ARTIFICIALMENTE: limiti e possibilità dell'umano
L'idea della separazione tra l’uomo e la natura è relativamente moderna. Essa è emersa con lo sviluppo della scienza, dell’industria e della tecnologia, che hanno separato l’uomo dalla sua storica simbiosi con l’ambiente naturale. Tuttavia, nell’epoca odierna di rapide evoluzioni tecnologiche e crescente consapevolezza ecologica, questo concetto diventa ancora più attuale. L’umanità si trova a un bivio, ridefinendo sé stessa e il proprio rapporto sia con il mondo naturale sia con le strutture artificiali che crea.
L’umanità, come la conosciamo, sta entrando in una fase di intensa ibridazione con le sue creazioni tecnologiche. Questo significa che l’uomo sta perdendo la propria essenza, o sta forse espandendo il suo potenziale? I confini tra il naturale e l’artificiale si fanno sempre più sfumati, ma ciò offre anche un’opportunità unica per ripensare il futuro.
La responsabilità è nostra. Saremo in grado di creare armonia tra natura, uomo e tecnologia? L’“umanità artificiale” sarà un supporto per la sopravvivenza del pianeta e per l’approfondimento dei valori umani, o ci porterà verso uno squilibrio?
Quali sono i confini tra intelligenza naturale e intelligenza artificiale, tra linguaggio naturale e linguaggio artificiale? E quali sono i confini tra democrazia tradizionale e democrazia virtuale, radicalmente trasformata dall’uso dei nuovi strumenti digitali? Quali i rischi, quali i vantaggi?
L’artista contemporaneo americano Tishan Hsu ha detto una volta: “Mi considero un cyborg. Google è la mia memoria.” Questa riflessione sarà il nostro punto di partenza per avanzare nel nostro obiettivo. Il tema di quest’anno mira, attraverso conferenze, tavole rotonde e laboratori artistici, a riflettere su quanto siamo inconsapevoli del nostro stato attuale e a cercare insieme una strada per orientarci in questo processo di ridefinizione.
Dunque, quali sono i confini e le possibilità dell’umanità artificiale?