Letteratura

25 MARZO 2021

Il Dantedì è stato istituito per la prima volta nel 2020 e la seconda edizione di quest’anno coincide con i 700 anni dalla morte di Dante. Perché il 25 marzo? Perché secondo gli studiosi è questa la data di inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia. Al di là di date, anni e tappe cronologiche, quello che colpisce è quanto Dante con la sua opera appaia attuale, moderno, contemporaneo.


Con il gioco dell'oca su Dante abbiamo partecipato al maggio dei libri 2021

Cos’è Il Maggio dei Libri


Nata nel 2011 con l’obiettivo di sottolineare il valore sociale dei libri quale elemento chiave della crescita personale, culturale e civile, Il Maggio dei Libri è una campagna nazionale che invita a portare i libri e la lettura anche in contesti diversi da quelli tradizionali, per intercettare coloro che solitamente non leggono ma che possono essere incuriositi se stimolati nel modo giusto.

COSA STIAMO PREPARANDO?

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Lapbook Dante

Il Gioco dell'oca di Dante

Per il Dantedì è stato costruito il gioco dell'oca di Dante: Si parte dalla Selva Oscura, si percorre tutto l'Inferno e chi arriva per primo al Purgatorio vince.

Regole:

  1. Se capiti nella casella uno, stai fermo tre turni, perchè è la casella delle tre fiere, che ostacolano dante.

  2. Se capiti nella casella 4, passi alla casella 6, perchè è la casella di Caronte il demone traghettatore, che attraversa il fiume Acheronte.

  3. Se capiti sulla casella 7, stai fermo un turno, perché è la casella di Paolo e Francesca, Dante sviene per la loro storia.

  4. Se capiti sulla casella 10, stai fermo due turni, perchè è la città di Dite, qui Dante e Virgilio, aspettano l'aiuto della grazia divina prima di attraversarla.

  5. Se capiti sulla casella 15, torni alla casella 8, perchè è quella delle Malebolge.

  6. Se capiti sulla casella 19, torni alla Selva Oscura e ricominci il percorso, perchè è la casella di Lucifero.

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Virgilio

E' un poeta latino che è considerato da Dante una guida.

Lucifero

E' il padrone dell'Inferno e è il dannato che ha fatto il peccato peggiore: ha tradito Dio.

Megera

E' una delle tre furie che sbarravano la strada a Dante e Virgilio, alla città di Dite.

Paolo e Francesca

Sono due amanti che leggendo quel libro si sono resi conto di amarsi.

Il nostro viaggio nell'Inferno è ormai arrivato quasi a conclusione. I due poeti sentono provenire da lontano un forte vento e Virgilio spiega a Dante che presto ne scoprirà la ragione: attraverso una fitta e gelida nebbia, infatti, si può scorgere la figura mostruosa di Lucifero, un orribile gigante con tre facce di tre colori diversi e con tre spaventose paia di ali da pipistrello. Oltre ad alcune rappresentazioni grafiche di Lucifero, i ragazzi hanno creato delle infografiche con l'hastah #leggere Dante , in cui hanno aggiunto il motivo per cui sarebbe importante che tutti leggessero Dante e la Divina Commedia.

Concludiamo il lavoro sulla cantica scrivendo le cinque parole (o frasi) che ci sono venute in mente e che abbiamo associato all'Inferno dantesco analizzato in queste settimane.

Ispirato a http://dragoniprof.blogspot.com/2020/05/e-quindifinito-di-leggere-linferno.html

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Come verifica finale ho assegnato loro la descrizione di un personaggio dantesco secondo lo schema seguente:

Quale tra i personaggi incontrati ha maggiormente catturato la tua attenzione? Spiegane il motivo e, se vuoi, fanne una rappresentazione grafica.

02 marzo 2021

Oggi abbiamo conosciuto Ulisse.


Quale Ulisse? Quello conosciuto lo scorso anno come protagonista dell'Odissea?

Ed ecco che parte un braimstorming sulle caratteristiche di Ulisse che i ragazzi conoscono.

Per Omero Ulisse è: curioso, furbo, astuto, adulatore, ingegnoso...

Beh, Dante lo considera sicuramente un personaggio intelligente, così come tale lo considerava Omero, ma l'immagine dell'eroe greco che viene fuori dalla Divina Commedia è molto differente: Ulisse, infatti, viene collocato all'Inferno e pure piuttosto vicino a Lucifero, dove sono costretti a rimanere in eterno coloro che hanno commesso peccati più gravi, quindi di sicuro una immagine insolita rispetto a quella vista lo scorso.

L'Ulisse di Dante si trova nell'ottava bolgia dell'VIII cerchio tra i CONSIGLIERI FRAUDOLENTI, cioè coloro che hanno utilizzato l'intelligenza per ingannare gli altri, e che sono sono costretti a vivere all'interno di fiamme di fuoco. La legge del contrappasso è chiara: come le loro lingue in vita hanno parlato per procurare inganno, così nell'oltretomba i dannati si trovano rinchiusi in delle fiamme che hanno forma di lingua di fuoco per l'eternità.



CARONTE

Di chi si tratta?

Caronte è il traghettatore delle anime, cioè un demone che trasporta le anime destinate alla dannazione eterna nella sua barca al di là delle acque del fiume Acheronte, cioè dall'Antinferno all'Inferno vero e proprio.

Caronte non è un personaggio inventato da Dante, infatti il suo nome era conosciuto anche nel mondo greco e latino: era il traghettatore dell'Ade al quale si doveva un obolo, cioè un tributo, e da qui è derivata l'antica usanza di inserire una moneta nella bocca del defunto prima di procedere alla sua sepoltura.

Colui che però parla più compiutamente di Caronte nel mondo latino è Virgilio.

Ed ecco verso noi venir per nave

un vecchio, bianco per antico pelo,

gridando: "Guai a voi, anime prave!

Questo è il Caronte dantesco, un demone vecchio, barbuto, dagli occhi rossi, prepotente e scontroso negli atteggiamenti (grida e picchia col remo i dannati).



Minòs, altro orribile demone infernale che ringhia...

Dante e Virgilio, ormai oltrepassato il fiume Acheronte, entrano nell'Inferno vero e proprio. Dopo aver sostato nel primo cerchio dove si trova il Limbo - che ti ricordi vede al suo interno le anime di coloro che non sono stati battezzati o sono nati prima dell'avvento del Cristianesimo, luogo da cui proviene anche lo stesso Virgilio - i due poeti giungono nel secondo cerchio e si trovano di fronte un demone gigantesco che possiede una coda sorprendente: si tratta del personaggio di Minosse, il giudice infernale.

Come avvenuto nell'episodio di Caronte, quando Minosse si accorge della presenza di Dante, lo richiama con parole minacciose, alle quali Virgilio risponde con la medesima espressione vista nel canto III: Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare.



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Dopo aver letto i canti di Caronte e Minosse abbiamo analizzato le caratteristiche del Minosse dantesco (che ruolo ha, come viene descritto, come si comporta...) e fatto un confronto tra lui e Caronte.