auctores

Nell’ambito della letteratura latina Virgilio non è stato il primo a scrivere un encomio dell’Italia, poiché anche Varrone nel I libro del suo trattato sull’agricoltura, benchè in prosa e non in versi, aveva tessuto l’elogio dell’Italia, il De Rustica.

L’elogio varroniano presenta, come pure vedremo in quello virgiliano, delle iperboli,giustificate, tuttavia, dal genere stesso in cui sono state inserite.Infatti, trattandosi di un elogio, non sorprende che gli autori siano generosi nel lodare l’oggetto della loro esaltazione.

L’elogio varroniano serve da modello a Virgilio, il quale realizza, in quaranta versi, l’encomio di tutte le caratteristiche positive dell’Italia, seguìto ai versi 319-45 dalle laudes veris e infine dalle laudes vitae rusticae ai versi 458-542; le tre sezioni sono tra lor inscindibili, perché il motivo che costituisce il fulcro del primo gruppo di versi concorre a creare la situazione del secondo e così via, e le tre sezioni sono collegate da un duplice filo conduttore,ovvero il lavoro dei campi, che allo stesso tempo è garanzia di giustizia e aspirazione alla pace, e poi le doti uniche che caratterizzano il paese, che nei versi danno vita a dei veri e propri mirabilia ravvisabili sul suolo italico.