Kashmir

Il Pakistan e il Kashmir si accusano reciprocamente di terrorismo e spionaggio. Il premier Pachistano ha dichiarato al parlamento di Islamabad che “il Kashmir diventerà Pakistan”.

Sul piano militare gli scontri di fuoco sono aumentati sia sulla Linea di Controllo, che nel Jammu (città indiana).

Molte persone sulla Linea di Controllo dal lato indiano sono sfollate. Ci sono anche molte infiltrazioni di terroristiche. Nel 2016 , dal Satp sono state registrate molte vittime causate dal conflitto.

Nel 2017, la Jammu & Kashmir Coalition of Civil Society, ne contò molti di più circa 450 morti. Il picco di 4500 nel 2001 è ancora molto lontano ma questo è molto allarmante.

Nel 2017 le proteste studentesche sono aumentate nella capitale. La polizia ha risposto molto violentemente. Nel luglio 2016, Burhan Muzaffar Wani comandante della milizia jihadista è stato ucciso dalle forze di sicurezza. Le autorità hanno risposto con il coprifuoco e molti arresti. Nel 2017 il Governo della Nuova Delhi ha nominato un interlocutore incaricato di avviare colloqui con le forze nazionaliste del Kashmir. Il primo ministro indiano ha escluso l’ipotesi di ripristinare la piena autonomia del Kashmir.

Le parti in causa sono tre: India, Pakistan e gli abitanti del Kashmir. Per India e Pakistan si tratta di una contesa territoriale. Il Kashmir ha combattuto tre guerre: due dichiarate (nel 1949 e nel 65), ed una non dichiarata nel 1999. Secondo il Pakistan, nel Kashmir c’è una potenza occupante che nega libertà ed autodeterminazione. Secondo l’India, il Pakistan infiltra terroristi armati per destabilizzare il territorio. Nel 2002 le due potenze hanno schierato i loro eserciti. Nel 2008, l’attacco terroristico a Mumbai ha raffreddato i rapporti tra le due potenze. Nel 2014 vengono registrati diversi scontri tra le due potenze. Dopo vent’anni di guerre, gran parte delle forze nazionaliste optano per un regime di autonomia. Gli abitanti del Kashmir vogliono revocare delle leggi speciale che garantiscono l’impunità delle forze armate.

Il conflitto del Kashmir è una crisi regionale prolungata. Dopo la Spartizione del 1947, sono nate due Nazioni, il Pakistan musulmano e l’India multireligiosa.

Il Kashmir voleva l’indipendenza, ma infine optò per l’India e ne fece uno stato Indiano del tutto autonomo. Questa decisione non fu gradita dai pachistani, da questo è risultata la guerra tra Pakistan e India nel 1949.

Il risultato della guerra tra India e Pakistan è la spartizione tra Pakistan, India e Cina.

Le nazioni unite chiedevano il ritiro delle truppe pakistane ed il referendum per il Kashmir, ma ciò non accadde e la linea di controllo diventò un confine di fatto sancito dagli accordi di Simla nel 1972. La situazione non si era però pacificata. C’è stata una escalation di conflitto tra gruppi armati provenienti anche dall’Afghanistan, e chi ne ha pagato le conseguenze sono stati gli abitanti del Kashmir. Dopo il 2000 i conflitti sono calati. Ci fu una protesta, molti ragazzi giovani morirono e molti furono arrestati. Alcuni gruppi armati ricominciarono a reclutare guerrieri. Le promesse di pace non si sono realizzate. Le leggi speciali sono ancora in vigore, ma il Kashmir non è ancora diventato indipendente. La pace nella valle dipende sia dalle relazioni tra India e Pakistan, sia dalla capacità dell’India di trovare un assetto democratico condiviso con le forze sociali e politiche