Concorso "Luciano Bolis"

Luciano Bolis (Milano 1918 – Roma 1995)

Iniziò la frequentazione degli ambienti antifascisti già quando era studente di Lettere e Filosofia presso l’Università di Pavia. Conseguita la laurea entrò in contatto con Ugo La Malfa e Ferruccio Parri. Nel 1942 fu arrestato e condannato dal Tribunale Speciale a due anni di reclusione per attività clandestina. Grazie ad un’amnistia venne però liberato dal penitenziario di Castel Franco d’Emilia il 28 agosto 1943 insieme a Vittorio Foa. Dopo essere riparato in Svizzera rientrò in Italia nel settembre del 1944 per partecipare alla Resistenza con il nome di battaglia di Fabio. Venne quindi arrestato a Genova dai fascisti nel febbraio 1945 allorché ricopriva la carica di Segretario dell’Unione Ligure del Partito d’Azione e di Ispettore Regionale delle formazioni di Giustizia e Libertà. Tradotto alla Casa dello Studente e alla caserma delle Brigate Nere subì orribili torture e tentò il suicidio, tagliandosi polsi e gola, per non rivelare il nome dei compagni. Fu trovato in fin di vita dai suoi aguzzini e ricoverato all’Ospedale di San Martino.

Una rocambolesca azione partigiana, nella quale rivestì un ruolo importante la futura moglie Ines, portò alla sua liberazione. Nel dopoguerra ricoprì dapprima importanti cariche nel PdA, sia a livello regionale che nazionale, quindi fu tra i fondatori dell’Istituto Storico della Resistenza in Liguria e suo direttore fino al 1953. Egli dedicò però soprattutto la sua vita alla causa federalista europea, ricoprendo cariche di primo piano nel Movimento Federalista Europeo (vice segretario nazionale e poi segretario aggiunto) nell’UEF, nell’AICCRE, nell’AEDE e nell’Associazione Stampa e Giornalisti Europei.

Per quindici anni è stato inoltre un alto funzionario del Consiglio d’Europa.