Saggistica

Un'idea diversa della matematica (16/06/24)

Autore: Chiara Valerio

Titolo: La matematica è politica

Editore: Einaudi, 2020

Un libretto che ho trovato "strano", ovvero poche parole ma molto concentrate.

In primis devo dire che ho affrontato il libro da un punto di vista "avvantaggiato" rispetto alla gran parte delle persone che possono leggerlo, in quanto esattamente laureato in matematica, e ho ritrovato la bellezza del mio percorso di studi e la contentezza dello sbatterci il naso mentre studiavo e cercavo di capirci qualcosa. Naturalmente qualsiasi laureato in una materia non applicata (lettere, storia, filosofia...) ha provato le stesse sensazioni per la sua materia, ovvero lo studiare per il semplice fatto di conoscere qualcosa, ma nel libro la principale protagonista è la matematica.

La tesi del libro, per cui si paragona la matematica alla democrazia, è ampiamente fonte di discussione e qualcuno di primo acchito potrebbe pensare l'esatto contrario, così come tante altre affermazioni restano praticamente provocazioni (ad esempio il fatto che tutti i politici dovrebbero studiare matematica).

Sicuramente un saggio da non prendere in mano la sera come lettura piacevole: le frasi sono dense e qualcuna mi è rimasta ancora indigesta (ovvero ammetto di non averla proprio capita). Un libro che, letto singolarmente, mi ha lasciato un po' stranito; devo dire invece che è stato molto piacevole scoprire quanto potesse portare ad una bella discussione assieme agli studenti di una quinta superiore (grazie al collega di Italiano che ha proposto la lettura e incoraggiato il confronto non solo fra gli studenti ma coinvolgendo anche noi professori).

Prof. Angelo Curti


Federer, un artista divino 🎾 (07/10/22)

Autore: David Foster Wallace

Titolo: Il tennis come esperienza religiosa

Editore: Einaudi, 2012 

Ho letto questo libro durante l'estate e l'ho trovato molto coinvolgente: in parte è stato anche travolgente e ha provocato in me un sensazione indefinibile, forse perché ad un certo linguaggio simpatico e spiritoso si affianca un lessico acuto e tecnicamente poetico.

Strutturalmente, i due saggi contenuti nel libro sono molto semplici, ma d'effetto: dalla descrizione del misero e distaccato marketing dietro al caotico andirivieni urbano nei dintorni dello stadio si scivola bruscamente verso i più stupefacenti momenti sportivi del grande tennista Federer, abilmente esposti grazie ad un portentoso stile richiamante l'epica omerica.

I "momenti Federer", in particolare, sembrano sfidare il divino per la loro eccellenza.

Sono molti gli spunti di riflessione proposti dall'autore: molti di questi trattano di crude contrapposizioni affascinanti, come quella di rapidità ed eleganza contro atletismo e forza bruta moderna. Alcune frasi mi hanno colpito tanto, specialmente quando si parlava della mancanza di logica nella maestria di Federer o di quanto il genio, un po' come la perfezione, non sia riproducibile, anche perché ineffabile. Un concetto che mi ha aiutato ed ispirato è stato quello di coraggio, definito come uno "strano miscuglio di abbandono e prudenza". Mi sembra tipico degli artisti responsabili delle più sublimi opere.

Carolina Besurga 4LB

Il meglio di sé, il meglio degli altri (31/05/22)

Autore: Sandro Veronesi

Titolo: Un dio ti guarda

Editore: La Nave di Teseo, 2016

Nel suo libro Veronesi sembra voler riportare alla luce momenti sportivi la cui straordinarietà e potenza sono state sottovalutate o dimenticate, ma che riescono ancora ad ispirare atleti professionisti, dilettanti in balia delle prime competizioni e giovani magari in cerca di un sogno e di speranza per realizzarlo.

Tra ricordi di allenatori e profonde riflessioni, Veronesi analizza anche specifici campioni e il loro ruolo di grandi eroi acclamati ancora oggi o caduti nell'oblio, perché marginali o incompresi. 

Tra i tanti personaggi citati nel testo, mi hanno colpito la surfista australiana Isabel Letham e il giocatore canadese di hockey sul ghiaccio Eric Lindros. La prima è protagonista, nonché voce narrante del suo capitolo, di un racconto tanto commovente quando intenso e introspettivo: una giovanissima Isabel si trasferisce su una spiaggia a sud di Sidney, scopre un club incentrato sugli sport acquatici e decide che la sua vita sarà per sempre legata all'oceano; dopo aver avuto l'occasione di surfare con l'allora campione hawaiano Duke Kahanamoku, capisce che la sua intera esistenza orbiterà intorno a quel momento. Il libro non riporta altre emozioni dell'atleta, né continua ad aggiungere dettagli sulla sua vita: sappiamo solo che che ha seguito ogni passo del suo idolo hawaiano, che ha dovuto affrontare più riabilitazioni dopo gravi infortuni e che, alla sua morte, le sue ceneri sono state sparse nel punto in cui ha realizzato chi voleva essere.  La determinazione di Isabel e la sregolata e ardente devozione sempre dimostrate verso l'acqua marina scaturiscono prepotentemente e con convinzione dalle sue parole, rendendo superflui e quasi pesanti ulteriori spiegazioni.

Eric Lindros, invece, ha un vissuto diverso, di cui il testo non presenta traccia evidente, e un rapporto difficilmente descrivibile con la sua passione: d'altra parte, l'hockey su ghiaccio è una disciplina selvaggia, poco prevedibile e pericolosa. Veronesi evidenzia efficacemente come lo sguardo del giocatore sia sempre stato inespressivo e, pur essendo quello del capitano di una squadra per il cui Paese questo sport è onore e orgoglio, dolore e gioia insieme, sia rimasto paradossalmente imperturbabile e statuario.

Il personaggio in questione era anche violento, odiato e ostacolato dagli avversari più di qualsiasi altro suo compagno di squadra, ma ciò non comprometteva la sua capacità di rialzarsi, anzi: dubitare della sua vittoria non era mai un'opzione. Sembrerebbe che una tale brutalità invisibile, anti fair-play e sicuramente nascosta dalla sua espressione impassibile non abbia nulla da insegnare alle nuove generazioni, a cui si tenta continuamente di impartire rispetto e autocontrollo.

Eppure una tecnica impeccabile e una dedizione come quelle mostrate da Lindros non possono passare inosservate; quando un atleta come lui vola in campo, è acclamato da una folla incontrollabile, è stimato e invidiato da molti, vale la pena indagare. E se non è bene proporre ai giovani immagini ed esempi di violenza intrinseca e quasi telecomandata, quanto meno si ha il dovere di ricordare e raccontare la più concreta sottomissione di anima e corpo ad una perfezione tanto implicita quanto distruttiva e travolgente. Non sappiamo se il campione fosse felice in queste condizioni, o se avesse a sua volta paura; quest'ultima, tuttavia, non è cosa da insegnare, quindi non ce ne preoccupiamo. 

Tralasciando ulteriori esempi, questo libro può diventare un'importante fonte di riflessione, come fosse una preparazione psicologica o un risveglio dalla competizione sfacciata che ognuno, spesso, imprigiona nell'interiorità più profonda. Per capire il testo nel suo insieme, invece, è importante essere disposti a ribaltare la propria percezione dello sport, del talento e del destino; non tutti riescono ad accettare che, al momento, alcuni sono stati più assistiti dal divino rispetto a loro. Potrebbe essere proprio questa la più difficile e imponente sfida della vita: essere il meglio di sé stessi, non paragonarsi ad altri e, anzi, gioire dei successi di quelli che riteniamo migliori.

Carolina Besurga 3LB

Internet: solo un gioco? (10/02/22)

Autore: Alessandro Baricco

Titolo: The Game

Editore: Einaudi, 2018

Alessandro Baricco scrive questo libro per esprimere il suo pensiero riguardo la digitalizzazione che ormai ci sta colpendo da anni. Dopo averlo riletto con maggior curanza e attenzione, provando a soffermarmi su vari aspetti e cercando di capire il punto di vista dell'autore sul gioco, sono fermamente convinto di essere giunto a capire la vera essenza del suo pensiero e ciò che vuole far intendere ad un lettore casuale come lo sono stato io. L’intenzione primaria di Baricco è quella di capire com’è nato internet, andando però sul campo, volando fino alla Silicon Valley, dove tutto ebbe inizio. 

Baricco racconta la sua esperienza partendo dagli anni 70, anni di numerose proteste e manifestazioni. Considerando un ipotetico numero di 10 persone, 8 di esse credevano che per risolvere i problemi del mondo bisognasse riunirsi in piazza e marciare per la pace, mentre le rimanenti 2 avevano capito che serviva una vera svolta, una vera innovazione. Erano convinte che l’uso del computer avrebbe cambiato il mondo. Da questo momento iniziò una vera e propria rivoluzione digitale che ebbe subito un grande successo grazie ad un unico fattore: era basata sul gioco. Come l’autore sottolinea più volte durante la stesura del testo, il "gioco" è la radice che si è sviluppata fino a diventare un vero albero, i cui rami non invecchiano mai. Il mondo di internet è un mondo basato sulla semplicità dei giochi come Space Invaders e Pacman, e sull’abbattimento di quelle barriere che per molti anni ci hanno limitato

Ne è un chiaro esempio l’invenzione di Facebook da parte di Zuckerberg, che ha subito preso il largo perché era maledettamente semplice da usare ed accessibile a tutti, al contrario di qualsiasi altra piattaforma fino a quel momento. Così come il computer: nei primi anni dopo la sua invenzione solo i maggiori esperti in elettronica e alcuni ingegneri riuscivano ad utilizzarlo, mentre adesso un bambino, già all’età di quattro o cinque anni, riesce a capire i suoi primi meccanismi. Questo non perché l’uomo odierno possiede già da bambino un'intelligenza sopra la media, ma perché il dispositivo è stato continuamente migliorato in modo da renderlo minimale. 

Baricco in questo libro non si espone mai, ne a favore né contro questa digitalizzazione, ma spiega, secondo me in maniera molto chiara, che cosa ha rappresentato per lui l’avanzare di internet durante il corso degli anni e il perché sia esploso.

C’è un pensiero che l’autore scrive in una delle considerazioni sul proprio libro che voglio riportare e che mi ha aiutato molto a capire l’essenza dei suoi contenuti. Egli spiega come secondo lui internet è stato in grado di abbattere le barriere, e ne abbiamo una chiara prova parlando del famoso “muro” di cui cantavano i Pink Floyd negli anni '80, quel muro che da sempre è presente tra professore e studente, ma che grazie a questo strumento si sta pian piano abbattendo. Al giorno d’oggi abbiamo sempre meno gerarchie e siamo sempre più democraticamente tutti uguali; è come se internet fosse stato l’incipit di una rivoluzione che è ancora in atto. 

Durante il periodo di realizzazione dello scritto, l’autore vive un episodio che lo fa riflettere: è intento ad aiutare il figlio con i compiti di matematica, ma per farlo deve fargli distogliere l’attenzione dal suo tablet, che in quel momento utilizzava per un gioco "agricolo", in cui bisogna comprare e vendere diverse fattorie e proprietà con una moneta virtuale. In quel momento Baricco pensò: "In che strano momento storico ci stiamo trovando, un momento in cui faccio lasciare un gioco che all’apparenza è così proiettato verso il futuro per compiere dei semplici calcoli matematici come 3+5". Il concetto che sta dietro a questo esempio, spiega Baricco, è che internet rappresenta un esperimento perfetto perché è riuscito, mantenendo le abitudini umane, ad aggiungere nuovi strumenti e contenuti, ed è questo che porta avanti il mondo.

Consiglio davvero a tutti di leggere questo libro che ti porta ad ampliare maggiormente i propri orizzonti e ti aiuta a capire come internet funzioni e si evolva attraverso la giocosità. Non per altro si intitola “The Game”: questo è un libro che sfida “l’ovvio” in tutte le sue sfaccettature, dando valore alla tesi che esprime: più il gioco è semplice e più piace alle persone.

Federico Marchetti 5LB

Il valore della conoscenza (22/05/21)

Autore: Tom Nichols

Titolo: La conoscenza e i suoi nemici. L'era dell'incompetenza e i rischi per la democrazia

Editore: LUISS University Press, 2017

L'autore, guardando soprattutto al contesto americano (ma la riflessione può essere ben applicata anche all'Europa e all'Italia), si interroga sul perché negli ultimi decenni si è venuta consumando la fiducia nell'autorevolezza di chi possiede conoscenza e competenza: medici, scienziati, ingegneri, docenti ecc. 

Molta parte della risposta - secondo Nichols- risiede nel nostro "bias di conferma" ("la tendenza naturale ad accettare soltanto prove che confermano ciò che già crediamo", p. 23) e nell'autentica marea di informazioni (anche false e/o poco affidabili) che oggi ci circonda. Da essa possiamo pescare quello che ci piace e ci conforta.

(Ho l'impressione, però, che la pandemia abbia fatto riscoprire a molti l'insostituibilità delle competenze e conoscenze scientifiche, mediche, sanitarie).

Prof. Emiliano Bertin

Pasolini e il calcio: linguaggio del corpo e rito sociale (16/05/21)

Autore: Valerio Curcio

Titolo: Il calcio secondo Pasolini

Editore: Aliberti, 2018

Nonostante io non sia un appassionato di calcio ho trovato questo libro molto interessante perché il concetto di "calcio pasoliniano" non intende il calcio come lo sport che viviamo noi oggi, ma come un vero e proprio linguaggio del corpo parlato con piedi e pallone, usato per trasmettere emozioni e sentimenti anche tra le persone dei paesi più poveri e nelle periferie, in particolare nei paesi del terzo mondo dove i bambini giocano scalzi, con la palla sgonfia o con degli oggetti sferici, su campi frastagliati e a volte colmi di rifiuti. 

Pasolini possiede una visione pura e incontaminata del calcio, lontana dai fini economici e dalla fama, che noi oggi viviamo pienamente e consapevolmente. Quando si reca allo stadio per commentare le partite, egli presta più attenzione al pubblico composto dalle varie realtà sociali dell'epoca, cioè borghesi e proletari, osservandone e commentandone i diversi comportamenti . 

Il suo calcio è una vera e propria attività sociale, piena di purezza, quasi istintiva e fanciullesca: durante una partita di calcio non considera mai vincitori e vinti ma solo il linguaggio che i giocatori esprimono attraverso i propri corpi, gesti e scelte che decidono di fare. Molto molto interessante.

Matteo Colombo 5LB

Dante: un ragazzo innamorato (17/04/21)

Autore: Franco Nembrini

Titolo: Dante. Una vita d'amore e d'avventura. Beatrice, i lupi e le stelle

Editore: Piccola Casa Editrice, 2015

In questa simpatica lettura, semplice, scorrevole e adatta anche ai più piccoli, l’autore, Franco Nembrini, ripercorre tutta la vita del grande poeta fiorentino, raccontandocelo in maniera molto originale. Grazie al linguaggio semplice ed attuale, Dante viene proposto al lettore come un ragazzo onesto, intelligente e innamorato di molte cose: della sua città, dei suoi amici, del mondo, di Beatrice e di Dio.

Tutta la lettura è arricchita da allegre illustrazioni, a cura di Andrea Iacobuzio, e da versi di poesie e dello stesso Dante, utili a sottolineare i vari temi trattati. 

Nel racconto della vita del poeta, vengono inseriti approfondimenti sul contesto della Firenze e dell’Italia del Duecento, divise tra Papato e Impero, sul nuovo stile poetico che si stava diffondendo, il Dolce Stilnovo, e sulla sua più grande opera, la Divina Commedia.

Dante. Una vita d’amore e d’avventura. Beatrice, i lupi e le stelle costituisce un ottimo libro per conoscere la figura di Dante in modo divertente ma anche approfondito, scoprendo la grande umanità racchiusa nel personaggio considerato come il padre della lingua italiana.

Francesca Scarabottolo 2LE

Dante attraverso le fonti (04/04/21)

Autore: Paolo Pellegrini

Titolo: Dante Alighieri. Una vita

Editore: Einaudi, 2021

Con un pizzico di ritardo sul Dantedì (25 marzo) lo scorso mercoledì 31 marzo gli studenti delle nostre quinte liceo hanno incontrato - a distanza - il prof. Paolo Pellegrini, docente di Filologia Italiana all'Università di Verona. Tra i temi toccati: la sua esperienza di ricerca negli USA, la grandezza di Dante che ancora oggi ci interpella e ci provoca, nonché l'ultimo libro dello studioso. Si tratta di una nuova biografia dantesca, in cui l'autore ha cercato di valorizzare a fondo le poche fonti disponibili sulla vita dell'Alighieri adottando una scrittura quanto più possibile semplice e comprensibile anche per i non addetti ai lavori

La lettura è certamente consigliata a chi ha a cuore Dante e vuole conoscerlo meglio a partire dai contesti in cui il poeta ha vissuto.

Prof. Emiliano Bertin

"Un'ora di lezione può cambiare la vita" (06/03/21)

Autore: Massimo Recalcati

Titolo: L'ora di lezione. Per un'erotica dell'insegnamento

Editore: Einaudi, 2015

Non spaventi il titolo: quando l'autore parla di "erotica" non si riferisce a nulla di volgare, ma al più nobile e alto moto d'amore che - in questo caso - deve animare l'insegnamento, al di là delle burocrazie e dei (pur necessari) discorsi odierni sulle competenze. Un amore che deve aprire al sapere, alla sana curiosità e a quella dinamica relazionale tra docente e alunno capace a sua volta di rivelare il mondo nelle sue innumerevoli possibilità, quelle di cui un adolescente ha una fame insaziabile.

"Un'ora di lezione può cambiare una vita, imprimere al destino un'altra direzione, sancire per sempre quella che si era solo debolmente già abbozzata. Tutti abbiamo fatto esperienza di cosa può essere un'ora di lezione: visitare un altro luogo, un altro mondo, essere trasportati, catapultati in un altrove, incontrare l'inatteso, la meraviglia, l'inedito. Può avvenire a tutti i livelli previsti dell'apprendimento, dalle scuole primarie sino all'Università. La sostanza non cambia".

Un libro, insomma, per chi ama la scuola e vuole riscoprire ogni giorno le sue ragioni fondamentali.

Prof. Emiliano Bertin

La forza di Alex (27/02/21)

Autore: Alex Zanardi con Gianluca Gasparini

Titolo: Volevo solo pedalare... ma sono inciampato in una seconda vita

Editore: Rizzoli, 2016

Alex Zanardi è un ex pilota di Formula 1, Formula 3 e Indy-car. Ciò che lo contraddistingue dagli altri e lo ha spinto a scrivere questo libro sono la situazione in cui si è trovato dopo un grave incidente nel bel mezzo di una gara e la sua grandissima forza di volontà nel voler continuare la sua vita. Una vita apparentemente diversa, nella quale Alex ha cercato di superare i numerosi ostacoli che si è trovato davanti, senza poter contare sull'uso delle gambe, perse appunto nel grave incidente.

A circa 300 km orari ha perso il controllo dell'autovettura che stava guidando: il mezzo si è girato ed è stata spezzato in due dalla macchina che lo seguiva. Dopo questo grave incidente, che gli aveva letteralmente tranciato le gambe, le possibilità per Alex di sopravvivere erano davvero poche. I medici pensavano dovesse inevitabilmente morire, a causa del solo litro di sangue che gli scorreva per tutto il corpo.

Invece il miracolo c'è stato, Zanardi, grazie alla competenza dei medici e ai numerosi interventi chirurgici a cui è stato sottoposto, è tornato a vivere, anche se in un modo un po' diverso. Appena sveglio (questa la cosa che mi ha stupito di più) non ha pensato che senza due gambe la sua vita sarebbe stata un fallimento, ma si è chiesto come sarebbe riuscito a fare tutte quelle cose che aveva fatto fino a quel momento, senza poter contare sulle sue due gambe. Zanardi fin dal primo momento riesce a fare della sua fragilità il suo punto di forza e la ragione del suo futuro successo.

In questo libro, il secondo che firma, Alex non vuole soffermarsi sul suo ormai passato e conosciuto incidente, ma racconta come attraverso la sua forza di volontà, le sue conoscenze, la voglia di fare e di dare, è riuscito ad intraprendere un’altra carriera sportiva con le handbike (vere e proprie bici da corsa per persone con disabilità), nel mondo paraolimpico, fatta di numerose soddisfazioni, grandi successi ma anche grandi fallimenti.

Zanardi racconta che paradossalmente è stato più difficile per lui sviluppare la sua carriera da pilota quando aveva le gambe, che arrivare ad ottenere numerosi successi con le handbike: questo perché prima, da giovane inesperto, non lo conosceva nessuno e davvero poche persone credevano in lui. Ora invece, con grandi vittorie alle spalle, tutti vogliono stargli accanto e aiutarlo in questo nuovo cammino che lo ha portato a vincere ben 8 medaglie d'oro a livello mondiale.

Ciò su cui l’autore si sofferma di più (e questo ci fa capire la sua grande umiltà e intelligenza), è che lui si considera alla pari degli altri atleti paraolimpici se non al di sotto, a livello di fatica, sacrifici e risultati.

Zanardi scrive questo libro al fine anche di informare le persone sul mondo degli sport paraolimpici (i quali anche grazie a lui negli ultimi anni hanno acquistato più seguito) e diffondere il messaggio che lo sport e l'attività fisica sono fondamentali nella vita di un individuo, stimolando così anche tutte quelle persone, che si sono trovate in situazioni simili o peggiori della sua, a fare delle proprie debolezze un punto di partenza.

Matteo Colombo 5LB

Riscoprire noi stessi nella natura (20/02/21)

Autore: Massimiliano Ossini

Titolo: Kalipè. Il cammino della semplicità

Editore: Rai Libri, 2020

Un libro che davvero mi è piaciuto molto, perché Massimiliano Ossini ci ricorda che, nonostante l'odierna generazione sia in costante e continuo rapporto con la tecnologia, la semplicità e la purezza della natura ci fanno sempre ristabilire un contatto profondo con noi stessi, liberando la mente dai problemi e aprendo nuovi orizzonti, che con gli smartphone e il computer non potremo mai raggiungere. 

L'autore scrive dei suoi numerosi viaggi di lavoro e non, cercando di catturare più dettagli possibili dell'ambiente che lo circonda, nel quale si ritrova immerso e ne percepisce la positività che gli viene trasmessa. In particolare racconta di una piccola comunità di monaci incontrati durante il suo percorso, lungo il sentiero di una montagna, i quali, nonostante il loro grande impegno "lavorativo", trovano il tempo di dedicarsi alla natura, agli animali e alle piante, coltivando la terra e prendendosene cura in prima persona.

Matteo Colombo 5LB

L'insuccesso come punto di (ri)partenza (13/02/21)

Autore: Simone Moro

Titolo: Ho visto l'abisso

Editore:  Rizzoli, 2020

Libro molto bello: l'alpinista e scrittore Simone Moro (uno dei più grandi alpinisti della storia odierna) ci vuole comunicare attraverso il suo libro che la strada per il successo parte dalla fatica e dall'insuccesso. Bisogna imparare ad amare questi due ingredienti fondamentali per poi ripartire più forti. L'autore ci trasmette questi valori partendo dalle sue origini, dalla storia della sua vita e raccontando una serie di situazioni lavorative e personali in cui si è ritrovato, all'improvviso, in un battito di ciglia, dalle  quali è uscito profondamente cambiato, riuscendo a trarne degli insegnamenti. 

Dal libro si percepisce anche che Simone Moro non è solo un grande alpinista, ma anche un ottimo scrittore che ne ha passate davvero tante per arrivare dov'è adesso.

Matteo Colombo 5LB

Per una mobilità sostenibile (06/02/21)

Autore: Mario Grosso

Titolo: L’ultima auto a benzina

Editore: Zanichelli, 2018

Durante il periodo delle vacanze invernali, ci è stato consigliato dalla nostra professoressa di Scienze naturali di leggere L'ultima auto a benzina di Mario Grosso, ingegnere ambientale e professore al Politecnico di Milano.

Il libro tratta di tematiche ambientali attuali o che ci riguarderanno nell’immediato futuro: infatti, è incentrato sul tema della mobilità sostenibile per il XXI secolo. Nella prima parte del libro l’autore illustra come, già nel presente, alcune nazioni, come i Paesi Bassi e la Danimarca, hanno già messo in atto alcune politiche “green” che incentivano l’uso della bicicletta o dei mezzi pubblici nelle città, penalizzando l’utilizzo dell’automobile;  ma non tutti i paesi del mondo, soprattutto quelli più poveri, seguono l’onda di queste due nazioni. In particolar modo Mario Grosso ha posto l’attenzione su alcuni Stati europei e sugli Stati Uniti, dove il mezzo più utilizzato anche per spostamenti su distanze minime, è la macchina. 

Fortunatamente, grazie al lavoro di ingegneri ed esperti, è in atto il processo di trasformazione della mobilità su ruote, volto a incrementare l’utilizzo di macchine elettriche. In passato si è già riusciti ad alimentare il treno con l’elettricità ma, al contrario dei convogli che hanno una alimentazione continua di elettricità, per le auto la sfida è un po’ più complicata. In questo campo, Tesla è l’azienda automobilistica che sta lavorando maggiormente. L’azienda di Elon Musk sta già vendendo automobili elettriche che si ricaricano con le colonnine “supercharger” sparse in punti strategici delle città, ma la sfida più grande nei prossimi anni sarà passare dagli attuali 30-40 minuti per la ricarica completa della batteria a una manciata di minuti, come si fa per le attuali auto a motore a scoppio.

Personalmente, ho trovato il libro molto interessante e molto utile per conoscere le principali problematiche presenti nel mondo dei trasporti di oggi, in particolar modo sulle emissioni che essi rilasciano. Inoltre è un libriccino di sole 100 pagine, molto efficace per tutti coloro che vogliono saperne di più sul mondo della sostenibilità ambientale, per tutti coloro che sono disposti ad uscire dalla propria zona di comfort e a cambiare le loro abitudini per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente. Infatti, grazie al libro, ci si rende conto che per piccole distanze è meglio muoversi a piedi o in bicicletta piuttosto che in macchina.

Consiglio questo libro a tutti perché aiuta a capire quale mezzo, per le varie distanze che devi percorrere, sia il migliore in termini di tempo, di comodità e di emissioni di gas pericolosi per l’ambiente. Il volume mostra le più aggiornate innovazioni ingegneristiche volte a salvaguardare quanto più è possibile l’ambiente e contribuisce ad abbattere, con argomentazioni sensate, diversi pregiudizi, che spesso sono la causa della ritrosia con cui le persone si approcciano alle innovazioni della mobilità green.

Filippo Somaschi 4LA

Una guida non banale per capire gli USA (30/01/21)

Autore: Francesco Costa

Titolo: Questa è l'America. Storie per capire il presente degli Stati Uniti e il nostro futuro

Editore: Mondadori, 2020

Questa è l’America è un insieme di storie per capire il presente degli Stati Uniti e fare chiarezza su di un Paese che, come dice lo stesso autore, influenza enormemente il nostro stile di vita, i nostri costumi, la nostra cultura e che pensiamo di conoscere molto bene, quando invece quello che sappiamo, spesso, è un miscuglio di luoghi comuni e informazioni superficiali. 

Il libro è strutturato in diversi capitoli scollegati tra di loro, dove vengono raccontate tematiche molto interessanti e attualissime: nel capitolo intitolato “La Piaga” si scopre che il consumo di oppiacei sta letteralmente uccidendo fette di popolazione e di come questo problema sia dilagato nell’indifferenza generale; altro capitolo interessante è quello sulla diffusione delle armi e sul perché negli Stati Uniti sia così forte la volontà di possederle, particolarmente in alcune aree geografiche e tra alcuni gruppi di persone. Si procede poi con il capitolo dedicato al sistema elettorale, che si sofferma anche su come stia cambiando la demografia con un sempre maggiore peso delle minoranze, che a loro volta avranno sempre più influenza sulle scelte politiche di oggi e soprattutto di domani. Si continua attraverso capitoli su società, radicalizzazione e futuro di questo affascinante Paese. Questa è l’America è un libro ricco di curiosità e di approfondimenti, pieno di aneddoti esplicativi in cui Costa condivide le sue esperienze e mostra tutta la sua conoscenza in materia.

Sono rimasta affascinata da questo libro dalla prima pagina che ho letto. Sono sempre stata attirata dalla cultura degli americani, dalla loro intraprendenza e dalla loro capacità di sapersi continuamente rinnovare. Ho sempre visto gli USA come un mondo parallelo al nostro, quasi perfetto, ma più cresco più inizio a vedere i difetti di questo paese e questo libro era proprio quello che cercavo. Costa ha saputo elencare i difetti dello Stato senza però pregiudicare niente e riuscendo a non spegnere in me l’amore nei confronti di questo Paese.

L'autore appena fatto uscire un nuovo libro, improntato su Biden, spero di leggerlo presto.

Consiglio questo libro a tutti quelli che sono curiosi di conoscere il mondo non solo attraverso luoghi comuni.

Arianna Proietti 5LA

Quel sorriso che molti bambini non conoscono (23/01/21)

Autore: Andrea Caschetto

Titolo: Dove nasce l'arcobaleno

Editore: Giunti, 2016

Andrea è un ragazzo di origini siciliane che ama viaggiare per il mondo e lo fa con un unico obiettivo in testa, regalare un sorriso a tutti quei bambini che ne meritano uno, ma che per un motivo più che per un altro, non sono mai riusciti a trovare una ragione per farlo. Nel suo libro afferma di amare i bambini per la loro purezza e la loro innocenza, la sincerità e la tenerezza con cui si ritrovano in un mondo che può essergli stato o no favorevole.

Andrea visita principalmente strutture adibite all'alloggio dei bambini e dei ragazzi meno fortunati, gli orfanotrofi, specialmente quelli situati negli stati più poveri e più pericolosi del mondo, come dei piccoli paesi del Venezuela e della Colombia. Nonostante le numerose raccomandazioni che gli sono state fatte riguardo al rischio che avrebbe corso se si fosse addentrato in certi quartieri, il suo voler fare del bene lo spinge a non arrendersi mai e portare avanti questa sua vocazione regalando sorrisi ai bambini di tutti quei posti in cui neanche la polizia vorrebbe metterci piede. Riguardo questo argomento cita una celebre frase di Paolo Borsellino "Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola".

 Nel suo viaggio incontra e fa sorridere precisamente 8008 bambini e molti di questi vogliono raccontare la loro storia, per diffonderla e far sentire la loro voce al resto del mondo. Tra questi ci sono bambini ai quali sono venuti a mancare la madre e il padre per motivi differenti, chi li ha conosciuti e li ha visti morire, chi è stato abbandonato, chi si ricorda solo la madre, chi solo il padre e chi non ricorda né l'uno né l'altro. Bambini vittime di abusi, sottratti dai traffici di organi, dalla prostituzione, dalla strada, dallo spaccio e molti altri gravi problemi di questo tipo, legati principalmente al territorio in cui sono nati. 

L'autore racconta inoltre che nei Paesi più poveri, sono molti gli "orfanotrofi" che usano i bambini stessi per costruirci sopra il proprio business illegale e fare soldi in nero. Caschetto stesso cerca delle prove per denunciare il più possibile questo fenomeno di larga scala ma si ritrova davanti ad una società indifferente, nonostante sia a conoscenza di tali crudeltà. 

La sua storia diffonde temi di estrema attualità, e ci ricorda quanto siamo stati fortunati ad essere nati in uno Stato come il nostro, democratico, con a disposizione i nostri intoccabili diritti. Siamo fortunati ad essere cresciuti in una famiglia, che può sì avere i suoi problemi, ma pur sempre una famiglia. Infine fortunati perché ci è stato concesso il dono della felicità e del sorriso, che ha una forza assurda su ognuno di noi e senza il quale non saremmo quello che siamo oggi. A volte non ci rendiamo conto di quanto il destino sia stato buono nei nostri confronti, e con una lettura del genere, possiamo stare tranquilli che non ce lo scorderemo mai più

Matteo Colombo 5LB

Sempre più interconnessi, sempre più soli (16/01/21)

Autore: Matt Haig

Titolo: Vita su un pianeta nervoso

Editore: Edizioni E/O, 2019

Un libro che ci racconta di quanto il nostro mondo sia frenetico e della quantità di stress che ci provoca; della tecnologia, di quanto stia diventando parte integrante delle nostre vite; di come siamo sempre più interconnessi e al contempo sempre più soli, specialmente in un momento come questo.

Matteo Maggioni 5LA

“Questo libro si conviene ai pochissimi” (09/01/21)

Autore: Friedrich Nietzsche

Titolo: L’Anticristo. Maledizione del cristianesimo

Editore: Adelphi, 2015 (prima edizione: 1895)

A Nietzsche va riconosciuta la notevole capacità di coinvolgere e di convincere grazie a un linguaggio chiaro e pungente, dove confutazioni e dubbi non trovano spazio di fronte alla chiarezza delle tesi. Nulla è dato per scontato: ogni verità trova riscontro non nella dogmaticità della tradizione e dei valori di cui per millenni si è fatta portatrice, ma nella semplicità delle cose così come sono vissute. Nella spontaneità della vita.

L’incipit del libro è una provocazione rivolta al lettore: “Questo libro si conviene ai pochissimi”. Dov’è l’astuzia? La furbizia di Nietzsche sta nel pensare di scrivere un libro destinato a poche persone, quante poche sono quelle indifferenti alla morale cristiana. In realtà, lui ben sapeva che era vero il contrario. Infatti, durante gli anni di stesura dell’Anticristo, il cristianesimo è ormai tramontato da parecchio tempo, e Nietzsche ne è consapevole. Il suo scopo dunque non è quello di svalutare o criticare la fede della dècadence, il suo fine è più sottile: smuovere le coscienze degli inerti – “Ognuno lo sa: e ciononostante tutto permane all’antico stato”(cap. 38) – chiamandoli a sé attraverso tesi dimostrate, e non verità supposte. È necessario liberare l’umanità dall’ipocrisia della morale, dalla “santa menzogna”, dalla sciagura dell’umanità. È necessaria una “trasvalutazione di tutti i valori”.

Secondo Nietzsche, il cristianesimo non è solo una religione, ma è una cultura, un modo di vivere che ha determinato tutti i valori su cui la società occidentale tuttora poggia. In quanto cultura, la religione cristiana è insita nella vita di ogni persona, è scritta nel suo DNA prima ancora che essa possa decidere di essere cristiana o meno. Il cristianesimo impregna ogni momento della nostra vita, dal matrimonio alla morte, e di questo già Nietzsche se ne era accorto. In questa ottica, anche gli atei diventano cristiani. “In realtà – dice Nietzsche – non sono esistiti affatto cristiani – perché – cristiano è null’altro che un fraintendimento psicologico – in quanto – nell’odio istintivo contro ogni realtà abbiamo riconosciuto l’elemento propulsivo”.

Per il filosofo, il cristianesimo ha svalutato ogni valore, riducendo il corpo al carcere dell’anima, mortificando la salute, reprimendo gli istinti, rifiutando l’igiene e la sensualità, disprezzando così la stessa vita. Glorificando ciò che è malato, debole, abbietto, ha ripudiato la stessa regola naturale dell’autoconservazione, della sopravvivenza. A tal proposito scrive: “Noi altri che abbiamo il coraggio della salute e anche nel disprezzo, abbiamo pure il diritto, noi, di disprezzare una religione che ha insegnato a fraintendere il corpo […] che fa dell’insufficiente nutrizione un merito, che combatte, nella salute, una specie di nemico, di diavolo, di tentazione. […] Il movimento cristiano, in quanto movimento europeo, è fin da principio un moto collettivo d’ogni sorta di elementi di rifiuto e di scarto” (cap. 51).

Secondo Nietzsche, solo gli antichi Greci e Romani riuscirono a comprendere che il vero senso della vita sta nella sua finitudine. Come? Riconoscendo il naturale avvenire delle cose, senza il bisogno di inventare un mondo soprannaturale - “l’al di là”- dove tutto questo disprezzo verso la carne e gli istinti trova una soluzione, o meglio una redenzione. Ne consegue “l’immortalità dell’anima”, eredità della filosofia platonica, che è azione distruttiva di tutti gli istinti promotori vitali.

Il cristianesimo è un mondo di simboli e allegorie, dove l’interiorità – la “luce”- dell’uomo è realtà, mentre la realtà è svalutata a simbolo. “Il regno di Dio esiste ovunque e in nessun luogo”(cap. 34), non ha ieri né domani perché è un’esperienza del cuore. In questo ingranaggio, la fede è una maschera, è la menzogna che diventa potenza nelle mani dei preti, i quali interpretando il “volere divino” stabiliscono ciò che è “vero” e ciò che è “falso”. La beatitudine è solo una promessa destinata a rimanere tale. Ecco dov’è il grande crimine del cristianesimo: mortificare la vita terrena a tramite verso una vita infinita, ma chi può garantire una promessa così grande? Di certo non la scienza, da sempre dottrina scettica e libera dalle carceri delle convinzioni. Da sempre nemica prima della fede.

Dice Nietzsche: “Servire la verità è il più duro dei servizi” (cap. 50).

Giorgia Toppi 5LB

Uno scomodo maestro per i nostri tempi (02/01/21)

Autore: Matteo Collura

Titolo: Il maestro di Regalpetra. Vita e opere di Leonardo Sciascia

Editore: La nave di Teseo, 2019 (prima ediz.: Longanesi, 1996)

Un maestro deve sempre dare un'altra prospettiva e un altro punto di vista - anche se scomodi - sui problemi dei propri tempi: in questo, Leonardo Sciascia (1921-1989), che pure insegnò alle scuole elementari per qualche anno, fu davvero un grande maestro, impegnato, mediante la sua opera di romanziere, saggista e editorialista, a riflettere sui temi dei diritti delle persone, della giustizia e della legalità. Sempre e comunque nell'ottica di un'inesausta ricerca della verità.

Il profilo di Matteo Collura ci restituisce uno Sciascia certamente ancorato alla sua terra di origine, la Sicilia dell'entroterra nisseno e girgentino (luogo che lo collegava in maniera ideale a Pirandello), ma assolutamente proiettato sull'Italia e sull'Europa, innamorato com'era di Manzoni, ma anche di Parigi, dell'illuminismo francese, di Stendhal, della letteratura spagnola.

Prof. Emiliano Bertin

Differenze tra i popoli: perché? (26/12/20)

Autore: Jared Diamond

Titolo: Armi acciaio e malattie

Editore: Einaudi, 1997

Sono sempre stata un’appassionata del passato, non come rifugio in un mondo ideale ma convinta sostenitrice che la comprensione del presente, di chi siamo e del perché siamo così, sia imprescindibile dalla conoscenza del come eravamo. La mia primissima passione è stata l’archeologia, la conoscenza delle grandi civiltà antiche. Mi sono imbattuta in Jared Diamond quasi per caso… non riuscivo a capacitarmi di come un piccolo e sparuto gruppo di europei avesse potuto sterminare intere civiltà precolombiane senza colpo ferire e le spiegazioni sui libri di storia mi lasciavano un po’ perplessa. Armi, acciaio e malattie è stato per me un’epifania, un libro di formazione che mi ha acceso, una ventina di anni fa, una nuova passione: l’antropologia!

Il libro risponde a una domanda semplice, quasi ingenua – ma è la domanda alla base di molti dei problemi di integrazione che affliggono il mondo di oggi. Perché ci sono differenze immense in termini di ricchezza, cultura, stili di vita, tecnologie, commercio, sanità?

Alla base di tutto, in questo saggio di Diamond, c’è la comprensione delle diverse condizioni in cui si sono trovati i diversi popoli nel corso dell’evoluzione. Diamond affronta il problema a trecentosessanta gradi, collegando tra loro temi apparentemente molto diversi: il clima, innanzitutto – da cui dipendono la possibilità di coltivare e allevare, la capacità di creare eccedenze e di costruire classi sociali non addette alla produzione di cibo e la possibilità di costruire società complesse, solide, durature. A tutto questo si sommano le malattie, strettamente connesse al clima e alla domesticazione degli animali; le tecnologie, indispensabili per rendere più confortevoli le condizioni di vita; e le armi, necessarie per prevalere sulle altre popolazioni.

Il discorso di Diamond è affascinante, ed è privo da ogni pregiudizio: non si tratta di genetica, ma piuttosto di caratteristiche insite nell’ambiente che hanno portato a scelte diverse, a destini diversi, al migliore adattamento possibile all’ambiente in cui vive ogni popolo. Fortuna, dunque: tutto merito della fortunata combinazione di caratteristiche ambientali.

Particolarmente affascinante è la questione delle malattie. Riflettendoci, la maggior parte delle malattie più devastanti sono arrivate all’uomo tramite gli animali: ad esempio il vaiolo nel passato, l’AIDS oggi. È qui che i diversi ambiti si intrecciano: la domesticazione degli animali – possibile solo in determinate condizioni geografiche e sociali – ha portato grandi vantaggi alle popolazioni, ma ha portato anche malattie. Popolazioni che non hanno conosciuto la domesticazione in modo intensivo, come gli indigeni del Nuovo Mondo, sono stati devastati da microbi con cui non erano mai venuti a contatto, contro cui non erano minimamente preparati. E questo fattore, sommato a tutto il resto, ha contribuito a costruire le differenze nel mondo di oggi.

DSGA Maria Di Lorenzo

La fragilità? Rivalutiamola con Leopardi (19/12/20)

Autore: Alessandro D'Avenia

Titolo: L'arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita

Editore: Mondadori, 2016

Un libro che ti colpisce nel profondo perché, oltre a essere di estrema attualità tratta anche di un tema molto importante, la fragilità, la quale al giorno d'oggi non è ben accetta. 

Noi infatti mostriamo il lato migliore di noi stessi proprio per paura che mostrando agli altri le nostre debolezze potremmo essere feriti.

Oggi una fragilità è vista come qualcosa di negativo e molto spesso guardiamo delle persone fragili escluse dalla società proprio perché hanno una qualche loro debolezza.

Questo libro rivaluta la parola "fragilità" e ne riscatta il significato, come qualcosa dietro al quale si nasconde la vera forza di ciascuno di noi.

Matteo Colombo 5LB

*

Ho trovato il libro di Alessandro D'Avenia molto interessante e istruttivo. L'autore oltre a rappresentare la visione di Leopardi, riesce a coinvolgere i lettori con esempi riguardanti la società moderna. Inoltre D'Avenia, essendo un insegnante a contatto con ragazzi di giovane età, dà anche consigli su come superare l'adolescenza e in generale i problemi della vita. 

È un libro che può forse sembrare abbastanza "noioso" e "complesso", ma che in realtà consiglio di leggere perché spiega la visione del mondo di Leopardi in una maniera differente e più interessante rispetto ai libri scolastici

Riccardo Vismara 5LB