Siamo dei ragazzi dell'I.C. di Osio Sopra, scuola secondaria di 1 grado. In tecnologia durante il triennio trattiamo spesso il tema ambientale. L’anno scorso abbiamo avuto il piacere di incontrare e intervistare Telmo Pievani, un rinomato evoluzionista e divulgatore scientifico bergamasco. Durante la nostra conversazione, abbiamo scoperto quanto sia cruciale attingere a fonti scientifiche affidabili per comprendere il problema urgente del cambiamento climatico. Grazie alla sua esperienza, Telmo Pievani ci ha guidato attraverso i passaggi essenziali per diventare cittadini attivi e consapevoli.
Nasce l'idea di costruire questo sito riportando le ricerche che abbiamo fatto a scuola, vogliamo essere anche propositivi e le classi prime dopo aver studiato il problema della fast fashion propongono a fine maggio, alla cittadinanza una sfilata di abiti usati.
Le classi seconde dopo la ricerca sulla relazione tra una dieta sana e l'impatto che tanti cibi hanno sull'ambiente come la carne rossa, propongono una serie di ricette golose senza carne.
Le classi terze invece hanno studiato e preparato la pagina sul cambiamento climatico.
Quindi dopo questa premessa , abbiamo deciso di chiamare il nostro sito: "AFA", è una parola che evoca l'immagine di un'aria greve e soffocante, quindi il nome A.F.A. diventa l'acronimo che racchiude tre dei principali aspetti del nostro stile di vita moderno: Ambiente, Fast Fashion e Alimentazione.
Queste tre aree sono strettamente interconnesse con il modo in cui le nostre azioni quotidiane influenzano il pianeta, e sono gli elementi principali del problema del cambiamento climatico che minaccia la nostra esistenza.
AMBIENTE - FAST FASHION - ALIMENTAZIONE
L'ambiente è il fondamento su cui poggiano tutte le attività umane. Tuttavia, lo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali e l'inquinamento stanno mettendo a dura prova l'ecosistema terrestre. Le emissioni di gas serra e la deforestazione contribuiscono al riscaldamento globale, mentre l'inquinamento dell'aria e delle acque compromette la salute degli esseri viventi. È fondamentale adottare pratiche sostenibili per preservare il nostro pianeta per le generazioni future.
FAST FASHION
Il fenomeno del fast fashion ha rivoluzionato il modo in cui acquistiamo e consumiamo abbigliamento. Tuttavia, l'industria della moda veloce è una delle più inquinanti al mondo. La produzione di capi a basso costo comporta un consumo intensivo di risorse e l'utilizzo di sostanze chimiche nocive. Inoltre, la cultura dell'usa e getta promuove uno spreco considerevole, contribuendo all'accumulo di rifiuti tessili. È cruciale promuovere la moda sostenibile e incoraggiare i consumatori a fare scelte più consapevoli.
L'alimentazione è un altro aspetto chiave che incide significativamente sull'ambiente. La produzione alimentare industriale è responsabile di gran parte delle emissioni di gas serra e del consumo idrico globale. Inoltre, l'allevamento intensivo di bestiame e l'uso eccessivo di pesticidi e fertilizzanti chimici danneggiano il suolo e la biodiversità. Passare a diete più sostenibili e privilegiare prodotti locali e biologici può ridurre notevolmente l'impatto ambientale del nostro modo di nutrirci.
https://www.salute.gov.it/new/it/tema/dieta-mediterranea/
Il cambiamento climatico è una realtà innegabile e una minaccia urgente. Gli scienziati hanno lanciato allarmi per anni, ma le multinazionali spesso mettono al primo posto i profitti rispetto alla sostenibilità ambientale. La politica, d'altra parte, si mostra spesso debole nel contrastare gli interessi economici dominanti e nel destinare risorse significative per il cambiamento.
È essenziale che ognuno di noi faccia la sua parte, adottando stili di vita più sostenibili e chiedendo azioni concrete ai governi e alle aziende. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo sperare di alleviare il soffocante problema del cambiamento climatico e garantire un futuro sostenibile per il nostro pianeta.
Telmo Pievani, è un filosofo della biologia, evoluzionista e divulgatore scientifico nato a Bergamo. Professore all'Università di Padova, si occupa di filosofia delle scienze biologiche, bioetica e divulgazione naturalistica. In questo video affronta la relazione tra scienza e ideologia nel contesto del cambiamento climatico. Pievani distingue tra il dubbio scientifico, che stimola il progresso, e il dubbio ideologico, che spesso nasce da convinzioni precedenti e non si basa su prove.
Il giorno 24 aprile 2024, abbiamo avuto il piacere di conoscere e intervistare il prof. Telmo Pievani. Pubblichiamo l'intervista che avevamo fatto.
Osio Sopra e Levate 23 aprile 2023
INTERVISTA A TELMO PIEVANI
Ci siamo informati un pò su di lei. Sappiamo che è bergamasco, insegna all'Università di Padova, si presenta come filosofo Evoluzionista, comunicatore e saggista. Vorremmo che lei approfondisse questo argomento. Dunque che spiegasse chi è e in cosa consiste il suo lavoro. Come ha fatto a diventare Telmo Piovani da grande? Noi abbiamo 13 anni e dobbiamo scegliere cosa fare da grandi, ma le assicuriamo che non è sempre facile avere le idee chiare. Ci piacerebbe conoscere un po' la sua storia.
T.P. Volentieri. Grazie intanto dell'invito. Io non so se sono un buon esempio. Allora la mia storia.
Io sono bergamasco, ho studiato a Bergamo, ho studiato alla Donadoni nelle scuole media in città bassa e poi ho fatto il liceo classico in Città Alta, il Sarpi. Me lo ricordo, era molto duro, è stato però un periodo bellissimo della mia vita e mi sono divertito tantissimo, anche se si studiava veramente tanto.
La prima cosa che vi dico? Non preoccupatevi se alla vostra età non avete idea di quello che farete, perché secondo me, è del tutto normale e non dovete avere questa preoccupazione. Io alla vostra età non avevo la minima idea di quello che avrei fatto da grande, devo essere sincero, anche perché mi piacevano tante materie diverse. Mi piaceva tanto italiano, la scrittura, mi piaceva anche filosofia, però mi interessava anche la scienza, mi interessavano i temi ideologici della scienza. Insomma non sapevo che cosa avrei fatto. E se devo essere sincero, non lo sapevo nemmeno quando sono arrivato alla maturità. Quindi tranquilli, se siete pieni di incertezze, secondo me è normale, non dovete avere ansia.
Il mio Consiglio? studiate tante cose diverse, siate curiosi, aggiornatevi, insomma, leggete, cercate di capire cosa succede nel mondo e cercate di esplorare. Tante possibilità diverse, poi prima o poi secondo me, qual'è il vostro talento, quello che vi piace davvero lo scoprirete, però non dovete avere troppa fretta. Fatevi una cultura, la più ampia possibile finché siete in tempo. Tra l'altro l'Italia, checché se ne dica, ha una formazione molto competitiva a livello internazionale. Quindi teniamoci stretta la scuola che abbiamo, la scuola come quella che state facendo voi, perché in altri paesi non c'è, una scuola così bella e con tante materie così diverse. Io sono un esempio, ma tantissimi altri ragazzi e ragazze italiane sono un esempio, quando gli studenti si laureano in Italia, poi vanno all'estero a lavorare, fanno delle carriere strepitose, segno che vuol dire che hanno avuto una buona formazione. Molto buona, molto competitiva.
Poi cosa è successo? Io ero così incerto che dopo il Sarpi mi sono messo in testa di fare fisica. Perché mi piaceva, ma dopo un anno e mezzo, ho capito che non era la mia strada, quindi, accettate anche il fallimento, perché succede!
Andavo bene, ho superato gli esami, però ho capito che non era la mia vocazione, stare tutta la vita in un laboratorio a fare ricerca. Ho capito lì che a me interessava la parte più teorica, la più filosofica.
Allora cosa ho fatto? Ho cambiato, anche se i miei genitori non erano d'accordo, può anche succedere che magari entrate in conflitto con i vostri genitori, ma mi sono iscritto a una laurea bellissima che purtroppo oggi non c'è più, l'hanno tolta con la riforma Gelmini. Era a Milano ed era bellissima, facevi gli esami di una disciplina scientifica, quella che volevi in fisica, biologia eccetera, poi avevi gli esami di filosofia, ma di filosofia della scienza, quindi la logica e il metodo scientifico. Imparavi come funziona la scienza, e ti laureavi in filosofia della scienza. Quindi mi hanno tenuto buono tutti gli esami di fisica e mi sono laureato velocissimo in filosofia della scienza. Vi racconto una cosa così capite perché non dovete preoccuparvi, ormai avevo quasi scritto la tesi, ovviamente una tesi di fisica, di filosofia della fisica sulla relatività di Einstein, sull'uso delle metafore della teoria molto difficile di Albert Einstein. A un certo punto sto passeggiando per i corridoi dell'università, vado in libreria dove andavo sempre, mi piaceva scartabellare, cercare, e comincio a leggere questi libri sull'evoluzione di Stephen Jay Gould, di questi grandi autori che c'erano a quel tempo e che parlavano di evoluzione e lì, è stata una specie di colpo di fulmine. Ho detto no, bellissimo, io devo fare questo. Io voglio studiare l'evoluzione. Allora vado dal mio professore. Che si chiamava Giulio Giorello, che purtroppo è morto due anni fa, è stato un grandissimo professore della scienza, gli dissi:”guardi, professore, io voglio cambiare tesi di laurea, adesso voglio studiare l'evoluzione”. Mi ricordo che lui mi guardò e mi disse: ” tu sei matto, scusa, tra due mesi devi discutere la tesi, ti rimetti a ricominciare da capo, ma scusa, intanto discuti la tesi e, poi fai quello che vuoi, no!” e io:”no, guardi, voglio fare una tesi sulla filosofia della biologia”. E lui mi guardò e mi disse: “Ma non c'è questa materia in Italia” allora gli dissi: “Siccome non c'è, dobbiamo farla noi” Allora lui fu molto gentile e mi scrisse una lettera a quei professori americani che mi piacevano e mi fece da relatore. Quindi sono andato a New York, ho conosciuto questi scienziati. Mi sono laureato e poi sono rimasto a lavorare con loro per diversi anni all'American Museum di New York. E lì mi sono laureato e ho fatto tutti gli studi di biologia evoluzionistica. Quindi sono diventato anche un biologo evoluzionista. Poi sono tornato in Italia nei primi anni 2000, ho fatto una veloce carriera in Italia, cosa rara, perché ero un professore molto giovane. Poi sono andato a Padova, dove sono ancora adesso, lavoro in un dipartimento di biologia. Però vi preannuncio che a ottobre, torno negli Stati Uniti. Quindi torno a casa, si chiude un cerchio e torno a lavorare all'American Museum di New York, dove ho cominciato la mia carriera, che è un posto bellissimo. Quello di una notte al museo. Il film l'avete visto? Ecco, torno a lavorare lì, quindi l'ho fatta un po' lunga, ma per dire che la mia è una storia complicata, piena di cambiamenti.
Mi sento di dirvi state tranquilli, se non avete idea di cosa farete da grandi secondo me è normale, approfittatene per studiare un po qua e là un pò di tutto.
Negli ultimi tempi anche noi ragazzi abbiamo iniziato ad accorgerci di un cambiamento soprattutto con il tempo, cioè alcune volte fa freddo, altre volte caldo, poi di nuovo freddo. Vorremmo capire quali sono le cause e da quando è un problema, se ci sono speranze per il nostro pianeta
T.P. domanda molto difficile. Cerco di non essere troppo lungo. Allora il clima sta cambiando e c'è ne accorgiamo anche se adesso fa freddo in aprile. Non dovete pensare che non c'è il riscaldamento climatico. In realtà il riscaldamento climatico è un fenomeno globale che riguarda tutto il pianeta. E che vedrete quanto caldo farà tra un po ', nel senso che implica lunghi periodi molto caldi d'estate, primavera, autunno. E poi può succedere, è già successo anni fa, a maggio, che ci siano delle code di freddo come queste, insomma qualche tempo fa quando guardavate le previsioni del tempo, le perturbazioni arrivavano sempre dall'Atlantico non da Occidente Verso Oriente e l'Italia era interessata sempre da queste perturbazioni, quindi il tempo cambiava velocemente. Adesso invece succede che la dinamica è tutta nord sud, vuol dire che per certi periodi vengono su dall'Africa verso l'Italia dalle zone di caldo molto secco che durano tantissimo tempo, oppure da nord scende l'aria fredda, come sta succedendo adesso e quindi fa molto freddo. Quindi? In pratica l'Italia è lì in mezzo al Mediterraneo e noi siamo molto esposti al cambiamento climatico, perché, siamo in una zona proprio di passaggio, quindi noi lo vediamo molto di più che non in altri paesi.
Quali sono le cause? Sono di fatto che, soprattutto negli ultimi due secoli, ma principalmente dopo la fine della Seconda guerra mondiale, quindi nelle ultime 3, 4 generazioni, abbiamo immesso in atmosfera una grande quantità di anidride carbonica e di altri gas. Gas serra che scaldano il pianeta e oggi siamo arrivati a 1,2 ° di riscaldamento. Quindi vuol dire che la media globale della terra è più alta di 1 °/2°, che sembra poco, ma in realtà non è poco per niente.
Innanzitutto è una media complessiva di tutti i valori. Se guardi per esempio l'Italia è più del doppio, l'Italia si è già scaldata di più di 2 °. E se prendi le città, per esempio Bergamo, sono usciti da poco i dati e a Bergamo mediamente ogni anno fa più caldo di 3 ° rispetto a vent'anni fa, che è tantissimo. Ecco perché a Bergamo, ci sono lunghe estati caldissime, dobbiamo stare con l'aria condizionata, le zanzare tropicali che sono arrivate fino a qua perché il clima è cambiato, in modo particolarmente forte nelle città. La cosa importante però è che ricordiate, che non c'è solo il clima che cambia, nel senso quello che noi stiamo vivendo oggi e si dice una crisi ambientale, cioè non c'è soltanto il clima che diventa più caldo, per esempio anche la diversità delle specie diminuisce troppo, cioè la quantità di piante, di animali che ci circondano. Stanno diminuendo, per esempio, gli insetti impollinatori che sono importantissimi, si stanno riducendo quasi di 1/3 e questo è un impoverimento degli ecosistemi. Vuol dire che viviamo in un mondo più povero di piante e di animali. Questo non va assolutamente bene. Perché da quelle piante, da quegli animali, dipende il nostro benessere. Insetti impollinatori ci permettono di mangiare poi la frutta e la verdura, la biodiversità è fondamentale. Dipende tutto, dai nutrienti del suolo, l'agricoltura, l'acqua, l'aria che respiriamo. Quindi non va assolutamente bene ridurre la biodiversità. Noi conosciamo le cause di tutto questo, che siamo noi e il modo con cui distruggiamo l'ambiente, quindi possiamo cambiare le cose. Il problema qual è? È che noi, della mia generazione e chi è venuto prima di me ha molte colpe. Dalla fine della seconda guerra mondiale, quindi vuol dire mio nonno, mio papà, io, tre generazioni. Quindi noi della nostra generazione dobbiamo fare tutto il possibile per ridurre questa crisi ambientale, perché altrimenti dovrete risolverla praticamente solo voi. E questo non è giusto ovviamente, perché voi non avete contribuito in nessun modo a questo problema. E poi c'è un'altra grande ingiustizia, che bisogna combattere tutti insieme, cioè i paesi che pagheranno di più questo riscaldamento climatico, non siamo noi che siamo più ricchi, quelli europei oppure gli Stati Uniti o la Russia, la Cina. I paesi che pagheranno di più questo fenomeno sono i paesi che stanno nella fascia equatoriale tropicale, che spesso sono paesi più poveri. E loro, questi paesi, non hanno contribuito per niente al problema, nel senso che hanno fatto poche emissioni di questi gas. Quindi non è giusto che noi, che abbiamo causato il problema, poi lo facciamo pagare a paesi più poveri. Quindi dobbiamo intervenire subito per ridurre queste ingiustizie. Perché poi queste ingiustizie peggioreranno ancora di più la situazione, noi possiamo fare tanto, riducendo lo spreco, risparmiando l'energia. Questo la scuola, adesso lo si insegna molto bene. E poi, tornando alla domanda di prima,oggi c’è tanta ricerca scientifica e tecnologica, noi speriamo veramente che voi che avete 13 anni adesso facciate delle scoperte. Che io adesso non riesco neanche a immaginare e che ci possano aiutare tantissimo. E in fondo è sempre successo così, perché quando io ho cominciato a lavorare nella scienza ormai 25 anni fa, vi assicuro che, quello che abbiamo scoperto dopo, era totalmente inimmaginabile. Proprio nessuno si sarebbe immaginato che avremmo scoperto, non so, l'editing del genoma, tantissime scoperte che abbiamo fatto dopo, quindi succederà anche adesso. Nel senso, sicuramente voi scoprirete cose che io adesso non ho neanche la capacità di immaginare, quindi quella è una grande speranza. Cioè la vostra intelligenza, l'intelligenza delle generazioni future. Io sono ottimista, adesso noi abbiamo tutti gli strumenti per trovare le soluzioni e migliorare.
In Internet si trovano anche informazioni che dicono che l'emergenza climatica non esiste, chi ha ragione perché?
T.P. Purtroppo questo è un grosso problema che abbiamo, è purtroppo non soltanto su Internet, anche in televisione. Anche sulla Rai, tra l'altro anche non soltanto sui canali privati, ormai si trovano tanti giornalisti. Quasi mai scienziati, che appunto dicono che non è vero che non c'è riscaldamento climatico. Io vi dico semplicemente che non dovete crederci, dovete a scuola imparare a capire quali sono le fonti attendibili. Quindi non fidatevi di quelli che parlano a titolo personale né sul web, né sui social, né in televisione. Fidatevi delle fonti istituzionali che sono le riviste scientifiche, che ovviamente sono un po' difficili per voi da leggere direttamente. Però ci sono tanti strumenti di divulgazione, come quelli che faccio io, di comunicazione della scienza. Le scienze è una rivista molto bella italiana, che fa un'ottima divulgazione. Ci sono anche degli influencer adesso che sono molto bravi e fanno buona comunicazione della scienza. Sui social ci sono tante fonti attendibili. L'importante è che vi fidiate soltanto delle istituzioni e soprattutto delle istituzioni pubbliche. Quindi se una cosa la dice una grande università è diverso che se la dice un giornalista qualsiasi in televisione o sui social. E quindi fidatevi delle fonti attendibili dei grandi giornali, quelli importanti, stranieri o italiani. Quindi, imparate a distinguere le fonti. Quando leggete un articolo, la prima cosa da guardare è chi sta parlando e da dove vi sta parlando. Quindi di chi è la firma e perché vi sta dicendo qualcosa? Perché dovete sapere che ci sono dei finanziatori di grandi aziende che lavorano nei combustibili fossili, che ancora finanziano questi gruppi di giornalisti, di persone che poi vanno in televisione e che raccontano menzogne, poi sostanzialmente negano la realtà, si chiamano proprio negazionisti o scettici. Fanno un lavoro molto pericoloso perché poi generano confusione nel pubblico, che non sa distinguere tra le opinioni contrastanti. Noi facciamo tanto lavoro per combattere questo fenomeno, è molto difficile perché per esempio se tu ti confronti direttamente con loro trovano sempre qualche altro argomento per risponderti e la buttano nella confusione e non si capisce. Quindi la cosa importante secondo noi è lavorare nelle scuole e fare capire quando qualcuno vi sta dicendo una fake news, e se a scuola ve le insegnano bene, le fake news le capite. Capite che non c'è mai una fonte attendibile dietro e mescolano e usano argomenti falsi. Questi falsi argomenti generano confusione e lo fanno apposta, quindi bisogna stare molto attenti, però è inutile prenderli di petto, secondo me bisogna lavorare sull'educazione. Quindi fidatevi delle istituzioni pubbliche esempio dell'Istituto superiore di sanità in Italia, oppure le grandi università, le grandi riviste, di queste fonti potete fidarvi.
Quando parla un singolo che va in televisione, state attenti, OK?
Volevamo sapere, noi, nel nostro piccolo, cosa possiamo fare? Possiamo contribuire con il nostro comportamento, in modo positivo o negativo, al cambiamento climatico? Ha dei suggerimenti da darci?
T.P. Si certo, si possono fare tantissime cose. Premesso che noi cittadini, voi giovani, noi un pò più grandi possiamo fare tantissimo, ma non possiamo fare tutto. Mi raccomando. Nel senso che poi sono i politici che devono decidere se approvare le leggi giuste e dare un indirizzo.
Quindi noi possiamo fare tanto, ma non possiamo fare tutto. Questo lo dico perché i politici tendono un pò a dire che dovete essere virtuosi, io dico che dobbiamo essere tutti virtuosi, altrimenti si scaricano le responsabilità. Quindi gli amministratori hanno una responsabilità, vale per i politici nazionali, locali, a tutti i livelli. Quindi la politica è importante. Detto ciò, noi possiamo fare tanto, ti faccio qualche esempio, possiamo metterci d'accordo e lottare contro lo spreco, Per esempio, ridurre lo spreco. Noi sprechiamo tantissimo, sprechiamo energia, sprechiamo cibo tantissimo. Pensate che nel mondo ogni anno si produce cibo per 12 miliardi di persone e noi siamo soltanto 8 miliardi di persone, quindi si produce 1/3 in più di cibo, viene buttato via tutto. E in più tra quelle 8 miliardi di persone c'è ne sono più di un miliardo che soffrono di denutrizione. Quindi pensate, è pazzesco, facciamo cibo per 12 miliardi, lo buttiamo via un sacco. E poi ci sono moltissime persone che non hanno abbastanza cibo, quindi non ha senso questa cosa. Bisogna ridistribuire le ricchezze nel mondo, cosa importante quindi lottare contro lo spreco. Poi se ci mettiamo insieme, possiamo fare delle cose bellissime. Per esempio, non so se conoscete le comunità energetiche, sono delle modalità attraverso le quali ci si può organizzare in un comune, in una parrocchia, in una comunità, in un piccolo paese per condividere la produzione di energia la attraverso i pannelli solari. Condividere in un paese questo fa risparmiare tantissimo ed è una cosa veramente molto importante. Se imparassimo a farla in Italia che siamo molto dispersi, sarebbe fondamentale. Poi possiamo fare tantissimo quando andiamo al supermercato, qualsiasi supermercato. Decidiamo di comprare un certo prodotto anziché un'altro, sulla base di cosa? Dell'impatto ambientale che ha. Vi faccio un esempio, solo se noi riducessimo in 1/3 il consumo di carne rossa, voi non avete idea di quanto farebbe bene questo all'ambiente. E non ho detto che dobbiamo diventare tutti vegetariani, tutti vegani. Quella è una scelta che ognuno fa autonomamente. Soltanto ridurre di 1/3 la carne rossa e solo la carne rossa, quindi non il pollo, già solo questo avrebbe un effetto incredibilmente positivo. Non avete idea che gli allevamenti intensivi sono una delle fonti più importanti, purtroppo, di riscaldamento climatico. Certo questo significa ridurre la nostra voglia di consumare più carne rossa, dovremmo fare un cambiamento anche economico, questo è giusto che avvenga, ma noi siamo i consumatori, possiamo decidere. Quindi vi ho fatto tutta una serie di esempi in cui senza pagare niente sostanzialmente, ma anzi risparmiando, si può veramente fare tantissimo. E poi ricordatevi che se creiamo questa alleanza, questo contagio positivo tra di noi, poi le aziende per esempio, ma anche i politici ci daranno retta perché le aziende hanno bisogno di clienti, quindi non vogliono che i clienti se ne vadano. E oggi sta succedendo per fortuna questa cosa, infatti tante aziende chiedono politiche verdi, politiche per l'ambiente e quindi le aziende che non vogliono perdere alcuni clienti si stanno orientando verso politiche più favorevoli all'ambiente. Quindi vedete che noi dal basso possiamo fare tantissimo. I politici fanno fatica, ma spero che succederà in futuro, quando capiranno che gli elettori vogliono politiche verdi, vedrai che anche loro, per non perdere consenso, cominceranno a fare politiche giuste. Quindi noi abbiamo un grande potere se ci mettiamo d'accordo
Uso sempre la metafora della Ola allo stadio, quando andate allo stadio, avete mai visto la Ola allo stadio che è bellissima? Si alzano tutti in piedi a ritmo e fanno questa grande onda nello stadio. Com'è che si forma la Ola? Si forma perché a un certo punto dello stadio si mettono d'accordo in 10, 20 e si alzano tutti insieme. Allora tante volte si alzano, ma non succede niente perché quelli dopo non si alzano. Però poi ci riprovano ancora, si alzano in 15, si alzano in 20 e poi succede una cosa magica che a un certo punto si alzano in 20, poi si alzano quelli dopo, poi la fila dopo la fila dopo parte l'onda. Comincia a girare intorno allo stadio, 50.000 persone tutte all'unisono. Quello si chiama contagio positivo, è proprio una cosa che noi studiamo ed è quello che dovrebbe succedere anche per il riscaldamento climatico per la lotta contro la riduzione della biodiversità. Noi dobbiamo fare come una Ola e cominciare tutti a fare pesare la nostra, opinione il nostro orientamento, quella è la nostra aspettativa che abbiamo come scienziati. E vi dico un'altra cosa che riguarda soprattutto voi ragazzi. Qualche mese fa abbiamo fatto un grande convegno, in Veneto c'erano dei grandi imprenditori presenti, ma veramente importanti, quelli che fanno i diesel, quelli che fanno il prosecco, quelli che fanno i vestiti, insomma grandi imprenditori. Abbiamo fatto un questionario. È una domanda era, Ma voi quand'è che vi siete accorti che era diventato prioritario, importante fare delle politiche per l'ambiente? Io non ci volevo credere, sapete la risposta, quella più votata qual è stata? Questi grandi imprenditori hanno detto che si sono accorti che dovevamo fare qualcosa per l'ambiente perché i loro figli alle elementari, alle medie, cominciavano a venire a casa e a rompere le scatole, chiudi l'acqua, spegni la luce, facciamo la raccolta differenziata. Lì, quando i loro figli tornavano a casa e cominciavano a chiedergli certe cose, li si sono resi conto che forse dovevano fare qualcosa. Quindi vedete che voi avete un grande potere. Quando tornate a casa potete incidere sul comportamento dei vostri genitori, quindi non sottovalutatelo.
Nell’Agenda 2030 ci sono indicazioni chiare per gli Stati firmatari sul cambiamento climatico, secondo lei siamo a buon punto? Sei riusciremo a raggiungere gli obiettivi, in fondo mancano ancora pochi anni.
T.P. È una bellissima domanda. Allora qui devo essere molto sincero, perché altrimenti poi non diciamo la verità. Noi non raggiungeremo quegli obiettivi, purtroppo, e bisogna che lo diciamo, perché come hai detto tu giustamente, ormai mancano pochi anni.
Tanto per darvi un'idea. Adesso siamo a 1° di riscaldamento climatico nel 2030 arriveremo a 1.5 ° ormai è sicuro, perché non possiamo fare più niente. Praticamente per evitarlo dovremmo proprio rivoluzionare il mondo. Ma non sta succedendo, e il 2030, se fate due conti, voi sarete alla fine del liceo, o ancora al liceo, quindi quando voi non avrete ancora la maturità il mondo sarà più caldo di 1,5 °. Questo vuol dire che sarà un mondo già un pò più diverso, perché sarà ancora più caldo. E poi un'altra cosa che noi sappiamo. I politici non lo capiscono, non ci vogliono dare retta, è, che quando si arriva a 1,5° poi il processo accelererà, diventerà ancora più veloce. Non vi spiego perché, è un pò difficile, ma perché si creano dei meccanismi di autoalimentazione, insomma, per cui il processo accelererà. Si chiamano tipping points. Forse ne avrete sentito parlare. Quindi. Tutto lascia pensare che se non facciamo qualcosa subito arriveremo a 1,5° e intorno al 2030/2040 rischiamo di arrivare a 2°, che è tanto è veramente tanto. Quindi dobbiamo fare qualcosa. Questo è il motivo per cui la scienza insiste tanto oggi, per dire che la transizione ecologica deve essere veloce. Non dobbiamo aspettare troppo, perché se aspettiamo troppo il processo poi rischia di andare fuori controllo e questo per voi non va bene, perché poi voi vi ritroverete a dover affrontare un mondo troppo caldo. Quindi, per risponderti, la realtà dei fatti è che le emissioni di gas serra ogni anno aumentano ancora. Sono diminuite soltanto nell'anno della pandemia, un pochino, ma poi sono tornati a crescere più di prima, quindi adesso stanno crescendo ancora, purtroppo, quindi non va bene, vuol dire che non stiamo facendo abbastanza. Poi l'altra cosa molto negativa che è successo, sono le guerre, la guerra di invasione della Russia in Ucraina, la guerra in Medio Oriente. Tutte queste situazioni fanno malissimo anche all'ambiente oltre che alle persone, perché significa che gli Stati difficilmente si siedono intorno a un tavolo e si mettono d'accordo sulle politiche climatiche. Hai visto che a causa della guerra abbiamo dovuto comprare più gas ancora, un combustibile fossile, quindi abbiamo aumentato ancora le emissioni. Quindi anche le guerre, che sembra non c'entrino niente, in realtà fanno malissimo, oltre che di per sé che sono una follia pazzesca, fanno male anche all'ambiente perché significa che stiamo rinviando gli accordi internazionali. Infatti avete visto nelle Coop ultime, non si è raggiunto nessun accordo vincolante. Dobbiamo lottare tutti insieme per far capire ai politici che bisogna accelerare assolutamente la transizione ecologica. Ed è una questione di generosità, lo ripeto verso di voi, più aspettiamo più il mondo sarà caldo e per voi sarà un più difficile adattarsi a quel mondo. Tra l'altro questo forse spero lo studiate già a scuola, sono sicuro, sapete che adesso è stata cambiata anche la Costituzione italiana, all'articolo 9, che è uno degli articoli fondamentali della Costituzione, c’è scritto proprio che: la Repubblica italiana tutela la biodiversità, gli ecosistemi, l'ambiente anche nell'interesse delle future generazioni, cioè nel vostro interesse, e questa sembra una cosa formale, ma in realtà è importantissima. Perché la Costituzione e il testo al quale poi devono attenersi tutte le leggi, anche quelle regionali, tutte. Quindi ricordatelo, finora non è stato ancora fatto perché è stato cambiato da poco. Ma d'ora in poi se il Parlamento, se un governo, se una regione approvano una legge che distrugge l'ambiente o che porta a consumo di suolo, voi, chiunque, può alzare la mano e dire: scusate, ma questa legge rispetta l'articolo 9 della Costituzione? Andiamo a controllare.
Quindi questo è uno strumento molto importante perché da una direzione a quello che dobbiamo fare. Approfittatene, forse avrete sentito qualche giorno fa che in Svizzera lo hanno fatto. Delle nonne hanno detto, noi vogliamo difendere il diritto dei nostri nipoti che vanno alla scuola primaria e quindi vi facciamo causa perché voi non state proteggendo abbastanza l'ambiente, quindi state minacciando gli interessi dei nostri nipoti. Gli hanno dato ragione, quindi questo è un'altro strumento in più. Per far valere le nostre ragioni per l'ambiente.
Secondo lei chi decide le politiche ambientali si rende effettivamente conto del problema?
T.P. Allora secondo me, ne ho incontrati tanti, sì. Se ne accorgono perfettamente. Il problema qual è? Che i politici, i decisori a tutti i livelli hanno paura, di fare questa transizione perché pensano di perdere consenso. Questo è il grande errore, perché in effetti per fare questa transizione ecologica un pò di sacrifici dovremmo farli, no? Dovremmo appunto spendere di meno, consumare un pò di meno, essere un pò più parsimoniosi, un pò più saggi. Dovremmo cambiare certi modi di spostarci e di alimentarci, quindi insomma un pò di impegno ci vuole, e loro hanno paura che chiedendolo ai cittadini, poi questi votino quegli altri, cioè votino quelli che ti dicono che invece non c'è niente, che è tutto a posto e tutto tranquillo. E questo è un grave errore, è un grave errore che stanno facendo. Perché vi faccio un esempio pratico Forse ne avete sentito che bisogna votare per le europee a giugno. L'Europa ha proposto delle leggi, delle normative molto avanzate sul piano ambientale, per passare all'auto elettrica, per le case green. I politici dicono. Eh, ma chi paga? Chi paga? Tutta questa transizione? Come facciamo? Giusto, ovviamente è una preoccupazione legittima. Però manca sempre l'altra parte della storia, cioè chi paga se non lo facciamo? Chi paga se non la facciamo la transizione ecologica?, come vi ho detto prima, cioè qual è il costo ambientale di andare avanti così lo sappiamo: eventi atmosferici estremi, alluvioni di ghiacciai che si fondono, mancanza di acqua dolce. Che non viene più giù, in primavera bisogna cambiare le coltivazioni agricole, cioè se non facciamo questa transizione ecologica pagheremo molto di più dopo. E dopo quando? Non nel 2100, ma tra 10, 15 anni quando voi sarete laureati e sarete in età lavorativa. Quindi quando si dice chi paga è vero chi paga adesso però chiediti anche chi paga se non lo facciamo adesso? noi sappiamo chi paga, pagherete voi. Voi, le nuove generazioni e i paesi più poveri nel mondo, quindi non bisogna nemmeno farsi prendere da questa cosa, per cui la transizione ecologica è pericolosa e costosa. Tra l'altro ci sono degli esempi positivi che potete anche studiare a scuola, che sono molto belli. Voi sicuramente non avete mai sentito parlare del buco nell'ozono perché nella vostra vita non abbiamo più avuto questo problema. Adesso sta un po 'tornando, ma trent'anni fa era un grosso problema ambientale. Terribile. Ci siamo accorti che la piccola percentuale di ozono che c'è nella stratosfera stava diminuendo e si stavano aprendo degli squarci, soprattutto nel Polo Sud in Antartide. Cosa è successo? Abbiamo capito qual era la causa, certi gas che venivano prodotti nei frigoriferi e nelle bombolette. E capito il problema, la politica ha deciso di cambiare le cose, ha obbligato le aziende a fare i frigoriferi, le bombolette in modo diverso. E cosa è successo? È morto qualcuno? Abbiamo perso dei posti di lavoro, abbiamo chiuso le aziende? No, assolutamente. L'economia è andata avanti, quelle aziende prosperano ancora meglio di prima. Hanno imparato a fare i frigoriferi in modo più intelligente e abbiamo risolto per quasi il 70% il problema del buco nell'ozono, vedete che si può fare? Se siamo intelligenti la transizione ecologica si può fare e non è vero che si perdono posti di lavoro e chiudono le aziende, dipende da come impostiamo la cosa, se la impostiamo come un'opportunità. Può diventare veramente anche un motivo di sviluppo, perché il futuro è lì, fare le macchine in modo diverso, in modo più intelligente, i trasporti, gli aerei, le industrie e tutta innovazione che possiamo creare. Quindi ecco, guardatela in positivo.
Noi dobbiamo farlo, guardare in positivo. Convincere i politici a fare altrettanto.