#ioleggoperché 

i libri donati


Il nostro Istituto ha aderito al progetto "#ioleggoperché": nella settimana dal 4 al 12 novembre 2023 è stato possibile acquistare presso la Libreria "Carrara" e la Libreria "Roma" di Pontedera dei libri da regalare alla Biblioteca della nostra scuola (chi ha visitato le due librerie in quei giorni ha potuto scegliere da un elenco proposto dagli studenti e dalle studentesse delle classi 1BA, 2AA, 2DE e 4ASI, che si sono recati in libreria accompagnati rispettivamente dalle Prof.sse Trassinelli, Caldarelli, Barillà e Giordano). 

I libri acquistati dagli alunni, dai genitori e dai docenti sono stati poi consegnati alla scuola direttamente dalle librerie, e ulteriori libri verranno donati alle biblioteche scolastiche nei prossimi mesi dall'Associazione Italiana Editori. 

Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito ad arricchire il patrimonio della nostra Biblioteca, e a soddisfare così il desiderio di lettura dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze. 

Qui di seguito potete scoprire i libri che sono stati donati alla nostra Biblioteca.

Io, robot

Isaac Asimov

I protagonisti di questa memorabile serie di racconti, qui proposti nella nuova traduzione di Vincenzo Latronico, non sono umani ma assomigliano all'uomo sotto molti aspetti. E anche dove sono più diversi, un tratto improvviso, una espressione o un balenare d'acciaio fanno sorgere inquietanti interrogativi su dove finisca il meccanico e cominci il vivente. Perché i robot di Asimov sono non solo efficienti, ma anche un po' imprevedibili: cosa avviene, per esempio, se un robot inizia a mettere in discussione i propri creatori? E cosa succederebbe se si costruisse un robot con il senso dell'umorismo, o capace di mentire? Ma soprattutto, che cosa distingue, davvero, l'uomo dalla macchina? In questa iconica antologia, pubblicata per la prima volta nel 1950, Asimov cambia per sempre la nostra percezione dell'intelligenza artificiale. È in queste pagine infatti che sono formulate per la prima volta le Tre Leggi Fondamentali della Robotica, divenute presto basilari per tutta la "science fiction", che vengono indagate da Asimov in ogni loro implicazione. Ma soprattutto Io, Robot regala ai lettori una raccolta di stupende storie, ironiche, tenere, commoventi, divertenti; racconti che mentre parlano di androidi ci svelano i lati più riposti della bizzarra natura umana.

Gialli all'italiana

Le storie dei casi più controversi del Bel Paese

Alessandra Colla

A partire dal dopoguerra nel nostro Bel Paese si sono registrati un numero impressionante di casi delittuosi ancora irrisolti o dai contorni così ambigui da risultare di difficile soluzione. Qui spesso entra in gioco la differenza cruciale tra legge e giustizia: la prima si sforza, è vero, di fare giustizia, ma talvolta non ci riesce e allora si accontenta di trovare “un colpevole”, un po’ per porre fine al protrarsi di interminabili indagini a vuoto, un po’ per offrire un simulacro di risposta ai familiari delle vittime e un po’ – in qualche frangente – per obbedire a pressioni dall’alto o accettare offerte che non si possono rifiutare. In questo volume analizziamo alcuni casi i cui protagonisti ci sono ormai familiari e la cui fine, avvenuta in circostanze mai del tutto chiarite, lascia aperti ancora numerosi interrogativi, fra i quali la domanda “giustizia è veramente stata fatta?”.

Mi chiamo Mouhamed Ali

Rita Coruzzi - Mouhamed Ali Ndiaye

All'inizio è solo un bambino come tanti, nato in Senegal da un padre pugile che vive nel mito di Muhammad Ali e che sogna per il figlio un futuro importante. Poi quel bambino, con un nome datogli in onore del campione che per ben due volte riesce a incontrare, un pugile lo diventa davvero, costretto dal padre a durissimi allenamenti a ogni ora del giorno e della notte, chiuso in una palestra, piegato dai colpi quando tutti i suoi amici sono per strada a giocare. Ma come Ali comprende ben presto, la via che gli ha aperto il padre è l'unica alternativa possibile a una vita segnata dalla criminalità e dalla droga. In breve tempo il ragazzo, ormai campione del Senegal, vede crescere in sé il desiderio di superare i confini di un Paese sempre sull'orlo del baratro. Da qui il viaggio verso la salvezza, la terra promessa. Dopo qualche mese in Francia, con il visto che sta per scadere, Ali decide di andare in Italia e di provare a cercare lì la realizzazione di quel sogno che insegue da sempre. Non è facile, in un Paese di cui non conosce la lingua, senza il permesso di soggiorno, né una casa in cui stare, guadagnando qualche spicciolo per sopravvivere facendo l'ambulante sulle spiagge. Ma la sua tenacia e il desiderio inarrestabile di tornare sul ring lo guidano attraverso un percorso di crescita e lo portano dove voleva. Grazie all'incontro con Federica, una donna italiana conosciuta in treno e divenuta poi sua moglie, e agli amici di Pontedera, la piccola città che lo ha accolto, Ali potrà ricominciare a combattere e a vincere, e si troverà esattamente dove suo padre lo immaginava fin da bambino: sul tetto del mondo.

Valentino Rossi

Il dio del motociclismo

Fabio Fagnani

Questa è la storia di un ragazzo di Tavullia che si è fatto uomo seduto in sella a prototipi da centinaia di cavalli, tenuti in equilibrio solo da due ruote e da una bella dose di speranza, preghiera e adrenalina. Valentino Rossi è stato senza alcun dubbio il personaggio più influente, mediatico e potente della storia delle due ruote. È stato capace di eguagliare leggende del passato e imporsi come un cannibale nel motociclismo moderno, riuscendo a conquistare nove titoli mondiali come Ubbiali e Hailwood, ma senza mai correre in due categorie contemporaneamente nella stessa stagione. Inoltre, ha vinto in quattro categorie differenti – 125, 250, 500 e MotoGP –, l'unico nella storia a riuscirci. Il "Dottore" ha saputo giocare con il pubblico, lottare con gli avversari (non solo in pista), prenderne lo scettro, trionfare e non solo: anche cambiare moto quando nessuno lo avrebbe mai fatto, e continuare a vincere anche quando lo davano per perso, finito e pronto per la pensione. Valentino è sempre riuscito a mettersi in gioco e in discussione, senza mai pensare per un secondo alle conseguenze. Ha cambiato il motociclismo esattamente come Muhammed Alì ha fatto con il pugilato e Michael Jordan con il basket. Un professionista internazionale ma profondamente italiano, raggiante nella vita ma spietato in pista, baciato dagli dei del motociclismo fino a prendere posto, legittimamente, nell’Olimpo dei piloti.

Il fantasma del vicario

L'ufficio degli affari occulti

Éric Fouassier

Parigi, marzo 1831. Non ha ancora ventiquattro anni, Valentin Verne, l’ispettore di polizia dal volto angelico ma dal cuore pieno di ombre, e già occupa un ruolo quantomeno originale in prefettura: è il responsabile dell’Ufficio degli affari occulti, un reparto non ufficiale creato per risolvere i crimini sovrannaturali, o presunti tali. Un giorno al suo cospetto si presenta una donna elegante, il viso dai lineamenti delicati sotto ricci ramati e gesti lenti da convalescente alla prima uscita dopo una lunga malattia. Madame Mélanie d’Orval, moglie del ricco Ferdinand d’Orval, ha un peso sul cuore: dopo la morte della figlia adolescente per un’inspiegabile e violenta crisi di convulsioni, suo marito ha perduto il senno, finendo tra le grinfie di una specie di medium, Paul Oblanoff, un losco individuo che lo ha persuaso di poter entrare in contatto con lo spirito della defunta. Madame d’Orval è convinta che a Verne basterebbe assistere a una di quelle famose sedute di spiritismo per smascherare il lestofante, ma l’ispettore, che ha la mente occupata da ben altri pensieri, cede il caso al suo collaboratore Isidore Lebrac. Proprio da poco, infatti, c’è stato uno sviluppo nell’inchiesta segreta che Verne porta avanti da tempo, una faccenda personale che l’ispettore intende risolvere a modo suo, a costo di spingersi ai margini della legalità: il Vicario, l’abietto criminale, il mostro perverso che si lascia dietro cadaveri di bambini come l’orco delle fiabe, è tornato a seminare il panico per le strade di Parigi, risvegliando in lui ricordi troppo dolorosi. Ma ecco che, quando si tratta di difendere l’esistenza stessa dell’Ufficio degli affari occulti, minacciata dall’incerta situazione politica in cui versa la Francia, il caso d’Orval potrebbe rivelarsi sorprendentemente cruciale.

Fiore di cadavere

Anne Mette Hancock 

La giornalista danese Heloise Kaldan è nel mezzo di una delicata crisi lavorativa quando riceve la prima di una serie di misteriose lettere. La mittente è Anna Kiel, un’assassina ricercata ormai da tre anni, che è scappata dopo aver brutalmente ucciso un uomo. I messaggi contengono informazioni private sulla vita di Heloise, cose che appartengono a un passato che si è da molto lasciata alle spalle. La polizia, nella persona dell’ispettore Erik Schäfer, è costretta a riaprire il caso, ma Heloise dopo tutto è una giornalista, è nel suo DNA scoprire la verità e si mette così sulle tracce dei parenti della vittima, dell’assassina, di qualsiasi persona che possa fornire dettagli utili. Mentre le lettere continuano ad arrivare e il cronista che si era occupato della vicenda viene trovato morto, Schäfer non sa se possa davvero fidarsi di Heloise. Che cosa vuole Anna da lei? Che cosa unisce queste due donne così diverse? Con una storia avvincente, personaggi indimenticabili e una trama che fa girare le pagine, Fiore di cadavere è il primo thriller della serie bestseller danese che sta conquistando il mondo. Quando il passato è una ferita aperta, farsi vendetta a volte è l’unico modo per guardare al futuro.

Finché il caffè è caldo

Toshikazu Kawaguchi

In Giappone esiste una caffetteria speciale. Su di essa girano mille leggende. Si narra che, bevendo il caffè, sia possibile rivivere un momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l'unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare la persona che non doveva sfuggire. Si narra che facendo quel piccolo gesto tutto possa cambiare. Ma c'è una regola da rispettare: non bisogna, per nessuna ragione, finire il caffè dopo che si è raffreddato. Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria. Eppure qualcuno decide di sfidare il destino. Qualcuno si siede su quella sedia con davanti una tazza fumante. C'è Fumiko, che non ha trattenuto il ragazzo che ama; Kothake, che insieme ai ricordi di suo marito crede di aver perso anche sé stessa; Hirai, che non è mai stata sincera fino in fondo con sua sorella. E infine c'è Kei, che cerca tutta la forza dentro di lei per diventare una buona madre. Ognuno ha un rimpianto. Ognuno ha un ricordo che riaffiora. Ma tutti scoprono che non è importante il passato. Perché non si può cambiare. Ciò che conta è il presente. Quello è nelle proprie mani. Ogni cosa si può ancora decidere, scegliere, fare nel modo giusto. La vita come il caffè va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.

La briscola in cinque

Marco Malvaldi

La rivalsa dei pensionati. Da un cassonetto dell'immondizia in un parcheggio periferico, sporge il cadavere di una ragazza giovanissima. Siamo in un paese della costa intorno a Livorno, l'immaginaria Pineta, "diventata località balneare di moda a tutti gli effetti, e quindi la Pro Loco sta inesorabilmente estinguendo le categorie dei vecchietti rivoltandogli contro l'architettura del paese: dove c'era il bar con le bocce hanno messo un discopub all'aperto, in pineta al posto del parco giochi per i nipoti si è materializzata una palestra da body-building all'aperto, e non si trova più una panchina, solo rastrelliere per le moto". L'omicidio ha l'ovvio aspetto di un brutto affare tra droga e sesso, anche a causa della licenziosa condotta che teneva la vittima, viziata figlia di buona famiglia. E i sospetti cadono su due amici della ragazzina nel giro delle discoteche. Ma caso vuole che, per amor di maldicenza e per ammazzare il tempo, sul delitto cominci a chiacchierare, discutere, contendere, litigare e infine indagare il gruppo dei vecchietti del BarLume e il suo barista. In realtà è quest'ultimo il vero svogliato investigatore. I pensionati fanno da apparato all'indagine, la discutono, la spogliano, la raffinano, passandola a un comico setaccio di irriverenze. Sicché, sotto all'intrigo giallo, spunta la vita di una provincia ricca, civile, dai modi spicci e dallo spirito iperbolico, che sopravvive testarda alla devastazione del consumismo turistico modellato dalla televisione.

Ci alleniamo anche se piove?

Capitolo II

- L'ultimo spegne le luci -

Nonèpiùdomenica

Lontano dai campi della Serie A e dai contratti milionari, lontanissimo dal divismo di certi protagonisti, dal VAR, dalle polemiche e dagli scandali, esiste un mondo diffuso in ogni angolo d’Italia. Un mondo che nasce ogni volta che un bambino scende in un cortile con un pallone sottobraccio. Un mondo di giocatori dilettanti che praticano il calcio. Amano il calcio. Vivono il calcio. Respirano il calcio. E a questo gioco (gioco?) dedicano e consacrano tempo libero, legamenti, perfino gli affetti più stretti, perché ogni benedetta domenica (anzi ogni settimana, allenamenti compresi) si torna in campo. Nessuno oggi sa raccontare questa realtà meglio di Nonèpiùdomenica, l’account social creato da Andrea Masciaga. A quasi cinque anni di distanza dal primo episodio, Ci alleniamo anche se piove? Capitolo II – L’ultimo spegne le luci raccoglie tante nuove storie in cui chiunque abbia giocato in categoria potrà riconoscersi: vittorie epiche e sconfitte che bruceranno per sempre, mister che si credono Guardiola e altri che ammettono di non vedere un’azione o un tiro degni di questo nome da anni, senza per questo saltare un allenamento, mai; e poi compagni, titolari e panchinari fissi, presidenti e tifosi. Ma anche massaggiatori, tuttofare, fidanzate insofferenti o dolcemente rassegnate. E ancora i riti: le cene sociali, le trasferte, le sere di vigilia, i momenti in spogliatoio prima di entrare in campo. La goliardia. L’amicizia. Le botte. Le lacrime. La felicità. I tanti racconti di questo libro sono in realtà un’unica, lunga lettera d’amore a tutti (e tutte) coloro che fanno «ancora calcio vero: per passione, per amore, per gloria, per noia, per fantasia, per ideali che vanno ben oltre il semplice “giocare a pallone”».

Topgun

La vera storia di una leggenda

Dan Pedersen

Mentre gli aerei americani in Vietnam cadevano impietosamente e senza tregua, la Marina degli Stati Uniti chiamò un giovane ufficiale, Dan Pedersen, e gli chiese di fare il miracolo. Con un budget ridotto e scarsi mezzi, Pedersen chiamò a raccolta otto dei migliori piloti che aveva a disposizione per addestrare una nuova generazione a domare i Phantom F-4 e imparare di nuovo a combattere. Ora il fondatore della Fighter Weapons School, l’uomo che fu messo alla sua guida dall’inizio, ne racconta la storia. Pedersen e il suo team degli “Original Eight” hanno costruito e custodito il segreto di quel successo per decenni, trasmettendolo ai più grandi piloti americani. Questa è la testimonianza unica e intima di un’élite di coraggiosi innovatori e indomiti combattenti diventati leggenda.

Ci vuole un fisico bestiale

Vincenzo Schettini

Quante cose hanno in comune gli scienziati più geniali della storia con il mondo presente? Moltissime. A partire dal fatto che, in modi diversi, sono stati tutti dei veri e propri influencer: hanno condizionato il pensiero della loro epoca (come ci insegna Leonardo Da Vinci), avevano follower (Stephen Hawking più di tutti) e hater (Marie Curie ve ne racconterebbe delle belle). E poi anche i grandi del passato, come moderni divulgatori, hanno sempre cercato di spiegare come e perché la fisica è in tutte le cose semplici della vita. È proprio pensando a loro che, dopo La fisica che ci piace, Vincenzo Schettini, il prof più famoso del web, ha deciso di raccontare la sua materia attraverso le storie di chi ha fondato la fisica moderna. Con questo libro partirete per un viaggio incredibile attraverso lo spazio e il tempo alla ricerca dei fisici più WOW della storia: volerete con Leonardo da Vinci, cavalcherete fulmini con Nikola Tesla, vi farete attrarre da Isaac Newton, finirete in mezzo alle radiazioni con Marie Curie, costruirete ordigni nucleari con Enrico Fermi, scoprirete le leggi che regolano il cosmo con Albert Einstein e reciterete in The Big Bang Theory al fianco di Stephen Hawking... prima di una grande sorpresa finale. Un tuffo nel passato per andare a scovare curiosità impensabili, previsioni clamorose, scoperte inaspettate, segreti, elementi pop e moderni nella vita di un gruppo di autentici geni. Di ciascuno di loro Vincenzo indagherà “la fisica che gli piace”, per scoprire quali leggi seguono le loro invenzioni o quali sono le teorie che li hanno resi celebri e che ancora oggi hanno un impatto determinante sulla vita di tutti noi. Ma soprattutto quanta umanità, imperfezione e vulnerabilità ognuno di loro ha saputo mostrare al mondo.

Grande meraviglia

Viola Ardone

«L'amore è incomprensibile, una forma di pazzia». Nel candore dello sguardo di Elba il manicomio diventa un luogo buffo e terribile, come la vita, che Viola Ardone sa narrare nella sua ferocia e bellezza. Dopo il successo internazionale de Il treno dei bambini e di Oliva Denaro, Grande meraviglia completa un'ideale trilogia del Novecento. In questo magnifico romanzo di formazione, il legame di una ragazzina con l'uomo che decide di liberarla rivela il bisogno tutto umano di essere riconosciuti dall'altro, per sentire di esistere. Elba ha il nome di un fiume del Nord: è stata sua madre a sceglierlo. Prima vivevano insieme, in un posto che lei chiama il mezzomondo e che in realtà è un manicomio. Poi la madre è scomparsa e a lei non è rimasto che crescere, compilando il suo Diario dei malanni di mente, e raccontando alle nuove arrivate in reparto dei medici Colavolpe e Lampadina, dell’infermiera Gillette e di Nana la cana. Del suo universo, insomma, il solo che conosce. Almeno finché un giovane psichiatra, Fausto Meraviglia, non si ficca in testa di tirarla fuori dal manicomio, anzi di eliminarli proprio, i manicomi; del resto, è quel che prevede la legge Basaglia, approvata pochi anni prima. Il dottor Meraviglia porta Elba ad abitare in casa sua, come una figlia: l’unica che ha scelto, e grazie alla quale lui, che mai è stato un buon padre, impara il peso e la forza della paternità. Con la sua scrittura intensa, originale, piena di musica, Viola Ardone racconta che l’amore degli altri non dipende mai solo da noi. È questo il suo mistero, ma anche il suo prodigio.

Enzo

Il sogno di un ragazzo

Enrico Brizzi

Modena, 1899. Il secolo romantico delle rivoluzioni e delle scoperte sta per lasciare spazio a un’epoca nuova, ma la città festeggia come sempre il santo patrono fra chioschi da fiera e profumi antichi di vino e salumi. Stretto al petto della madre, il neonato Enzo sonnecchia in quell’atmosfera da incanto. All’improvviso, un gran trambusto, delle urla, una fiumana di persone in fuga: dietro di loro un veicolo stupefacente, un borbottante carro che avanza senza cavalli. La prima automobile mai vista a Modena. Alla guida c’è Fredo, il padre di Enzo. L’emiliano Enrico Brizzi accorda la voce fuori dal tempo dei cantastorie al passo dei grandi romanzi contemporanei, per raccontare la giovinezza di un mito della sua terra, Enzo Ferrari. Enzo – Il sogno di un ragazzo, primo volume di una saga dedicata al “Signore delle Rosse”, vibra della musica che accompagna il viaggio fra l’infanzia e l’età adulta: il calore e la fatica della vita in famiglia, il disvelamento di una vocazione, il primo amore, le sfide e le difficoltà. Accanto al giovane Ferrari vivono in queste pagine personaggi indimenticabili, a cominciare dalla madre Gisa, istintiva pioniera dei diritti delle donne, e Dino, il fratello imbevuto di suggestioni letterarie e nazionaliste; fino al Negus, l’amico teppista dal cuore d’oro, e a Norma, la sola ragazza capace di far intendere a Enzo la lingua della speranza. Protagonisti e comprimari si muovono nell’affresco epico di un Paese in fermento per il Futurismo e gli scioperi socialisti, lo stile decadente di D’Annunzio e gli infiammati comizi d’un Mussolini ancora rivoluzionario. Ad attendere al varco Enzo e l’Italia intera, la prova terribile della Grande guerra.

Il barone rampante

Italo Calvino

«Un ragazzo sale su di un albero, si arrampica tra i rami, passa da una pianta all’altra, decide che non scenderà più. L’Autore di questo libro non ha fatto che sviluppare questa semplice immagine e portarla alle estreme conseguenze: il protagonista trascorre l’intera vita sugli alberi, una vita tutt’altro che monotona, anzi: piena d’avventure, e tutt’altro che da eremita, però sempre mantenendo tra sé e i suoi simili questa minima ma invalicabile distanza. Ne è nato un libro, Il barone rampante, piuttosto insolito nella letteratura contemporanea, scritto nel 1956-57 da un autore che aveva allora trentatré anni; un libro che sfugge a ogni definizione precisa, così come il protagonista salta da un ramo di leccio a quello d’un carrubo e resta più inafferrabile d’un animale selvatico. Il vero modo d’accostarci a questo libro è quindi quello di considerarlo una specie di Alice nel paese delle meraviglie o di Peter Pan o di Barone di Münchhausen, cioè di riconoscerne la filiazione da quei classici dell’umorismo poetico e fantastico.» (Italo Calvino)

Le città invisibili

Italo Calvino

«Le città invisibili si presenta come una serie di relazioni di viaggio che Marco Polo fa a Kublai Kan imperatore dei Tartari. A questo imperatore melanconico, che ha capito che il suo sterminato potere conta ben poco perché tanto il mondo sta andando in rovina, un viaggiatore visionario racconta di città impossibili… Quello che sta a cuore al mio Marco Polo è scoprire le ragioni segrete che hanno portato gli uomini a vivere nelle città, ragioni che potranno valere al di là di tutte le crisi. Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d'un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, come spiegano tutti i libri di storia dell'economia, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi. Il mio libro s'apre e si chiude su immagini di città felici che continuamente prendono forma e svaniscono, nascoste nelle città infelici.» (Italo Calvino)

Le belve

Manlio Castagna - Guido Sgardoli

Ci sono luoghi che diventano malvagi perché malvagie sono state le persone che ci hanno vissuto… Una sonnolenta provincia italiana. Tre banditi senza un piano. Ventuno ostaggi senza scampo. Ventiquattro ore di orrore puro. Questa è la storia di Lince, Poiana e Rospo, tre criminali dilettanti che fuggono da una rapina andata male. Di una classe di liceali di Ferrara sequestrati durante una gita in un ex ospedale abbandonato. Dell'ex sanatorio Boeri, che nasconde strati di storie maledette, sepolte nei suoi muri fatiscenti e nelle sue viscere oscure. Di una ragazza con un potere extrasensoriale che le permette di percepire il Male. Di un paese di provincia, Tresigallo, sospeso in una terra nebbiosa e silenziosa, e dei fatti occulti che brulicano sotto la sua superficie all'apparenza pacifica. Di animali e di uomini che certi fantasmi della mente e la ferocia dei loro aguzzini trasformano in belve.

Adattarsi

Clara Dupont-Monod

Adattarsi è una storia di emozioni, di perdite, di miracolosi ritrovamenti, di paure, di smarrimenti, di rabbie, di speranze e di infinite dolcezze. Ed è anche una storia di montagne, di rocce, di acqua e di vento, di luoghi e solitudini. La vicenda è abbastanza semplice, nella sua terribile realtà: in una famiglia della montagna francese nasce un bambino, è bello e sorride e tutti vengono a rendergli omaggio. Ma dopo poco tempo ci si accorge che è gravemente disabile: non vede, non può muoversi, non crescerà, morirà presto. Questo sconvolge tutti gli equilibri della famiglia, ridefinendo per sempre il destino dei due fratelli, il maggiore e la minore, e dei suoi genitori. Perché questo bambino con gli occhi scuri che si perdono nel vuoto, è un neonato eterno, un bambino «inadatto», e traccia una frontiera invisibile tra la sua famiglia, gli altri e il mondo, l'intero mondo. Il figlio maggiore si fonde con il bambino, ci si attacca, ci si abbandona, ci si perde, capisce che da questa infinita fragilità può imparare che cos'è il mondo e che cos'è la vita. Nella figlia minore s'insediano invece dapprima il disgusto e la collera e poi l'esigenza di ricostruire un equilibrio accettabile. L'ultimo, che arriva dopo la morte dell'«inadatto», dopo che i due più grandi se ne sono andati, vive all'ombra dei fantasmi familiari portando dentro di sé, come una specie di angelo, la forza di una riconciliazione. A raccontare sono le pietre della corte, piazza e luogo della casa, che diventano voce «faulknerianamente» narrante, depositarie della memoria, del dolore e dell'abbandono.

Storie e misteri dei mondiali di calcio

Le verità non (sempre) raccontate

Fabio Licari

Dal 1930, ogni quattro anni i Mondiali di calcio sono un appuntamento irrinunciabile che si carica di aspettative. Le squadre nazionali dei cinque continenti si affrontano in un mix di sport, storia e umanità che ha spesso dato vita a stranezze, misteri e verità raccontate a metà. Per ognuno dei Mondiali, una o più storie: la finale Uruguay-Argentina del 1930, giocata con due palloni diversi e un arbitro che chiede la scorta, la scarpa persa di Leonidas del 1938, la storia del primo gol fantasma della storia, quello dell’inglese Hurst nella finale ’66 con la Germania, la storia di Nicolò Carosio, il grande telecronista Rai cacciato da Messico 70 perché avrebbe detto “negraccio” (parola mai pronunciata ma che costò la carriera e la reputazione al numero 1).

Villa del seminario

Sacha Naspini

Una storia d’amore, riscatto e Resistenza. Maremma toscana, novembre ’43. Le Case è un borgo lontano da tutto. Vista da lì, anche la guerra ha un sapore diverso; perlopiù attesa, preghiere, povertà. Inoltre si preannuncia un inverno feroce… Dopo la diramazione della circolare che ordina l’arresto degli ebrei, ecco la notizia: il seminario estivo del vescovo è diventato un campo di concentramento. René è il ciabattino del paese. Tutti lo chiamano Settebello, nomignolo che si è tirato addosso in tenera età, dopo aver lasciato tre dita sul tornio. Oggi ha cinquant’anni. Schivo, solitario, taciturno. Niente famiglia. Ma c’è Anna, l’amica di sempre, che forse avrebbe potuto essere qualcosa di più… René non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi. In realtà, non ha mai avuto il coraggio di fare niente. Le sue giornate sono sempre uguali: casa e lavoro. Rigare dritto. Anna ha un figlio, Edoardo, tutti lo credono al fronte. Un giorno viene catturato dalla Wehrmacht con un manipolo di partigiani e fucilato sul posto. La donna è fuori di sé dal dolore, adesso ha un solo scopo: continuare la rivoluzione. Infatti una sera sparisce. Lascia a René un biglietto, poche istruzioni. Ma ben presto trapela l’ennesima voce: un altro gruppo di ribelli è caduto in un’imboscata. Li hanno rinchiusi là, nella villa del vescovo. Tra i prigionieri pare che ci sia perfino una donna… Settebello non può più restare a guardare.

Ragazzi di vita

Pier Paolo Pasolini

Il romanzo, che valse a Pasolini un processo per pornografia e il ruolo di provocatore della società perbenista, racconta la giornata di un gruppo di giovanissimi sottoproletari romani. Mossi da esigenze primordiali (la fame, la paura, la ricerca di solidarietà), i "ragazzi di vita" sciamano dalle borgate della Roma anni Cinquanta verso il centro, in un itinerario picaresco fatto di molteplici incontri, di eventi comici, tragici, grotteschi. I giovani alternano una violenza gratuita a una generosità patetica, compiendo una sorta di rito iniziatico in una Roma contradditoria.

Mi limitavo ad amare te

Rosella Postorino

Si esiste interi solo prima di nascere. Ma quello strappo è la vita. Omar ha dieci anni e passa le giornate alla finestra sperando che sua madre torni: da troppi giorni non viene, e lui non sa più nemmeno se è viva. Suo fratello gli strofina il naso sulla guancia per fargli il solletico, ma non riesce a consolarlo. Senza la madre il mondo svapora. Solo Nada lo calma, tenendolo per mano: soltanto lei, con i suoi occhi celesti, è per Omar un desiderio. Ha undici anni, sulla fronte una vena che pulsa se qualcuno la fa arrabbiare, e un fratello, Ivo, grande abbastanza da essere arruolato. Nada e Omar sono bambini nella primavera del 1992, a Sarajevo. Per allontanarli dalla guerra, una mattina di luglio un pullman li porta via contro la loro volontà. Se la madre di Omar è ancora viva, come farà a ritrovarlo? E se Ivo morisse combattendo? In viaggio per l'Italia, lungo strade ridotte in macerie, Nada conosce Danilo, che ha mani calde e una famiglia, al contrario di lei, e che un giorno le fa una promessa. Nessuna infanzia è spensierata, ciascuno di noi porta con sé le sue ferite, ma anche quando ogni certezza sembra venire meno, possiamo trovare un punto fermo attorno al quale far girare tutto il resto. Così, mentre infuria il conflitto che per primo in Europa ha spezzato una lunga pace, ecco che ci interroghiamo sull'"inconveniente di essere nati". Come si diventa grandi quando da piccoli si è stati amati malamente? E chi può mai dire di essere stato amato come e quanto avrebbe voluto? Nada, Omar e Danilo scoprono presto nel legame che li unisce, e che li spinge a giurarsi fedeltà eterna oppure a tradirsi, la più grande risorsa per una possibile salvezza.

C'era due volte il barone Lamberto

Gianni Rodari

In mezzo alle montagne c'è il lago d'Orta. In mezzo al lago c'è l'isola di San Giulio. Sull'isola c'è la villa del barone Lamberto, un signore molto vecchio, molto ricco, sempre malato. Le sue malattie sono ventiquattro, e solo il fedele maggiordomo Anselmo è in grado di ricordarsele tutte… Ma ecco che intanto piombano sull'isola il perfido nipote Ottavio, che mira ad impadronirsi dell'eredità, e una gang di banditi decisi a rapire il barone e a chiedere un riscatto enorme. Le storie di Rodari offrono divertimento e una girandola di situazioni e personaggi esilaranti: un modo di comprendere questo nostro mondo.

La Malnata

Beatrice Salvioni

Monza, marzo 1936: sulla riva del Lambro, due ragazzine cercano di nascondere il cadavere di un uomo che ha appuntata sulla camicia una spilla con il fascio e il tricolore. Sono sconvolte e semisvestite. È Francesca a raccontare in prima persona la storia che le ha condotte fino a lì. Dodicenne perbene di famiglia borghese, ogni giorno spia dal ponte una ragazza che gioca assieme ai maschi nel fiume, con i piedi nudi e la gonna sollevata, le gambe graffiate e sporche di fango. Sogna di diventare sua amica, nonostante tutti in città la considerino una che scaglia maledizioni, e la disprezzino chiamandola "Malnata". Ma quella sua aria decisa, l’aria di una che non ha paura di niente, la affascina. Sarà il furto delle ciliegie, la sua prima bugia, a farle diventare amiche. Sullo sfondo della guerra di Abissinia, del dolore per la perdita e degli scompigli dell’adolescenza, Francesca impara con lei a denunciare la sopraffazione e l’abuso di potere, soprattutto quello maschile, nonostante la riprovazione della comunità.

I ragazzi della Nichel

Colson Whitehead

Primi anni Sessanta, Florida. Il movimento per i diritti civili sta prendendo piede anche a Frenchtown, il quartiere afro-americano della capitale, ed Elwood Curtis, un ragazzino cresciuto dalla nonna, si forma sugli insegnamenti di Martin Luther King. Il suo grande sogno è frequentare il college e iniziare la sua nuova vita, ma proprio il primo giorno di scuola accetta un passaggio su un'auto rubata. Pur non c'entrando nulla con il furto, Elwood viene spedito alla Nickel Academy, una scuola-riformatorio per soli maschi la cui missione è trasformare il piccolo delinquente in "un uomo rispettabile e onesto". Questo sulla carta. Perché nei fatti la Nickel Academy è un vero e proprio viaggio all'inferno.

Le 100 auto più belle del mondo

100 cartoline per conoscere la storia dell’automobile attraverso i 100 modelli più belli di tutti i tempi: caratteristiche tecniche, prestazioni, curiosità.