Ieri, 23 ottobre, verso le 21:05, la sirena antiaerea è suonata, facendo rimbombare la casa di paura, angoscia e tristezza. Tutti noi siamo stati costretti ad abbandonare le nostre abitazioni per rifugiarci nella Galleria delle Grazie. Eravamo più di duemila persone, mentre oltre 400 sono morte tra la calca. Tra queste c’erano mia moglie Cristina e mio figlio Luca, che sono rimasti schiacciati dalla folla disperata. Non potrò mai dimenticare quel momento tragico, vissuto con straziante dolore per l’allontanamento e la perdita dei miei più cari affetti. Resteranno indelebili nella mia mente e soprattutto nel mio cuore, che non ha mai provato un dolore così grande. Durante la mia permanenza nel rifugio antiaereo ho incontrato un mio vecchio amico d’infanzia, Giovanni, con cui mi sono confidato e sfogato. Abbiamo la stessa paura, cioè quella del futuro. Questo timore con il passare del tempo logora sempre di più la nostra persona, dato che entrambi non abbiamo più i nostri cari, con cui ridere, confidarci e divertirci.