ALCIDE DE GASPERI

Biografia

Alcide De Gasperi nacque il 3 aprile 1881 a Trento, che a quell’epoca faceva ancora parte dell’Impero austro-ungarico.

Nel 1905 entrò a far parte della redazione del giornale “Il nuovo Trentino”.

Egli fu un protagonista della ricostruzione politica ed economica dell’Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale, fu membro della Camera dei Deputati Austriaca, dove difendeva l'autonomia della popolazione italiana, poi esponente del Partito Popolare Italiano, ed è proprio nella vita politica austriaca che De Gasperi iniziò a costruire quella che fu poi una lunga carriera politica.

Entrò nel Partito popolare nel 1919, anno della sua fondazione.

Nel 1922 assistette alla salita al potere di Benito Mussolini. Da una parte ne condannò subito i modi violenti, ma dall’altra, insieme al Partito Popolare, diede l’appoggio al primo governo fascista, un’alleanza che durò solo pochi mesi.

Il delitto Matteotti e poi le Leggi Fascistissime trasformarono il governo di Mussolini in un regime.

De Gasperi divenne un sorvegliato della polizia fascista, venne minacciato dagli squadristi e nel 1927 venne arrestato con l’accusa di aver tentato l’espatrio clandestino. Rimase in carcere sedici mesi e, quando uscì, fu politicamente isolato e senza lavoro. Trovò un’occupazione presso la Biblioteca Vaticana, che diventò anche un rifugio dalle persecuzioni del regime.

Fu l’ultimo Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia, sotto la monarchia di re Umberto II, poi brevemente capo provvisorio dello Stato dopo il voto del referendum del 2 giugno 1946, e riuscì a non perdere i territori dell’Alto Adige e della Valle d’Aosta ma non i territori dell’est.

L’evento per cui è riconosciuto ed acclamato è il suo intervento a Parigi, dove chiese l'annessione dell’Italia all’ONU che però avvenne solo dopo la sua morte.

Riuscì anche a ridurre i danni del dopoguerra per l’Italia grazie all’adesione al piano Marshall, per la ricostruzione economica e sociale del paese.

Morì il 19 agosto del 1954.

Inno di Mameli

L’Inno di Mameli rappresenta uno dei tre simboli dell’unità nazionale. Fu scritto da Goffredo Mameli il 10 Settembre 1847 e fu intitolato “Il Canto degli Italiani”. Venne cantato per la prima volta a Genova durante una festa popolare, ma successivamente divenne il canto più amato del Risorgimento italiano. Il 12 Ottobre del 1946, durante un Consiglio dei Ministri presieduto da Alcide de Gasperi, fu consentito l’uso di questo canto popolare come inno nazionale della Repubblica Italiana. In questo inno si trova principalmente uno spirito di pace ed unione, un senso patriottico, ciò che cercava l’Italia in quel periodo di guerre e crisi. È caratterizzato da un linguaggio colto, in cui ritroviamo tanti richiami al nostro passato, dall’Impero Romano ai Vespri siciliani. Nelle sei strofe troviamo un intenso fervore patriottico, che possiamo ricondurre all’entusiasmo del giovane Mameli animato da spirito rivoluzionario e voglia di libertà dall’oppressore straniero. In De Gasperi possiamo cogliere molti punti in comune, come uno degli obiettivi che si era prefissato, l’Unità d’Italia, oppure lo scontro tra la sua città natale e l’Austria che viene citata nei versi finali.

Logo dell'Inno di Mameli realizzato dagli alunni dopo averne studiato il testo