La comunicazione di un corso di Laurea Magistrale in Design può essere efficace solo se l’approccio progettuale viene concepito in maniera non convenzionale.

Se da un lato la società attuale ci porta verso una massiva e immediata verifica del consenso anche su scelte in ambito creativo (vedi, ad esempio, l’industria cinematografica), dall’altro i messaggi tendono a uniformarsi verso modelli comodi, condivisi e poco visionari. La nostra possibilità di attingere a bacini sempre più ampi di idee già realizzate tende a stereotipare le persone in “personas”; e focalizzare le scelte verso indicatori quantificabili di successo economico o di consenso.

Queste dinamiche che tendono verso la semplificazione si contrappongono in maniera netta ad una società in continua evoluzione che sfugge alle definizioni: un flusso continuo di opinioni, stili, comportamenti diversi si stratificano e si rimpiazzano a grande velocità. Una scuola Magistrale di Design deve insegnare come diventare interprete di questa complessità e individuare un modo nuovo di comunicarsi che scardini i meccanismi precostituiti.