Qui di seguito le interviste al papà del nostro compagno Yassine del Burkina Faso, alla mamma di Aicha proveniente dal Senegal e al papà di Lavinia immigrato di ritorno dalla Svizzera.
Intervista a Lamine Dia nato in Senegal, da 10 anni in Italia, ad oggi lavora presso la cooperativa Ruah come mediatore culturale.
Racconta la vita basata sul rispetto e la condivisione a partire dall'esperienza sociale senegalese: ci spiega come rispetto e la diversità dell'altro siano alla base della vita.
"Chi entra con il sorriso da cavallo non esce mai con la mano sulla guancia"
Ecco il video del nostro dibattito con Lamine Dia (Senegal)
Le differenze culturali sono difficili da superare, soprattutto se sei da sola.
Cosa ho scoperto di mia mamma: il punto di vista di Aicha
Si migra anche per tornare alle proprie origini e spesso il desiderio di migrare non si esaurisce...
LA LORO PIÙ GRANDE PAURA:
Perdere il lavoro e con esso il permesso di soggiorno; in generale essere espulsi dall’Italia per qualsiasi motivo.
IL LORO PIÙ GRANDE DESIDERIO:
Ricongiungersi con i loro familiari stretti, facendoli arrivare qui.
IL LORO PIÙ GRANDE LIMITE:
Parlano un italiano stentato anche se imparare la lingua italiana è il modo per trovare con maggiore facilità un lavoro e inserirsi nella società.
SONO I MIGRANTI DELLA CASA DELLA CARITA' DI MILANO.
Qui trovate DUE INTERVISTE che abbiamo effettuato a distanza inviando loro le nostre domande. Si chiamano Hamza e Hu. Non vengono dall’Africa, ma dal Pakistan e dalla Cina.
Ringraziamo Mario Trezzi, l'operatore della Casa di accoglienza che ci ha consentito di raccogliere le loro testimonianze.