ATTUALITà

50 anni di legge sul divorzio:

intervista a IRENE E FRANCESCO

Di Agata


Credo voi abbiate sentito almeno una volta nella vostra vita la parola "divorzio", che in poche parole è lo scioglimento legale di un matrimonio. Il primo dicembre si è celebrato il 50° anniversario dall'approvazione della legge sul divorzio (1° dicembre 1970). Questa legge segna una prima vittoria per la lotta dei diritti civili, cioè quei diritti che raggruppano l’insieme delle libertà garantite alle persone. Per comprendere quali sono i pensieri in merito al divorzio abbiamo intervistato Irene, una donna divorziata, e Francesco, un uomo sposato.

Qual è la tua opinione sul divorzio?

Irene: Un matrimonio deve essere basato sulla stima reciproca, fiducia, amore e sul rispetto. Penso che nel momento in cui questi ideali vengano a mancare, non ci siano più le basi per tenere “in piedi” un matrimonio che viva su di essi. Per questo, non trovo il motivo di continuare un matrimonio, quando alla base manca l’amore che rende infelici e sofferenti i figli, ma anche la coppia.

Francesco: Il divorzio è una grande ferita che si apre nelle persone, nel profondo di chi vive questa esperienza. Divorzio significa divisione ed è l’opposto di unità, unione e comunione, due persone che sono unite per essere una cosa sola, vengono divise tra loro e per chi gli sta attorno. Questo genera sempre sofferenza.


Quali pensi siano le cause, oltre ai litigi, di una separazione?

Irene: Tra le cause di una separazione può esserci la mancanza di fiducia, amore o, spesso, dei disequilibri sul ruolo di ognuno dei due (anche nella casa), perché, purtroppo, ancora in questa società ci sono dei finti valori radicati sul ruolo di una donna che possono causare la separazione. La donna è talmente stanca e demotivata per il ricarico delle responsabilità familiari ma anche lavorative che possa cedere e non farcela più.

Francesco: Credo che alla base di ogni divorzio ci sia l’incapacità di amare l’altro per com’è, che significa amare l’altro totalmente, alcune volte “perdere”, prendere l’ultimo posto o accettare anche l’ingiustizia… in poche parole volere più il bene dell’altro che il proprio. Questa non è una capacità umana, ma è un Dono che viene da colui che è AMORE totale, cioè Dio. Senza di Lui non ci è possibile amare in quella dimensione, anche con tutti i nostri sforzi.

Cosa pensi del fatto che la religione cattolica non accetti il divorzio?

Irene: Credo che tutte le religioni dovrebbero rivalersi sull’ aspetto della libertà, perché ogni uomo è libero di essere come vuole e deve avere rispetto per l'altro. Quindi nel momento in cui, come ho detto precedentemente, manca questa idea l’uomo dovrebbe essere libero di fare le proprie scelte e la Chiesa dovrebbe riconoscerle e accettarle, perché Dio ci ha insegnato che ogni uomo è accettato per la propria persona.

Francesco: Non sono teologo ma per la mia esperienza la Chiesa, che è come una madre amorevole nei confronti dei propri figli, ci insegna che nel matrimonio, avviene l’unione tra uomo e donna cioè un sacramento che fa di una coppia, una cosa sola. La rottura di questa unione genera un peccato che non significa infrangere una regola morale o dottrinale, ma chiudersi all’Amore verso Dio e verso l’altro. Quindi, poichè il peccato è l’origine di ogni nostra sofferenza, la Chiesa non vuole che l’uomo soffra; per questo non è corretto dire che la Chiesa non accetta il divorzio, in quanto accoglie i divorziati con misericordia e amore, per offrire loro la salvezza grazie a Cristo. La Chiesa annuncia che c’è sempre speranza, perché Dio è vicino e ama chi soffre e, confidando in Lui, trova sempre gioia e pienezza.

Cosa può essere cambiato da prima della creazione di questa legge ad ora? Pensi abbia aiutato o peggiorato la situazione?

Irene: Per il mio lavoro, frequento tantissime persone di una media età, oltre i 70 anni, che hanno vissuto in un'epoca dove il divorzio era proibitivo da tutti i punti di vista. In primo luogo, perché la donna non aveva libertà economica, quindi non poteva lasciare il marito e scegliere con chi stare. I mariti non erano esattamente quello che loro avrebbero voluto ma era questo quello che imponeva la religione, la società e il ‘comune dire’ della gente. Noi, adesso, abbiamo l'opportunità di conoscere la persona e la situazione è migliorata, perché la donna ha un'autonomia economica, una capacità decisionale quindi può scegliere quello che la rende più felice e quale può essere la strada giusta per lei.

Francesco: L’approvazione di questa legge ha favorito la crescita dell’incremento separazioni e divorzi, quindi ritengo abbia peggiorato la situazione a discapito sia dei coniugi, che dei figli”.

Come è cambiata o potrebbe cambiare la tua vita dopo il divorzio? Quali le difficoltà?

Irene: La mia vita dopo il divorzio è cambiata sicuramente in meglio, perché la fase finale del mio matrimonio è stata molto difficile, però è stata una liberazione, ho potuto occuparmi meglio di me stessa, della mia famiglia ,come volevo io e ho potuto fare le cose che mi piacciono di più. Le difficoltà sono: la solitudine, non solo emotivamente ma anche nella gestione familiare (responsabilità) e a livello economico non è semplice.

Francesco: Non avendo affrontato questo tipo di esperienza non so cosa possa succedere, ma nelle coppie divorziate a me vicine, ho notato molte difficoltà riguardanti quelle con figli.

In alcuni casi la separazione può anche essere d’aiuto per alleggerire certe tensioni diventate ormai ingestibili, specie se la coppia non è aiutata e sostenuta, ma resta sola.

Parlare di divorzio non è mai facile: ma speriamo che questa intervista abbiate permesso di fissare le diverse opinioni sull’argomento. Fateci sapere cosa ne pensate, cliccando su CONTATTI.

L'AVV. TASCHIN illustra la legge SUL DIVORZIO

Di Sofia


Il 1 dicembre 2020 è stato il cinquantesimo anniversario della legge sul divorzio. Conosciamo davvero questa legge e le conseguenze che ha avuto nella società italiana? Forse no e per questo abbiamo deciso di chiedere aiuto a Davide Taschin, avvocato del foro di Venezia con studio legale a Campolongo Maggiore (VE) - sito web.

Perché ha scelto di praticare questo lavoro?

La professione dell’avvocato è per me una missione. La stessa, caratterizzata dal rapporto fiduciario con il cliente, trova la sua massima espressione nel segreto professionale. Per me l’avvocato, anche nel concetto moderno, è un uomo che con carità si mette in ascolto dell'altro. Riporto le parole dell'illustre avvocato Pietro Calamandrei: “L'avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere su di sé i loro dolori”.


Quali sono i motivi principali per cui due persone decidono di divorziare?

A mio parere, la problematica principale che riscontro nelle coppie che varcano la porta del mio studio risulta essere l'affettività. Spesso le coppie dimenticano l'importanza della relazione e del dialogo in quanto l'abitudine a stare con l'altro diviene noia e non opportunità di crescita.

Il sociologo Francesco Alberoni nel libro “Ti amo” analizza le fasi dell'amore ponendo come prima fase, di mero passaggio, l'innamoramento. Questo, che per me potrebbe definirsi amore idilliaco, non può persistere a lungo nel tempo; dunque, per sopravvivere, deve trasformarsi in amore durevole coltivato con pazienza e rispetto. Ciò è quello che molte coppie non riescono a percepire e che in molte occasioni porta alla rottura del rapporto.

Altro punto di distacco sono i figli i quali, da cornice dell'amore di coppia, vengono posti al primo posto andando così a sostituire il compagno e/o la compagna. Altri motivi che portano alla rottura del rapporto di coppia sono: i rapporti extraconiugali, le dipendenze da sostanze alcoliche e non, la conoscenza superficiale dell'altro nella fase prematrimoniale e l'insorgenza di malattie psico-fisiche nel corso del matrimonio.


Qual è la differenza tra separazione e divorzio?

La separazione e il divorzio sono differenti per effetti e durata.

La separazione può essere vista come un periodo di pausa e di riflessione che serve a capire se il matrimonio potrebbe essere recuperabile oppure divenire divorzio. Durante questo periodo gli obblighi coniugali si considerano parzialmente sospesi. Permane ex art. 147 del Codice Civile il “dovere verso i figli” nonché, se disposto dal tribunale o consensualmente tra le parti, l'applicazione di un assegno di mantenimento. Oltre a ciò viene modificato il regime patrimoniale dei coniugi: ovvero da comunione dei beni diviene separazione dei beni. Limite fondamentale è l'impossibilità a concorre a nuove nozze.

Il divorzio, invece, è lo scioglimento del matrimonio (se il matrimonio è avvenuto nella casa comunale) o la cessazione degli effetti civili del matrimonio (se è avvenuto in chiesa). Il divorzio è stabilito dal giudice solo dopo che sia trascorso inutilmente il periodo di separazione.

La differenza sostanziale quindi è questa: durante la separazione si continua ad essere sposati e ci si può riconciliare in ogni momento; il divorzio invece scioglie definitivamente il vincolo coniugale.


Quante separazioni si fanno all’anno circa? E quanti divorzi?

Ti posso riferire che secondo l'indice di statistiche nazionali ISTAT per l'anno di riferimento 2015 vi sono stati in Italia 82.469 divorzi (+57% sul 2014) e 91.706 separazioni (+2,7% rispetto al 2014).


Secondo lei è un bene o un male che sia stata istituita questa legge?

In Italia sono state poche le leggi che hanno cambiato in maniera radicale l'Istituto della famiglia come la legge sul divorzio, approvata il 1° dicembre 1970 e confermata in un accesissimo referendum nel 1974. La legge del 1970 è stata però un passaggio che ha portato progressivamente a svuotare la rilevanza sociale della famiglia e che di fatto ha indebolito il tessuto sociale.

Eppure tutte le indagini statistiche sino ad oggi effettuate hanno confermato che le coppie stabili proteggono maggiormente il benessere delle persone (e non solo dal punto di vista economico). Forse alcuni conflitti nella coppia sono ritenuti dai coniugi irrimediabili, ma stupisce molto che la società non difenda un prezioso luogo di coesione sociale e di responsabilità pubblica, quale è il rapporto di coppia, con scarsi interventi di sostegno durante la crisi. Certo, in molti casi la separazione è scelta obbligata per prevenire maltrattamenti e violenze, soprattutto ai danni di donne e bambini, ma bisogna anche fare i conti con un’altra eredità: una famiglia sempre più privatizzata, legami di coppia sempre più liquidi ed un numero rilevante di bambini con relazioni interrotte ed una forte sofferenza personale.


Perché non deve essere confusa con l’annullamento del matrimonio?

L'annullamento del matrimonio è un istituto presente sia nel diritto civile che nel diritto canonico e consente di cancellare il matrimonio sin dalla sua nascita, come se non fosse mai stato celebrato. Il matrimonio, infatti, con l'annullamento, come si dice propriamente in gergo tecnico, perde efficacia ex tunc, ovvero sin dal momento della sua celebrazione.

L'annullamento del matrimonio civile non deve essere confuso con il divorzio. Quando si avanza domanda di annullamento, infatti, si vuole cancellare il matrimonio, esattamente come se non fosse mai stato celebrato, in quanto viziato fin

dalla sua origine. Quando si chiede il divorzio, invece, ciò che viene meno è l'efficacia del matrimonio, ma la sua celebrazione non viene cancellata perché valida.

Inoltre le cause di annullamento del matrimonio civile sono specifiche, tipiche e previste, disciplinate dal codice civile.


Spero che i dubbi siano spariti, grazie alle parole dell’avvocato Davide Taschin. Se avete altre domande scriveteci, cliccando su CONTATTI.

d.p.c.m. natale e capodanno: cosa ne pensate?

Di Anastasia e Hiba


Il 3 dicembre 2020 è stato firmato il nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (DPCM) che trattava delle ordinanze per Natale, Santo Stefano e Capodanno. Ci siamo chiesti che cosa ne pensano persone di diverse età e abbiamo quindi intervistato Alberto (48 anni), Veronica (21 anni) e Sara (11 anni).

Alberto (48 anni)

Io penso che in questo momento l’unico sistema per contrastare la diffusione del virus sia un blocco totale o lockdown come avvenuto nella prima fase. Purtroppo la negligenza e la superficialità di molti comuni mortali nell’affrontare questo periodo ha riportato in essere il virus che prima dell’estate sembrava in qualche modo essere stato in parte circoscritto.

La voglia di evadere dopo un periodo di chiusura ci ha portato, ahimè, ad affrontare una nuova ondata e conseguente emergenza sanitaria. Ora siamo ancora nel campo di battaglia ad affrontare questo virus che sembra non lasciarci scampo. Ma sono convinto che se tutti avessero rispettato pienamente le regole, magari adesso non saremmo qui costretti ad attenerci alle nuove disposizioni imposte con il nuovo DPCM. Avendo io anche un’attività produttiva capisco che un secondo lockdown sarebbe problematico e di difficile gestione per molte attività che rischierebbero la chiusura definitiva, mancando anche di entrate economiche in prossimità delle festività natalizie. Io sarei del parere di chiudere tutto e per tutti dal 23 dicembre al 7 di gennaio 2021. Sicuramente questo blocco forzato porterebbe, da un lato, notevole malumore e disapprovazione di molti, da un altro, motivo di riduzione e contrasto alla diffusione del virus.


Veronica (21 anni)

Questo nuovo DPCM è stato sicuramente difficile da accettare, soprattutto perché il Natale è da sempre quel periodo dell’anno magico, unico e speciale, dove tutte le famiglie si riuniscono insieme dopo tanto tempo, e che vede gli amici ritrovarsi, scambiarsi i regali e passare finalmente del tempo in compagnia gli uni con gli altri.

Il decreto del 3 novembre che, a detta delle istituzioni, doveva “salvare il Natale” non ha funzionato al 100%, e ha portato nuove norme molto più dure e severe del previsto. Penso che sicuramente le regole imposte dal Governo servano per tutelare tutti noi cittadini, ma è anche difficile pensare a questa festività senza pranzi e cene con i parenti e i familiari.

Tra le varie norme entrate in vigore quella che più mi ha infastidito è quella che vieta lo spostamento tra due comuni confinanti nei giorni 25 e 26 dicembre e 1 gennaio. Mi infastidisce perché è una norma che va a penalizzare gli spostamenti, le visite e gli incontri nei Comuni piccoli come il mio, mentre nei Comuni più grandi è possibile muoversi con molta facilità.

Certamente quest’anno passeremo le festività natalizie diversamente da come siamo sempre stati abituati: faremo delle cene più intime e delle videochiamate per il countdown di capodanno con gli amici. Ma quello di cui sono certa è che il Natale

rimarrà tale anche nel 2020, anche con il Covid, anche se “chiusi” nelle nostre case, e non perderà di certo la sua essenza e magia. Se tutti rispetteremo le regole in questo periodo di festa, saremmo consapevoli di star facendo a tutte le persone alle quali vogliamo bene il regalo più bello, cioè la loro incolumità e salute.


Sara (11 anni)

Io penso che sia giusto così, ma che sia un blocco totale, ma questa volta molto più vigilato perché sotto sotto, nella prima ondata, c'era comunque qualcuno che disobbediva ai comandi. So che potrebbe essere difficile, ma sicuramente serve a qualcosa: bisogna avere cura non solo della propria salute ma anche della salute degli altri.

Secondo me, però, hanno fatto una grande cavolata: chiudono a Natale che è di venerdì e a Santo Stefano che è sabato... È ovvio che se hanno chiuso venerdì e sabato la gente non aspetterà altro che festeggiare domenica! Potevano chiudere tutto fino al rientro a scuola, ma a questo non c'hanno pensato.

Penso però che il Natale con i parenti vada festeggiato: almeno scambiare doni con i propri nonni, anche se di un altro comune. Questo virus non si fermerà, ma se collaboriamo tutti insieme, potremo farcela. Con questo dico di smettere di abbassarsi la mascherina appena fuori scuola, non è che solo dentro scuola c'è il Covid, è anche fuori! Siate consapevoli delle vostre azioni e ricordatevi che, quello che fate, ricadrà su voi stessi, ma soprattutto sugli altri. Passate un felice Natale, cercando di farlo trascorrere anche agli altri.

spot tedesco sul covid-19 ora in italiano!

Di Edoardo e Antonio

Il Governo tedesco ha pubblicato uno spot per combattere i contagi da Covid-19 in cui invita i giovani a restare a casa: si tratta di un filmato che gioca sull'ironia e il messaggio alla fine ci pare raggiungere sia la mente che il cuore dello spettatore.

Da non perdere, ci verrebbe da dire! Però... finora esisteva solo una versione sottotitolata in italiano. Così noi l'abbiamo doppiato!

Fateci sapere cosa ne pensate cliccando su CONTATTI.