SLOW MUSEUM BELLOMI

Sono alla ricerca di uno spazio, anche non grande, tipo un paio di stanze, dove allestire il "SLOW MUSEUM BELLOMI". Dove poter osservare, con tutta la calma e tranquillità necessarie, le opere di Federico Bellomi. Ma non tutte insieme, come nei musei dove i turisti guardano mediamente i quadri per meno di 5 secondi d'orologio, bensì poche opere alla volta, ben scelte, ben illuminate, con delle comode sedie dove sedersi, con la possibilità di prendere carta e penna e tirare giù uno schizzo di quello che interessa, dove poter fotografare senza che l'esasperante custode ti salti addosso perché non si può fotografare.

Dove si entra pagando un biglietto ridicolo (1 euro o 0,50) e si rimane tutto il tempo che si vuole senza che la mandria delle visite guidate ti spinga avanti a forza. Dove poter leggere, gratuitamente, tutte le informazioni e le spiegazioni sulle opere esposte e dove chiamare musicisti, poeti, burattinai, pittori, sognatori, amanti dell'arte, scrittori, matematici, amici, (ma rigorosamente nessun critico d'arte e nessun gallerista) a raccontare le loro storie sulle opere esposte o a partire dalle opere esposte.

Dietro ogni quadro c'è una storia, come ad esempio quella del "Ritratto di Ana"

(vedi al link: http://www.academia.edu/3271241/Ritratto_di_Ana )

Ma ogni opera può essere anche il punto di partenza di una storia che non necessariamente deve usare gli strumenti della critica d'arte "scientifica".

Tutti noi siamo consumatori abituali e incalliti di storie, dal pettegolezzo all'Odissea, dalla formula matematica alla legge fisica, dalla sonata per pianoforte alla danza, questo dovrà essere il posto giusto dove andare a cercarle, a fabbricarle, a metterle in tasca per portarsele da qualche altra parte.