Israele-Palestina

Da ormai 70 anni in Palestina sono presenti conflitti politici armati causati dal fatto che sia il popolo israeliano che quello palestinese vogliano quella terra.

Il popolo israeliano, da molti secoli perseguitato in Europa per la propria religione ebraica, dopo la seconda guerra mondiale, nel 1947, ottenne il diritto da parte dell’Onu per costituire un proprio stato autonomo in una parte del territorio accordata nella dichiarazione di Balfour nel 1917. Gli venne affidato quel territorio perché era la “terra promessa” indicata da Dio nella Bibbia, più di 2000 anni prima.

Il popolo palestinese, di religione musulmana, viveva in quelle terre da molto tempo e a questo improvviso cambiamento di dominio non era molto d’accordo.

Nei decenni successivi si susseguirono numerose guerre in cui lo Stato arabo cercava di sottomettere lo Stato di Israele, senza successo. Ma la guerra del 1967, dove lo stato ebraico occupò altre terre, prima musulmane, fu quella che segnò in maniera definitiva il fatto che la pace sarebbe rimasta un traguardo inarrivabile e gettò le basi per la situazione di fragile equilibrio, ancora attuale.

Nel 1993, per gli Accordi di Oslo, ci fu un tentativo di pace, ma fallì.

Recentemente, il 14 maggio 2018, il presidente degli USA, Trump, ha rigettato benzina sul fuoco chiedendo come capitale israeliana Gerusalemme, città sacra per tutte e due le religioni. Naturalmente l’Autorità Nazionale Palestinese non ha accettato, prendendo la richiesta come un’ulteriore “provocazione” da parte della potenza filoisraeliana.