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 Geografica...Mente 

rubrica di "viaggi , curiosità e cultura, fenomeni e scienze della terra..."

L'isola che non c'è

di Filippo Ciaccio e Bianca Treppiedi - III E

Oggi ci imbarcheremo per un viaggio nella storia geologica e nelle dispute territoriali che hanno riguardato l’isola Ferdinandea: un lembo di terra che scomparve dopo pochi mesi dalla sua apparizione, nelle acque del Mediterraneo. Essa ha suscitato l’attenzione di scienziati e politici di un'epoca passata.

Un fenomeno da noi scoperto nella lezione di scienze spiegatoci da un nostro compagno Filippo nelle vesti di “tirocinante”. L'Isola Ferdinandea, è emersa dall'acqua nel luglio del 1831. Questo evento straordinario è stato causato da un'eruzione vulcanica sottomarina che ha fatto emergere la nuova terra di fronte alle coste della Sicilia, a circa 50 km dal largo di Sciacca in provincia di Agrigento.

Un aspetto particolarmente intrigante dell'Isola Ferdinandea riguarda le dispute territoriali che essa ha generato, Il nome originale fu dato in onore del Capitano James Graham, che fu uno dei primi a osservarla; inoltre venne rivendicata anche dalla Francia che la rinominò Julia e Ferdinandea in onore di Re Ferdinando II di Borbone che a quell'epoca governava il Regno delle Due Sicilie. I tre contendenti giunsero quasi a sfiorare un conflitto ma l'isola, facendosi beffa di loro, scomparve tra i flutti dello stesso mare che l’aveva generata!

La vita di questa nuova isola è stata effimera. Essendo composta prevalentemente da tefrite, materiale roccioso eruttivo, facilmente erodibile dall'azione delle onde, essa pertanto non ebbe vita lunga.

Oggi, l'Isola Ferdinandea è principalmente un ricordo geologico e una curiosità storica. Il sito vulcanico sotto il livello del mare continua a eruttare occasionalmente, generando piccoli banchi di pomice che affiorano temporaneamente. Tuttavia, nessuna di queste manifestazioni è stata abbastanza significativa da creare una nuova isola permanente. Ma se oggi non è emersa, Ferdinandea esiste sotto la superficie del mare e richiama molti sommozzatori, affascinati dalla sua storia e dalla bellezza dei suoi fondali.

L'Isola Ferdinandea è un affascinante capitolo nella storia geologica e politica del Mediterraneo e ci insegna quanto sia dinamico e mutevole il nostro pianeta.

 Sportiva...Mente 

rubrica di "sport, sano agonismo, attività motorie e salute"

Pallone d'Oro 

di Antonio Carollo - III E

Il pallone d’oro, noto in precedenza come calciatore europeo dell’anno, è un premio individuale assegnato per la prima volta nel 1956 dalla rivista francese France Football al calciatore che si è distinto di più rispetto a tutti gli altri.

Il pallone d’oro maschile 2023 è stato assegnato il 30 ottobre a Lionel Andrés Messi grazie alla vittoria del Mondiale conquistata con la nazionale argentina, a quella del campionato francese, alla supercoppa francese oltre che ai tanti gol segnati e agli assist forniti. Il pallone d’oro vinto quest’anno è solo uno degli otto conquistati nella sua carriera: infatti, proprio per tutti questi titoli, Messi è definito il calciatore più forte di tutti i tempi.

Sul podio, poco sotto Messi, si trovavano Erling Haaland e Kilian Mbappe che hanno avuto due stagioni formidabili ma ciò non è bastato per conquistare il titolo più importante dell’anno.

Il 30 ottobre è stato assegnato anche il pallone d’oro femminile e la vincitrice è stata Aitana Bomati, calciatrice spagnola che durante questa stagione ha vinto tutte le competizioni a cui ha partecipato, il mondiale con la nazionale spagnola e il triplete con il Barcellona.

Un Weekend da non dimenticare!

di Mattia Russo II D

Un weekend da non dimenticare per il nostro paese: l’Italia vince la Coppa Davis e Francesco Bagnaia è campione del Mondo per la seconda volta di fila. Infatti il 26 Novembre è avvenuto l’incredibile a Malaga, dove un’Italia guidata da un magnifico Sinner è riuscita a vincere dopo 48 anni la coppa Davis! L’Italia vince battendo una grande Australia, che per la seconda volta di fila vede sfumare in finale il grande sogno. Lo fa con la vittoria in 3 set di Arnaldi e con un dominio in 2 set di Sinner,di nuovo contro De Minaur, già incontrato tante volte quest’anno da lui, specialmente in occasione della sua prima vittoria di un master 1000 a Toronto. Quella del 26 novembre è stata solo una conferma di cosa ha fatto in questo torneo l’Italia; la vittoria più bella e soddisfacente è quella in semifinale contro la Serbia, dove Sinner ha battuto il n.1 al mondo Novak Djokovic al terzo set, annullando 3 match point. Sicuramente da non dimenticare la vittoria a Bologna di Lorenzo Sonego contro Nicolas Jarry, dove l’italiano ha annullato 4 match point  al cileno. Senza quella vittoria non saremmo stati qui. Lo stesso giorno, a Valencia, "Pecco" Bagnaia ha portato a casa il secondo mondiale consecutivo. Dopo un grande scontro con Jorge Martin Domenica,a causa del ritiro del suo avversario, ha potuto iniziare i festeggiamenti! Che orgoglio;-)

Questi atleti italiani hanno mostrato come le virtù nazionali, quelle che ci hanno fatto grandi nel Mondo non sono smarrite. Noi Italiani siamo capaci di creare, da sempre, e siamo capaci di migliorarci, di applicare a quello che facciamo tanta abnegazione e determinazione. Siamo stati nella storia emigranti e artisti, artigiani e inventori, pittori e imprenditori, …E lo siamo ancora oggi: ogni giorno, milioni di persone invisibili nei laboratori degli artigiani, nei centri di ricerca, nei loro posti di lavoro faticano duramente, cercano, creano, e, in silenzio, combattono lo spirito nero e velenoso del nostro tempo con le loro energie migliori. E così, come i nostri campioni, realizzano sogni!

Max Verstappen

ancora campione del mondo!

di Francesco Purpura - II C

Dopo il gran premio di Abu Dhabi, Max Verstappen si è laureato ancora campione del mondo, tra l’altro, per la terza volta consecutiva.

In questa stagione l’olandese ha dominato dalla prima all’ultima gara, con 19 vittorie in 22 GP; gli altri vincitori di almeno una gara sono Perez con 2 vittorie, sempre in casa Red Bull, e Carlos Sainz, unico pilota fuori dalla scuderia austriaca a vincere un Gran Premio quest’anno nel mitico GP di Singapore.

Verstappen, inoltre, a soli 26 anni, ha già conquistato 3 mondiali - gli stessi che Hamilton aveva a 30 anni - e 53 vittorie, quarto in questa speciale classifica, dietro solo a vere e proprie leggende al volante, come Sebastian Vettel, suo predecessore in Red Bull che, come lui, ha vinto 53 GP e solo un mondale in più. Michael Schumacher con 93 vittorie, storico pilota ferrarista, ha collezionato 7 mondiali in carriera, proprio come il leggendario pilota della Mercedes Lewis Hamilton, primo a raggiungere le tre cifre per numero di vittorie, precisamente 103. Verstappen ha tutti i requisiti per superarli tutti, e come quest’anno, nelle prossime stagioni avrà una macchina nettamente superiore alle altre. Il merito però non è solo della vettura: infatti, il suo compagno di scuderia Sergio Perez ha collezionato la metà dei punti e 17 vittorie in meno. Ormai alla fine del mondiale, non possiamo far altro che sperare noi italiani e ferraristi in una prossima stagione con maggiore competizione e parità nelle prestazioni tra i piloti, per regalare a tutti i fan di questo sport maggiori emozioni, con duelli nelle parti più alte della classifica che renderebbero ogni Gran Premio meno prevedibile e più entusiasmante.

Buone vacanze e ci vediamo nel 2024, per la nuova stagione della F1!

XXVIII Maratona di Palermo 

di Rachele Luzzu e Kareena Rungasamy - I H

Il 19 novembre 2023 Palermo ha ospitato la sua 28° Maratona Internazionale. Questo è un evento di grande storicità dove i concorrenti provengono da tutto il mondo, qui potranno coniugare lo sport con la cultura e l’arte con le bellezze di Palermo.

La storia della maratona

La maratona è una gara podistica di lunga distanza che copre la distanza di 42,195 chilometri (26 miglia e 385 iarde). La sua origine risale alla leggenda di Pheidippides, un soldato greco antico che, secondo la leggenda, corse da Maratona a Atene per annunciare la vittoria sui Persiani nella Battaglia di Maratona. La leggenda narra che, dopo aver consegnato il messaggio, Pheidippides sia collassato e morto.

La maratona moderna è stata introdotta alle Olimpiadi moderne di Atene nel 1896, con una distanza di circa 40 chilometri. La distanza standard di 42,195 chilometri è stata stabilita ai Giochi Olimpici di Londra nel 1908 e da allora è diventata la lunghezza ufficiale della maratona.

Le maratone sono ora popolari in tutto il mondo e vengono organizzate come eventi sportivi e non competitivi. Molti partecipano a maratone come sfida personale, per scopi di beneficenza o per il puro piacere di correre. Le maratone sono anche un'attrazione turistica in molte città, con percorsi che spesso attraversano i luoghi più iconici e scenici.

La Maratona di Palermo

La partenza è avvenuta alle 8:30 da piazza Ruggero Settimo per un percorso di 42.195m ed un tempo massimo di 5 ore. Il percorso si snoda dal centro città fino a Mondello e ritorno con passaggio alla Palazzina Cinese, all'interno di Palazzo dei Normanni, alla Cattedrale, lungo i quattro canti e a San Domenico in via Roma.

Ci sono stati diversi vincitori per categoria. I primi tre classificati sono stati: Duber Abdisa, Thesome E Baraki, Gebriala Yowhans.

Intervista ad uno dei partecipanti

Mario Luzzu (nella foto in basso) è stato uno dei partecipanti ed il  vincitore della sua categoria (Over 70). Mario Luzzu non è un partecipante qualunque, bensì mio nonno! Motivo per cui sono stata ancora più felice di occuparmi insieme alla mia compagna di questo articolo. Abbiamo deciso di contattarlo per farci  raccontare com'è andata.

Gli abbiamo chiesto se la gara è stata faticosa e se si è allenato molto, lui ci ha risposto  che è stata molto faticosa perché si tratta di  42 km, ma li ha fatti in poco più di 4 ore! Alla domanda se si fosse allenato molto ha risposto di sì e ha aggiunto che oltre all’ allenamento è fondamentale la passione. Gli abbiamo chiesto se correndo si passa dalle vie principali di Palermo e se il prossimo anno parteciperà. La sua risposta è stata che hanno percorso tutta via Libertà, per poi arrivare a Mondello attraverso la Favorita. Ci ha detto che è stato fantastico correre per le vie della città senza auto,  come se ci fosse riappropriati della città, togliendola alle auto ed allo smog. E che certo, che il prossimo anno parteciperà! Infine gli abbiamo chiesto in quanti erano che partecipavano alla maratona, ha risposto che erano oltre 2000 atleti da 35 nazionalità differenti!

ATP finals: che sfida!

di Riccardo Bongiovanni e Nicolò Moncada - I H

Il gioco del tennis nasce in Inghilterra nel 1874, l'antenato che lo inventò è Walter Clopton Wingfield. Il nuovo sport spopolò in Francia nel sedicesimo secolo e fu introdotto nel 1880 in Liguria. Nel corso del tempo il tennis è diventato uno sport sempre più popolare e amato dagli sportivi di tutte le età. Oggi le competizioni nazionali e internazionali sono seguite da tantissimi spettatori tra esperti, curiosi e appassionati. La qualità dei giocatori è cresciuta e si affacciano sulla scena campioni stellari. Una di queste competizioni è quella degli ATP Finals, che nasce nel 2017 e vede sfidarsi partita dopo partita i tennisti più forti del mondo.

 Si vincono una coppa e tanti soldi. 

Tra i grandi protagonisti di quest’anno spicca Jannik Sinner, un giovane italiano nato a San Candido in provincia di Bolzano il 16 agosto del 2001. La sua carriera da tennista comincia nel 2020 e il suo talento procede ed arriva tra i tennisti più forti del mondo, talmente forte che nel 2023 si è qualificato alle ATP Finals come quarto della Race, dietro soltanto a Djokovic, Alcaraz e Medvedev. Nessun italiano è mai riuscito ad arrivare fin a questo punto. 

E così vincendo molte partite è arrivato in semifinale. Ad aspettarlo a Torino c’è Djokovic.  

Novak Djokovic è considerato uno degli atleti più forti dell'intera storia del tennis. Nasce a Belgrado, in Serbia, il 22 maggio del 1987. Tennista di grande talento, già apprezzato e atteso sin dagli esordi della sua carriera, il 4 luglio del 2011 è diventato il numero uno al mondo nella classifica mondiale ATP.   

Dopo la semifinale in cui Sinner ha vinto contro Medvedev col punteggio di 6-3 6-7 6-1 e Djokovic ha battuto Alcaraz col punteggio di due set 6-3 6-2, il numero quattro al mondo sfida il numero uno al mondo. I due giocatori si incontrano domenica 19 novembre 2023. 

La partita è stata molto intensa, per i diversi colpi di scena. Sinner non ha giocato al meglio, pur essendo forte, probabilmente era in ansia. Così a trionfare è stato Djokovic, alzando per la settima volta la coppa, un trionfo meritato e un'ispirazione per i ragazzi di tutto il mondo.

Ora aspetta solo di vincere la coppa Davis che si terrà nei prossimi giorni, un’altra emozione per tutti noi. 

La Coppa Davis

di Lorenzo Lombardo III H

La Coppa Davis è un torneo annuale maschile che si disputa dal 1900.  Il torneo vede diverse nazionali sfidarsi in una serie di incontri sia singoli che doppi, nell'arco di più giorni. I paesi sono divisi in più gruppi in base al continente di appartenenza e alle prestazioni delle edizioni precedenti; il gruppo principale è il World Group, in cui sono inseriti 16 rappresentative squadre che compongono un tabellone ad eliminazione diretta, gli sconfitti al primo turno incontrano in un play-off una delle vincitrici dei vari gruppi continentali. La Coppa Davis, cioè il torneo tennistico più antico al mondo, venne ideato nel 1899 da quattro membri della squadra di tennis dell'Università di Harvard che pensarono di sfidare i britannici in una competizione di tennis. 

Quella di quest’anno è stata la 111ª edizione del torneo. Quest’anno a trionfare è stata l’Italia del tennis, nel segno di Jannik Sinner. Quarantasette anni dopo, è lui a guidare gli azzurri alla vittoria della coppa più ambita del tennis. Lo fa battendo nella finale di Malaga l’Australia, vero e proprio tabù azzurro, grazie ai successi di Matteo Arnaldi e soprattutto di Jannik Sinner, il diamante azzurro, vero protagonista della final 8 andalusa, capace di portare per mano l’Italtennis al traguardo che mancava dal lontano 1976, quando a far sognare l’Italia furono Panatta, Barazzutti, Zugarelli, con Pietrangeli capitano.

All’ottava finale di Coppa Davis, i ragazzi del capitano Filippo Volandri centrano l’impresa. L’ultimo tentativo, mancato, era stato nel 1998 e l’Italia era uscita sconfitta dal confronto con la Svezia.

Credo che per tutti è stata un'emozione particolare che non si provava dal lontano 1976. Abbiamo avuto l'opportunità di vedere giocare per l'Italia un fenomeno come Jannik Sinner, che è riuscito a riscattarsi dopo le tante critiche.

 Legger...Mente 

rubrica di recensione "Libri, film, concerti e teatro"

Io capitano

di Samuele Cassina III H

Io capitano è un film di Matteo Garrone che racconta il viaggio di due ragazzi senegalesi dall’Africa all’Italia, ricco di sogni, sofferenza e riflessioni, che riesce a commuovere e a far emozionare anche i più duri.

Seydou e Moussa hanno 16 anni, sono due cugini e lavorano tutto il giorno per riuscire a guadagnare i soldi per il viaggio verso l’Europa. Amano la musica rap e sognano di esibirsi sui palcoscenici europei. Seydou vive con la madre e la sorellina. Il forte legame con la mamma causa in lui dei dubbi sul viaggio tanto desiderato. Suo cugino Moussa, però, riesce a convincerlo ad intraprenderlo. Loro sognano di fare musica, diventare famosi e “firmare gli autografi ai bianchi”.  

Il film racconta il lungo e pericoloso viaggio che devono affrontare: dal Senegal verso le coste del Nordafrica, attraversando il deserto, passando dal Mali, dal Niger e dai terribili campi di prigionia della Libia. Seydou, una volta preso prigioniero, viene venduto come muratore. Lavorando ottiene la libertà e la possibilità di imbarcarsi verso l’Italia, insieme al cugino e ad altre decine di migranti su un barcone di cui lui dovrà essere, contro la sua volontà, lo scafista. Ovvero, IL CAPITANO.

Durante il percorso affrontano e superano tante atrocità e difficoltà rischiando più volte di morire. Fanno amicizie, conoscono persone con i loro stessi sogni, pronti a rischiare la vita pur di realizzarli, pur di scappare dalla miseria, dalla povertà, dalla guerra, dalla sofferenza.

Seydou e Moussa scappano per avere un futuro migliore, che meritano come qualsiasi ragazzo europeo che vuole andare a vivere in un altro Paese per avere più possibilità, ma per realizzare i loro sogni rischiano la vita.

Questo film mostra ciò che succede realmente alle persone che decidono di intraprendere il viaggio verso l’Europa. Fa vedere come tantissime persone, anche uomini di Stato, banditi, mafiosi, agenti delle forze dell’ordine, approfittino della disperazione delle persone che vogliono partire per guadagnare quanti più soldi possibili. Promettono viaggi verso l’Europa per poi mandarli a morire, derubano i viaggiatori, li imprigionano e li torturano.

Dopo la visione del film ho capito di essere estremamente fortunato, ho riflettuto sui privilegi di cui godo, solo per essere nato nella parte più fortunata del mondo. 

Io capitano non è un film adatto a tutti e ci sono molte scene dure. Nonostante questo è un film che tutti dovremmo vedere, soprattutto nel nostro Paese. Vedere con i propri occhi ciò che accade durante questi lunghissimi e faticosi viaggi colpisce molto di più rispetto a leggere storie nei libri o sentirne parlare al telegiornale. Questo film ci ricorda quanto sia importante essere accoglienti con le persone che arrivano nel nostro paese. Sono persone che hanno lasciato la famiglia, gli affetti, la loro casa per ottenere ciò che spesso noi diamo per scontato o svalutiamo: la libertà.

FnaF”: 

il nuovo film horror per ragazzi in questi giorni al cinema. 

di Mattia La Barbera, Luciano Caruso, Federico Mazzola - I H 

I fan sanno già cosa significa questa sigla. I nuovi spettatori devono sapere che la sigla che dà il titolo al film è l’abbreviazione di “Five nights at Freddy”. 

Si tratta di un film diretto da Emma Tammi con la collaborazione di Scott Cawthon, il creatore dei giochi di FNaF e prodotto da Blumhouse. Il film ha attratto giovani da tutto il mondo e, anche se è vietato ai minori di 14 anni, si può vedere accompagnati  da un genitore.

La storia racconta di un uomo di nome Mike, una guardia di sicurezza in un centro commerciale che viene licenziato e viene mandato all'ufficio di collocamento dove incontra Steve Raglan Matthew Lillard. Gli viene  offerto un lavoro come guardia notturna in una pizzeria ormai chiusa da tempo a causa della morte misteriosa di 5 bambini dentro il locale.

La terza notte che Mike Schmid, interpretato da Josh Hutcherson, è a lavoro, scopre che dentro questa pizzeria ci sono dei robot detti “animatronics”, creature robot (Chica, Freddy, Bonnie e Foxy) che prendono vita grazie alle anime dei bambini morti in quel locale. I robot sono vestiti con una tuta robotica e cercano di uccidere chiunque incontrino, pilotati da un personaggio misterioso.

Le musiche del film sono di The living tombstone e di The Newtown Brother, la loro canzone è diventata un meme. Danno una caratterizzazione cupa al film creando suspance, però ci sono anche canzoni allegre come Talking in your sleep di The Romantics che è diventata un meme americano. Il film è tratto da un famoso videogioco con lo stesso titolo, un gioco di paura, il film è pieno di easter eggs (segreti) come nel film Scream (1996).

Come ogni film americano sono stati prodotti gadget,  t -shirt, funko pop, tazze, ma non sono ancora sul mercato. Si aggiungeranno agli altri gadget già disponibili come peluche e action figure (giocattoli da collezione).

Il film dura 1 ora e 50 minuti piacevoli. E’ un film horror non tanto spaventoso, ma consigliamo di vederlo con un amico. Se vi abbiamo incuriosito, guardate il teaser trailer, i due trailer e il video pubblicato da Scott Cawthon,il suo creatore, che è lo stesso del videogioco. E ricordate…rimanete fino ai titoli di coda…c'è una bella sorpresa!

Mio fratello rincorre i dinosauri 

di Federico Molina - I H

Mio fratello rincorre i dinosauri è un libro che ha avuto un forte impatto su di me, mi ha aperto la mente e toccato il cuore. Mi ha fatto capire che la diversità è un dono, qualcosa di unico, che le particolarità di ognuno di noi non sono difetti, ma privilegi che vanno rispettati. Penso che questo libro andrebbe letto da tutti i ragazzi della mia età. 

Il libro è tratto da una storia vera; parla di un ragazzino con due sorelle che desidera moltissimo un fratellino, per poter giocare insieme a lui. Un giorno i genitori gli dissero che sarebbe arrivato, ma sarebbe stato “speciale”. Lui era il bambino più felice del mondo, perché pensò subito a un super-potere, ma quando negli anni successivi scoprì che suo fratello era affetto dalla sindrome di down tutta la sua felicità si trasformò in tristezza, tanto che nascose a tutti di avere un fratello. Con l'adolescenza, poi, capì che il fatto che suo fratello fosse “down” era un dono e che, forse, suo fratello qualche volta li aveva veramente i super-poteri ma, anche se non li aveva,  era comunque il suo migliore amico. 

La lettura di questo libro ha suscitato in me molte emozioni, leggendolo mi sono commosso, a volte arrabbiato e altre volte mi sono sentito felice. In questo libro viene affrontato anche il tema del bullismo, e fa capire che “il bullo” è debole e non la persona bullizzata.

Una persona realmente forte userebbe la sua forza per difendere gli altri, non per attaccarli.

Tutte le video-recensioni ai libri che vi consigliamo potete trovarli nella seguente playlist di YouTube

Playlist video-recensioni

 Cucini...Amo 

rubrica di "cucina, ricette e pasticci"

🍂 Menù d'autunno🍁

di Giorgio Balsamo e Carlotta Gazzani - I H

Dopo una caldissima estate alla ricerca di sapori freschi e leggeri, tra gelati ed insalate, in autunno le giornate si accorciano e arriva il primo freddo e anche le nostre abitudini cambiano.. Abbiamo diversi gusti e voglia di gustare i caldi sapori dell’autunno. Agli angoli delle strade iniziano a vedersi fumare i bracieri dei caldarrostai e passeggiando tra i banchi del mercato finalmente fanno capolino una diversa varietà di frutta e verdure: broccoli, funghi, zucche di ogni tipo, cardi e carciofi, agrumi di ogni genere, mele, fichi d’india e loti.

Dato che in questi giorni è arrivato l’autunno perché non affondare nei gustosi sapori a tema? Eccovi i nostri suggerimenti per un menù appetitoso.

Vi consigliamo per stuzzicare l’appetito di iniziare con delle deliziose chips di zucca, nuggets di funghi, frittelle di cavolfiore e per i più raffinati bocconcini di castagne e speck.

Come primi piatti le possibilità sono tantissime: un risotto zucca e gorgonzola oppure pasta carciofi pinoli e pecorino, e, perché no, delle deliziose lasagne con funghi e speck e scamorza e per i più classici delle vellutate di zucca e funghi e pecorino.

Il pranzo potrebbe proseguire con uno tenero spezzatino con polenta, o scaloppine ai funghi o con straccetti di manzo con i broccoli e per chi ama sapori più decisi verza e salsiccia.

E infine perché non concludere con una calda fetta di torta di mele per chi ama gusti più semplici, mentre per i più golosi affondare il cucchiaio in un bel Montblanc?

Adesso non vi resta che scegliere cosa preferite. Eccovi un menù completo.

🍄Antipasto🍄

 - Crostini con fichi e crudo                     

- Tortino di zucca con cuore di gorgonzola al profumo di salvia

- Barchette di patate filanti ripiene di zucca         

 🎃Primo 🎃 

- Pappardelle con funghi porcini al profumo di finocchietto selvatico

- Risotto con zucca e taleggio

- Tortelli modenesi al ragù di cinghiale

 🍗  Secondo🍗

- Filetto in crosta (alla Wellington) con contorno di patate al forno

- Carré di maiale al forno con prugne

🌰Contorno 🌰

 - Radicchio rosso trevigiano in piastra

 - Ombrellini di champignon gratinati

 🍰Dessert 🍰

   - Mousse ai fichi e mele

   - Sinfonia del cannolo scomposto

   - Trionfo di cassata siciliana con zibibbo di pantelleria

Come vino vi consigliamo un syrah siciliano e per concludere un goccio di moscato di Pantelleria.

Alla prossima volta con altri gustosi consigli.

Biscotti natalizi

di Francesca Cottone - II C

Ciao a tutti!

Oggi presenteremo la ricetta di alcuni biscotti natalizi davvero squisiti!

I Biscotti di Natale sono dei dolcetti golosi e sfiziosi! Perfetti da servire, regalare o appendere all’albero! Si preparano con una base di pasta frolla e le classiche formine natalizie: come omini, stelle, casetta, renne, pacco regalo, albero di Natale, pupazzi di neve; una volta cotti al forno, potete lasciarli semplici, con una spolverata di zucchero a velo oppure decorarli con ghiaccia reale come tradizione comanda! Profumati, friabili al morso, squisiti, volete preparali in casa? Ecco per voi la ricetta, trucchi e consigli illustrati con foto passo passo per realizzare i migliori biscotti natalizi proprio come quelli di pasticceria! 

Cosa ci serve per fare i biscotti?

Quantità per 40 pezzi

330 gr di farina ’00 + 1 cucchiaino per la spianatoia

165 gr di burro morbido a temperatura ambiente (oppure 75 gr di olio di semi di girasole) 

1 uovo intero (dimensione media)

2 tuorli d’uovo (dimensione piccola)

130 gr di zucchero semolato

1 cucchiaino di estratto di vaniglia (oppure 1 bustina oppure i semi di 1 bacca)

1 pizzico di sale

Per la Ghiaccia Reale densa:

150 gr circa di zucchero a velo vanigliato

1 cucchiaino di succo di limone fresco

30 gr di albumi freschi

colorante alimentare rosso e verde (io vi consiglio gel di decora o polvere)

Buccellati siciliani

di Vera Pantaleone - II C

Però non finisce qua, perché abbiamo preparato per voi anche la ricetta dei buccellati siciliani!

I Buccellati siciliani, "Cucciddati" in dialetto, sono dei biscotti di pasta frolla, ripieni di fichi secchi tipici del periodo natalizio. Il ripieno, preparato con fichi, frutta secca e confettura, viene profumato con spezie di vario tipo: cannella, chiodi di garofano, cardamomo e noce moscata. Si tratta di una ricetta siciliana molto antica, di quando i dolci, preparati 1-2 volte l’anno, dovevano durare per mesi!

ingredienti:

Per la pasta frolla:

500 gr farina 00

150 gr zucchero

150 gr strutto o burro

2 uova

5 gr ammoniaca per dolci (mezzo cucchiaino)

5 gr lievito per dolci (mezzo cucchiaino)

1 presa sale

45 ml latte o acqua circa

Per il Ripieno di fichi:

500 gr fichi secchi

3 cucchiai uva passa

50 gr cioccolato fondente

4 cucchiai noci tritate

2 cucchiai liquore Marsala

3 cucchiai marmellata di arance

q.b. spezie miste (cannella, chiodi di garofano, cardamomo, noce moscata)

 Storica...Mente 

rubrica di "personaggi, avventure e eventi della storia"

Il Sacco di Roma, che shock! 

di Carlotta Gazzani e Daniele Crivello - I H

È proprio una tragedia, una cosa da non credere! Roma è stata saccheggiata.

Ecco cosa scrive nelle sue Lettere Girolamo, uno dei padri della Chiesa:

Dall’occidente ci giunge una terribile notizia: Roma viene assediata. la vita dei cittadini si compra a peso d’oro, ma dopo il pagamento dei riscatti riprende l’assedio. così le persone oltre ai loro beni perdono anche la vita. la voce mi viene a mancare, e il pianto mi impedisce di scrivere. la città che ha conquistato tutto il mondo cade sotto l’occupazione nemica. anzi, cade per fame prima ancora che per le armi, tanto che a stento vi si trova qualcuno da prendere prigioniero.

Ma cosa sta succedendo?                           

L’Impero Romano non è più quello di una volta. Da anni vive una profonda crisi economica e politica e molti nemici premono al di là del limes. Nel 408 un esercito di Visigoti si sposta in Italia al comando del re Alarico. Egli cerca di ottenere tanto denaro minacciando di saccheggiare Roma, anche se ormai non è più la capitale dell’impero. 

Roma, la grande città che ha conquistato quasi tutta l’Europa, nel 410 viene saccheggiata. 

È incredibile come questa città potentissima venga devastata così facilmente!

Alarico chiamò questa “razzia “il sacco di Roma”.

Roma viene saccheggiata dai barbari, non è incredibile?

Il saccheggio ha suscitato in tutto l'impero enorme impressione: i contemporanei lo interpretano come un segno certo della prossima fine del mondo. Gran parte della popolazione abbandonò la città. 

Roma sopravviverà? Restate sintonizzati per scoprirlo!

Il personaggio: 

GIUSEPPE BASILE

raccontato dagli occhi della nipote

di Manfredi Drago - II D

Giuseppe Basile (nasce a Palermo il 4 aprile 1913), si laurea alla Normale di Pisa in giurisprudenza.

Ritornato in Sicilia, svolge la pratica legale in uno studio di Palermo, rendendosi subito conto che non era la vita che voleva fare.  Quindi decide di seguire la sua vera passione, nutrita fin dai tempi del liceo, ovvero IL GIORNALISMO. 

Arriva però la Seconda Guerra Mondiale e, avendo già vissuto la prima guerra in giovane età, viene reclutato come sottufficiale dell’esercito e in seguito internato in diversi campi di concentramento e Kz tra cui Mauthausen e Unterlüß Belsen.  Ecco, è proprio qui che la sua storia inizia a farsi interessante. Arrivato a Unterlüß, i tedeschi si aspettavano che lui e i suoi compagni collaborassero, ma lui si oppose: buttò il fucile a terra e disse a gran voce che non avrebbe collaborato. Altri dodici coraggiosi lo assecondano e nascono così i 44 eroi di Unterlüß Belsen. Venne condannato a morte, sembrava spacciato. Cosa sarebbe rimasto di lui se non niente? Ma per qualche miracolo arrivarono gli alleati. Erano liberi!

Tornato a Palermo, Giuseppe, ricomincia a scrivere per importanti testate giornalistiche.  Venne poi nominato capo ufficio stampa della Camera e del Senato vivendo a Roma dove ebbe i suoi due figli.  Tornato a Palermo divenne caporedattore del giornale L’ORA.  Ma si licenzia e intraprende una strada politica durante la quale sarà direttore dell’ente Fiera del Mediterraneo (dove fece erigere il padiglione 12) e segretario dell’ A.P.I. 

Il nonno Pino era un’uomo di grande cultura, industrioso, ma che trovava sempre tempo di amare, gentile e premuroso con tutti.  Penso che sarebbe fiero di me, della mia famiglia e del mio lavoro. Morì il 15 Dicembre 1988, ma ha lasciato a Palermo tutto l’amore che gli dedicava quando era in vita. 

Il personaggio: 

GUGLIELMO MARCONI

classe III E

Guglielmo Marconi nasce a Bologna il 1874 e muore a Roma nel 1937, da un ricco proprietario terriero, Giuseppe, e da un’irlandese, Anne Jameson.

Riceve in casa la sua istruzione primaria. In seguito frequenta le scuole prima a Firenze poi a Livorno.

A partire dal 1894 effettuò i primi esperimenti con le onde elettromagnetiche, che in quel periodo erano oggetto di studio e ricerca a livello europeo. Leggendo le relazioni di Hertz (1857-1894) il giovane Marconi cominciò a riflettere sulla possibilità di inviare segnali a distanza utilizzando le onde radio, superando quindi la necessità dei fili della telegrafia ordinaria.  

A Bologna fu assiduo frequentatore delle lezioni di Augusto Righi, docente di fisica all’Università. 

A Guglielmo Marconi si deve lo sviluppo di un efficace sistema di telecomunicazione a distanza, via onde radio, ovvero la telegrafia senza fili o radiotelegrafo, che ebbe notevole diffusione, la cui evoluzione portò allo sviluppo della radio e della televisione e in generale di tutti i moderni sistemi e metodi di radiocomunicazione che utilizzano le comunicazioni senza fili, e che gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1909 condiviso con Carl Ferdinand Braun.

E noi studenti non possiamo che essere onorati di fare parte di quest' Istituto che porta il nome di un grande inventore da cui trarre ispirazione per cimentarci in nuove modalità di comunicazione!  


LO SBARCO IN NORMANDIA

di Giuseppe Agnello

Ci troviamo nel 1943, gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno organizzato una conferenza insieme all'Unione Sovietica nella città di Teheran (attuale capitale dell'Iran). In questo incontro successivamente chiamato conferenza di Teheran gli alleati (alleanza tra i popoli in guerra con la Germania) decidono di aiutare l'Unione Sovietica nello sforzo bellico contro la Germania, così viene programmato uno sbarco in Francia, al momento controllata dai Tedeschi, precisamente nella regione della Normandia. Lo sbarco in Normandia fu una delle più grandi invasioni anfibie della storia, messa in atto dalle forze alleate durante la seconda guerra mondiale per aprire un secondo fronte in Europa per dirigersi verso la Germania nazista in direzione di Berlino. L'invasione della Normandia iniziò nelle prime ore di martedì 6 giugno 1944 (data conosciuta come D-Day in inglese e Jour-J in francese). Le truppe alleate aviotrasportate, toccarono terra inizialmente nella penisola del Cotentin e nella zona di Caen aprendo la strada alle forze terrestri che all'alba del 6 giugno, precedute da un imponente bombardamento aeronavale, sbarcarono su cinque spiagge. Le truppe alleate si trovavano all'interno di una fascia lunga circa 80 km sulle coste della Normandia: nel settore statunitense dell'invasione, tre divisioni di fanteria presero terra alle ore 06:30 sulle spiagge denominate Utah e Omaha, mentre nel settore anglo-canadese, un'ora più tardi, altre tre divisioni sbarcarono in altrettante spiagge denominate Sword, Juno e Gold. Le truppe che toccarono queste spiagge subirono la reazione nemica, che in diversi settori (soprattutto a Omaha e Juno) fu molto pesante e causò gravi perdite. Dopo essersi attestati sulle spiagge e aver violato le difese del cosiddetto Vallo Atlantico durante lo stesso D-Day, gli uomini sarebbero dovuti avanzare per dirigersi il più velocemente possibile verso obiettivi situati più in profondità (le cittadine di Carentan, Saint-Lô e Bayeux) per rafforzare la testa di ponte e minacciare le vie di rinforzo nemiche. Successivamente avrebbe preso il via la campagna terrestre di Overlord, conosciuta come battaglia di Normandia, in cui le armate alleate avrebbero avuto lo scopo di rafforzare ed espandere la testa di ponte nella Francia occupata, conquistare i principali porti nord-occidentali della Francia e spingersi verso l'interno fino a liberare Parigi. Da qui le forze alleate avrebbero quindi continuato la loro avanzata per spingere i tedeschi oltre la Senna, minacciando direttamente il territorio tedesco in concomitanza con

l'avanzata sovietica a est, e concorrere all'invasione e sconfitta della Germania nazista. In memoria di tutte le vittime della guerra e dei giorni dello sbarco in Normandia dobbiamo rivalutare la libertà e l’indipendenza che il sacrificio di questi uomini ci ha concesso.

I Maya, una civiltà ricca di arte, cultura e sport

di Davide Tirrito - II C

Gli antichi Maya furono una civiltà nota per l'arte, l'architettura, i raffinati sistemi matematici e astronomici. Essi si svilupparono tra il 2000 a. C. e il XVI secolo, quando gli spagnoli conquistarono il loro territorio, nella penisola dello Yucatan. Costruirono grandi città e praticarono la coltivazione di mais, fagioli, zucche, peperoncini, cacao e, a partire dal III secolo a.C., utilizzarono la scrittura geroglifica. I Maya erano dei grandi architetti, come dimostra l’elevato numero di templi ed esperti astronomi. Le città vantavano monumentali architetture, come i grandi templi impreziositi da elaborate facciate in stucco. Celebre è il tempio dedicato al re Pacal il grande, edificato nel VII secolo d.C. Per caso, quando l’archeologo francese Ruz Lhuillier rimosse una pietra dal pavimento del tempio, fu scoperto un passaggio segreto che portava alla tomba di questo importantissimo re. I Maya fondarono molte città-stato e tra le più importanti nella storia di questo popolo vi è la città di Copàn, ad oggi un famoso sito archeologico Patrimonio dell’UNESCO. La costruzione di città, monumenti e templi era possibile grazie a solide regole matematiche. 

Contrariamente a quanto possiamo pensare, anche i Maya praticavano lo sport ed era molto importante nella loro vita sociale: il più famoso era il gioco della pelota. La competizione si svolgeva in questo modo: si formavano due squadre da sette giocatori, il cui scopo era quello di centrare un grande anello con la palla. Essa non doveva mai toccare terra né essere afferrata con mani e piedi, infatti, poteva essere presa solo con ginocchia, gomiti e fianchi. Il campo era di pietra e disposte ai lati erano presenti due pareti oblique su cui si innalzavano gli anelli. E’ molto interessante notare, come anche nell’antichità, fosse praticato uno sport simile, per certi versi, al calcio. 

L’ultimo periodo della civiltà Maya fu messo in crisi dai conquistadores spagnoli che sottomisero e schiavizzarono una popolazione ricca di cultura, storia e arte.

 Fashion...Able 

rubrica di "moda, tendenze, personaggi e social."

  “Non ho nulla da mettermi!”

di Sofia Genovese - II D

Molto spesso per decidere cosa indossare ci vuole un’eternità e si pronuncia la famosa frase: non ho nulla da mettermi!  Però ci sono alcuni capi basic che insieme possono creare tantissimi outfit. Un jeans, è fondamentale da avere nel proprio armadio, può essere skinny, baggy, wide leg, ecc.. Un pantalone elegante, un tipo di pantalone che può non piacere, ma per un'occasione importante abbinato anche a capi semplici fa il suo effetto! Una t-shirt (può essere anche un body) unica tinta di colori neutri anche loro fondamentali per avere tanti outfit e da usare in tutte le occasioni. Cappotto, indispensabile per l’inverno, quelli più consigliati sono un trench più elegante o un bomber più casual da indossare in base al proprio gusto. Cardigan/Maglioncini, questi capi possono essere di vari modelli, consigliamo quelli con colori neutri e più semplici, abbinati bene possono essere molto chic! Camicia bianca, è essenziale e può essere abbinata anche sotto un maglioncino. Gonna nera, bella, elegante e semplice e può essere accoppiata in vari modi. Infine un piccolo tip può essere quello di avere anche un blazer nero anche questo molto semplice e utile nelle occasioni più eleganti. Ricorda però di scegliere anche capi particolari e caratteristici che renderanno l’outfit più bello e personale per distinguersi dagli altri.

Ecco alcuni outfit con i capi che abbiamo consigliato

Ora invece parliamo di abiti, accessori, scarpe e colori che andranno di tendenza quest’inverno 2023/2024! Quest’anno ci saranno dei capi molto particolari e sgargianti adatti ai caratteri forti.   I pantaloni saranno baggy come in generale tutto quello che riguarda i vestiti. Una tendenza che sta durando molto è anche quella dei pantaloni a vita bassa usata molto negli anni ‘90. Sono presenti pure le pellicce e i cappelli col pelo (spero sintetico!) in stile russo.  Di moda va anche il colore rosso ciliegia utilizzato soprattutto nella tecnica a sandwich che consiste ad esempio nel mettersi la maglietta rosso ciliegia, i pantaloni del colore che si vuole e le scarpe che riprendono il colore della maglietta. Un altro colore utilizzato è l’argento che viene spesso usato in jeans, borse e occhiali. Invece nell’ambito delle calzature abbiamo gli stivali a punta con i tacchi e gli stivaletti stile anni ‘90.  Un’altra scarpa, molto utilizzata anche l’anno scorso, sono gli UGG, degli stivali invernali fatti in montone, in questo periodo vengono usati pure i modelli a “ciabatta”.


Ecco alcuni outfit disegnati da Margareth Riccobone - II D

La moda femminile a Palermo

di Vera Pantaleone e Francesca Cottone -  II C

A Palermo sono presenti diversi negozi popolari tra le ragazze e noi vi faremo una vera e propria classifica: al primo posto troviamo, a pari merito, Zara, Giglio e Subdued, negozi rinomati e molto frequentati. Se state cercando vestiti da festa, ma anche informali, al secondo posto troviamo H&M, negozio economico e ricco di vestiti alla moda; al terzo posto abbiamo Suite Benedict molto simile al negozio Subdued, anch’esso molto popolare; al quarto Pull&Bear, negozio non popolare quanto i precedenti, ma comunque molto conosciuto; i nostri quinti classificati sono Bershka e Levis, ottimi per comprare jeans, ma con uno stile non sempre amato dalle adolescenti. La moda comunque è soggettiva, ognuno ha la propria, queste sono le nostre opinioni anche in base allo stile della maggior parte delle ragazze del nostro Istituto. Voi ragazze di Palermo, cosa ne pensate? Siete d’accordo con noi o avete un’idea differente? Siamo molto curiose di conoscere la vostra opinione!

Inoltre, a Palermo, i negozi sono ben distribuiti sul territorio, così da avere modo di acquistare capi di abbigliamento in qualsiasi zona ci si trovi. Molto frequentate sono le vie del centro, come zona piazza Politeama, Via Libertà e Via Ruggero Settimo che pullulano di negozi quali H&M, Zara, Calzedonia, Tezenis, Alcott, OVS, Benetton, Yamamay, Levis, Aw Lab, ecc… Insomma, a mai finire! Infatti, ad ogni ora e ogni giorno, questa zona di Palermo è stracolma di gente, soprattutto nel periodo natalizio. In città abbiamo anche il Conca d’Oro, un centro commerciale dove puoi trovare di tutto! Tuttavia, il centro commerciale più grande di Palermo è il Forum, lì c’è davvero il mondo e perdersi è molto facile: ci sono tantissimi negozi, ristoranti, bar, cinema, negozi di souvenir, direi che non manca niente! Purtroppo, la posizione non è delle migliori, soprattutto per chi vive in centro, ma lo è sicuramente per chi abita nelle zone limitrofe ai quartieri Sperone e Brancaccio. Per quanto riguarda le caratteristiche dei negozi, io ho scelto i miei preferiti: Zara e H&M. Da Zara entrare e non farsi una fila di 40 minuti è impossibile, questo negozio non è mai vuoto!!! Effettivamente i vestiti sono davvero belli e lì dentro puoi trovare tutto quello che cerchi. Diversamente io amo follemente H&M perché i capi sono molto economici, ma sono comunque “stilosi” e duraturi. Adesso vi lasciamo delle foto di alcuni dei negozi preferiti e… buoni acquisti natalizi!!

Coco Chanel: Rivoluziona il concetto di femminilità

Vittoria Imbergamo -  II D 

Coco Chanel è nata il 19 agosto 1883 . Ha vissuto in un collegio dove si imparava a cucire e a creare abiti. Il vero nome di Coco Chanel è Gabrielle.

Gabrielle, dopo aver finito il collegio, iniziò a lavorare di giorno in una sartoria di lusso e di sera cantava nei locali. Fu proprio il suo pubblico di ascoltatori, per lo più militari, a darle il nome di Coco. Il 1926 per lei fu l’anno del debutto del tubino nero, LA PETITE ROBE NOIR, che la rivista VOGUE dell’epoca elogiò, paragonandolo ad un’automobile.  Inoltre fu la prima stilista a lanciare la moda dei pantaloni femminili. Ancora oggi Coco Chanel è l'emblema dell’eleganza e dello stile nel mondo. Una delle sue celebri frasi è: "LA MODA PASSA LO STILE RESTA”. 

 Tecnologica...Mente 

rubrica di "tecnologia, disegno tecnico e innovazione digitale"

Intelligenza Artificiale generativa & Canva

di Francesco Cardella III E

immagine 1

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L’AI (Artificial Intelligence) è un ramo dell’informatica che permette la programmazione e la progettazione di “macchine” in grado di imitare il comportamento umano. Questo concetto si estende a partire da un programma generatore di testi (ChatGPT ad esempio) fino a interi robot (come quelli realizzati da Boston Dynamics o da Tesla) che imitano i comportamenti umani. Sintetizzando il concetto si tratta di un algoritmo che permette, ad una macchina, l’apprendimento attraverso reti neurali

L’intelligenza artificiale generativa è la capacità dell’AI di generare testo, immagini, video, musica o altri media in risposta a delle richieste, dette prompt. In pratica tramite ad una dettagliata o breve descrizione otterremo, ad esempio, un’immagine che corrisponda alla nostra richiesta.

Uno dei programmi più utilizzati per questo scopo, e da noi provato a scuola, è l’app di grafica “Canva”, che ha al suo interno un generatore di immagini. L’AI permette di descrivere: il soggetto, le sue caratteristiche, lo sfondo ed anche lo stile. Quindi se si vuole creare un’immagine con lo stile della casa di animazione Pixar o uno stile più realistico, come una foto, si può! Quella che vedete (immagine 1) è una foto generata dall’AI generativa di Canva. Per questa immagine ho elencato una serie di elementi da rappresentare in questa illustrazione. Ho scritto nel prompt: "fotografia di un ragazzo  con capelli neri con ciuffo, maglietta verde, pantaloncini e scarpe di ginnastica, seduto su una panchina con accanto un barboncino color miele e un gatto, in un parco verdeggiante con fontana" e questo è il risultato che ha generato l'AI. Ho poi provato ad utilizzare lo stesso prompt di sopra togliendo "fotografia" e aggiungendo "in stile 3D Pixar" e l'immagine 2 è il risultato. Questo ragazzo, questo luogo e questi animali non esistono nella realtà ma sono stati creati dall'intelligenza artificiale e dalla mia descrizione.

Un esperimento che si può fare con questo generatore di immagini è scrivere la parola “astratto”. L’AI, visto che non sa cos’è l’astratto, rappresenterà delle tele colorate, come un esempio di arte astratta (immagini 3). 

L’immagine 4 seguente è il risultato del lavoro fatto dalla classe III E: ogni alunno della classe ha descritto le proprie caratteristiche fisiche, compreso il proprio abbigliamento, le espressioni da assumere ed altre particolarità con l’aggiunta, nella descrizione dello stile 3D Pixar e un nostro docente si è divertito a fare un montaggio con i nostri avatar e quello degli altri professori della classe. 

immagine 3

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 Natural...Mente 

rubrica di "Animali, piante e sostenibilità ambientale"

Moby-Dick o il capodoglio

di Chiara Abate e Mattia La Barbera, I H

Avete mai sentito la storia della balena bianca? 

Il famosissimo scrittore Herman Melville ha scritto “Moby Dick”, un romanzo avventuroso ispirato a una storia vera. Lo stesso Melville, infatti, faceva parte dell'equipaggio della Essex, che affondò per colpa di Mocha Dick. 

Mocha Dick è un animale affascinante perché è grande e maestoso, poi col manto bianco è ancora più bello. Ismaele è il protagonista del romanzo e la sua voce narra tutta la storia. È un ragazzo americano che ama l’avventura e che un giorno decide di imbarcarsi su una baleniera. Le vicende raccontate si svolgono in mare vicino Nantucket, sulla nave Pequod che caccia le balene per procurare il grasso necessario per fare olio da lampade. 

La storia ruota attorno al desiderio di vendetta del capitano Achab, che perse una gamba in seguito ad un attacco del capodoglio. Nel libro ci sono diversi avvistamenti dell’animale che viene arpionato in più occasioni, ma riesce sempre a scappare. Porta sul corpo ben 752 arpioni conficcati nei tentativi di catturarlo. L’animale a sua volta attacca la nave e il suo equipaggio. Il combattimento finale si trova alla fine del romanzo, sono pagine ricche di suspense e tensione dove il lettore non sa bene cosa succederà… 


Il romanzo è un'opera molto avvincente perché parla di un mondo in cui non siamo vissuti, ma affronta un tema ancora di attualità. La caccia alle balene

Il capodoglio è un animale maestoso, uno dei più imponenti che abitano negli oceani.

Dal 1987 la pesca di questi animali è proibita, ma qualcuno illegalmente la pratica ancora e oggi i capodogli sono ritenuti una specie vulnerabile, corrono una grave minaccia di estinzione a causa dell’inquinamento del mare di origine antropica. 

Una delle cause più frequenti di morte è l’ingestione di rifiuti e di plastica che viene scambiata per cibo. Poi ci sono le collisioni con le imbarcazioni e l’inquinamento acustico del mare che, causando disorientamento, può provocare spiaggiamenti. Un altro rischio grave è il bycatch, ovvero la cattura accidentale nelle reti da pesca. 


Se anche voi siete appassionati di avventure in alto mare e di balene e siate amanti della natura, vi consigliamo di leggere l'opera di un altro scrittore, Luis Sepulveda “Storia di una balena bianca raccontata da se stessa”. Il capodoglio che parla è il nostro Mocha Dick e in questo caso parla della propria avventura e di altri personaggi. 


Qualche volta lungo il tratto di mare della nostra costa sono passate delle balene, abbiamo visto foto e video ma non abbiamo ancora avuto la fortuna di vedere questo maestoso animale. 

E voi? Avete mai avvistato un capodoglio o una balena bianca? 

I cani... e ciò che c’è da sapere

di Emilia Carollo - I E

Cosa ha in comune il Mago di Oz con la mia quotidianità?

La presenza di un cane, Totò, accanto alla protagonista che la aiuta nelle sue avventure: difatti i cani fanno ormai parte della nostra vita e molti di noi, come protagonisti, hanno un cane al loro fianco di cui non potrebbero fare a meno. Andiamo a scoprire alcune cose su questi dolci esseri. Per iniziare, partiamo dalle domande principali: 

In Italia ci sono circa 6.948.000 cani, distribuiti nel 40% delle famiglie italiane, cioè in quasi 6 milioni di famiglie. Il 6% delle famiglie ha due cani e il 3% ne ha tre.

La verità è che non c’è una vera risposta: le razze canine si evolvono in continuazione e non è così semplice scoprire il numero con esattezza, ma dovrebbero essere attualmente più di 400. Di  queste, le più famose sono: Labrador Retriever, Border Collie, Chihuahua, Golden Retriever,  Pastore Maremmano, Segugio Italiano, Rottweiler, Jack Russell Terrier, Cane Corso, Boxer,  Pastore Tedesco, Weimaraner e Setter Inglese.

Una certezza è che i cani, all’inizio, non facevano la bella vita da animali domestici che fanno ora. 

Infatti, in passato, il cane era una specie di “lupo domestico” che veniva utilizzato solo per caccia, pesca e protezione dell’insediamento umano. Esistono ancora oggi razze che esistevano  nell’antichità, per esempio il Basenji, il Canaan dog, il Cane dei Faraoni, il Podenco portoghese, il  Taiwan Dog, il Thai Ridgeback Dog e lo Xoloitzcuintle.

Dopo un breve viaggio nella storia, torniamo nel presente con alcune curiosità sui nostri amici a  quattro zampe. 

Molti non sanno che non tutti i cani abbaiano: infatti, il Basenji non abbaia, ma emette un suono di 

laringe;  I latrati dei cani non sono facilmente interpretabili, ma al contrario, i cani riescono a capire noi  molto più di quanto pensiamo: il record di più parole e gesti imparati spetta a Chase un Border  Collie capace di riconoscerne ben 1022; Ad esempio, quando un cane annusa qualcosa soltanto con la narice destra significa che non ha  capito di cosa si tratta o che la ritiene pericolosa.

Ci sarebbero tante cose da dire sui cani, ma concludiamo con una notizia molto

simpatica: Esiste un concorso per i cani più “brutti” al mondo: si tiene in California

dagli anni ‘70 ed il vincitore riceve un assegno di $1000 (speriamo vengano spesi in palline e 

croccantini!).

Gli SCOUT

di Carola Mantia - I E

Conosciamo tutti il film “UP”? Quindi conosciamo di conseguenza il divertente e simpatico scout Russell?... 

Beh, gli scout non sono proprio come nel film, o perlomeno in Italia.

Da grande appassionata di Scout, ho il piacere di spiegare e raccontare meglio di quest’organizzazione.

Lo Scoutismo è iniziato per merito di Robert Baden-Powell (B-P), inizialmente nato in ambito militare poi lo scopo divenne un altro: la formazione fisica, morale e spirituale degli adolescenti.

Il percorso di uno Scout si sviluppa col tempo, ma una cosa è certa: lo Scout non smette mai di imparare cose nuove e di tutti i tipi!

Esistono numerosi gruppi Scout (es. FSE Federazione Scout Europa), una comunità di ragazzi e ragazze che ruotano attorno ad una parrocchia, per esempio Palermo 8 (Gruppo Scout molto numeroso e conosciuto), Palermo 4, ecc… 

Si entra facendo parte del “cerchio”(coccinelle e lupetti) poi si passa al “riparto”(guide ed esploratori) ed, infine, si passa al “clan” (rover e scolte).

Gli scout stanno molto a contatto con la natura ed esiste un detto che recita: "L'ambiente in cui si va, va lasciato meglio di come è stato trovato”. Questo detto sta ad indicare che durante un'uscita nel luogo che si frequenta non bisogna lasciare nulla e bisogna ripulire accuratamente e rispettare l’ambiente.

Finora abbiamo parlato di scoutismo che è un po’ più indirizzato ai maschi, per le ragazze si pensa al "Guidismo" perché sì, gli scout possono essere frequentati sia dalle ragazze che dai ragazzi! Il Guidismo è un movimento educativo per i giovani nato dal movimento Scout ed associato alle ragazze e alle donne; si concentra sull'educazione informale dei giovani, promuovendo la crescita personale, le abilità sociali, la cittadinanza attiva e il rispetto per l'ambiente. Gli Scout fanno una promessa che va mantenuta; ma non ci si ferma alla promessa, oltre c’è la legge e il motto.

Ma di questo ne parleremo nella prossima uscita…

 Artistica...Mente 

rubrica di "Arte, mostre e nostri capolavori"

Frida Kahlo “Innamorati di te stessa, della vita e poi di chi vuoi” 

di Gloria D’Angelo, III H

Alcuni giorni fa camminando per le vie della mia città, mi sono imbattuta in un cartello con scritto “Frida Kahlo Experience”, mi sono incuriosita e ho deciso di entrare. La mostra, a Palazzo Mazzarino fino al 28 gennaio 2024, è dedicata alla straordinaria artista del XX secolo.  Attraverso un percorso espositivo suddiviso in 3 aree si ripercorrono alcune tappe principali della vita di Frida Kahlo. Grazie all’utilizzo di visori virtual reality, si è trasportati in alcuni dei luoghi significativi per l’artista e nell’ultima area il visitatore può approfondire la vita di Frida attraverso lettere, foto, documenti e testimonianze.  Ho conosciuto così la sua meravigliosa storia, che mi ha subito appassionata e per questo ho deciso di raccontarla.  Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón nasce a Coyoacán, in Messico, il 6 luglio 1907, è la terza figlia di Matilde Calderón  e Wilhelm Kahlo. Delle quattro figlie concepite dalla coppia, Frida è la più vicina intellettualmente a suo padre. Il padre si specializza in fotografia architettonica, dedicandosi anche al ritratto. Per Frida Kahlo la fotografia assume un ruolo fondamentale e del tutto personale, la maggior parte dei soggetti della sua produzione artistica riguarda alcuni dei momenti più significativi ed iconici della sua vita. Nelle fotografie è ritratta sempre una Frida poliedrica, seduttrice, sicura di sé, ribelle e divertente; è proprio grazie a questi scatti che si può cogliere a pieno la sua vita. Frida, all’inizio della sua gioventù, con il suo abbigliamento rifletteva molto lo stile della madre, mentre gli accessori maschili rivelano il suo cambiamento socio-culturale. Il suo stile mascolino mostra il suo spirito ribelle, volto a sfidare la morale tradizionale dell’epoca ed al tempo stesso ad esprimere  le sue idee e i suoi pensieri. Le parole chiave della vita e del linguaggio espressivo dell’artista messicana secondo me sono amore, passione, dolore e resistenza.  La vita di Frida è segnata da numerosi problemi di salute, iniziati fin dalla nascita. All’età di 6 anni soffre di polmonite, questa malattia la costringe a conoscere il dolore e l’isolamento fin da piccola. A 18 anni, il 17 settembre 1925, subisce un incidente che segna la sua vita: con il passare del tempo i suoi disturbi e disagi aumentano e si sottopone a più di 30 interventi chirurgici. Il dolore e la decadenza fisica, così come la morte, vengono plasmati con crudezza e umorismo, diventando infatti una caratteristica delle sue creazioni artistiche.  Al centro della sua vita c’è una grande storia d’amore con il pittore messicano Diego Rivera. La storia dell’elefante e della colomba, così sono stati identificati, è stata passionale, romantica e intensa. Lei 22 anni, lui 42, ma d’altronde l’amore non ha età, no? Infatti si sposano il 21 agosto 1929. La madre non è presente poiché non approva l’unione. La coppia mantiene una relazione piuttosto aperta: la loro storia di tradimenti e amore li porta al divorzio nel 1939 ed a un secondo matrimonio nel 1940, che dura fino alla morte di Frida nel 1954.  Nel Palazzo delle Belle Arti di Città del Messico, la sua bara è stata coperta con la bandiera comunista, a testimoniare l'impegno e la passione politica al centro della sua breve ma straordinaria esistenza. Quel giorno centinaia di persone si sono riunite per dare l’addio alla grande pittrice del XX secolo. Nella nostra città alla Galleria d’Arte Moderna (GAM) è possibile visitare fino al 3 marzo un’altra mostra su di lei, Frida Kahlo, cento scatti in mostra. L’esposizione ripercorre la vicenda biografica di Frida grazie alla straordinaria opportunità di compiere il viaggio con l’obiettivo di grandi fotografi, con alcuni dei quali Frida ha avuto anche una relazione sentimentale. Quale occasione migliore per conoscere la vita e l'arte della grande artista messicana? Sono sicura che ne resterete affascinati anche voi!

Dentro l’incubatrice dell’Arte

visita alla mostra “I libri di architettura nel fondo storico dell’Accademia di Belle Arti di Palermo”

di Nadia Benigno e Sofia Lo Bue - II D

Il 4 dicembre la classe 2°D della nostra scuola ha avuto l’opportunità di visitare la mostra “I libri di architettura nel fondo storico dell’Accademia di Belle Arti di Palermo”, allestita presso il Gabinetto dei disegni e delle stampe, che si trova al piano terra di Palazzo Fernandez.

La classe è stata accompagnata dalle prof.sse Anita Quartararo e Palma Giarratano.

La mostra, a cura di Giuseppe Antista e Loredana Guella, è aperta fino al 22 dicembre e presenta per la prima volta una selezione di libri dal XVII al XIX secolo, riguardanti l’architettura e i repertori decorativi in Italia e nel resto d’Europa. Le preziose opere esposte, circa quaranta, fanno parte del fondo storico librario dell’Accademia costituito da circa 4000 volumi. 

A guidare noi alunni durante la visita è stato il Prof. Giuseppe Antista, docente di Storia dell’arte in Accademia, che ha saputo coinvolgerci lungo  il percorso della mostra. Il prof. Antista ha iniziato il suo racconto ricordandoci che proprio quest’anno ricorrono i 240 anni della fondazione dell’Accademia, avvenuta nel 1886, e ci ha mostrato il busto del suo primo direttore, lo scultore Salvatore Valenti, posto all’entrata del Palazzo storico. 

Tra i libri in mostra vi sono testi di architettura con illustrazioni come disegni a matita sanguigna, cromolitografie e incisioni. Il volume più antico è datato 1660 “I dieci libri di architettura” di Giovanni Antonio Rusconi. Inoltre abbiamo ammirato, tra gli altri,  un bellissimo libro del ‘700 sul Duomo di Monreale e uno sulla Cappella Palatina del Palazzo Reale di Palermo, esempio dell’architettura normanna in Sicilia. Ad attrarre la nostra attenzione anche una pubblicazione con tavole molto grandi raffiguranti i mosaici della Basilica di San Marco a Venezia. Inoltre ci sono opere degli architetti siciliani Giuseppe Damiani Almeyda ed Ernesto Basile, padre dello stile Liberty palermitano.


All’interno dello stesso spazio espositivo è presente una collezione di libri d’artista, ovvero opere realizzate in forma di libro, con tecniche e materiali diversi, da professori e artisti che le hanno poi donate all’Accademia di Belle Arti di Palermo.

Dopo la mostra siamo saliti al secondo piano di Palazzo Fernandez per visitare la gipsoteca,  una collezione di statue in gesso, che sono copie di modelli dell’epoca classica e che nell’Ottocento venivano usate per scopi didattici in Accademia.

Al piano terra abbiamo poi visitato anche la biblioteca di arte contemporanea.

Qui la responsabile, Loredana Guella, ci ha illustrato il funzionamento di una biblioteca e i servizi che questa offre agli studenti. 

Riporto qui un piccolo passaggio del discorso:

“Come diceva Ranganathan, un importante bibliotecario indiano della seconda metà dell’800, alla base della biblioteconomia ci sono cinque leggi: 

- i libri sono fatti per essere usati

- ad ogni lettore il suo libro

- ad ogni libro il suo lettore

- risparmia il tempo del lettore

- la biblioteca è un organismo che cresce.”

La dott.ssa Guella ci ha poi proposto una riflessione sull’importanza di frequentare le biblioteche, non soltanto per accrescere il proprio sapere, attraverso la lettura e lo studio, ma anche per scambiare informazioni e creare relazioni. In questo senso le biblioteche sono dunque luoghi di libertà e di democrazia.

La prof.ssa Quartararo ha chiesto alla dott.ssa Guella: 

“E’ possibile trovare il contenuto dei libri di questa Biblioteca anche in formato digitale su internet? Perché, se così fosse, forse nessuno verrebbe in biblioteca”.

La dott.ssa Guella ha risposto:

“Grazie per questa bella domanda, perché ci dà la possibilità di chiarire un aspetto molto importante, dato che viviamo nell’era della tecnologia e siamo sommersi da una quantità enorme di informazioni reperibili velocemente su Internet. Quando ci accingiamo a fare una ricerca su un argomento di nostro interesse, chiaramente possiamo trovare informazioni e notizie online, ma si tratta di una ricerca che può risultare superficiale e non supportata da fonti attendibili. Poi certamente esistono su Internet anche libri digitali o digitalizzati, ma anche qui bisogna avere la capacità,   l’esperienza e le conoscenze adeguate per reperire tutte queste risorse online e saperle selezionare.

Leggere, studiare e portare avanti una ricerca attraverso i libri cartacei ci dà invece l’opportunità di approfondire gli argomenti, di trovare un tempo per la riflessione, anche perché sappiamo che il nostro cervello memorizza più facilmente e più a lungo quando leggiamo un libro “fisico”, cartaceo, che possiamo toccare, E così succede anche per la scrittura a mano, che aiuta a stimolare il cervello, creando nuove connessioni e sviluppando il pensiero creativo e astratto. 

In definitiva, non bisogna certo demonizzare l’uso di internet e della tecnologia in generale, strumenti formidabili per i contenuti multimediali che ci offrono, ma occorre capire che lo  studio e la ricerca sui libri cartacei è insostituibile, perché il rischio che stiamo correndo è quello di un impoverimento delle capacità cognitive dei nostri studenti e quindi di un sempre crescente analfabetismo di ritorno”.

Nell’ultima parte della visita abbiamo avuto la possibilità di curiosare liberamente tra gli scaffali della biblioteca e di  consultare i libri posti a scaffale aperto. Tra le varie sezioni della Biblioteca sono presenti monografie di artisti contemporanei, come pittori e scultori, ma anche cataloghi di moda, cinema, fumetto e fotografia.

 Musical...Mente 

rubrica di "Musica, concerti e personaggi della storia della musica"

Il futuro è a Scampia

il racconto del RedBull 64 Bars Live

di Beatrice Mustica, III H

La seconda edizione di RebBull 64 Bars, così come la prima, non è un classico concerto, ma un evento fuori dagli schemi per forma e originalità. Uno show che quest’anno ha avuto come protagonisti Geolier, Lazza, Noyz Narcon, Rose Villain, Luché e Marracash. Diversi artisti locali che si sono esibiti dando vita ad una vera e propria maratona di parole su base di musica. Il format del rap nella sua forma più pura è tornato dal vivo per uno spettacolo unico pensato per tornare alle origini del rap nella sua essenza più autentica: un valore che ha sempre contraddistinto il format. Il concerto racconta una storia nella Napoli del 4096, dove la musica è tutta uguale e il mondo è dominato dai replicanti, c’è un solo posto dove le parole hanno ancora senso: uno studio di registrazione dove i rapper mettono in rima le ultime perle di verità rimaste al mondo, 64 Bars. La scelta vincente di accentrare performance varie su un unico palco, permette a ognuno degli artisti di iniziare il set partendo da uno spunto personale, può essere il mondo quotidiano di Geolier che apre gli occhi e si alza da un letto per iniziare la sua performance, oppure un mondo del tutto diverso come quello di Lazza.  Piano burning è una performance del 1975 che consiste, nel dare fuoco a un pianoforte e suonare finché non cominciano a saltare le corde.Ora, non so quanto sia conosciuta in generale, ma tra i pianisti come Lazza è quasi una tradizione. Non penso quindi sia stato un caso che per aprire la chain finale del Red Bull 64 Bars Live a Scampia, Lazza scelga proprio di suonare il motivo di Chiagnesu un piano a coda in fiamme. Il momento più importante dello show, penso sia il video di Geolier da bambino che rappa “Int’o Rione dei CoSang, e qualche secondo dopo la fa dal vivo insieme a Luchè. È stato come assistere in tempo reale alla storia del rap di Napoli, che di testimone in testimone racconta quell'insieme di quartieri e storie che fa una delle città più magiche del nostro Paese.  Non solo non c’è un singolo momento morto, ma non mancano neanche i colpi di scena. Verso la fine, spunta sul palco Anna, che fa prima Fashion con Lazza e poi Advice da sola, terminando la comparsata con un «Ciao, ci vediamo l’anno prossimo» che i fan come me avranno sicuramente apprezzato. Sembra la fine di qualcosa di bellissimo, ma in realtà è solo l’inizio.

Lazza

la determinazione in persona

di Federico Molina - I H

Jacopo Lazzarini, in arte Lazza, è nato il 22 Agosto 1994 a Milano. È uno dei miei cantanti preferiti e penso che abbia un gran talento. Con le parole dei suoi testi mi ha colpito e per questo voglio raccontarvi la sua storia, la storia di un idolo di tanti ragazzini, a cui dà la forza di prendere in mano la propria vita e cambiarla.

Ha fatto il suo ingresso nel mondo della musica con il brano “Come si fa”, prima il suo genere era il freestyle, ora invece fa rap. Ha imparato a suonare il pianoforte al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, quindi, oltre a rappare, sa suonare musica classica. Sin da giovanissimo si è fatto notare come freestyler partecipando a numerosi contest in giro per l’Italia. Il suo primo album è Zzala, pubblicato nel 2017, mentre quello più famoso è sicuramente Sirio, che è diventato l’album rap più certificato della storia. Lazza vanta 75 dischi di platino e 43 dischi d’oro. Nel 2018 pubblica la canzone “Porto Cervo” che racconta la sua storia. Nel 2023 è stato chiamato a Sanremo, un programma musicale molto famoso. Nella competizione è arrivato secondo, solo dietro a Marco Mengoni, con la canzone “Cenere” che successivamente è diventata la canzone più ascoltata nel 2023. A Luglio di quest’anno Lazza si è esibito per la prima volta a Palermo, all’ippodromo “Giovanni Falcone”. Durante questo concerto molte persone si sono commosse per i suoi testi significativi e per le forti emozioni che la sua musica riesce a trasmettere. 

Se vi sentite sfortunati, non apprezzati per quello che siete realmente, pensate a lui, a quello che ha fatto e a quello che sta facendo. Non bisogna mai criticare qualcuno che ha messo tantissimo impegno in qualcosa. Lazza, per esempio, è molto criticato perché si dice che usa molto l'autotune ed é molto attaccato su X, (il nuovo twitter), perché non sa farsi scivolare addosso le critiche. Ma la gente non conosce la sua storia e penso che si dovrebbe informare sul suo percorso artistico e ascoltare i suoi testi prima di criticare. 

Geolier

il rapper che spopola sui social!

di Carlotta Sabini e Giorgia Basile - II C

Oggi vi parleremo di un cantante molto famoso: Geolier.

Emanuele Palumbo, Alias Geolier, nasce a Napoli il 23 marzo del 2000. Cresce in uno dei quartieri più difficili di Napoli, Scampia. Sin da piccolo si rende conto del degrado che lo circonda e decide che quella non sarà la sua vita. Il rap occupa tutti i suoi pensieri. La scoperta arriva quando, a soli 5 anni, il rapper 50 Cent pubblica il mastodontico album Get Rich or Die Tryin ed Emanuele si appassiona ancora di più al mondo del rap. A soli 12 anni scrive la sua prima canzone, continuando a fare freestyle tra i corridoi, a scuola oppure in varie gare amatoriali. Sa già che il rap è il suo presente e il suo futuro. Diversa però l’opinione dei genitori (specie del padre), soprattutto quando, poco più che adolescente, Emanuele decide di lasciare la scuola e dedicarsi completamente alla musica. Debutta col suo singolo ”P. Secondigliano”, uscito nel 2018, e realizzato con Nicola Siciliano. Da quel momento la sua vita cambia solo in meglio. Nel 2019 Geolier firma un contratto con la BFM Music, etichetta discografica indipendente fondata da Luchè, con cui pubblica nell’ottobre dello stesso anno l’album “Emanuele”. Il disco si caratterizza per la presenza di alcune collaborazioni con vari artisti, tra cui lo stesso Luchè, Emis Killa, Guè, Lele Blade e MV Killa. In meno di un anno, il disco ottiene il “disco di platino” dalla FIMI per le oltre 50.000 unità vendute a livello nazionale. Il 28 agosto 2020 viene pubblicato il remix della traccia “Narcos”, realizzata con Lazza, che ad oggi rappresenta uno dei suoi brani più ascoltati. Tra il 2021 e 2022 Geolier collabora con vari artisti, tra cui Mace, Sfera Ebbasta, Rocco Hunt, Emis Killa, Jake La Furia e Sick Luke. Il 28 ottobre 2022 torna con il singolo “Chiagne”, mentre il 6 gennaio esce il suo album “Il coraggio dei bambini” uno tra i suoi migliori album. In esso è presente il singolo “Come vuoi”, che spopola sui social ottenendo milioni di visualizzazioni. In questo periodo il rapper è risalito in cima alle classifiche dei migliori cantanti del momento, infatti ha riempito l’intero stadio Maradona, aggiungendo altre date che stanno facendo sold out. Ma non finisce qui… Geolier è stato inserito tra i cantanti che parteciperanno al festival di Sanremo ques'anno, un grande onore per qualsiasi artista. Non ci resta che attendere questo momento magico per fare il tifo per lui e sperare che salga sul podio!

 Internazional...Mente 

rubrica di "Lingue e culture straniere: Inglese, Francese e Spagnolo"

LA TOUR EIFFEL

Notre dame de fer

LA TOUR EIFFEL: QUI A EU L'IDÉE?

di Manfredi Drago - II D

En 1884, Paris annonce son intention d'accueillir l'Exposition Universelle. Même si à Paris de nombreux architectes étaient en compétition  pour représenter leur ville, parmi lesquels Koechlin et Nouguier, un seul fut choisi parmi tous, Gustave Eiffel. Gustave avait en tête de créer une antenne gigantesque, bref une entreprise extraordinaire. Au début, les citoyens n'aimaient pas beaucoup le projet, ils disaient en fait qu'il détruirait le paysage. Cela n'a pas gêné le projet, Gustave a fait construire la Tour juste à côté de la place du Trocadéro et du jardin du Luxembourg. La dame de fer fut construite en plusieurs étapes de 1887 à 1889  (aujourd'hui la Tour Eiffel n'a plus le rôle d'antenne), date à laquelle le 15 mai à 11h50 le public découvrit pour la première fois l'imposante construction qui devint, contre toute attente, l'un des monuments les plus célèbres de France. La tour est divisée en trois étages: le premier étage comprend quelques points où vous pourrez manger et profiter d'une vue magnifique; le deuxième étage est: à l'extérieur un point où l'on peut voir Paris (le meilleur point à mon avis), à l'intérieur il y a plusieurs boutiques de souvenirs et plus encore ; le troisième étage est la partie la plus haute de la tour, d'ici vous pouvez voir une grande partie de Paris mais pas en détail comme au deuxième étage. À mon avis, la Tour Eiffel est l'un des monuments les plus beaux et les plus romantiques du monde. 

 "Taking Action for a Greener Tomorrow" 

di Bianca Treppiedi - III E

Our school is actively joining this global movement with a focus on environmental awareness, waste reduction, renewable energy, and sustainable education. By engaging the entire school community, we can collectively make a meaningful impact on the environment and inspire others. Together, we can work towards a cleaner and more sustainable world for generations to come. 

Let's analyze the following focal points better

Growing Environmental Awareness

In recent years, we have witnessed a surge in environmental awareness, which is a very important step towards a greener future. Our generation is becoming increasingly informed about the impact of human actions on the environment and is actively seeking sustainable solutions. Our school is embracing this trend, encouraging students to actively participate in ecological projects and initiatives. For this reason we are constantly very active in promoting ecological awareness joining projects related to this topic. An example of this is our participation to the Erasmus+ project 'Be smart Be green.' Thanks to it we are getting in touch with other European countries sharing good practices on this urgent issue.

Reduce, Reuse, Recycle

A fundamental pillar for a greener tomorrow is the practice of the "three Rs": Reduce, Reuse, and Recycle. These actions can significantly reduce our environmental impact. Our school is working to introduce waste reduction programs and promote recycling. Students are encouraged to reuse materials when possible, reducing the amount of waste produced and contributing to a cleaner environment.

Public Transportation

Let’s consider taking the bus, biking, or walking to school a must to reduce our carbon footprint. Our school is located in an area where you can easily catch buses so we must exploit this smart opportunity which will contribute to protect the environment.

In conclusion, the road to a sustainable future is a global challenge, and our school is firmly committed to this journey. Our adoption of eco-friendly practices, emphasis on sustainable education, and community engagement represent significant strides towards a cleaner and more sustainable world. Every action we are taking contributes to this global effort, and together, we can make the difference.

 Letteral...Mente 

rubrica di "componimenti letterari, temi svolti, prosa o poesie, dei nostri alunni"

Poesie che hanno partecipato al concorso 

"L'amore che ti racconto" 

in occasione della giornata contro la violenza sulle donne

“Donna di porcellana” 

Creatura fragile, dal cuore freddo e ormai infranto, 

che soffre in silenzio…per non pesare sugli altri, 

che si nasconde dietro le sue insicurezze

e detesta il suo riflesso. 

Ha gli occhi spenti, ma un tempo erano accesi per chi l’ha tradita

e l’ha uccisa dentro. 

Ormai ha perso le speranze, non le scende più una lacrima. 

Forse un giorno vincerà la sua lotta,

e si amerà per ciò che è.

Beatrice Marrone e Alice Martello III G

“L’amore non crea lividi”

A voi vittime innocenti

di uomini violenti 

A voi che non trovate le parole

per raccontare il vostro dolore.

Uniamo le mani, stringiamo i cuori,

per spezzare le catene, liberarvi dai dolori

La speranza è una luce nel buio profondo,

insieme possiamo cambiare il mondo.

Io alzo la voce, e trovo le parole,

per raccontare storie di vittime coraggiose.

Leda Fava e Rafael Carmona III G

“La donna è un fiore”

La donna è un fiore

dolce e delicato.

Violentare una donna

è come strapparne i petali

e privarla della sua umanità.

Un fiore

va curato

e rispettato.

Giulio Martello e Loris Greco III G

"Libertà legata"

Una donna è come un'aquila. 

In alto, nel cielo, tutti volano felici.

Lei li vede,

vuole raggiungerli

e volare, in alto, con loro.

Ma…

la nostra società,

crudele ed infame,

ha deciso di legarla per una zampa.

Impedendole di volare, di liberarsi, 

le impedisce di spiccare il volo.

Vittorio Montalbano III G

“Io, semplicemente io”

Io, in trappola dentro quattro mura.

Io, diversa ai tuoi occhi.

Io, non ho le tue stesse possibilità. 

Io, se malata non ricevo le tue stesse cure.

È il momento che mi faccia strada nel mondo.

È il momento che mi liberi di te fino in fondo.

Eleonora Costanzo III G

"Tutt’altro che Amore"

Tutt’altro che Amore,

sentimento offuscato dalla nostra tossicità.

Dolore, delusione o tristezza che sia 

manca l’affetto portatomi via.

Tutt’altro che amore questa selvaggia aggressività

emozione bruciata da inferiorità

Mi chiedo solo ora come posso agire 

per fermare questa agonia

Lancio segnali, intanto la violenza aumenta,

l’amore è equilibrio e non amarezza.

Tutt’altro che Amore questa finta passione

Sentimento riposto in una prigione.

Bianca Treppiedi III E