Docente: Maria Rita Iaconetti
Alunna : Angelica Terranova
classe: III A Enogastronomia
Poesia sulla donna
Cara donna non chiamare amore
chi davanti ti accarezza e dietro ti dichiara violenza.
Meriti qualcuno che ti apprezza
per ciò che sei e quello che non sei
Balla in punta di piedi con leggerezza
che la vita non è sempre una certezza.
Meriti un amore che ti voglia…spettinata
un amore libero e ribelle
perché tutto ciò che vedi non è sempre bello.
Cara donna non dipendere da nessuno ma dipendi da te stessa
Non fidarti mai di chi prima ti tira uno schiaffo
e poi ti accarezza.
Non cadere nel tunnel della tristezza.
Sii sempre sincera
io sono donna, una rosa cresciuta in mezzo al cemento.
Docente: Maria Rita Iaconetti
Alunna : Teresa Gencarelli
classe: III A Enogastronomia
Donna
Tu donna, dopo il Creatore, linfa vitale di questo pianeta.
Tu donna, arguta, garbata e risoluta ,
che col tempo hai cambiato l’esistenza di questa Razza.
Tu donna, calpesta quel ferino passato che hai vissuto, e con la tua essenza spiana la via del futuro.
Tu donna, ogni volta che lotti, lotta per te stessa.
Tu donna, hai cambiato il mondo, sei forte e non chiedi aiuto a nessuno.
Docente: Maria Rita Iaconetti
Alunna : Alessia Corina
classe: III A Enogastronomia
DONNA
“Individuo femminile della specie umana”
che nella storia ha subito innumerevoli incomprensioni , umiliazioni, sottomissioni. Tutto ciò solo per essere nata Donna.
L’insano pensiero di associare le donne ad esseri fragili da utilizzare senza capire, conoscere, amare è appartenuto alla società da sempre, forse perché, siamo state considerate esseri fragili, inutili, superflui, e a volte abbiamo contribuito anche noi a farci etichettare, fin quando abbiamo preso coscienza del nostro essere, ed abbiamo iniziato a lottare, a protestare, a morire, ad abbandonare tutto per difendere la nostra vita e i nostri ideali.
È il XIX secolo l’epoca del ribaltamento, quando donne coraggiose sono scese in piazza per difendere i propri diritti, per superare le disuguaglianze per rivendicare il diritto di voto, il diritto al lavoro e all'istruzione. Diritti concessi da sempre al “maschio”, forte, superiore, in grado di far fronte a tutte le esigenze della famiglia, al “maschio” padre-padrone, al “maschio” marito e “signore”. Ma la società civile non dovrebbe trattare tutti allo stesso modo? Non dovrebbe equiparare tutti allo stesso livello? Senza differenza di sesso, religione, cultura, come recita l’articolo 3 della nostra Costituzione? No, ragazzi, non è così noi donne, siamo ancora costrette a lottare per ottenere l’uguaglianza di genere, per essere considerate “esseri umani “e non “oggetti”.
Invito tutti ad allargare i confini mentali e pensare che dall’altra parte del mondo e anche qui da noi, ci sono donne e bambine come le vostre madri e sorelle che subiscono oltraggi e indecenze che sono considerate normalità. Vi invito a leggere, capire ed ascoltare con la voce del cuore, non con la sterile voce della “superiorità” di cui vi siete insigniti senza esserne degni, vi invito a cambiare a osservare ciò che succede, a combattere a fianco di coloro che considerate “deboli”.
Oggi in occasione dell’otto marzo ci tengo a ricordare a tutti che la battaglia non è finita e che tutti senza alcun esclusione dobbiamo lottare per far si che in un futuro prossimo giornate come questa ci ricordino quello che abbiamo raggiunto e non quello a cui ancora dobbiamo arrivare.
Da donna adolescente spero con tutta me stessa che la società porti a termine questa lunga battaglia, cosi da restituire la pace alle donne che sono morte per essa, e soprattutto alle generazioni presenti e del future.
Non riesco a elaborare la visione che differenzia le donne dagli uomini, per me noi esseri umani siamo tutti uguali, abbiamo sentimenti, emozioni, passioni, che ci accomunano e dobbiamo essere uniti per fare la differenza, solo l’unione ci renderà forti e creeremo un mondo diverso fatto di amore, comprensione, rispetto. E concludo con una frase di Guccini dedicata a una grande donna, che ha creduto fino in fondo ai suoi ideali: Silvia Baraldini: “ sempre l'ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte”, perciò superiamo l’ignoranza e facciamo sentire la nostra voce.