo,

perchè crediamo che solo in questo modo possiamo superare gli altri. In realtà è proprio in questo che risiede il nostro errore: dimentichiamo che la bellezza delle relazioni risiede nella loro capacità di legarci, di unirci sotto un obiettivo comune, che non deve essere il superamento reciproco ma la collaborazione.

Questa "crisi" mi sta facendo riscoprire l’importanza delle piccole cose, anche di quelle quotidiane che sono date per scontate. Una stretta di mano o un abbraccio mi sembravano azioni cosi comuni da non avere importanza, eppure proprio ora che non posso farle aprono in me un senso di mancanza.

Sono giorni difficili un po’ per tutti, ma non bisogna perdere la speranza bensì farci prossimi verso chi ha bisogno di una parola d’incoraggiamento o un aiuto.

li mio pensiero va a tante persone sole, agli anziani, agli ammalati, a tutte quelle famiglie che in questo periodo hanno messo in pausa il loro lavoro, ma soprattutto ai medici e agli infermieri di tutti gli ospedali.

È proprio questo il sogno della mia vita. Questa situazione, più di tutte, mi ha fatto capire ciò che voglio diventare, ciò che voglio essere: un bravo medico, che è disposto a mettere a rischio la propria vita per salvare quella di qualcun altro.

Dobbiamo sentirci tutti parte di una famiglia, quella umana, che non si arrende, che trova la passione e la forza di andare avanti; nonostante le nostre differenze, nel momenti di difficolta stiamo sperimentando la bellezza di essere vicini, anche se “virtualmente". Il nostro compito, oggi e domani, è quello di fortificare la nostra società con valori positivi e condividere un senso di responsabilità e dovere, per tornare a stringerci.

Aurora Stifani. 5I

In questo periodo stiamo tutti passando un brutto momento a causa di questo orribile virus.

Per fortuna però, abbiamo delle persone che si prendono cura di questi malati. Noi non possiamo neanche immaginare cosa passano quei poveri medici ogni giorno...rischiano la vita per salvarne altre e io come anche tutta l'Italia ne siamo grati. In questi giorni però è accaduto qualcosa che mi ha colpito e mi ha fatto un po' pensare. C’e stato un medico giovane e ateo, che lavora in un ospedale della Lombardia. Questo medico ha testimoniato di essersi convertito grazie anche alla vicinanza di un sacerdote che lavora con lui in ospedale. lo credo che questa conversione sia dovuta al fatto che il medico stando in un‘ambiente del genere, a contatto sempre con la vera sofferenza e il dolore, ha cercato qualcosa di bello in mezzo a tutto questo disastro.... Penso che si sia aggrappato all unica risorsa di bene che c'è: L'AMORE che il SIGNORE ci dona. Questa risorsa c'è e ci sarà sempre in qualunque momento della nostra vita, ne sono certa, basta saperla riconoscere e accoglierla.

Maria Sofia Chirizzi

Un evento straordinario il momento di preghiera di Papa Francesco di venerdì 27 marzo.

In una Piazza San Pietro deserta, ma piena della presenza dei fedeli attraverso i mezzi di comunicazione, il Papa dà con il Santissimo Sacramento la Benedizione “Urbi et Orbi” mentre il suono delle campane si unisce a quello delle sirene. Il forte momento di preghiera del Papa invita a vivere con fede e speranza questo tempo di prova e sofferenza per tutta l’umanità. Ho riflettuto sul valore della preghiera che fa sentire il dono della presenza di Dio e cambia lo sguardo, cambia l’atteggiamento e cambia il cuore: tutto ciò si ricollega armoniosamente alle parole della preghiera di Papa Francesco. L’umanità cambiando il modo di vedere le cose, cambiando atteggiamento, con la presenza di Dio nel cuore e affidandosi a Lui troverà la forza nella fede. La fede che libera dalla paura e dà speranza.

Marianna Bianco. 5I

Sin da piccola sono stata cresciuta e abituata a vivere una vita piena della presenza di Dio,

accorgendomi solo dopo essere maturata che non era ciò in cui credevo realmente.

Ho molti ricordi felici legati alla mia infanzia e alle preghiere che recitavo insieme a mia nonna la sera, mentre aspettava che io mi addormentassi accarezzandomi dolcemente la testa, ma son dell’idea che le preghierine fatteci imparare da bambini perdono di significato, poiché molto spesso si ripetono a memoria, rispetto alle preghiere che vengono pronunciate da adulti. Personalmente non ho mai incontrato, mai son riuscita a mettermi in contatto con Lui e l'ho sempre evitato, in quanto da piccola, attribuì a lui tutto il mio malessere e l'avermi portato via tanto innescando una serie di situazioni che vanno avanti ancora oggi. Le preghiere non mi hanno mai aiutato, né a me né quelle che erano rivolte alle persone mie care, ma non metto in dubbio la loro efficacia nell’aiutare l'uomo a sopravvivere ed affrontare le situazioni di cui si ha paura.

Penso che Dio e in generale tutto ciò che gira intorno alla Chiesa sia stato creato proprio per questo motivo, esorcizzare la paura dell’uomo davanti allo sconosciuto, davanti a qualcosa che non si può controllare né distruggere, e se pregare aiuta le persone a vedere una luce in fondo al tunnel ben venga. Ciò che esorcizza le mie paure è vedere le persone intorno a me essere felici; e se celebrare la felicita o sperare in un qualcosa di migliore attraverso la comunicazione con Dio rende allegri, beati coloro che riescono ad avere una fede cosi immensa.

Nicole Manca

Ho ragionato a lungo

sulla domanda che ci ha posto nel precedente video e penso di essere arrivata ad una giusta conclusione. II medico, precedentemente ateo, e diventato credente in questo periodo, molto difficile per l'Italia e per tutto Il mondo, dicendo di aver incontrato Dio chiedendo aiuto e forza per riuscire a salvare delle vite; successivamente notando che, oltre l'elevato numero dei contagiati, vi è fortunatamente anche un gran numero di guariti e vedendo tutti i suoi colleghi che, nonostante i rischi continuano con coraggio a cercare di curare i malati, avrà capito che le sue preghiere sono state ascoltate. Purtroppo in questi giorni si parla solamente dei contagiati e dei morti di coronavirus ed è raro che qualcuno parli dei guariti, secondo me se i telegiornali e altre varie vie di comunicazione parlassero anche di eventi positivi, la gente potrebbe passare questa quarantena con meno preoccupazioni.

Melissa Rizzello. 2I

Nel tempo del Coronavirus, mi è capitato di riflettere sul significato e sul valore della preghiera.

Forse, fino ad ora, anche io mi sono soffermato troppo sulle solite preghiere insegnateci da piccoli ma oggi mi sembra d aver aperto gli occhi sulla vera importanza della preghiera.

Personalmente, attraverso la preghiera, non mi sono mai aspettato un miracolo, specialmente in questo periodo, ma penso che più che altro possa essere un aiuto per noi stessi, in modo tale da rilassarci e da mantenere la calma in questi momenti complicati con l'aiuto di colui che ci ama e ci protegge da sempre. Non solo, può essere un aiuto anche per i nostri “eroi" cioè i medici e gli infermieri e anche per chi quotidianamente lotta contro il virus (senz'altro sarà meglio di restare a guardare e sperare in miracoli divini). Tutto sommato, la preghiera non e altro che una relazione con Dio che si fa compagno del nostro cammino, nella nostra quotidianità.

Filippo Casilli