Coding

Barack Obama aveva esortato gli studenti americani: «Non comprate un nuovo videogioco, fatene uno. Non scaricate l’ultima app, disegnatela».

In Italia, tra le linee guida del progetto del governo sulla «Buona Scuola» è citata anche l’«educazione al pensiero computazionale e al coding». Significa pensare in maniera algoritmica ovvero trovare una soluzione e svilupparla. Il coding dà ai bambini una forma mentis che permetterà loro di affrontare problemi complessi quando saranno più grandi. Insomma imparare a programmare apre la mente.

Non si insegna un linguaggio specifico che magari, quando i bambini saranno adulti, sarà già stato accantonato da anni. La filosofia alla base del movimento dei Coderdojo, che molto ha già fatto per il coding, è quello dei metodi attivi, cioè il “learning by doing”. Imparare facendo. I bambini sono immersi in un ambiente logico e matematico, ma la creatività e la fantasia hanno un ruolo centrale negli incontri sul coding di oggi. Nei corsi di programmazione di qualche anno fa c’erano noiosissime e interminabili lezioni “frontali” . Inoltre il movimento del coding promuove altri “valori” quali quelli del software libero, della condivisione e del “remix”, ovvero del riuso del codice realizzato da qualcun altro.

Scratch è il «tool» più usato per avvicinare i bambini alla programmazione.

Dai 5 anni si può usare ScratchJr, anche per iPad. Sempre per iPad c’è anche HopScotch, gratuita.

Alternative a Scratch: Stencyl, Blocky, Byond,

App iOS: Swift Playgrounds, Kodable, Hopscotch, Lego Boost, Daisy the Dinosaur, Toontastic 3D

App Android: Pocket Code, Lego Boost, Toontastic 3D

Per i più grandi c’è Processing.