Editoriale  

Signore e signori, 

ecco a voi il primo numero del Giornale di Istituto on line “M@rconiNews”!!!

L’idea non è stata imposta dall’alto, ma è nata da una richiesta dei ragazzi stessi. Lo stesso titolo della testata è stato scelto attraverso un percorso democratico di votazioni.

Lo scopo è quello di proporre uno scrigno di emozioni positive, di buone notizie, di bellezza. Una stanza per dare speranza ed offrire ai lettori una prospettiva nuova. Uno spazio dove i problemi vengono trasformati in risorse e i conflitti vengono gestiti in funzione della pace. Un'agorà di confronto e connessione dei pensieri e delle esperienze. Un giornale dove dimostrare che un altro mondo è possibile, e che “fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce” (Lao Tzu)

La redazione ha lavorato in maniera collaborativa in presenza e a distanza utilizzando gli strumenti della piattaforma didattica WorkSpace di Google.

La scelta degli argomenti non intende proporre una cronaca autoreferenziale circoscritta alle mura dell’Istituto, ma i contributi vogliono essere un mix tra cronache dal mondo e vita scolastica.

La corposa attività preparatoria è stata un’impareggiabile occasione di imparare facendo e di sviluppare divertendosi competenze per il futuro. Perché, parafrasando Confucio, “se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio imparo”

In questa sorta di gioco di ruolo che è la redazione di un giornale si sono innestate tutte le soft skills: comunicazione, socialità, spirito critico, creatività, problem solving… e particolarmente coltivate le competenze digitali e civiche, cioè la consapevolezza di avere anche un’identità digitale che si espone e vive in un mondo virtuale che al pari di quello fisico può presentare pericoli ed è soggetto a regole da rispettare.

Strada facendo non abbiamo più sentito la differenza tra ‘docente-guida’ e ‘studente-redattore’, il rapporto è risultato paritario e altrettanto lo scambio di esperienze e conoscenze perché entrambi siamo portavoce di mondi che si intrecciano e si integrano a formare la realtà che tutti noi viviamo.

Dunque non ci resta che augurarvi: Buona lettura!

I docenti

Sommario 

Israele e Palestina: diversi ma uguali 

  di Federico Molina e Andrea Li Mandri  - I H

La guerra è qualcosa di ingiusto, molte persone muoiono mentre tutti dovrebbero avere il diritto di vivere. Il 7 Ottobre 2023 si è riacceso il conflitto tra Israele e Palestina, già nato nel 1947. É un conflitto la cui evoluzione può essere molto complessa da capire, per questo noi vogliamo raccontarlo in un altro modo, un modo più semplice, attraverso la storia di due bambini. 

É il 2018, nasce un bambino con delle complicazioni al cuore.  I medici dicevano che non sarebbe sopravvissuto,  invece sopravvive, nei primi mesi di vita è attaccato a un respiratore.  Riesce a compiere un anno e all'età di diciotto mesi i medici gli dicono che, se non riceverà un trapianto di cuore, non potrà sopravvivere.  A questo punto accade qualcosa di inaspettato: dentro un altro ospedale c'è un altro bambino, anche lui ha diciotto mesi e per motivi indipendenti muore. Gli organi sono impiantabili.  I genitori vengono chiamati e viene chiesto loro se sono interessati a dare il corpo di loro figlio a un altro bambino che sta morendo.  I genitori  rispondono di sì, ma 24 ore dopo vengono richiamati dall’ospedale, che dice: Scusate, come non vi avessimo detto niente, vostro figlio è israeliano e il bambino a cui dovete donare il cuore è palestinese. I genitori chiedono quale sia il problema e l'ospedale risponde che degli israeliani come loro non daranno mai il cuore del proprio figlio purché batta dentro il cuore di un palestinese.  A questo punto i genitori del bambino donano una risposta di pace: Il cuore di nostro figlio ha gli atri, i ventricoli ed è un muscolo che pompa sangue, quindi il cuore di nostro figlio batterá nel corpo di un palestinese. Così accadde. Oggi Mussa Assaqra ha cinque anni di età e vive grazie al cuore di un israeliano.

Questo racconto, che abbiamo ascoltato dalla voce di Stefano Massini, ci ha colpito molto per le sue parole, racconta una storia semplice, ma con un significato profondo.  Per questo abbiamo scelto di pubblicarla nel primo numero del nostro giornale, perché pensiamo che sia un una buona notizia, di semplicità e bellezza, un messaggio di speranza per una prospettiva nuova. Noi siamo tutti, nessuno escluso, diversi, il che è un dono, ma allo stesso tempo siamo tutti uguali. Khalil Gibran, un poeta libanese, ha scritto “Se ti sedessi su una nuvola non vedresti la linea di confine tra una nazione e l'altra. Peccato che non ci si possa sedere su una nuvola.” Molti uomini, secondo noi, avrebbero bisogno di farlo.

PrimaVerAntimafia

di Sofia Lo Bue - II D

Intervista ad un poliziotto che si occupa di antimafia (padre di un'alunna della nostra scuola).

Domanda n.1: Sai raccontarmi la storia dell’antimafia?

Risposta: L’antimafia nasce con la costituzione del “pool” antimafia di cui facevano parte i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. I due giudici, insieme ad alcuni esponenti delle forze dell’Ordine, della politica e della società civile, furono uccisi per il loro impegno nella lotta alla mafia. Dopo le stragi del 1993, lo Stato ebbe una forte reazione grazie alla sinergia tra Magistratura, Forze dell’Ordine e Associazioni Antiracket e così sono stati raggiunti risultati importanti nella lotta alla mafia che adesso è fortemente indebolita.


Domanda n.2: Com’è stato lavorare nell’antimafia?

Risposta: Fare il poliziotto a Palermo, occuparsi di mafia e contribuire allo sviluppo ed al cambiamento della città, è stata un’esperienza molto impegnativa ma altrettanto entusiasmante. Mi ha permesso di avere grandi soddisfazioni e riconoscimenti personali, soprattutto nella società civile che ha apprezzato il mio lavoro.


Domanda n.3: Secondo te la mafia è stata sconfitta? 

Risposta: La mafia non è stata sconfitta, ma ha semplicemente cambiato “pelle”.  Da organizzazione criminale, che uccideva e usava la violenza per raggiungere i propri scopi, si è trasformata in un’associazione che opera prevalentemente nel settore economico e finanziario così da rendersi meno visibile. Come ogni fatto umano la mafia è destinata a scomparire ma occorre l’impegno di tutti nel mantenere alta l’attenzione, anche se non fa più paura come prima non significa che non esista. Occorre soprattutto continuare a diffondere i principi di legalità e senso civico partendo da ogni semplice comportamento quotidiano.

La giornata contro la violenza sulle donne

di Davide Nikshiqi - III E

La giornata dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne viene celebrata il 25 novembre. Ma partiamo dall’inizio. Questa giornata è stata scelta non casualmente, ma per un fatto realmente accaduto nel 1960, le cui vittime erano tre donne, ovvero le sorelle Mirabal. Vennero deportate, torturate, maltrattate e uccise nella Repubblica Dominicana, proprio il 25 novembre 1960. Il tema della violenza sulle donne è un problema che da secoli è presente nella nostra società. Citando un femminicidio recente, possiamo parlare dell’omicidio di Giulia Cecchettin, una giovane ventiduenne uccisa dal suo ex-fidanzato Filippo Turetta. Lui era ossessionato e pazzo per lei, non riusciva a vivere senza la ragazza, ma soprattutto non sopportava questa lontananza. Continuava a minacciarla, ricattarla e farle sentire un senso di colpa continuo, finchè non ha agito e l’ha uccisa. Questo è il centotreesimo caso di femminicidio quest’anno, e speriamo che sia anche l’ultimo. Negli ultimi giorni un ragazzo ha lanciato dell’acido in faccia alla sua ragazza. Si tratta di  avvenimenti orrendi, che ci fanno capire quanto sia malata la nostra società. Bisogna iniziare dai più piccoli, ancora inconsapevoli di tutto quello che accade ogni giorno e insegnare loro il rispetto che si deve avere nei confronti delle donne. Molto spesso si discute di questi argomenti dopo che avvengono tutti questi femminicidi, ma se vogliamo effettivamente cambiare qualcosa, dobbiamo attivarci fin da subito. Dobbiamo pensare che ogni giorno sia il venticinque novembre, parlare di questo argomento più frequentemente, spargere voce, protestare, lamentarci, affinché qualcosa cambi. Senza paura, denunciate, segnalate, confidatevi con qualcuno che vi possa aiutare, anche attraverso piccoli, ma in fondo grandi gesti. Scioperiamo, manifestiamo, aiutiamo le persone vittime in qualsiasi momento di difficoltà.

Debelliamo questo problema!

La striscia di Filippo

VIOLENZA SULLE DONNE:

chi se ne cura? 

di Manfredi Drago - II D

Cos’è la violenza sulle donne?

Il seguente articolo è tratto da un’intervista all’avvocato penalista Federica Prestidonato che si occupa anche di diritti umani, in particolare della tutela e della difesa dei diritti delle donne e dei minori vittime di violenza.                                  

Come si manifesta la violenza di genere? 

La violenza si manifesta in diversi modi, se parliamo di  violenza di genere, questa può essere fisica, (pugni, schiaffi, spintoni, calci, tirate di capelli…. più evidente) o  psicologica che è più subdola e complessa.

La violenza psicologica si manifesta attraverso: insulti, isolamento della donna dalla rete dei parenti e amici, con il creare  nella donna sensi di colpa, si pone in essere attraverso la svalutazione delle capacità della donna, la mortificazione, il senso di inadeguatezza. La violenza psicologica non si vede, non  lascia lividi sul corpo ma sicuramente crea grossi problemi in una donna.

Inoltre c’è anche la violenza economica che consiste nel non consentire alla donna l’accesso ai propri guadagni o nel non consentirle l'accesso alle risorse finanziarie della famiglia, impedire alla donna l’accesso al mondo del lavoro o agli studi, nel fare assumere alla donna impegni finanziari come finanziamenti o mutui, nel non consentire alla donna di conoscere l’entità delle finanze della famiglia e così via. 

Il Centro Antiviolenza Lia Pipitone

L’avv. Prestidonato collabora ormai dal 2016 con il Centro Antiviolenza Lia Pipitone. Allora la risposta alla domanda relativa al numero di donne  che il centro aiuta e sostiene è complessa cerchiamo di rispondervi! Non posso dare una risposta esatta ma il centro ha un servizio telefonico h24 le telefonate sono molte, ad ogni modo posso dire con certezza che superiamo i cento casi  l’anno.

COME FUNZIONA:

Il centro funziona con diverse modalità.

Anzitutto le donne si rivolgono al centro: con l’invio da parte delle Forze dell’Ordine, con l’invio da parte di  altri servizi presenti sul territorio, informative date presso il pronto soccorso, invio dal 1522 numero nazionale antiviolenza, chiamata autonoma della donna attraverso i social di cui si occupa un’ operatrice dedicata; ad ogni modo a chiamare deve sempre essere la donna perché si lavora molto con la presa di consapevolezza da parte della vittima.

La donna viene, poi, invitata ad un colloquio detto di  accoglienza e insieme si fa un “piano”.

Il centro dà consulenze legali e psicologiche e propone attività empowerment, ovvero percorsi che mirano al potenziamento delle capacità di ogni singola donna, percorsi sociali volti al reinserimento o inserimento della donna nel mondo del lavoro, sostegno alla genitorialità, ricerca della casa. Recentemente sono stati attivati dei  percorsi di benessere che riguardano danza, yoga, autodifesa, passeggiate che favoriscono il reinserimento in un contesto sociale perché la violenza ISOLA.

Il lavoro del Centro con le donne mira a tutelarle in situazioni di emergenza, ma soprattutto è volto a favorire, l’autonomia della donna anche da un punto di vista affettivo

Ora che sapete come funziona, anche voi potrete aiutare donne e ragazze in difficoltà

Inoltre riflettete: avete mai assistito ad un caso di violenza? (vale anche il bullismo). Se volete potete inviare le vostre riflessioni alla nostra redazione, marconinews@icsmarconipalermo.edu.it, che valuterà la possibilità di pubblicarle sul nuovo numero del MarconiNews.

Neanche con un dito!

 Claudia Sapienza e Giorgia Vaccaro 2^D

Nuovo caso di femminicidio: donna di 66 anni uccisa dal marito a mazzate. 

Il 28 novembre a Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma intorno alle 9:00-9:30, Meena Kumari di nazionalità indiana è stata aggredita dal suo compagno che le ha dato più volte dei colpi di mazza sul capo. Il 118 ha trovato la povera vittima morta. Poco dopo avere trovato il corpo di Meena è stato scovato e fermato il marito violentatore/assassino. Su di lui continuano le indagini, ma le forze dell’ordine non sono riuscite a salvare la vita di questa anima innocente. Picchiata in casa, Meena nel tentativo di salvarsi la vita è scesa in strada per chiedere aiuto. Il marito raggiungendola ha continuato a colpirla fino ad ucciderla. I quattro figli si sono precipitati sul luogo della fine di Kumari con l’incredulità e il dolore negli occhi. I familiari riferiscono: tutti la chiamavano Mina, era una donna esile, con un corpo da ragazza. La sua migliore amica dichiara: era una santa e non si meritava questo, il marito invece era un uomo robusto in pensione da anni, si chiama Onkar lal. Lascia tre figlie ed un figlio. 

I nostri pensieri: per cambiare bisogna denunciare, tutte queste donne vittime devono essere tutelate ma anche le donne devono essere in grado di scegliere l'uomo giusto con cui convivere. Troppe donne stanno pagando con la vita per colpa di uomini insicuri, possessivi ed egoisti. Siamo certe che con aiuti e protezione il femminicidio e la violenza sulle donne anno dopo anno diminuirà, ma ci dobbiamo impegnare tutti perché non aumenti ancora. Gli esempi di queste donne sono la dimostrazione che dobbiamo lottare per quello che amiamo. Già ai bambini, pure i più piccoli, si deve insegnare a rispettare le donne.

Intervista a:

 Roberto Lagalla 

Sindaco di Palermo

di Antonio Mioduszewski con la redazione della II D

1) Come sarà Palermo alla fine del suo mandato?

“Da altre parti potrebbe sembrare un’ambizione di poco conto, mentre per Palermo non è così. Il mio obiettivo è arrivare alla fine del mandato, dando ai palermitani una città più normale. Perché, sotto tanti punti di vista Palermo non è da tanto tempo una città normale. Immagino una città dove ci siano servizi più efficienti, dove i bambini vadano a scuola in inverno senza bisogno di indossare i cappotti perché i riscaldamenti funzionano e più accogliente per i turisti che vengono a trovarci e che, malgrado tutto, sono sempre in tanti e sempre di più”.

2) La città di Palermo è invasa, un po' dappertutto, da immondizia, come pensa di risolvere questo problema?

“Stiamo parlando di una delle sfide più difficile, se non la più difficile, della città per le condizioni in cui si trova l’azienda che si occupa del servizio e che questa amministrazione sta cercando di aiutare in tutti i modi possibili affinché possa rendere di più. Non voglio, però, annoiarvi più di tanto su strategie e politiche da adottare. Semmai,

tengo di più a sottolineare che questa può essere una sfida che si può vincere solo se siamo tutti insieme. Non la vince da solo un sindaco o un’amministrazione. E in questo senso, voi giovani studenti, potete dare una grande mano perché spesso siete anche più attenti e responsabili degli adulti. Se tutti noi, infatti, facessimo il nostro dovere, gettando l’immondizia negli orari stabiliti, non gettando cartacce a terra, e conferendo gli ingombranti nei luoghi stabiliti, ovvero i Centri comunali di raccolta e non in un angolo di strada, credo che buona parte del problema sarebbe già risolto. Quindi, non esitate mai a “bacchettare” un adulto accanto a voi che infrange questa o altre regole”.

3) Come pensa di poter aiutare i "diversamente abili" a frequentare il centro storico dove l'abbattimento delle barriere architettoniche è limitato?

“La buona notizia è che da poche settimane sono stati affidati i servizi di progettazione per numerosi interventi che riguardano edifici storici, piazze, strade del centro storico. Si tratta di grandi investimenti che puntano alla rigenerazione di diversi spazi del centro storico, dove ci sarà ovviamente un’attenzione dedicata agli accessi per i diversamente abili”.

4) Oggigiorno è difficile trovare occupazione e purtroppo, molti giovani diplomati e/o laureati, sono costretti ad andare al Nord d'Italia o all'estero. Quali progetti ha per questa questione che penalizza la nostra città da anni? Sappiamo che lei è nonno: ha pensato ai suoi nipoti per questo problema? Cosa ci riserverà il futuro, potremo ancora vivere nella nostra amata Palermo?

“Il Comune si sta muovendo su due fronti. Prima di tutto sulle scuole, su interventi di edilizia che non venivano effettuati da anni e sul potenziamento dei servizi, ad esempio quello delle mense. Favorire servizi come questo significa favorire, al tempo stesso, ad esempio il tempo pieno, in modo tale che gli studenti possano vivere il più possibile l’ambiente scolastico, fronteggiando il fenomeno della dispersione scolastica. Inoltre, il Comune deve favorire la presenza di spazi dedicati soprattutto all’innovazione tecnologica, ovvero l’ambito che più di tutti può attrarre i giovani e il lavoro del futuro. In questo senso, il Comune ha destinato ai Cantieri culturali della Zisa un padiglione che ospita proprio numerose start-up, ma non vogliamo fermarci qui perché stiamo pensando di realizzare proprio un polo che diventerà la “Casa della tecnologia digitale”. Più si creano queste possibilità, più i giovani hanno occasione di restare a Palermo e di queste possibilità il Comune vuole fare la sua parte anche collaborando con l’Università di Palermo”.

5) Qual è la sua giornata tipo?

“Come potete immaginare, si tratta di un’agenda molto fitta che si divide tra tante riunioni operative in ufficio e impegni istituzionali all’esterno. Ho sempre voluto analizzare da vicino i problemi, non mi piace delegare gli uffici, ho bisogno di confrontarmi con loro per trovare le soluzioni. Per quanto riguarda gli impegni esterni, invece, da professore, sicuramente quelli che per me restano sempre i più piacevoli riguardano le visite nelle scuole o all’università, avendo sempre costruito e coltivato un rapporto con i giovani”.

6) Mondello possiede una bellissima spiaggia, uno dei nostri "Fiori all'occhiello", cosa pensa di fare per offrire più spazio (quello di diritto!) ai cittadini nella spiaggia libera?

“Purtroppo la spiaggia non è di competenza del Comune, ma di un ente che si chiama Demanio ed è di competenza regionale. Da sindaco, posso sicuramente farmi da portavoce di questa causa”.

7) Lei è un tifoso di calcio? Crediamo di sì! Pensa di fornire altre tettoie per lo stadio?

“Sono un tifoso del Palermo e non mi perdo una partita allo stadio e, anche per questa ragione, sullo stadio Barbera il mio obiettivo è di consegnarlo migliore di come l’ho trovato, considerando che è un impianto sul quale non si fanno lavori da oltre 33 anni, ovvero da quando in Italia si sono giocati i Mondiali del 1990. Con la società che ha la proprietà del Palermo e la concessione dello stadio siamo in costante contatto e ci sono diversi progetti per migliorare l’impianto. Vedremo se ci sarà lo spazio per parlare anche di nuove coperture”.

8) Nella nostra città, c'è un problema enorme, che si verifica quando piove molto, facendo "bloccare" la città, allagando strade e sottopassi, per colpa dei tombini intasati, che fanno straripare l'acqua. Come risolvere questo grosso disagio?

“Proprio sul problema delle caditoie abbiamo appena destinato delle risorse economiche straordinarie per la pulizia e la manutenzione. A questo si dovranno accompagnare interventi certamente più strutturali”.

9) Pensa di far riaprire le industrie situate nel quartiere di Brancaccio?

“Beh, non è un sindaco che ha il potere di far aprire industrie in città. Quello che può fare un Comune è sicuramente quello di favorire e agevolare l’apertura di nuove attività economiche che generino lavoro e ricchezza in città e su Brancaccio abbiamo da poco inaugurato il nuovo impianto di illuminazione proprio nella zona industriale, mentre alcuni mesi fa ha aperto il quartier generale di Amazon che rappresenta un elemento di riqualificazione di quest’area del territorio”.

10) Quale contributo può dare la scuola al Primo Cittadino di Palermo?

“Da professore e da ex assessore regionale all’Istruzione sono convinto del ruolo fondamentale della scuola e del grande impegno che mettono i vostri insegnanti. Come vi dicevo prima, la sfida per rendere Palermo migliore di com’è adesso non la vincerà mai un sindaco da solo, ma la può vincere solo con l’aiuto di tutti. L’aiuto che vi chiedo è quello di ricordare sempre quali sono i vostri diritti, ma anche quali sono i vostri doveri e questi ultimi, purtroppo, spesso da molti vengono dimenticati. Io dico sempre una cosa: quando chiudete la porta di casa vostra, pensate che ogni strada, ogni piazza, ogni spazio verde siano proprio la continuazione della vostra casa e, per questa ragione, vanno rispettate”.

10 dicembre. Buon compleanno DUDU!

di Giulia Chiaramonte  - III H

Il 10 dicembre è il compleanno della DUDU (Dichiarazione Universale dei diritti umani) e quest’anno compie ben 75 anni! La DUDU è un documento al quale si ispira la legislazione internazionale sui diritti dell’uomo; fu adottata nel 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e la sua fondazione nacque dal bisogno di uomini e donne di cancellare tutto ciò che era successo durante la Seconda Guerra Mondiale e cercare di non farlo riaccadere. La Dichiarazione è composta da 30 articoli, alla sua base ci sono due assunti: quello della dignità inalienabile di ogni individuo e l’impegno per far rispettare le libertà senza disuguaglianze né pregiudizi. I primi due articoli stabiliscono i concetti di medesima libertà, dignità e fratellanza fra gli individui, i seguenti 18 mettono in evidenza i diritti civili e politici, il diritto di possedere la cittadinanza e quello di avere la libertà di pensiero e religione, dal 22 al 27 si delineano i diritti economici culturali e sociali, infine gli ultimi 3 approvano il diritto di vivere in una condizione nella quale vengano considerate le libertà esposte, i doveri per rispettare le libertà altrui e l’impossibilità di usare questo documento per negare i diritti degli altri. La nostra scuola dà molta importanza all’educazione ai diritti umani; infatti, come tutti gli anni anche quest’anno abbiamo intrapreso il percorso di Amnesty Kids, acquistando il quaderno, che proprio quest’anno è centrato prevalentemente sulla DUDU, il documento che ispira l’azione di Amnesty International, impegnata dal 1961 nella difesa e nella promozione dei diritti umani. Ogni giorno sono ancora tante le violazioni dei diritti umani fondamentali, che ci dimostrano quanto sia importante il nostro impegno. Piccolo spoiler! A maggio noi della terza H, organizzeremo una manifestazione per la festa della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani! Siete tutti invitati!