Eccellenze napoletane


Per concludere il nostro fantastico viaggio ci fermiamo per gustare i tipici prodotti del luogo.

La mozzarella di bufala è una vera bontà

La pizza margherita fu inventata nel 1889 dal cuoco Raffaele Esposito in onore della regina Margherita

Dulcis in fundo...

babà

sfogliatelle

pastiera


Zeppole di San Giuseppe

L'origine della parola zeppola forse deriva dal latino serpula cioè serpe per la forma attorcigliata o dal latino cippus cioè zeppa, il pezzo di legno per correggere i difetti di misura dei mobili


La mela annurca


La mela annurca, “la regina delle mele” per le sue proprietà nutritive ed organolettiche, è l'unica mela italiana originaria del Sud e precisamente della Campania. La caratteristica della mela annurca, che la contraddistingue da tutte le altre, è quella di non maturare sull'albero, ma al suolo, dopo essere stata raccolta ancora acerba. Inoltre la mela annurca ha tante proprietà benefiche: contrasta il colesterolo alto, protegge l'apparato cardiovascolare, ha ottimi benefici anche sull'intestino, sostiene la funzionalità renale ed è un perfetto sbiancante per i denti. Si può usare in cucina per preparare marmellate, torte, succhi e liquori.

LA RICETTA DELLA TORTA

DI MELE ANNURCHE


Un dolce semplice e buono da fare in famiglia: la torta di mele annurche.

Ecco gli ingredienti:

  • 340 g di zucchero

  • 180 g farina 00

  • 4-5 mele annurche

  • 8 uova

  • 1-2 scorze di limone grattugiate

  • 2 cucchiaini di acqua freddissima

  • Una bustina di lievito per dolci

  • q.b. zucchero a velo

Separate i tuorli dagli albumi e metteteli in due ciotole differenti. Mescolate metà dello zucchero nei tuorli e montate il tutto. Poi aggiungete la scorza di limone e continuate a montare. Dopodiché aggiungete, nella seconda ciotola con gli albumi, l’altra metà dello

zucchero e l’acqua. Montate il tutto. Ai tuorli aggiungete lievito e farina, poi mescolate. Unite ai tuorli gli albumi e le mele tagliate a pezzettini. Prendete uno stampo, lo imburrate, lo infarinate e versate al suo interno l’impasto. Mettetelo nel forno a 180° C per 40 minuti. Dopo la cottura, spolverate con lo zucchero a velo e la torta è pronta!!!

Buon appetito!



LEGGENDE E STORIE:

LA PASTIERA

NAPOLETANA

La Pastiera napoletana è un dolce tradizionale partenopeo, del periodo pasquale, ricco, delizioso, saporito, a base di pasta frolla, grano, ricotta, uova e dal profumo intenso di fiori d’arancio. Il ripieno è morbido, cremoso e profumato: una delizia per il palato... La ricetta ha una storia antica: un tempo si cuoceva nel forno a legna dai fornai del quartiere. I canditi sono insostituibili perchè oltre al profumo, rilasciano umidità al ripieno rendendolo morbido e umido anche nei giorni successivi alla preparazione.

Secondo un'antica leggenda, la sirena Partenope realizzò per prima questo dolce: gli abitanti per ringraziarla di aver scelto il Golfo di Napoli come sua dimora, incaricarono sette belle fanciulle dei villaggi vicini di regalarle farina, ricotta, uova, grano tenero, acqua di fiori d'arancio, spezie e zucchero. Partenope stessa li mescolò insieme dando vita alla pastiera.

Secondo un'altra leggenda le mogli dei pescatori, una volta, avrebbero lasciato sulla spiaggia ceste piene di grano, ricotta, uova, frutta candita e fiori d'arancio come offerta al Mare affinché permettesse ai loro uomini di tornare a casa sani e salvi dalla pesca. Nella notte le onde del mare mescolarono questi prodotti. Il giorno dopo il mare restituì i pescatori sani e salvi alle loro mogli che trovarono inoltre un dolce già pronto nelle ceste: era la pastiera.

Si pensa che la ricetta della pastiera, sia nata nel XVI secolo nel convento di San Gregorio Armeno, la famosa strada dei pastori nel centro storico di Napoli. Una suora dell’ordine benedettino preparò un dolce che rappresentasse la Morte e la Resurrezione di Gesù Cristo unendo insieme alcuni ingredienti particolari come il grano, le uova e la ricotta. Le pastiere realizzate dalle suore del monastero diventarono il dolce preferito degli aristocratici napoletani che ne richiedevano in grande quantità durante la settimana santa.