Una società civile deve avere delle fondamenta e non può prescindere dalla memoria. Liliana Segre è uno degli ultimi testimoni del periodo più buio della nostra storia.
Porta ancora sulla sua pelle un numero, la matricola 75190.
Dal 19 gennaio 2018, giorno in cui ricorrono gli 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali in Italia, Liliana Segre è la quarta donna a ricoprire la carica di Senatrice a vita nella Repubblica Italiana.
Ero una bambina
famiglia ebraica all'improvviso non potevo più andare a scuola strappata la mia infanzia mi ricordo tutto.
È stato un momento strano
Indifferenza contro di noi
no, era anche persecuzione
io amavo...
Io ero diventata grande
c'era una guerra
era la sensazione di essere soli
Speranze nel nostro cuore
fuggire
avevo lasciato per sempre la mia casa
Deportati ad Auschwitz
colpevoli solo di essere nati ebrei
avventura non a lieto fine
terrore di fuggire
disprezzo verso l'altro inerme
Vedere donne arrestate come me
ebrei deportati con la paura nel cuore
Oramai vecchio
ricordo sempre il coraggio
e il terrore del momento
Ricordo che è difficile la vita
morte, pace e vendetta.
C'erano uomini che ebbero pietà per altri uomini...
umanità dolente
Uno sconosciuto che piange
il nulla
solitudine
buio
Lontano dalla tua casa
verso un viaggio con ignota destinazione
sono stati deportati
uomini, donne, bambini, bambine
a morire
ad Auschwitz era tutto buio e silenzioso
La luce di quel giorno grigiastro
sputava fuoco intorno al filo spinato
Uomini e ragazze rasati
con estremo sfregio e spregio
e con il numero sul braccio sinistro.
Cominciava la nostra vita da prigionieri
nei primi giorni piangevamo e capimmo se volevamo vivere
perché il presente era tragico
La morte terribile intorno a me
immaginavamo cibo pace
sopravvivere
mi voltano le spalle su cui piangere
sulla strada per Auschwitz
In fila
mi guardavano andare in fabbrica
obbligata a morire
Schiava
prigioniera
uno straccio
ero viva
ero felice
I rumori della morte
noi sempre più in trappola e senza tomba
nessuno
aveva la felicità
La guerra si avvicinava
scesi dal treno
di fronte a quell'orrore
una fabbrica di morte
Auschwitz
L'ultimo campo in cui vissi
ad Auschwitz
arrivata la primavera
uscire in quel primo tiepido sole
mentre noi eravamo in prigione
fratelli
la morte sempre in agguato
Avevamo sperato
fiducia
aprirono quel cancello
davanti ai nostri occhi
debolezza estrema
...io c'ero