TERRITORIO

Rubrica. Storia del territorio - prima parte

Di Alberto

Tutti in Storia avete studiato quello che accadeva nel Mondo, dai più piccoli stati della Mesopotamia ai grandi dell’America fino ad arrivare all’Italia. Ma vi siete chiesti cosa accadeva nel nostro territorio? Leggete la prima parte della rubrica “Storia del nostro territorio per scoprirlo e se siete interessati non perdetevi le prossime uscite.

Il pericolo più terribile per quanto riguarda la nostra zona era il fiume Brenta. Nella maggior parte dei casi il fiume non era contenuto entro un arginato, oppure ce n’erano a tratti brevi e discontinui, quindi ad ogni piena procurava disastrose alluvioni.

Al tempo dei romani il Brenta si chiamava Medoacus: cambiò il suo nome in Brenta verso l’inizio del Medioevo. Appena superata la città di Padova, presso San Vito, a Noventa, il fiume si divideva in due rami chiamati Medoacus Maior e Medoacus Minor.

Il Medoacus Maior, l’attuale canale Naviglio fra Fiesso e Dolo, si divideva a sua volta in due rami, uno passava per Mira e andava a sfociare nella laguna di Fusina, l’altro passava per Sambruson e Camponogara e raggiungeva la laguna presso Lugo.

Il Medoacus Minor passava ad ovest di Villatora e qui versava una parte delle sue acque sul Cornio per continuare per Legnaro, a est di Polverara, a ovest degli arzerini di Brugine a sud di Campagnola, Arzerello, Arzergrande a sud di Vallonga; fra questo paese e Codevigo si divideva in due rami, uno attraversato S. Margherita si gettava in laguna presso Conche; l’altro si dirigeva verso nord, passando per Cambroso e Rosara e si scaricava in laguna attraverso il canale Cavaizza.

Nell’anno 813, i padovani per avere una navigazione più facile convogliarono l’acqua del Medoacus che sfociava a Lugo in quello che sfociava a Fusina, in seguito quel ramo venne abbandonato e chiamato “Brentasecca”.

Più tardi nel 1102 un forte terremoto sconvolse gran parte della nostra zona cambiandone per sempre l’aspetto geografico: vi fu un forte abbassamento del territorio che portò il mare sopra ai terreni, un tempo paludi. Di qui i padovani nel 1142 convogliarono le acque del Medoacus Minor nel Maior, per cui il Minor da Noventa in giù fu completamente abbandonato.

Sempre in questo periodo (1142-44), i padovani progettarono di riaprire il vecchio alveo della Brentasecca, facendo lavori di scavo e di rialzo degli argini, quindi l’immissione costante di acqua per potervi navigare. Ma i lavori si erano rilevati molto costosi e impegnativi e non furono conclusi, così decisero di tagliare un pezzo di argine del Brenta, tra Fiesso e Dolo, affinché l'acqua liberata scorresse in direzione della laguna attraverso l'antico alveo. Ma questa invece andò ad allagare i territori del monastero di S. Ilario, vicino a Gambarare di Mira.

Questi avvenimenti portarono contrasti tra le signorie di Padova e Venezia le quali si scontrarono nel territorio di S. Ilario con la sconfitta dei padovani. Si andava a compromessi di pace e, visto che il nuovo corso del Brenta non poteva più essere deviato, questo ne segnò il confine tra le due signorie.

Nel 1372-73 si combatte la “guerra dei confini” tra Padova e Venezia. Negli anni successivi altre battaglie, come la guerra di Chioggia, lasciarono il territorio in balia della sorte.


Vi aspetto, come le vacanze di Natale, per la lettura dei prossimi articoli. Fateci sapere cosa ne pensate, cliccando su CONTATTI.