Fino a sei anni il bambino è del tutto centrato su se stesso e ciò che lo attrae è esplorare l’ambiente che concretamente ha intorno.
Dopo i sei anni la sfera di interesse si espande, c’è una grande apertura intellettuale, relazionale e spirituale. E’ il periodo in cui il bambino organizza il piano astratto dello spirito umano.
E’ un bambino che ha fame di conoscenza e desiderio di capire, è attratto dalle regole del vivere sociale, si mette in discussione e si pone problemi morali.
Maria Montessori riteneva che creando un ambiente proporzionato, ricco di motivi di attività e fornendo le esatte tecniche d’uso di un materiale strutturato, i piccoli potessero scegliere le loro occupazioni in modo autonomo.
Si era accorta che i suoi bambini non rimanevano mai senza far niente, sceglievano il proprio lavoro e, appena stanchi, lo cambiavano con un altro.
I materiali strutturati che ci ha lasciato sono il punto di partenza della nostra didattica.
Grazie ad essi la matematica, così come la geometria o la grammatica che regola la lingua non sono rigide materie imposte dall’alto. Lettere, numeri e figure geometriche, da entità puramente astratta, diventano oggetti da prendere in mano, toccare, osservare in successione in modo da scoprirne le dinamiche e i segreti, senza imposizioni di tempi o risultati.
I materiali didattici formano una parte essenziale del metodo; è la stessa Maria Montessori ad osservare che questo materiale può risultare simile al materiale didattico usato in altri metodi, ma è necessario comprendere alcuni aspetti fondamentali che li rendono differenti dagli altri. La loro principale qualità è di attrarre l’attenzione del bambino e provocare una stimolazione permanente del suo lavoro mentale, della sua interiorità; bisogna considerare il materiale dal punto di vista dell’interazione del bambino con esso e, quindi, dare un’attenzione speciale al modo in cui il bambino procede nell’uso dei materiali.
Il materiale montessoriano si rivolge direttamente al bambino, e il bambino risponde alla sua attrattiva secondo le sue attività interiori, ispirate dal materiale stesso. Il materiale, in un certo senso, tende a eliminare l’insegnante e, per questo motivo, rende libero il bambino. Questa liberazione nell’apprendimento è la principale caratteristica del metodo, da sempre sottolineata dagli studiosi e dagli insegnanti montessoriani. Il materiale libera la vita interiore del bambino dalla dipendenza da altre persone e, in particolare, dalla persona del maestro; così, permette che la libertà sia realizzata effettivamente nella scuola.
Tutti gli oggetti sono connessi in una serie e formano nel loro insieme il materiale di sviluppo; quando il bambino interagisce con il materiale interiormente, non solo si sviluppa un sistema di idee, ma il bambino compie un grande lavoro interiore.
L’uso e la disponibilità di un materiale sistematico offre un ordine nello sviluppo del bambino senza la necessità di programmi stabiliti dall’esterno; quindi, la vita del bambino è liberata da programmi che, spesso, sono arbitrari e impediscono il libero sviluppo intellettuale del bambino.
Altra qualità imprescindibile del materiale montessoriano è che contiene in sé la possibilità del controllo dell’errore: quando il bambino usa il materiale, il materiale stesso mostra al bambino i suoi errori, e in questa forma libera il bambino che può correggere i suoi errori senza creare frustrazioni. Così il materiale non solo sviluppa l’attività del bambino nel campo intellettuale, ma anche in ambito morale: il bambino si abitua a correggere i propri errori, in modo che questa autocorrezione diventi un atteggiamento, quasi un modo di vivere. Ciò libera il bambino dalla critica sfavorevole e scoraggiante degli altri, e sviluppa in lui il senso dell’autocritica.
Oltre a queste caratteristiche e qualità di carattere psicologico, il materiale montessoriano risponde concretamente a esigenze di carattere pratico. I materiali sono qualitativamente e quantitativamente specifici e determinati, nel senso che le qualità e quantità osservabili dentro i set dei materiali stessi sono stabilite in maniera precisa e non possono essere né più, né meno di ciò che sono. Altrimenti, risulterebbero insufficienti allo sviluppo del bambino, oppure superflue e disturberebbero lo sviluppo del bambino. La presenza di un singolo esemplare per ciascun materiale nel lavoro in classe è di fatto possibile, perché i bambini lavorano insieme, ma non tutti con lo stesso materiale. I bambini si applicano a differenti attività, e questo rende il materiale "economico" e nello stesso tempo corrisponde al principio di libertà, perché permette che il bambino, avendo scelto la sua attività, si sviluppi liberamente secondo il ritmo della sua vita interiore
Il materiale diventa come un eserciziario dello spirito, in quanto il bambino vi esercita la propria sensorialità ed intelligenza, liberamente attirato dalle segrete informazioni e dalle inesplorate soluzioni che esso racchiude. Penetrando il materiale strutturato i bambini si rendono conto di come operano, pensano, adottano ipotesi, congetture e soluzioni, di come classificano, risolvono problemi e modificano le proprie rappresentazioni mentali. In questo senso il materiale Montessori ha una valenza metacognitiva pressoché assente in altri materiali e tecniche di apprendimento. Non solo, ma i bambini sono consapevoli di costruire la propria conoscenza, integrano le informazioni nuove a quelle già possedute, esplorano e scelgono le strategie, anche alternative, per impadronirsi di una nozione, di una operazione matematica, di un testo anche poetico. Poiché il loro lavoro è intimamente personale, essi esperimentano e conquistano il sentimento della propria autonomia e identità.
Ecco che la cultura del bambino diviene il risultato autentico del suo libero lavoro nel corso di esperienze personali da cui egli trae e assorbe gli elementi costitutivi, i quali si fissano nel suo spirito preparandosi a dare nuovi frutti.
La scuola nel suo insieme e le aule non sono confini limitanti, ma luoghi di storie e di esperienze, perché il bambino circolandovi liberamente scopre nuove possibilità di lavoro e di conoscenza. Il bambino istintivamente si porta dove c’è opportunità di lavoro, di esperienza, di osservazione, di studio. La scuola Montessori rifiuta la concezione segmentaria dello spazio e del tempo, e si fa realtà di vita e di ricerca in ogni suo luogo e momento, perché il bambino vive e si educa ovunque e sempre.
I bambini desiderano conoscere e sapere, domandano e ricercano, pensano e immaginano perché istintivamente sanno che i fenomeni e i fatti debbono essere spiegati e giustificati e che essi ‘vivono’ e esistono secondo determinate leggi e proprietà. Ogni cosa è pensata in una visione più vasta della realtà. Ma, ha scritto Maria Montessori, essi “hanno bisogno di ricevere risposte complete, che provocano il loro entusiasmo e suscitano il bisogno di nuove ricerche e di attività intensa”.
Pertanto, ha ricordato la Montessori, “la scuola deve essere vivificata da uno spirito nuovo, deve essere animata da un maestro saggio, più saggio di qualunque altro individuo umano, che conosce e rispetta le leggi dell’educazione”.