Tra il 1966 e il 1977, un sociologo fece un esperimento e chiese a 4.807 bambini delle scuole elementari in Canada e Nord America di disegnare uno scienziato.
Il risultato? Una valanga di camici bianchi, occhiali spessi e provette. Ma il dato che colpì fu un altro: su quasi cinquemila disegni, solo 28 rappresentavano una donna scienziata — e nessuno di questi era stato fatto da un bambino maschio.
Nel nostro gruppo è emerso un risultato interessante!
Su 8 partecipanti, ben 6 hanno disegnato una donna scienziata, e tra questi, la metà ha rappresentato la scienziata immersa nella natura.
L’unico uomo del gruppo ha disegnato uno scienziato, in particolare ha ritratto il proprio professore di scienze.
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Diamo qualche numero per far capire la realtà dei fatti!
Al nostro gruppo di lavoro è stato proposto di confrontarsi e, attraverso un WebQuest, esplorare il web per porci domande, raccogliere dati e trovare fonti affidabili per la nostra analisi. Nonostante i grandi progressi ottenuti grazie al processo di emancipazione femminile, è emerso che la presenza delle donne nelle scienze resta ancora limitata e sottorappresentata.
Se sfogliamo i libri di scuola, vediamo subito che ci sono molti più uomini che donne: nelle pagine di storia, di letteratura, di scienze, i nomi maschili sono più numerosi. Per tanto tempo, infatti, le donne non sono state rappresentate, come se non avessero avuto un ruolo importante.
Perché è successo questo? Non perché non ci fossero donne capaci e talentuose, ma perché spesso non avevano accesso alla cultura: non potevano studiare, non potevano lavorare liberamente, e anche quando facevano grandi cose, la società non le valorizzava, non le esaltava come faceva con gli uomini.
Questa lunga invisibilità non era dovuta all’assenza reale di artiste, scrittrici, scienziate, ma a una dimenticanza storica e culturale.
Solo grazie a nuove ricerche critiche, negli ultimi decenni, si è potuto riportare alla luce un intero patrimonio creativo rimasto a lungo nascosto. Oggi si cerca di recuperare questi nomi e queste storie, inserendo nei libri figure come Artemisia Gentileschi per l’arte, Marie Curie per la scienza, Grazia Deledda per la letteratura o Lee Miller per la fotografia.
Così possiamo avere una visione più completa e giusta del passato.
Immagine di copertina: Image by Judith Horvath from Pixabay