THE SECOND LIFE

GIONATA GATTO
E ILARIA FRACASSI
CON FAOFLEX

L’obiettivo è stato quello di esplorare l’acetato di cellulosa e le sue tecnologie produttive secondo una prospettiva opposta a quella tracciata dai tradizionali modelli di consumo e di mercato, con l'obiettivo di recuperarne gli sfridi di lavorazione. Partendo dalle proprietà del materiale, il workshop ha chiesto agli studenti di investigare la sua usura, tenendo conto di come le sue caratteristiche estetiche, fisiche e meccaniche cambiano nel corso del tempo. Oltre al tempo vengono tenute in considerazione altre forze agentive, come l’azione di elementi esterni quali la temperatura, il fuoco, l’acqua, il sole, ed altri. La metodologia progettuale di riferimento è quindi quella della co-creazione, ovvero del “progettare-con” gli elementi, anziché contro di essi.

Gallery dei progetti

Sfrido di acetato - gruppo A

Federica Bertagno, Eugenia Liut, Maria Tomasi

L’acetato di cellulosa è un materiale che permette di ottenere, tramite il calore, un oggetto poroso e traspirante, dalla texture singolare. L’idea è di creare un supporto che unito a terriccio e fertilizzante dia nutrimento alle piante e che si degradi con il tempo e con l’intervento del materiale agente, cioè le radici, per tornare alla sua origine naturale.

Sfrido di acetato - gruppo B

Massimo Caon, Alexandru Mihu, Riccardo Tonini, Paola Ziero

Il progetto racconta visivamente, con l’usura di una tavoletta di acetato di cellulosa, come i mozziconi di sigaretta (fatti al 97% dello stesso materiale) agiscono sulla nostra salute. Il livello di acetone si muove in base alla rilevazione di mozziconi presenti nei posacenere di una data città, andando a corrodere progressivamente il materiale e creando un parallelismo con i danni causati dal fumo sui nostri corpi.

Segatura di acetato - gruppo A

Andrea Geusa, Samuele Rabini, Nicolò Tiepolo

Gli scarti opportunamente lavorati divengono scudo e sostegno per il seme, protezione indispensabile per un terreno non ancora favorevole per il suo sviluppo. I diversi spessori dei gusci avranno diverse tempistiche di degradazione cosicché il seme possa nascere in momenti anche molto distanti tra loro, garantendo la biodiversità nel futuro.

Segatura di acetato - gruppo B

Alice Gallina, Sara Labidi, Chiara Papette

Grazie al calore sono state prodotte delle "cialde" semitrasparenti, utilizzate per realizzare una sorta di alveare da inserire in natura, ispirato agli “hotel per insetti” per incrementare la loro diffusione positiva. Questi organismi detritivori che producono humus, col tempo, insieme agli agenti esterni vanno a deteriorare la cellulosa utilizzata riportando alla natura il materiale iniziale.

Trucioli di acetato - gruppo A

Gioele Franchin, Alessandro Trevisan, Simone Zorzetto

Unendo i trucioli con l'acetone, è stato creato un composto omogeneo, poi steso, ottenendo dei film sottili. Sono state rilevate, in base alla quantità di acetone usata, caratteristiche simili al pellame in quanto a spessore e flessibilità; per evidenziarne la lavorabilità sono stati cuciti e uniti i vari pezzi, mostrando così un possibile scenario alternativo di utilizzo del materiale.

Trucioli di acetato - gruppo B

Gabriela Moreno Alvaro, Maria Sagardìa, Elisa Venturini

Il progetto mira ad analizzare il comportamento delle persone all'interno di diversi ambienti e luoghi fornendo uno scorcio sui rituali collegati a ciascun ambiente. Il progressivo degrado del materiale è una testimonianza del passaggio e delle usanze delle persone, collegate ai diversi luoghi frequentati e al rapporto che quest’ultime hanno con essi.

Gionata Gatto / designer
Dopo la formazione a Venezia e le specializzazioni a Eindhoven (NL) e Loughborough (UK), ha aperto il proprio studio a Rotterdam, dove sperimenta una continua ricerca sui processi, i materiali e le tecnologie produttive con un approccio transdisciplinare. Dal 2019 coordina il curriculum di Product Design presso il Dubai Institute of Design and Innovation.

Ilaria Fracassi / tutor
Laureata in design allo Iuav, si occupa di product design. Dopo diversi anni nello studio Marco Zito a Venezia, inizia una collaborazione con lo studio ruga.perissinotto (Pordenone) avvicinandosi anche all'ambito dell'interior design. Parallelamente svolge attività di collaboratore alla didattica presso Iuav.

Faoflex
Nel cuore del distretto dell’occhialeria Veneta, l’azienda produce dal 1974 occhiali in acetato di cellulosa e metallo con professionalità, competenza e passione Made in Italy.