comunicati gennaio 2022

ALLE DONNE E AGLI UOMINI DI VOLONTA' BUONA CHE SIEDONO NEL PARLAMENTO ITALIANO E NEL PARLAMENTO EUROPEO. UN APPELLO AD IMPEGNARSI PER LA LIBERAZIONE IMMEDIATA DI LEONARD PELTIER AMMALATO DI COVID


Gentilissime parlamentari italiane e gentilissimi parlamentari italiani,

gentilissime parlamentari europee e gentilissimi parlamentari europei,

come forse gia' saprete, Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e nella difesa della Madre Terra, ormai settantasettenne, da 46 anni ingiustamente ed assurdamente detenuto nelle carceri statunitensi dopo essere stato condannato per delitti che non ha mai commesso, ha contratto il covid.

La sua eta' avanzata e le sue gia' precarie condizioni di salute richiedono che riceva cure adeguate: la sua vita e' in grave pericolo.

Nessuna persona senziente e pensante puo' accettare che Leonard Peltier muoia in carcere: la sua iniquissima e scandalosissima prigionia (come e' universalmente noto fu condannato sulla base di "prove" dimostratesi false e di "testimonianze" dimostratesi altrettanto false, ed i suoi stessi accusatori e giudici hanno successivamente riconosciuto che non commise quei delitti ma fu vittima di una persecuzione) deve cessare adesso, la sua doverosa liberazione deve avvenire adesso, prima che sia troppo tardi.

Come e' noto, essendogli stato negato a suo tempo l'accesso a un ulteriore grado di giudizio che ne riconoscesse l'evidente innocenza, ora solo il Presidente degli Stati Uniti d'America puo' restituirgli la liberta', concedendogli la grazia: sarebbe un atto non di mera clemenza (come tecnicamente sarebbe definito), ma di riparazione - sia pur parziale e tardiva - di un torto, un atto di verita' e di giustizia.

*

Gentilissime parlamentari italiane e gentilissimi parlamentari italiani,

gentilissime parlamentari europee e gentilissimi parlamentari europei,

vi chiediamo di unire le vostre voci a quelle di tante persone, di tante associazioni, di tante istituzioni democratiche nel chiedere pubblicamente al Presidente Biden di liberare Leonard Peltier, di liberarlo adesso, di liberarlo subito, di liberarlo prima che non sia piu' possibile.

Nelson Mandela chiese la liberazione di Leonard Peltier, Madre Teresa di Calcutta chiese la liberazione di Leonard Peltier, Desmond Tutu chiese la liberazione di Leonard Peltier, e con loro Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, il Dalai Lama, e con loro la chiedono innumerevoli donne ed uomini di tutto il mondo, personalita' prestigiosissime e persone comuni.

Anche in Europa e in Italia in questi ultimi mesi tante persone si sono ancora una volta impegnate per la liberazione di Leonard Peltier, e tra esse il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli.

E' quindi anche nel ricordo e all'ascolto di David Sassoli che vi chiediamo di unirvi al corale appello affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.

Il momento e' ora.

Grazie per quanto vorrete fare.

Un cordiale saluto,


Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo


Viterbo, 31 gennaio 2022


Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".


* * *


Allegati:

1. Una minima notizia su Leonard Peltier

2. Un appello del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli

3. la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999

4. Alcuni riferimenti utili

*

1. Una minima notizia su Leonard Peltier

La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.

Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).

Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 (in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994); Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata. Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).

Nella sua autobiografia Leonard Peltier ha scritto: "Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'. Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano. Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni. Credo nel bene dell'umanita'. Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".

Nella sua autobiografia Leonard Peltier ha scritto anche: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso. Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni. Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e la piu' terribile rivincita che potessi immaginare. Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio. Non cedero' mai. Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita. Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame. Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente. Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita. Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".

*

2. Un appello del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli

Il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, recentemente scomparso, il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.

Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:

"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.

Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".

"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.

I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".

A sostegno di questa iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo Sassoli si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico, come Alessandra Algostino, Laura Boella, don Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Marinella Correggia, Nando dalla Chiesa, Gregorio de Falco, Roberta De Monticelli, Paolo Ferrero, Francuccio Gesualdi, Raniero La Valle, Gad Lerner, Sara Michieletto, Luisa Morgantini, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Bianca Pitzorno, Graziella Proto, Anna Puglisi, Annamaria Rivera, Antonia Sani, Mao Valpiana, Guido Viale, padre Alex Zanotelli, e le Sindache ed i Sindaci di vari Comuni d'Italia come Abbadia San Salvatore, Aosta, Baveno, Bologna, Carrara, Chieri, Cuneo, Gorizia, Livorno, Monte San Pietro, Palermo, Pesaro, Pienza, Reggio Calabria, Soriano nel Cimino, Verbania, Vitorchiano.

*

3. la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999

Risoluzione sul caso di Leonard Peltier

Il Parlamento europeo,

- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),

A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,

B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,

C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,

D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,

E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,

F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,

G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,

1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;

2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;

3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;

4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;

5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America.

*

4. Alcuni riferimenti utili

Per contattare le associazioni promotrici della campagna italiana in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone@gmail.com, naila.clerici@soconasincomindios.it, nepi1.anpi@gmail.com, centropacevt@gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano).

Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact@whoisleonardpeltier.info

Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/


* * *

LEONARD PELTIER HA IL COVID: SIA LIBERATO SUBITO ED ABBIA CURE ADEGUATE


Leonard Peltier ha il Covid: sia liberato subito ed abbia cure adeguate.

Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona di diffondere la notizia della sua malattia e l'appello affinche' sia adeguatamente curato e finalmente liberato.

Non permettiamo che un uomo di 77 anni, un uomo generoso e valoroso, un uomo tenacemente impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, un uomo detenuto da 46 anni pur essendo innocente dei delitti che gli sono stati attribuiti sulla base di "prove" dimostratesi false e di "testimonianze" dimostratesi altrettanto false, rischi di morire in carcere.

Chiediamo al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedergli la grazia e liberarlo immediatamente.

Inviamo all'"International Leonard Peltier Defense Committee" (sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact@whoisleonardpeltier.info) messaggi di solidarieta' per Leonard Peltier.

Promuoviamo ovunque possibile iniziative pubbliche per la sua liberazione.

Facciamo sentire la voce dell'umanita'.

*

Una minima notizia su Leonard Peltier

La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.

Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).

Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata. Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).

Nella sua autobiografia Leonard Peltier ha scritto: "Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'. Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano. Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni. Credo nel bene dell'umanita'. Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".

Nella sua autobiografia Leonard Peltier ha scritto anche: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso. Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni. Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e la piu' terribile rivincita che potessi immaginare. Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio. Non cedero' mai. Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita. Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame. Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente. Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita. Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".

*

Un appello del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli

Il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, recentemente scomparso, il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.

Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:

"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.

Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".

"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.

I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".

A sostegno di questa iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo Sassoli si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico.

*

Alcuni riferimenti utili

Per contattare le associazioni promotrici della campagna italiana in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone@gmail.com, naila.clerici@soconasincomindios.it, nepi1.anpi@gmail.com, centropacevt@gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano).

Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact@whoisleonardpeltier.info

Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/


Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo


Viterbo, 30 gennaio 2022


Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".


* * *

"INDIANI IN PRIGIONE E ALTRE STORIE". INVITO AD INCONTRO ONLINE IL 25 GENNAIO 2022

[Dalla professoressa Naila Clerici (per contatti: naila.clerici@soconasincomindios.it) riceviamo e diffondiamo.

Naila Clerici, gia' docente di "Storia delle Popolazioni Indigene d'America" all'Universita' di Genova, e' direttrice responsabile ed editoriale della prestigiosa rivista "Tepee"]


"Indiani in prigione e altre storie"

Martedi' 25 gennaio 2022 alle ore 21 nel "tepee virtuale" di Soconas Incomindios.

Richiedi il link per partecipare al webinar

- Ascoltiamo la voce di Leonard Peltier attraverso la canzone "Sacrifice" di Robbie Robertson;

- I rapporti sulle Americhe di Amnesty International, con Armida Bandoni;

- Repressione delle comunita' indigene in America latina, con David Lifodi;

- Cosa ne pensava John Trudell del caso Peltier?

- Stralci da una lettera di Peltier inviata a Max Casoli e tradotta da Maria Paola Valente (CDLP Italia);

- Qualche speranza per Peltier? Con Andrea De Lotto del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier di Milano;

- La testimonianza di Mitch Walking Elk, Cheyenne-Arapaho, musicista ed educatore.

Per informazioni e contatti: redazione di "Tepee", via San Quintino 6, 10121 Torino, cell. 3478207381

facebook.com/pages/Soconas-Incomindios/, https://www.youtube.com/channel/UC1jno1fq2G_HnMd50IG0hww


Nota diffusa a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo


Viterbo, 22 gennaio 2022


Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".


* * *


Allegati (a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo):

1. una minima notizia su Leonard Peltier;

2. due estratti dall'autobiografia di Leonard Peltier;

3. una considerazione sul significato della solidarieta' con Leonard Peltier;

4. un appello del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.


* * *


Allegato 1. Una minima notizia su Leonard Peltier


La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.

Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).

Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata.

Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).


* * *


Allegato 2. Due estratti dall'autobiografia di Leonard Peltier


"Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.

Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.

Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.

Credo nel bene dell'umanita'.

Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".

*

"Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.

Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.

Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.

Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.

Non cedero' mai.

Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.

Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.

Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.

Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.

Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".


* * *


Allegato 3. Una considerazione sul significato della solidarieta' con Leonard Peltier


La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.

La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.

La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta dell'umanita' cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.

La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente.

Salvare le vite e' il primo dovere. Chi salva una vita salva il mondo.

Oppresse e oppresse di tutti i paesi unitevi nell'impegno per la liberazione comune, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la salvezza dell'umanita' intera, per la difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

Liberta' per Leonard Peltier.

La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino.


* * *


Allegato 4. Un appello del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli


Il Presidente David Sassoli, recentemente scomparso, il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.

Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:

"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.

Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".

"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.

I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".

A sostegno di questa iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo Sassoli si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico.


* * *

UNA PROPOSTA ALLE PERSONE AMICHE: SCRIVIAMO AI PARLAMENTARI EUROPEI AFFINCHE' PORTINO AVANTI L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER


Preghiamo le persone, le associazioni, le istituzioni impegnate per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa del mondo vivente di scrivere ai parlamentari europei per chiedere loro di dare seguito all'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.

Di seguito alcuni materiali utili:

1. una bozza di lettera utilizzabile;

2. gli indirizzi di posta elettronica dei parlamentari europei eletti in Italia (gli indirizzi di posta elettronica di tutti gli altri parlamentari europei sono reperibili nel sito dedicato);

3. gli indirizzi di posta elettronica di alcuni collaboratori di David Sassoli (cui la lettera puo' essere inviata per conoscenza);

4. gli indirizzi di posta elettronica dello staff della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen (cui la lettera puo' essere inviata per conoscenza);

5. gli indirizzi di posta elettronica dello staff dell'Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell (cui la lettera puo' essere inviata per conoscenza);

6. una minima notizia su Leonard Peltier;

7. due estratti dall'autobiografia di Leonard Peltier;

8. una considerazione sul significato della solidarieta' con Leonard Peltier.

Grazie di cuore per quanto vorrete fare.


Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo


Viterbo, 19 gennaio 2022


Per contattare le associazioni promotrici della campagna italiana in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone@gmail.com, nepi1.anpi@gmail.com, centropacevt@gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano).

Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact@whoisleonardpeltier.info

Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/


Mittente: il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".


* * *


1. Una bozza di lettera utilizzabile


A tutte le parlamentari europee e a tutti i parlamentari europei


Oggetto: Un invito al Parlamento Europeo affinche' dia seguito all'iniziativa del Presidente David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier


Gentilissime parlamentari europee,

gentilissimi parlamentari europei,

forse saprete gia' che il Presidente David Sassoli, recentemente scomparso, il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.

Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:

"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.

Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".

"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.

I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".

A sostegno di questa iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo Sassoli si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico.

*

Gentilissime parlamentari europee,

gentilissimi parlamentari europei,

forse ricorderete anche che gia' in passato - nel 1994 e nel 1999 - il Parlamento Europeo delibero' risoluzioni per la liberazione di Leonard Peltier.

Trascriviamo qui di seguito integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):

"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier

Il Parlamento europeo,

- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),

A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,

B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,

C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,

D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,

E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,

F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,

G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,

1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;

2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;

3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;

4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;

5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".

*

Gentilissime parlamentari europee,

gentilissimi parlamentari europei,

ora che il Presidente Sassoli ci ha lasciato, crediamo che sarebbe un modo adeguato di rendergli omaggio proseguirne l'impegno.

Pertanto con questa lettera vi chiediamo di dare seguito all'iniziativa del Presidente David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier, confermando peraltro l'impegno gia' deliberato nel 1994 e nel 1999.

Una richiesta del Parlamento Europeo al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, costituirebbe certamente un atto coerente con l'impegno in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani che fu proprio di David Sassoli, cosi' come con le risoluzioni gia' in passato adottate dal Parlamento Europeo.

Confidando nel vostro impegno e ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, vogliate gradire distinti saluti,

FIRMA, LUOGO E DATA

RECAPITO DEL MITTENTE


* * *


2. Gli indirizzi di posta elettronica dei parlamentari europei eletti in Italia


isabella.adinolfi@ep.europa.eu; matteo.adinolfi@ep.europa.eu; simona.baldassarre@ep.europa.eu; pietro.bartolo@ep.europa.eu; alessandra.basso@ep.europa.eu; tiziana.beghin@ep.europa.eu; brando.benifei@ep.europa.eu; sergio.berlato@ep.europa.eu; silvio.berlusconi@ep.europa.eu; mara.bizzotto@ep.europa.eu; simona.bonafe@ep.europa.eu; anna.bonfrisco@ep.europa.eu; paolo.borchia@ep.europa.eu; carlo.calenda@ep.europa.eu; marco.campomenosi@ep.europa.eu; andrea.caroppo@ep.europa.eu; massimo.casanova@ep.europa.eu; fabiomassimo.castaldo@ep.europa.eu; susanna.ceccardi@ep.europa.eu; caterina.chinnici@ep.europa.eu; angelo.ciocca@ep.europa.eu; rosanna.conte@ep.europa.eu; ignazio.corrao@ep.europa.eu; andrea.cozzolino@ep.europa.eu; rosa.damato@ep.europa.eu; nicola.danti@ep.europa.eu; gianantonio.dare@ep.europa.eu; paolo.decastro@ep.europa.eu; salvatore.demeo@ep.europa.eu; francesca.donato@ep.europa.eu; herbert.dorfmann@ep.europa.eu; marco.dreosto@ep.europa.eu; eleonora.evi@ep.europa.eu; giuseppe.ferrandino@ep.europa.eu; laura.ferrara@ep.europa.eu; carlo.fidanza@ep.europa.eu; pietro.fiocchi@ep.europa.eu; raffaele.fitto@ep.europa.eu; mario.furore@ep.europa.eu; gianna.gancia@ep.europa.eu; chiara.gemma@ep.europa.eu; dino.giarrusso@ep.europa.eu; valentino.grant@ep.europa.eu; elisabetta.gualmini@ep.europa.eu; danilooscar.lancini@ep.europa.eu; elena.lizzi@ep.europa.eu; pierfrancesco.majorino@ep.europa.eu; fulvio.martusciello@ep.europa.eu; giuseppe.milazzo@ep.europa.eu; alessandra.moretti@ep.europa.eu; alessandro.panza@ep.europa.eu; aldo.patriciello@ep.europa.eu; piernicola.pedicini@ep.europa.eu; giuseppina.picierno@ep.europa.eu; sabrina.pignedoli@ep.europa.eu; giuliano.pisapia@ep.europa.eu; nicola.procaccini@ep.europa.eu; luisa.regimenti@ep.europa.eu; antonio.rinaldi@ep.europa.eu; franco.roberti@ep.europa.eu; daniela.rondinelli@ep.europa.eu; massimiliano.salini@ep.europa.eu; silvia.sardone@ep.europa.eu; massimiliano.smeriglio@ep.europa.eu; vincenzo.sofo@ep.europa.eu; raffaele.stancanelli@ep.europa.eu; antonio.tajani@ep.europa.eu; annalisa.tardino@ep.europa.eu; irene.tinagli@ep.europa.eu; patrizia.toia@ep.europa.eu; isabella.tovaglieri@ep.europa.eu; lucia.vuolo@ep.europa.eu; stefania.zambelli@ep.europa.eu; marco.zanni@ep.europa.eu; marco.zullo@ep.europa.eu;


* * *


3. Gli indirizzi di posta elettronica di alcuni collaboratori di David Sassoli


lorenzo.mannelli@ep.europa.eu, armelle.douaud@ep.europa.eu, barbara.assi@ep.europa.eu, helene.aubeneau@ep.europa.eu, marco.canaparo@ep.europa.eu, fabrizia.panzetti@ep.europa.eu, michael.weiss@ep.europa.eu, luca.nitiffi@ep.europa.eu, matea.juretic@ep.europa.eu, francesco.miatto@ep.europa.eu, barbara.hostens@ep.europa.eu, monica.rawlinson@ep.europa.eu, beate.rambow@ep.europa.eu, laetitia.paquet@ep.europa.eu, nicola.censini@ep.europa.eu, arnaud.rehm@europarl.europa.eu, julien.rohaert@europarl.europa.eu, jose.roza@ep.europa.eu, roberto.cuillo@ep.europa.eu, silvia.cagnazzo@ep.europa.eu, eulalia.martinezdealosmoner@ep.europa.eu, iva.palmieri@europarl.europa.eu, tim.allan@ep.europa.eu, andrea.maceirascastro@ep.europa.eu, angelika.pentsi@ep.europa.eu,


* * *


4. Gli indirizzi di posta elettronica dello staff della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen


Bjoern.SEIBERT@ec.europa.eu, Stephanie.Riso@ec.europa.eu, Jivka.PETKOVA@ec.europa.eu, Jens-Alexander.FLOSDORFF@ec.europa.eu, Kurt.VANDENBERGHE@ec.europa.eu, Anthony.WHELAN@ec.europa.eu, Per.Haugaard@ec.europa.eu, Fernando.ANDRESEN-GUIMARAES@ec.europa.eu, Maria-Luisa.CABRAL@ec.europa.eu, charmaine.hili@ec.europa.eu, Florentine.HOPMEIER@ec.europa.eu, Eva.SCHULTZ@ec.europa.eu, Olivier.SMITH@ec.europa.eu, Nicole.Dewandre@ec.europa.eu, Brenda.FURNIERE@ec.europa.eu, Fernando.SAMPEDRO-MARCOS@ec.europa.eu, Valeria.MICELI@ec.europa.eu, Tanja.MEEUWSEN@ec.europa.eu, Alisa.JAMES@ec.europa.eu, Adrianna.GORSKA-STUKOW@ec.europa.eu, Inare.SEMLALI@ec.europa.eu, corina.zieger@ec.europa.eu, Darja.VAN-BERLAER@ec.europa.eu, Karen.Saelens@ec.europa.eu, Stefan.SMITH@ec.europa.eu, Marta.Jalal@ec.europa.eu, Raluca.BELEGAN@ec.europa.eu, Katerina.TCHOLAKOVA@ec.europa.eu, Susanne.HORL@ec.europa.eu, Eric.DEMOULIN@ec.europa.eu, 


* * *


5. gli indirizzi di posta elettronica dello staff dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell


cab-borrell-fontelles-contact@ec.europa.eu, pedro.serrano@ec.europa.eu, mathieu.briens@ec.europa.eu, anne.bergenfelt@ec.europa.eu, inma.lopez-martinez@ec.europa.eu, maud.arnould@ec.europa.eu, nereo.penalver-garcia@ec.europa.eu, fiona.knab-lunny@ec.europa.eu, leila.fernandez-stembridge@ec.europa.eu, rafael.daerr@ec.europa.eu, baiba.aleksejuka-tavaresa@ec.europa.eu, barbara.gallo@ec.europa.eu, esther.osorio@ec.europa.eu, annika.lotson-lopez@ec.europa.eu, elena.martin-chico@ec.europa.eu, sandrine.dupret@ec.europa.eu, margarita.fernandez-ruiz@ec.europa.eu, elizabeth.byrne@ec.europa.eu, joan.llorach@ec.europa.eu, polyxeni.prousalidou@ec.europa.eu, yolanda.segui-dominguez@ec.europa.eu, ceyhan.sabak@ec.europa.eu, judit.szarka@ec.europa.eu, giulia.matticari@ec.europa.eu, delphine.lebas@ec.europa.eu, maria-del-mar.cajal-allue@ec.europa.eu, Ignacio.ARRONIZ-VELASCO@ec.europa.eu, 


* * *


6. Una minima notizia su Leonard Peltier


La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.

Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).

Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata.

Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).


* * *


7. Due estratti dall'autobiografia di Leonard Peltier


"Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.

Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.

Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.

Credo nel bene dell'umanita'.

Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".

*

"Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.

Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.

Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.

Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.

Non cedero' mai.

Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.

Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.

Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.

Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.

Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".


* * *


8. Una considerazione sul significato della solidarieta' con Leonard Peltier


La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.

La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.

La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta dell'umanita' cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.

La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente.

Salvare le vite e' il primo dovere. Chi salva una vita salva il mondo.

Oppresse e oppresse di tutti i paesi unitevi nell'impegno per la liberazione comune, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la salvezza dell'umanita' intera, per la difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

Liberta' per Leonard Peltier.

La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino.


* * *

UN APPELLO AL PARLAMENTO EUROPEO AFFINCHE' DIA SEGUITO ALL'INIZIATIVA DEL PRESIDENTE DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER


A tutte le parlamentari europee e a tutti i parlamentari europei


Oggetto: Un invito al Parlamento Europeo affinche' dia seguito all'iniziativa del Presidente David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier


Gentilissime parlamentari europee,

gentilissimi parlamentari europei,

forse saprete gia' che il Presidente David Sassoli, recentemente scomparso, il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.

Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:

"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.

Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".

"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.

I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".

A sostegno di questa iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo Sassoli si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico.

*

Gentilissime parlamentari europee,

gentilissimi parlamentari europei,

forse ricorderete anche che gia' in passato - nel 1994 e nel 1999 - il Parlamento Europeo delibero' risoluzioni per la liberazione di Leonard Peltier.

Trascriviamo qui di seguito integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):

"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier

Il Parlamento europeo,

- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),

A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,

B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,

C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,

D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,

E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,

F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,

G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,

1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;

2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;

3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;

4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;

5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".

*

Gentilissime parlamentari europee,

gentilissimi parlamentari europei,

ora che il Presidente Sassoli ci ha lasciato, crediamo che sarebbe un modo adeguato di rendergli omaggio proseguirne l'impegno.

Pertanto con questa lettera vi chiediamo di dare seguito all'iniziativa del Presidente David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier, confermando peraltro l'impegno gia' deliberato nel 1994 e nel 1999.

Una richiesta del Parlamento Europeo al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, costituirebbe certamente un atto coerente con l'impegno in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani che fu proprio di David Sassoli, cosi' come con le risoluzioni gia' in passato adottate dal Parlamento Europeo.

Confidando nel vostro impegno e ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione, vogliate gradire distinti saluti dal


"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo


Viterbo, 17 gennaio 2022


Per contattare le associazioni promotrici della campagna italiana in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone@gmail.com, nepi1.anpi@gmail.com, centropacevt@gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano).

Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact@whoisleonardpeltier.info

Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/


Mittente: il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".


* * *

UNA DICHIARAZIONE DEL DIPARTIMENTO DI STATO E UNA MASSIMA DI LA ROCHEFOUCAULD (RIPROPONENDO LA RICHIESTA DI DAVID SASSOLI CHE LEONARD PELTIER SIA FINALMENTE LIBERATO)


Le agenzie di stampa riportano che un portavoce del Dipartimento di Stato (il Ministero degli Esteri degli Stati Uniti d'America) ha diffuso una nota in cui si dichiara che il Presidente del Parlamento Europeo deceduto alcuni giorni fa, David Sassoli, e' stato "una voce per la democrazia e i diritti umani"; ed e' certamente cosi'.

Al Dipartimento di Stato, e con esso al Presidente degli Stati Uniti d'America, occorrera' allora ricordare che nella sua azione in difesa dei diritti umani David Sassoli ha espresso alcuni mesi fa la richiesta che sia finalmente liberato Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, da 45 anni scandalosamente detenuto per delitti che non ha commesso.

*

E valga il vero: il 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale a Leonard Peltier.

Nel suo tweet del 23 agosto 2021 scrisse, in italiano e in inglese:

"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.

Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".

"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.

I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".

A sostegno di questa iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo Sassoli si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico, come Alessandra Algostino, Laura Boella, don Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Marinella Correggia, Nando dalla Chiesa, Gregorio de Falco, Roberta De Monticelli, Paolo Ferrero, Francuccio Gesualdi, Raniero La Valle, Gad Lerner, Sara Michieletto, Luisa Morgantini, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Bianca Pitzorno, Graziella Proto, Anna Puglisi, Annamaria Rivera, Antonia Sani, Mao Valpiana, Guido Viale, padre Alex Zanotelli, e le Sindache ed i Sindaci di vari Comuni d'Italia come Abbadia San Salvatore, Aosta, Baveno, Bologna, Carrara, Chieri, Cuneo, Gorizia, Livorno, Monte San Pietro, Palermo, Pesaro, Pienza, Reggio Calabria, Soriano nel Cimino, Verbania, Vitorchiano.

*

Se il Dipartimento di Stato, e con esso il Presidente degli Stati Uniti d'America, vogliono onorare la memoria di David Sassoli, si adoperino affinche' sia dato adempimento a quella sua richiesta: il Dipartimento di Stato facendosene portavoce presso il Presidente, ed il Presidente degli Stati Uniti d'America concedendo finalmente la grazia presidenziale a Leonard Peltier. Altrimenti e' inevitabile pensare che l'omaggio reso al Presidente del Parlamento Europeo da parte del governo statunitense e' nient'altro che un mero esercizio di ipocrisia, ovvero - come ebbe a scrivere La Rochefoucauld in una delle sue massime - l'omaggio che il vizio rende alla virtu'.

Ancora una volta quindi chiediamo al Presidente degli Stati Uniti d'America di adempiere la limpida richiesta del Presidente Sassoli: la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.


Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo


Viterbo, 14 gennaio 2022


Per contattare le associazioni promotrici della campagna italiana per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone@gmail.com, nepi1.anpi@gmail.com, centropacevt@gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano).

Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact@whoisleonardpeltier.info

Alcuni siti utili: Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org ; Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it ; Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: https://it-it.facebook.com/soconasincomindios/


Mittente: il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".


* * *


Allegati:

1. Una minima notizia su Leonard Peltier

2. Due estratti dall'autobiografia di Leonard Peltier

3. Sul significato della solidarieta' con Leonard Peltier


* * *


Allegato 1. Una minima notizia su Leonard Peltier


La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.

Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).

Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata.

Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).


* * *


Allegato 2. Due estratti dall'autobiografia di Leonard Peltier


"Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.

Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.

Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.

Credo nel bene dell'umanita'.

Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".

*

"Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.

Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.

Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.

Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.

Non cedero' mai.

Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.

Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.

Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.

Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.

Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".


* * *


Allegato 3. Sul significato della solidarieta' con Leonard Peltier


La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.

La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.

La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta dell'umanita' cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.

La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente.

Salvare le vite e' il primo dovere. Chi salva una vita salva il mondo.

Oppresse e oppresse di tutti i paesi unitevi nell'impegno per la liberazione comune, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la salvezza dell'umanita' intera, per la difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

Liberta' per Leonard Peltier.

La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino.


* * *

PER DAVID SASSOLI, PERSONA BUONA E MITE


Le associazioni promotrici della campagna italiana in corso per la liberazione di Leonard Peltier si uniscono al lutto per la morte di David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo, persona buona e mite, gentile e generosa, impegnata per i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Con gratitudine ricordiamo il suo autorevole impegno affinche' a Leonard Peltier sia restituita la liberta'.

*

Come Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli il 23 agosto 2021 annuncio' pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale a Leonard Peltier.

Nel suo tweet del 23 agosto 2021 scriveva, in italiano e in inglese:

"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.

Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".

"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.

I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".

A sostegno di questa iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico, come Alessandra Algostino, Laura Boella, don Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Marinella Correggia, Nando dalla Chiesa, Gregorio de Falco, Roberta De Monticelli, Paolo Ferrero, Francuccio Gesualdi, Raniero La Valle, Gad Lerner, Sara Michieletto, Luisa Morgantini, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Bianca Pitzorno, Graziella Proto, Anna Puglisi, Annamaria Rivera, Antonia Sani, Mao Valpiana, Guido Viale, padre Alex Zanotelli, e le Sindache ed i Sindaci di vari Comuni d'Italia come Abbadia San Salvatore, Aosta, Baveno, Bologna, Carrara, Chieri, Cuneo, Gorizia, Livorno, Monte San Pietro, Palermo, Pesaro, Pienza, Reggio Calabria, Soriano nel Cimino, Verbania, Vitorchiano.

*

Anche nel ricordo di David Sassoli proseguiamo nell'iniziativa per persuadere il Presidente degli Stati Uniti d'America a concedere la grazia a Leonard Peltier, un uomo innocente e valoroso, barbaramente perseguitato, da 45 anni detenuto per crimini che non ha commesso.

Anche nel ricordo di David Sassoli proseguiamo nell'impegno in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.


Le associazioni promotrici della campagna italiana per la liberazione di Leonard Peltier


Viterbo, 11 gennaio 2022


Per contatti: bigoni.gastone@gmail.com, nepi1.anpi@gmail.com, centropacevt@gmail.com


Mittenti: Le associazioni promotrici della campagna italiana per la liberazione di Leonard Peltier, c/o il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".


* * *

UN INTERVENTO DELL'ILLUSTRE FILOSOFA ROBERTA DE MONTICELLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER


Sulla rivista filosofica on-line "Phenomenology Lab" (sito: www.phenomenologylab.eu) promossa dal "Centro di ricerca in fenomenologia e scienze della persona" dell'Universita' Vita-Salute San Raffaele di Milano, e' stato pubblicato un intervento dell'illustre filosofa Roberta De Monticelli dal titolo "Un'ingiustizia enorme – e la nostra indifferenza" in cui la pensatrice argomenta la necessita' dell'impegno affinche' Leonard Peltier sia finalmente liberato.

Siamo assai grati all'illustre filosofa per questo suo prezioso intervento.

Come e' noto, anche molte altre prestigiose personalita' della cultura, della vita civile e delle istituzioni hanno espresso un vivo impegno affinche' a Leonard Peltier, generoso militante dell'American Indian Movement in difesa dei popoli nativi americani, impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della Madre Terra, da 45 anni detenuto per crimini che non ha commesso, sia finalmente restituita la liberta'.

Si levi corale la voce dell'umanita' a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia a Leonard Peltier.

*

Una minima notizia su Leonard Peltier

La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.

Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).

Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata.

Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info (sito nel quale e' disponibile anche il testo integrale del libro di Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier).

*

Una minima notizia su Roberta De Monticelli

Roberta De Monticelli e' un'illustre flosofa, docente e saggista. Dalla Wikipedia (edizione italiana) riprendiamo per stralci la seguente scheda informativa: "Roberta De Monticelli (Pavia, 2 aprile 1952) e' una filosofa e accademica italiana. Ha studiato alla Scuola normale superiore di Pisa e all'Universita' di Pisa, dove si e' laureata nel 1976 con una tesi su Edmund Husserl. Si e' specializzata alle Universita' di Bonn, Zurigo e alla Oxford University, dove e' stata allieva di Michael Dummett e Raymond Klibansky (del Warburg Institute). La sua tesi di dottorato e' stata su Gottlob Frege e Ludwig Wittgenstein. Ha insegnato filosofia del linguaggio all'Universita' di Pisa e all'Universita' degli Studi di Milano. Ha poi insegnato dal 1989 al 2004 Filosofia moderna e contemporanea all'Universita' di Ginevra, alla cattedra che fu di Jeanne Hersch, studiosa che ha contribuito a far conoscere in Italia con numerosi interventi in riviste, prefazioni, e con la curatela di un'antologia in francese. A Ginevra ha anche fondato la scuola dottorale interfacolta' "La personne: philosophie, epistemologie, ethique", insieme a medici, teologi e filosofi dediti all'etica, unendo nella stessa ricerca etica e ontologia, fenomenologia e storia della medicina. E' stata membro del "Comite' pour les Rencontres Internationales de Geneve" (1991-99). Dal 2003 insegna Filosofia della persona all'Universita' Vita-Salute San Raffaele. Dal 2009 e' Direttrice di "Persona" (Research Centre in Phenomenology and Sciences of the Person), di cui e' espressione aperta il "Phenomenologylab". Dal 2011 e' chief editor di "Phenomenology and Mind", la rivista online di "Persona". E' nella redazione del Philosophisches Jahrbuch der Goerres-Gesellschaft; membro del comitato scientifico della collana filosofica "Etica e filosofia della persona" dell'editore FrancoAngeli (Milano); collabora con le riviste "Fenomenologia e societa'", "Comprendre", "aut-aut", "Revue de Theologie et de Philosophie" e con i quotidiani "Il Sole 24 ore", "Il manifesto", e "Il fatto quotidiano". E' membro del Consiglio di Presidenza di Liberta' e Giustizia. Sue lezioni sono state registrate alla Fondazione collegio San Carlo di Modena (2000) e all'University of Illinois (2001). Ha partecipato al Festival Filosofia di Modena (dal 2003; nel 2008 con la lezione magistrale L'artista smarrito), al Festival della Mente di Sarzana (nel 2009 con l'intervento Liberta' del volere: un'illusione antica?), al Festival della Scienza di Genova (2011) e al Festivaletteratura di Mantova. Nel 2012 ha ricevuto il Premio Art. 3 "per il suo quotidiano impegno di testimone attivo ed autorevole dei valori civili e morali che spettano, senza compromessi, eccezioni o sospensioni, all'uomo". Nel 2016 ha espresso posizioni vicine al movimento No Cav schierandosi a favore della tutela delle Alpi Apuane. Tra le opere di Roberta De Monticelli: Frege, Husserl, Wittgenstein: note sul problema della fondazione, in "Nuova Corrente", 72-73, 1977, pp. 15–46; Dottrine dell'intelligenza: saggio su Frege e Wittgenstein, introduzione di Michael Dummet, Bari: De Donato, 1982; Il problema dell'individuazione: Leibniz, Kant e la logica modale, con Michele Di Francesco, Milano: Unicopli, 1983; Il richiamo della persuasione. Lettere a Carlo Michelstaedter, Genova: Marietti, 1988 (Premio Rapallo Carige per la donna scrittrice); Le preghiere di Ariele, postfazione di Abramo Levi, Milano: Garzanti, 1992; La poesia e' preghiera?, in La preghiera di chi non crede, Mondadori, Milano 1994, pp. 47–80; L'ascesi filosofica. Studi sul temperamento platonico, Milano: Feltrinelli, 1995; Ontologia. Un dialogo fra il filosofo linguistico, il naturalista e il fenomenologo, in Sergio Cremaschi (a cura di), Filosofia analitica e filosofia continentale, Firenze: La nuova Italia, 1997, pp. 127–55; La conoscenza personale. Introduzione alla fenomenologia, Milano: Guerini, 1998, 2003; Il continente sommerso, in Bruno Callieri e Mauro Maldonato (a cura di), Cio' che non so dire a parole. Fenomenologia dell'incontro, Napoli: Guida, 1998; Dal vivo. Lettere a mio figlio sulla vita e sulla felicita, Milano: Bur, 2001; L'ordine del cuore. Etica e teoria del sentire, Milano: Garzanti, 2003, 2008, 2012; Jeanne Hersch, la Dame aux paradoxes. Testi scelti, Lausanne: Editions L'Age d'Homme, 2003; L'allegria della mente. Dialogando con Agostino, Milano: Bruno Mondadori, 2004; Jeanne Hersch. Il dibattito su Heidegger e la posta in gioco, in Roberta Ascarelli (a cura di), Oltre la persecuzione: donne, ebraismo, memoria, Roma: Carocci, 2004; I gesti del pensiero. Prospettive su Jeanne Hersch, in Paola Ricci Sindoni (a cura di), La sentinella di Seir. Intellettuali nel Novecento, Roma: Studium, 2004; Esercizi di pensiero per apprendisti filosofi, Torino: Bollati Boringhieri, 2006; Nulla appare invano. Pause di filosofia, Milano: Baldini Castoldi Dalai, 2006; Sullo spirito e l'ideologia: lettera ai cristiani, Milano: Baldini Castoldi Dalai, 2007; Ontologia del nuovo. La rivoluzione fenomenologica e la sua attualita', con Carlo Conni, Bruno Mondadori, Milano, 2008; La novita' di ognuno. Persona e liberta', Garzanti, Milano, 2009, 2012; Apprendere e chiedere perche', colloquio con Marco Ubbiali, in Per un'ascesa al senso dell'educare. Vie per la pedagogia attraverso la vita e l'opera di Edith Stein, Roma: Aracne, 2010; Roberta De Monticelli incontra Agostino (Le interviste immaginarie), Milano: Bompiani, 2010; La questione morale, Milano: Raffaello Cortina, 2010; Dal vivo. Meditazioni e versi sotto le stelle, Milano: Dalai, 2011; La questione civile, Milano: Raffaello Cortina, 2011; Roberta De Monticelli racconta Agostino, Tommaso e la filosofia medievale (Capire la filosofia), Roma: Gruppo editoriale L'Espresso, 2011; L'ordine del cuore. Etica e teoria del sentire, Milano: Garzanti, 2012; Sull'idea di rinnovamento, Milano: Raffaello Cortina, 2013; Al di qua del bene e del male. Per una teoria dei valori, Torino: Einaudi, 2015; Il dono dei vincoli. Per leggere Husserl, Milano: Garzanti, 2018; tra le curatele e traduzioni di Roberta De Monticelli: Agostino d'Ippona, Confessioni, introduzione di Stefano Pittaluga, Milano: Garzanti, 1989; Ludwig Wittgenstein, Osservazioni sulla filosofia della psicologia, Milano: Adelphi, 1990; Gotthold Ephraim Lessing, Nathan il saggio, Genova: Marietti, 1991; La persona: apparenza e realta'. Testi fenomenologici, 1911-1933, Milano: Raffaello Cortina, 2000".

*

Ha scritto Leonard Peltier:

"Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.

Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.

Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.

Credo nel bene dell'umanita'.

Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".

*

Ha scritto ancora Leonard Peltier:

"Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.

Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.

Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.

Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.

Non cedero' mai.

Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprieta' degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.

Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.

Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.

Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.

Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".

*

E' stato scritto sul significato della solidarieta' con Leonard Peltier:

"La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.

La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.

La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta dell'umanita' cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.

La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente.

Salvare le vite e' il primo dovere. Chi salva una vita salva il mondo.

Oppresse e oppresse di tutti i paesi unitevi nell'impegno per la liberazione comune, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la salvezza dell'umanita' intera, per la difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

Liberta' per Leonard Peltier.

La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino".

*

Una recente iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo

Come e' noto il Presidente del Parlamento Europeo il 23 agosto 2021 ha annunciato pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca finalmente la liberta' a Leonard Peltier.

Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente del Parlamento Europeo ha scritto, in italiano e in inglese:

"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.

Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".

"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.

I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".

A sostegno dell'iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico, come Alessandra Algostino, Laura Boella, don Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Marinella Correggia, Nando dalla Chiesa, Gregorio de Falco, Paolo Ferrero, Francuccio Gesualdi, Raniero La Valle, Gad Lerner, Sara Michieletto, Luisa Morgantini, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Bianca Pitzorno, Graziella Proto, Anna Puglisi, Annamaria Rivera, Antonia Sani, Mao Valpiana, Guido Viale, padre Alex Zanotelli, e le Sindache ed i Sindaci di vari Comuni d'Italia come Abbadia San Salvatore, Aosta, Baveno, Bologna, Carrara, Chieri, Cuneo, Gorizia, Livorno, Monte San Pietro, Palermo, Pesaro, Pienza, Reggio Calabria, Soriano nel Cimino, Verbania, Vitorchiano.

*

Per informazioni sulle iniziative attualmente in corso in Italia per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone@gmail.com, nepi1.anpi@gmail.com, centropacevt@gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano).

Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact@whoisleonardpeltier.info


Nota a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo


Viterbo, 10 gennaio 2022


Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".


* * *

A MILANO L'11 GENNAIO UN INCONTRO DI RIFLESSIONE E DI SOLIDARIETA' PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER


Martedi' 11 gennaio 2022 a Milano, presso il circolo Arci "La Scighera" (in via Candiani 131, quartiere Bovisa), con inizio alle ore 21 si svolgera' un incontro di riflessione e di solidarieta' per la liberazione di Leonard Peltier.

Partecipano:

- Andrea De Lotto, storico animatore del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano;

- Marco Sioli, docente di Storia e istituzioni delle Americhe all'Universita' Statale di Milano.

L'incontro sara' anche l'occasione per presentare l'ultimo numero della rivista "Tepee", con un articolo dedicato a Leonard Peltier.

Per ulteriori informazioni sull'incontro: sito: www.lascighera.org; tel. e mail: Andrea De Lotto, "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano, tel. 3490931155, e-mail: bigoni.gastone@gmail.com 

Per ulteriori informazioni sulle iniziative attualmente in corso in Italia per la liberazione di Leonard Peltier: bigoni.gastone@gmail.com, nepi1.anpi@gmail.com, centropacevt@gmail.com

Per contattare l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact@whoisleonardpeltier.info


Nota diffusa a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo


Viterbo, 8 gennaio 2022


Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".


* * *

UN APPELLO DI LUISA MORGANTINI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER


Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo, presidente dell'Associazione per la pace, tra le fondatrici delle Donne in Nero, prestigiosa militante sindacale, pacifista, femminista, della solidarieta' internazionale, chiede la liberazione di Leonard Peltier con un appello diffuso in video su YouTube.

Nel suo lucido e appassionato messaggio Luisa Morgantini argomenta le forti ragioni per cui occorre un impegno corale per ottenere che il Presidente degli Stati Uniti d'America finalmente conceda la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.

Il video e' visibile su YouTube, agevolmente rintracciabile attraverso un qualunque motore di ricerca.

Siamo grati a Luisa Morgantini per questo appello, cosi' come all'infaticabile Andrea De Lotto (ormai "storico" animatore della solidarieta' con Leonard Peltier) per essersi fatto promotore anche di questa iniziativa.


Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo


Viterbo, 5 gennaio 2022


Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".


* * *


Alleghiamo alcuni materiali di documentazione:

1. Scriviamo all'"International Leonard Peltier Defense Committee", facciamo sentire alle sorelle e ai fratelli nativi americani impegnati per la liberazione di Leonard Peltier la nostra solidarieta'

2. Scriviamo al Ministro degli Esteri, chiediamogli di adoperarsi per la liberazione di Leonard Peltier

3. Chi e' Leonard Peltier? (Una scheda informativa essenziale dei primi anni duemila dal sito www.whoisleonardpeltier.info)

4. Il caso Leonard Peltier (Una scheda informativa essenziale dell'inizio del 2016 dal sito www.whoisleonardpeltier.info)

5. Alcuni siti utili


* * *


1. Scriviamo all'"International Leonard Peltier Defense Committee", facciamo sentire alle sorelle e ai fratelli nativi americani impegnati per la liberazione di Leonard Peltier la nostra solidarieta'


Alle persone che ci leggono chiediamo di scrivere una e-mail di sostegno all'"International Leonard Peltier Defense Committee", per far sentire alle sorelle e ai fratelli nativi americani impegnati per la liberazione di Leonard Peltier la nostra solidarieta' con lui, con loro, con la lotta dei nativi americani e di tutti i popoli oppressi in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra.

Anche poche righe, anche una riga sola, per far sentire la nostra presenza, il nostro impegno, il nostro aiuto.

L'indirizzo cui inviare le e-mail e': contact@whoisleonardpeltier.info,

Il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee" e' wwww.whoisleonardpeltier.info

*

Copia della lettera puo' essere inviata per conoscenza anche alle associazioni promotrici della piu' recente iniziativa italiana per la liberazione di Leonard Peltier: bigoni.gastone@gmail.com, nepi1.anpi@gmail.com, centropacevt@gmail.com,

*

Ed ovviamente copia della lettera puo' essere inviata per conoscenza anche al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli: president@ep.europa.eu, lorenzo.mannelli@ep.europa.eu, armelle.douaud@ep.europa.eu, barbara.assi@ep.europa.eu, helene.aubeneau@ep.europa.eu, marco.canaparo@ep.europa.eu, fabrizia.panzetti@ep.europa.eu, michael.weiss@ep.europa.eu, luca.nitiffi@ep.europa.eu, matea.juretic@ep.europa.eu, francesco.miatto@ep.europa.eu, barbara.hostens@ep.europa.eu, monica.rawlinson@ep.europa.eu, beate.rambow@ep.europa.eu, laetitia.paquet@ep.europa.eu, nicola.censini@ep.europa.eu, arnaud.rehm@europarl.europa.eu, julien.rohaert@europarl.europa.eu, jose.roza@ep.europa.eu, roberto.cuillo@ep.europa.eu, silvia.cagnazzo@ep.europa.eu, eulalia.martinezdealosmoner@ep.europa.eu, iva.palmieri@europarl.europa.eu, tim.allan@ep.europa.eu, andrea.maceirascastro@ep.europa.eu, angelika.pentsi@ep.europa.eu,

Come e' noto il Presidente del Parlamento Europeo il 23 agosto 2021 ha annunciato pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca finalmente la liberta' a Leonard Peltier.

Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente del Parlamento Europeo ha scritto, in italiano e in inglese:

"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.

Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".

"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.

I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".

A sostegno dell'iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico, come Alessandra Algostino, Laura Boella, don Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Marinella Correggia, Nando dalla Chiesa, Gregorio de Falco, Paolo Ferrero, Francuccio Gesualdi, Raniero La Valle, Gad Lerner, Sara Michieletto, Luisa Morgantini, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Bianca Pitzorno, Graziella Proto, Anna Puglisi, Annamaria Rivera, Antonia Sani, Mao Valpiana, Guido Viale, padre Alex Zanotelli, e le Sindache ed i Sindaci di vari Comuni d'Italia come Abbadia San Salvatore, Aosta, Baveno, Bologna, Carrara, Chieri, Cuneo, Gorizia, Livorno, Monte San Pietro, Palermo, Pesaro, Pienza, Reggio Calabria, Soriano nel Cimino, Verbania, Vitorchiano.

*

Una minima notizia su Leonard Peltier

La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.

Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).

Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata.

Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info

*

E' stato scritto sul significato della solidarieta' con Leonard Peltier:

La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.

La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.

La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta dell'umanita' cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.

La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente.

*

Salvare le vite e' il primo dovere. Chi salva una vita salva il mondo.

Oppresse e oppresse di tutti i paesi unitevi nell'impegno per la liberazione comune, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la salvezza dell'umanita' intera, per la difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

Liberta' per Leonard Peltier.

La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino.


* * *


2. Scriviamo al Ministro degli Esteri, chiediamogli di adoperarsi per la liberazione di Leonard Peltier


Carissime e carissimi,

proponiamo a chi ci legge di inviare al Ministro degli Affari Esteri la seguente lettera (o un testo analogo):

Al Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Italiana

e per opportuna conoscenza:

al Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana

al Presidente del Parlamento Europeo


"Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.

Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra

e per tutti quelli che ci vivono e respirano.

Credo che il nostro compito non sara' terminato

fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato,

una sola persona sara' costretta a morire in guerra,

un solo innocente languira' in prigione

e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.

Credo nel bene dell'umanita'.

Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno.

Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio"

(Leonard Peltier)


Oggetto: Proposta di un passo del governo italiano per la concessione della grazia a Leonard Peltier

*

Egregio Ministro degli Affari Esteri,

sara' forse gia' al corrente della recente, rilevante iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo che alcuni mesi fa ha annunciato pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca finalmente la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani e la difesa della Madre Terra nativo americano da 45 anni detenuto innocente, condannato per crimini che non ha mai commesso.

Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente del Parlamento Europeo ha scritto, in italiano e in inglese:

"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.

Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".

"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.

I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".

A sostegno dell'iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico, come Alessandra Algostino, Laura Boella, don Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Marinella Correggia, Nando dalla Chiesa, Gregorio de Falco, Paolo Ferrero, Francuccio Gesualdi, Raniero La Valle, Gad Lerner, Sara Michieletto, Luisa Morgantini, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Bianca Pitzorno, Graziella Proto, Anna Puglisi, Annamaria Rivera, Antonia Sani, Mao Valpiana, Guido Viale, padre Alex Zanotelli, e le Sindache ed i Sindaci di vari Comuni d'Italia come Abbadia San Salvatore, Aosta, Baveno, Bologna, Carrara, Chieri, Cuneo, Gorizia, Livorno, Monte San Pietro, Palermo, Pesaro, Pienza, Reggio Calabria, Soriano nel Cimino, Verbania, Vitorchiano.

*

Egregio Ministro degli Affari Esteri,

forse ricordera' che la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta piu' volte gia' nel corso degli scorsi decenni non solo da prestigiose organizzazioni umanitarie come Amnesty International e Human Rights Watch, ma anche da autorevolissume personalita' - benemerite dell'umanita' intera - come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Shirin Ebadi, Rigoberta Menchu', Desmond Tutu, ed altri illustri Premi Nobel per la Pace.

Un appello di Nelson Mandela, un appello di madre Teresa di Calcutta, dovrebbe essere ascoltato da ogni persona di volonta' buona come da ogni istituzione preposta al bene comune.

*

Egregio Ministro degli Affari Esteri,

forse sapra' anche che la medesima richiesta di liberazione di Leonard Peltier e' stata espressa gia' da decenni dal Parlamento Europeo con due risoluzioni del 1994 e del 1999.

Trascriviamo qui di seguito integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):

"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier

Il Parlamento europeo,

- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),

A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,

B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,

C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,

D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,

E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,

F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,

G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,

1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;

2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;

3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;

4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;

5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".

*

Egregio Ministro degli Affari Esteri,

sapra' forse anche che in occasione del recente incontro del G20 a Roma alcuni movimenti democratici, e con essi molte cittadine e molti cittadini, hanno sollecitato il Presidente del Consiglio dei Ministri del nostro paese a rappresentare personalmente al Presidente statunitense l'opportunita' di concedere la grazia a Leonard Peltier.

Ignoriamo ovviamente se nei colloqui riservati intercorsi tra il capo di governo italiano ed il presidente americano tale tema sia stato posto, ma ragione e sentimento ci inducono a ritenere che cosi' possa essere stato e che comunque nella sua pur breve permanenza in Italia il Presidente Biden sia stato informato dalla stessa rappresentanza diplomatica del suo paese del vasto e crescente movimento di solidarieta' che nel nostro paese si e' espresso per la concessione della grazia a Leonard Peltier.

*

Egregio Ministro degli Affari Esteri,

la vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.

Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.

Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info

*

Egregio Ministro degli Affari Esteri,

il dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, corroborato dagli impegni assunti con la partecipazione all'Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) e all'Unione Europea (Ue), impegna il nostro paese alla difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani: orbene, non vi e' dubbio che una detenzione di 45 anni imposta a un uomo innocente, a un difensore dei diritti umani e del mondo vivente, sia una flagrante violazione dei diritti umani.

Ergo: la stessa legge fondamentale del nostro paese ci chiede di adoperarci per la sua liberazione, cosi' come per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

*

Egregio Ministro degli Affari Esteri,

vorremmo pertanto sollecitare una sua iniziativa, un passo del governo italiano per la concessione della grazia a Leonard Peltier.

Come ha scritto il Presidente del Parlamento Europeo, "Human rights must be defended always, everywhere", "I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".

Confidando nella sua attenzione e nel suo impegno, augurandole ogni bene,

firma, luogo e data

Recapiti postale, telefonico ed email del mittente

* * *

Gli indirizzi cui inviare la lettera sono i seguenti:

- al Ministro degli Esteri: gabinetto@esteri.it, sg.segreteria@esteri.it, SGUDC@esteri.it,

- al Presidente del Consiglio dei Ministri: presidente@pec.governo.it, segrcd@governo.it, chigicomunicazione@governo.it, uscm@palazzochigi.it, segrgen@governo.it,

- al Presidente del Parlamento Europeo: president@ep.europa.eu, lorenzo.mannelli@ep.europa.eu, armelle.douaud@ep.europa.eu, barbara.assi@ep.europa.eu, helene.aubeneau@ep.europa.eu, marco.canaparo@ep.europa.eu, fabrizia.panzetti@ep.europa.eu, michael.weiss@ep.europa.eu, luca.nitiffi@ep.europa.eu, matea.juretic@ep.europa.eu, francesco.miatto@ep.europa.eu, barbara.hostens@ep.europa.eu, monica.rawlinson@ep.europa.eu, beate.rambow@ep.europa.eu, laetitia.paquet@ep.europa.eu, nicola.censini@ep.europa.eu, arnaud.rehm@europarl.europa.eu, julien.rohaert@europarl.europa.eu, jose.roza@ep.europa.eu, roberto.cuillo@ep.europa.eu, silvia.cagnazzo@ep.europa.eu, eulalia.martinezdealosmoner@ep.europa.eu, iva.palmieri@europarl.europa.eu, tim.allan@ep.europa.eu, andrea.maceirascastro@ep.europa.eu, angelika.pentsi@ep.europa.eu,

- per conoscenza al Comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier: contact@whoisleonardpeltier.info,

- per conoscenza alle associazioni democratiche promotrici di questa iniziativa: bigoni.gastone@gmail.com, nepi1.anpi@gmail.com, centropacevt@gmail.com,

* * *

Grazie per quanto vorrete fare.


* * *


3. Chi e' Leonard Peltier? (Una scheda informativa essenziale dei primi anni duemila dal sito www.whoisleonardpeltier.info)

[Dal sito www.whoisleonardpeltier.info riprendiamo la seguente sintetica scheda]


Leonard Peltier e' un cittadino delle nazioni Anishinabe e Dakota/Lakota che e' stato imprigionato ingiustamente per oltre 40 anni.

Per la comunita' internazionale il caso Peltier e' una macchia nella questione dei diritti umani in America.

Amnesty International considera Peltier un "prigioniero politico" che dovrebbe essere "rilasciato immediatamente e senza condizioni".

Per molti popoli indigeni Peltier e' un simbolo degli abusi e della repressione che essi hanno subito tanto a lungo.

*

Cosa ha portato alla detenzione di Peltier?

Si inizia nei primi anni Settanta, nella Riserva Indiana di Pine Ridge, in South Dakota, quando le tensioni tra l'amministratore delle tribu' Dick Wilson e i tradizionalisti iniziarono un'escalation. Wilson era favorevole all'assimilazione, nel senso che credeva che i Popoli Nativi dovessero abbandonare le proprie tradizioni per unirsi alla societa' americana mainstream. I tradizionalisti, d'altro canto, sentivano importante mantenere la propria cultura e la propria base territoriale. Wilson avvantaggio' chi era favorevole all'assimilazione dando loro impieghi e altre risorse, tralasciando invece le necessita' dei tradizionalisti che spesso vivevano nella peggior indigenza.

Il conflitto in crescita spinse i tradizionalisti ad unirsi con il Movimento degli Indiani Americani (AIM), un'organizzazione per i diritti civili votata ad unire i Popoli Nativi nello sforzo di far risorgere le loro comunita' e promuovere orgoglio culturale e sovranita'.

In reazione Wilson si uni' all'FBI (Federal Bureau of Investigation) per distruggere il movimento percepito dall'agenzia come una minaccia all'"American way of life". L'esito fu disastroso.

Nel 1973 i tradizionalisti locali e l'AIM occuparono Wounded Knee, un piccolo centro di Pine Ridge, per protestare contro i numerosi abusi che stavano subendo. Era lo stesso luogo dove, meno di cento anni prima, fu commesso l'orribile massacro di Wounded Knee contro oltre 300 Lakota, per lo piu' donne e bambini. Invece di ascoltare le proteste dei Nativi, all'occupazione il governo rispose militarmente, esplodendo oltre 250.000 colpi nell'area e uccidendone due occupanti, sulle cui morti non furono mai aperti dei procedimenti giudiziari.

L’occupazione prosegui' per 71 giorni e termino' solo quando il governo promise indagini a seguito delle denunce. Le indagini non furono mai realizzate e le condizioni nella riserva peggiorarono.

Dopo Wounded Knee, Wilson mise fuorilegge le attivita' dell'AIM nella riserva. I tradizionalisti non erano autorizzati a riunirsi o a partecipare a cerimonie tradizionali. Wilson assunse vigilanti che si facevano chiamare Guardiani della Nazione Oglala – GOONS ("Scagnozzi" - ndt).

I tre anni successivi ai fatti di Wounded Knee sono spesso definiti come "il regno del terrore di Pine Ridge", perche' tutte le persone considerate sostenitrici dell'AIM erano bersaglio di violenze. Le loro case venivano bruciate e le loro auto spinte fuori strada. Erano investiti da veicoli, colpiti da spari dalle auto, picchiati.

Tra il 1973 e il 1976 oltre 60 tradizionalisti furono assassinati – Pine Ridge aveva il piu' alto tasso di omicidi negli Stati Uniti – e molti altri furono aggrediti. In quasi tutti i casi le dichiarazioni di testimoni indicarono la responsabilita' dei GOON, ma nulla e' stato fatto per fermare la violenza. Al contrario, l'FBI riforni' i GOON di armi ed informazioni riservate sull'AIM e si volto' dall'altra parte ogni volta che i GOON commettevano crimini.

Col peggiorare della situazione i tradizionalisti chiesero all'AIM di tornare nella riserva per fornire protezione alla popolazione. Leonard Peltier era tra coloro che risposero alla chiamata. Lui e una dozzina di altri allestirono un campo al ranch Jumping Bull, presso Pine Ridge, casa di un certo numero di famiglie tradizionaliste.

Il 26 giugno 1976 due agenti dell'FBI in veicoli non ufficiali inseguirono un furgone rosso fino al ranch Jumping Bull. Apparentemente cercavano Jimmy Eagle, che era finito in una rissa e aveva rubato un paio di stivali da cow-boy. Furono sparati dei colpi. Mentre le madri abbandonavano la zona con i loro figli, altri residenti iniziarono a rispondere al fuoco. Inizio' una sparatoria tra gli agenti dell'FBI ed i residenti.

Le forze dell'ordine si mobilitarono immediatamente. In un paio d'ore oltre 150 agenti della squadra SWAT dell'FBI, la polizia del Bureau of Indian Affairs (BIA) e i GOON circondarono il ranch.

Peltier aiuto' a condurre un gruppetto di ragazzi fuori dall'area, scampando a malapena alla grandine di proiettili.

Quando la sparatoria cesso', il militante dell'AIM Joseph Killsright Stuntz giaceva morto, colpito alla testa da un cecchino. Sulla sua morte non e' mai stata aperto un procedimento giudiziario. Anche i due agenti dell'FBI giacevano morti – feriti nella sparatoria, poi colpiti a bruciapelo.

Anni dopo, grazie ad un ricorso tramite il Freedom of Information Act (FOIA) fu documentato che:

- l'FBI aveva sorvegliato strettamente le attivita' dell'AIM dentro e fuori la riserva e si stava preparando per "operazioni paramilitari di polizia" gia' un mese prima della sparatoria.

- i due agenti dell'FBI possedevano una mappa che evidenziava il ranch Jumping Bull in cui i magazzini delle provviste delle famiglie residenti erano definiti come "bunker".

Nota bene: oltre 70.000 pagine dei documenti dell'FBI sula vicenda rimangono ancora oggi secretate.

Secondo i documenti dell'FBI, oltre quaranta persone tra i Nativi hanno partecipato alla sparatoria, sia militanti dell'AIM che non. Eppure solo quattro persone furono indiziate per le morti degli agenti: tre leader dell'AIM – Dino Butler, Bob Robideau e Leonard Peltier – e Jimmy Eagle.

Butler e Robideau furono i primi ad essere arrestati e processati. La giuria ritenne che Butler e Robideau fossero giustificati a rispondere al fuoco vista l'atmosfera di terrore che c'era a Pine Ridge in quel periodo. Inoltre non furono collegati alle uccisioni con i colpi sparati a bruciapelo. Butler e Robideau furono dichiarati "non colpevoli" per legittima difesa.

L'FBI fu irritato dal verdetto. Lasciarono quindi cadere le accuse contro Jimmy Eagle cosicche' – come attesta un memoriale dell'FBI - "... tutta la forza accusatoria del governo federale potesse essere diretta contro Leonard Peltier".

Frattanto Peltier era riparato in Canada, ritenendo che non avrebbe mai avuto un processo equo. Il 6 febbraio 1976 fu catturato.

L'FBI presento' al tribunale canadese un affidavit di una donna chiamata Myrtle Poor Bear, che dichiarava di essere stata la fidanzata di Peltier e di averlo visto sparare agli agenti. Peltier fu estradato negli Stati Uniti.

Di fatto Myrtle Poor Bear non aveva mai incontrato Peltier, ne' era presente al momento della sparatoria – fatto in seguito confermato dal Procuratore degli Stati Uniti.

Nonostante la successiva dichiarazione di Myrtle Poor Bear di aver rilasciato una falsa testimonianza sotto coercizione, terrorizzata dagli agenti dell'FBI, l'estradizione di Peltier non fu revocata.

*

In cosa fu ingiusto il processo di Peltier?

Leonard Peltier fu rimpatriato negli Stati Uniti, dove il suo caso fu misteriosamente trasferito dal giudice che aveva presieduto il processo dei suoi coimputati ad un differente giudice, che emise decisioni che penalizzarono gravemente la difesa. Inoltre l'FBI aveva analizzato attentamente il caso Butler-Robideau e questa volta era determinato ad assicurarsi una condanna. Le carte erano state truccate contro Peltier ed un processo equo era fuori discussione.

- Myrtle Poor Bear e altri testimoni chiave furono esclusi dal testimoniare sulla cattiva condotta dell'FBI.

- Le testimonianze sul "regno del terrore a Pine Ridge" furono rigidamente escluse.

- Prove importanti come rapporti balistici in contrasto furono giudicate inammissibili.

- Il furgone rosso che era stato seguito fin dentro il ranch fu successivamente descritto come "il van rosso e bianco di Peltier" (gli agenti che avevano descritto il veicolo come "pick-up rosso" nel processo Butler-Robideau non ricordavano piu' la loro precedente testimonianza).

- La giuria fu isolata e circondata in ogni momento da U.S. Marshals, cercando di farle credere che l'AIM fosse una minaccia per la loro sicurezza.

- Tre giovani testimoni Nativi furono costretti a testimoniare il falso contro Peltier, dopo essere stati trattenuti e terrorizzati da agenti dell'FBI.

Il Procuratore non riusci' a produrre un solo testimone che potesse identificare Peltier come lo sparatore, ma il governo collego' un bossolo trovato vicino ai corpi alla presunta arma del delitto, sostenendo che quell'arma fosse l'unica del suo tipo ad essere stata usata durante la sparatoria e che appartenesse a Peltier.

La successiva azione giudiziaria promossa in base al Freedom of Information Act ha scoperto documenti dell'FBI che dimostravano:

- che piu' di un'arma del tipo attribuito a Peltier era presente sulla scena del conflitto a fuoco.

- Che l'FBI aveva intenzionalmente nascosto un rapporto balistico che mostrava come il bossolo non potesse provenire dalla presunta arma del delitto.

- Che gli agenti senza alcun dubbio seguirono un pick-up rosso sul terreno, non il furgone rosso e bianco guidato da Peltier.

- Che esistevano prove inconfutabili contro diversi altri sospetti ma furono nascoste.

Ignara di tutto cio', la giuria condanno' Peltier. Fu condannato a due ergastoli consecutivi.

*

Cosa e' accaduto in seguito al processo?

Dopo che sono emersi gli abusi sopra descritti, la difesa di Peltier ha richiesto un nuovo processo.

Durante la conseguente esposizione delle istanze, il Procuratore degli Stati Uniti ha ammesso due volte: "...noi non possiamo provare chi ha sparato a quegli agenti".

Per il tribunale Peltier avrebbe potuto essere assolto se le autentiche prove non fossero state occultate dall'FBI.

Tuttavia un nuovo processo fu negato in base a tecnicismi legali.

Nel 1993 Peltier richiese la Grazia Esecutiva al presidente Clinton. Fu lanciata un'intensa campagna – supportata dai Nativi e dalle organizzazioni umanitarie, da membri del Congresso, da gruppi comunitari e gruppi religiosi, organizzazioni sindacali, da intellettuali e celebrita'. Anche il giudice Heaney, responsabile della citata affermazione del tribunale, ha espresso un risoluto sostegno al rilascio di Peltier. Il caso Peltier divenne una questione nazionale.

Il 7 novembre 2000 durante una intervista alla radio, Clinton dichiaro' che avrebbe seriamente preso in considerazione la richiesta di grazia di Peltier ed avrebbe preso una decisione prima di lasciare l'incarico il 20 gennaio 2001.

In risposta l'FBI lancio' una vasta campagna di disinformazione sia sui media che tra i rappresentanti delle istituzioni; il 15 dicembre oltre 500 agenti dell'FBI marciarono davanti alla Casa Bianca per opporsi alla grazia.

Il 20 gennaio la lista dei provvedimenti di grazia emessi da Clinton fu diffusa ai media. Senza spiegazioni il nome di Peltier era stato espunto.

Dal 2001 le azioni legali per la revisione della sentenza o per il rilascio sulla parola non sono riuscite ad ottenere il rilascio di Peltier.


* * *


4. Il caso Leonard Peltier (Una scheda informativa essenziale dell'inizio del 2016 dal sito www.whoisleonardpeltier.info)

[Dal sito www.whoisleonardpeltier.info riprendiamo la seguente sintetica scheda]


Un innocente: Leonard Peltier e' un attivista Nativo Americano accusato in relazione alla morte di due agenti del Federal Bureau of Investigation (FBI) nel conflitto a fuoco che ha avuto luogo presso la Riserva indiana di Pine Ridge, South Dakota, il 26 giugno 1975.

Documenti del Governo mostrano che, senza alcuna prova, l'FBI ha deciso fin dall'inizio della sua investigazione di "incatenare Peltier al caso".

Il Trattato Jay (Trattato di Amicizia, Commercio e Navigazione, tra Sua Maesta' Britannica e gli Stati Uniti d'America), ratificato da Stati Uniti e Canada, prevede che gli Indiani Americani siano autorizzati ad attraversare il confine Stati Uniti-Canada liberamente.

Diverso tempo dopo la sparatoria, come era abituato a fare, Peltier ha attraversato legalmente il confine verso il Canada. Su richiesta del Governo americano, e' stato arrestato nella British Columbia nel febbraio 1976. Temendo che non avrebbe avuto un processo equo negli Stati Uniti, Peltier fece richiesta di asilo in Canada.

I magistrati americani hanno presentato consapevolmente dichiarazioni false ad una corte canadese per far estradare Peltier negli Stati Uniti. Le dichiarazioni erano firmate da una donna che fu costretta dagli agenti dell'FBI a dichiararsi testimone oculare. Il governo ha in seguito ammesso che la donna non era presente durante la sparatoria.

Frattanto a Cedar Rapids, in Iowa, la giuria del processo dei coimputati di Leonard ha sancito che gli attivisti Indiani avevano il diritto di trovarsi nella Riserva indiana di Pine Ridge e non erano coinvolti in alcuna attivita' illegale. Non c'era alcuna prova che essi avessero provocato un assalto o vi fossero coinvolti come aggressori.

Alla luce del regime di terrore imposto nella Riserva di Pine Ridge durante i tre anni precedenti, dei precedenti di condotta persecutoria da parte dell'FBI in casi riguardanti attivisti Indiani, e del comportamento violento degli agenti il 26 giugno 1975, la giuria decise che i coimputati di Peltier non erano colpevoli perche' si tratto' di legittima difesa.

Se Leonard fosse stato processato coi suoi coimputati, sarebbe stato prosciolto anche lui.

*

Insoddisfatti per l'esito del processo, gli accusatori prepararono la messinscena per l'incarcerazione di Peltier. Il suo processo fu spostato in una zona ben nota per i sentimenti anti-Indiani: Fargo, in North Dakota. Il giudice del processo aveva reputazione di sentenziare contro gli Indiani, e un giurato e' noto per aver espresso commenti razzisti durante il processo di Peltier.

Documenti dell'FBI dimostrano che l'accusa si spinse fino al punto di "fabbricare" la cosiddetta "arma del delitto". Una perizia ha mostrato che l'arma e il bossolo introdotti come prova non corrispondevano, ma gli accusatori dell'FBI hanno nascosto questo fatto alla giuria.

Il giudice del processo si era spesso espresso a favore dell'accusa e la giuria di Peltier non ha mai visto la maggior parte delle prove che erano stato presentate al processo di Cedar Rapids. Privato della possibilita' di difendersi adeguatamente, Peltier e' stato condannato a due ergastoli consecutivi.

In base agli atti giudiziari, il Procuratore degli Stati Uniti che ha diretto il caso ha ammesso due volte da allora che nessuno sa chi fu a sparare i colpi letali.

Nonostante i Tribunali abbiano riconosciuto le prove della cattiva condotta del governo - incluso l'aver costretto testimoni a mentire e aver nascosto prove balistiche che dimostravano la sua innocenza - a Peltier e' stato negato un nuovo processo. Ed e' ormai anche fuori dai termini per la liberta' su parola.

*

Nelson Mandela, Madre Teresa di Calcutta, 55 membri del Congresso e molte altre persone - compreso un giudice gia' membro della Corte in due degli appelli di Peltier - si sono pronunciati per il suo immediato rilascio.

Peltier ormai ha scontato oltre 40 ani in prigione. E' un uomo anziano e la sua salute e' deteriorata. Ha avuto un ictus che lo ha lasciato parzialmente cieco da un occhio. Peltier continua a soffrire di diabete, pressione sanguigna alta, problemi cardiaci. Recentemente gli e' stato diagnosticato un aneurisma dell'aorta addominale.

Secondo un rappresentante di "Physicians for Human Rights" (Medici per i diritti umani), Peltier rischia cecita', collasso renale e ictus - anche per via della sua dieta inadeguata, delle condizioni di vita carcerarie e della carente assistenza sanitaria.

*

Nonostante queste problematiche estreme, Peltier ha dato notevoli contributi a cause umanitarie e caritatevoli durante i suoi molti anni in prigione:

- Peltier ha avuto un ruolo chiave nel portare genti di tribu' diverse, con una storia di conflitti, ad unirsi in pace. Sostiene la risoluzione pacifica di tutte le istanze che hanno a che fare con Nativi Americani e il rispetto per i diritti degli altri.

- Peltier ha lavorato col dottor Steward Selkin ad un programma pilota nella Riserva Rosebud, il "Piano di Riforma delle Cure Sanitarie Leonard Peltier", per documentare necessita' e bisogni della somministrazione di cure. Scopo ultimo del programma e' la radicale modifica della somministrazione dell'assistenza sanitaria nelle Riserve in tutti gli Stati Uniti.

- Ha collaborato col professor Jeffrey Timmons ad un programma per stimolare l'economia delle riserve e gli investimenti in imprese dei Nativi Americani, compresa una sezione per insegnare amministrazione e operazioni di impresa ai giovani delle Prime Nazioni.

- Nel 1992 Leonard Peltier ha fondato una borsa di studio all'Universita' di New York per studenti Nativi Americani interessati a lauree giuridiche. E' anche stato fondamentale nella fondazione e nel finanziamento di un giornale dei Nativi Americani, fatto da giovani Nativi e diretto a loro, nello stato di Washington. Oltre ad aver cresciuto due dei suoi nipoti dalla prigione, Peltier e' stato genitore-sponsor di due bambini attraverso "ChildReach", uno in El Salvador e l'altro in Guatemala. Ogni anno sponsorizza una raccolta natalizia di cibo e doni per i bambini di Pine Ridge. Peltier inoltre siede nel Board della "Fondazione Rosenberg per l'infanzia".

- Peltier ha inoltre organizzato una colletta alimentare di emergenza per la gente di Pohlo, in Messico, come risposta al Massacro di Acteal. Contribuisce di frequente ai programmi "Head Start" e ai rifugi da violenze domestiche in stato di necessita' finanziaria.

- Peltier ha aiutato diversi prigionieri Indiani a riabilitarsi, promuovendo uno stile di vita libero da droghe ed alcol, incoraggiando l'orgoglio e la consapevolezza della propria cultura e delle proprie tradizioni. Ha anche contribuito allo sviluppo di programmi artistici carcerari, incrementando in tal modo la fiducia in se stessi dei detenuti.

- Leonard Peltier dona le sue opere d'arte a numerose organizzazioni per i diritti umani e per lo sviluppo sociale, per sostenerle nella raccolta di fondi. Recentemente tra i beneficiari si includono la American Civil Liberties Union, Trail of Hope (una conferenza Nativo-Americana che si occupa di dipendenza da droghe ed alcol); la World Peace and Prayer Day; l'associazione degli studenti First Nation e il Buffalo Trust Fund.

- Ad oggi Peltier e' stato proposto per il Premio Nobel sette volte. E' ampiamente riconosciuto per il suo operato umanitario ed ha ricevuto numerosi riconoscimenti nell'ambito dei diritti umani. Di recente, Peltier ha ricevuto il riconoscimento "2015 Defender of Pachamama" (Madre Terra) conferito dal presidente della Bolivia Evo Morales; nel 2016 il "Premio Frantz Fanon" conferito dalla Fondazione Frantz Fanon in Francia.

*

Il 17 febbraio 2016 Peltier ha formalmente inoltrato domanda al Presidente degli Stati Uniti d'America per la concessione della Grazia Esecutiva, ovvero per la commutazione delle sentenze.

La sua vita e' ora nelle mani del presidente Barack Obama.


* * *


5. Alcuni siti utili


- International Leonard Peltier Defense Committee: www.whoisleonardpeltier.info

- Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org

- Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it

- Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: www.soconasincomindios.it


* * *

SU YOUTUBE UN APPELLO DI NAILA CLERICI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER


La professoressa Naila Clerici, una delle piu' illustri studiose della storia, della cultura e della letteratura dei nativi americani, animatrice dell'importante rivista letteraria "Tepee", impegnata nella prestigiosa associazione Soconas-Incomindios, chiede la liberazione di Leonard Peltier.

In un messaggio video la professoressa Clerici argomenta le forti ragioni per cui occorre un impegno corale per ottenere che il Presidente degli Stati Uniti d'America finalmente conceda la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.

Il video e' visibile su YouTube, agevolmente rintracciabile attraverso un qualunque motore di ricerca.

Siamo grati alla professoressa Naila Clerici per questa iniziativa, cosi' come all'infaticabile Andrea De Lotto (ormai "storico" animatore della solidarieta' con Leonard Peltier) per essersene fatto promotore.


Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo


Viterbo, 2 gennaio 2022


Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".


* * *


Alleghiamo alcuni materiali di documentazione:

1. Scriviamo all'"International Leonard Peltier Defense Committee", facciamo sentire alle sorelle e ai fratelli nativi americani impegnati per la liberazione di Leonard Peltier la nostra solidarieta'

2. Scriviamo al Ministro degli Esteri, chiediamogli di adoperarsi per la liberazione di Leonard Peltier

3. Chi e' Leonard Peltier? (Una scheda informativa essenziale dei primi anni duemila dal sito www.whoisleonardpeltier.info)

4. Il caso Leonard Peltier (Una scheda informativa essenziale dell'inizio del 2016 dal sito www.whoisleonardpeltier.info)

5. Alcuni siti utili


* * *


1. Scriviamo all'"International Leonard Peltier Defense Committee", facciamo sentire alle sorelle e ai fratelli nativi americani impegnati per la liberazione di Leonard Peltier la nostra solidarieta'


Alle persone che ci leggono chiediamo di scrivere una e-mail di sostegno all'"International Leonard Peltier Defense Committee", per far sentire alle sorelle e ai fratelli nativi americani impegnati per la liberazione di Leonard Peltier la nostra solidarieta' con lui, con loro, con la lotta dei nativi americani e di tutti i popoli oppressi in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra.

Anche poche righe, anche una riga sola, per far sentire la nostra presenza, il nostro impegno, il nostro aiuto.

L'indirizzo cui inviare le e-mail e': contact@whoisleonardpeltier.info,

Il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee" e' wwww.whoisleonardpeltier.info

*

Copia della lettera puo' essere inviata per conoscenza anche alle associazioni promotrici della piu' recente iniziativa italiana per la liberazione di Leonard Peltier: bigoni.gastone@gmail.com, nepi1.anpi@gmail.com, centropacevt@gmail.com,

*

Ed ovviamente copia della lettera puo' essere inviata per conoscenza anche al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli: president@ep.europa.eu, lorenzo.mannelli@ep.europa.eu, armelle.douaud@ep.europa.eu, barbara.assi@ep.europa.eu, helene.aubeneau@ep.europa.eu, marco.canaparo@ep.europa.eu, fabrizia.panzetti@ep.europa.eu, michael.weiss@ep.europa.eu, luca.nitiffi@ep.europa.eu, matea.juretic@ep.europa.eu, francesco.miatto@ep.europa.eu, barbara.hostens@ep.europa.eu, monica.rawlinson@ep.europa.eu, beate.rambow@ep.europa.eu, laetitia.paquet@ep.europa.eu, nicola.censini@ep.europa.eu, arnaud.rehm@europarl.europa.eu, julien.rohaert@europarl.europa.eu, jose.roza@ep.europa.eu, roberto.cuillo@ep.europa.eu, silvia.cagnazzo@ep.europa.eu, eulalia.martinezdealosmoner@ep.europa.eu, iva.palmieri@europarl.europa.eu, tim.allan@ep.europa.eu, andrea.maceirascastro@ep.europa.eu, angelika.pentsi@ep.europa.eu,

Come e' noto il Presidente del Parlamento Europeo il 23 agosto 2021 ha annunciato pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca finalmente la liberta' a Leonard Peltier.

Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente del Parlamento Europeo ha scritto, in italiano e in inglese:

"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.

Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".

"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.

I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".

A sostegno dell'iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico, come Alessandra Algostino, Laura Boella, don Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Marinella Correggia, Nando dalla Chiesa, Gregorio de Falco, Paolo Ferrero, Francuccio Gesualdi, Raniero La Valle, Gad Lerner, Sara Michieletto, Luisa Morgantini, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Bianca Pitzorno, Graziella Proto, Anna Puglisi, Annamaria Rivera, Antonia Sani, Mao Valpiana, Guido Viale, padre Alex Zanotelli, e le Sindache ed i Sindaci di vari Comuni d'Italia come Abbadia San Salvatore, Aosta, Baveno, Bologna, Carrara, Chieri, Cuneo, Gorizia, Livorno, Monte San Pietro, Palermo, Pesaro, Pienza, Reggio Calabria, Soriano nel Cimino, Verbania, Vitorchiano.

*

Una minima notizia su Leonard Peltier

La vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.

Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione dal suo libro autobiografico edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).

Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016. Particolarmente utile anche l'opera di Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013, piu' volte ristampata.

Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info

*

E' stato scritto sul significato della solidarieta' con Leonard Peltier:

La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la Resistenza degli indiani d'America vittime di un genocidio, di un etnocidio e di un ecocidio che tuttora continuano e che occorre contrastare.

La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta di tutti i popoli e di tutti gli esseri umani oppressi e denegati dalla violenza dei poteri dominanti.

La solidarieta' con Leonard Peltier e' la solidarieta' con la lotta dell'umanita' cosciente in difesa del mondo vivente dalla minaccia di distruzione da parte di un sistema di potere, di un modo di produzione e di un modello di sviluppo che schiavizzano, divorano e distruggono gli esseri umani, gli altri animali, l'intero mondo vivente.

La lotta di Leonard Peltier e la lotta per la sua liberazione sono quindi parte di un impegno in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, di un impegno per la salvezza dell'intero mondo vivente.

*

Salvare le vite e' il primo dovere. Chi salva una vita salva il mondo.

Oppresse e oppresse di tutti i paesi unitevi nell'impegno per la liberazione comune, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la salvezza dell'umanita' intera, per la difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

Liberta' per Leonard Peltier.

La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino.


* * *


2. Scriviamo al Ministro degli Esteri, chiediamogli di adoperarsi per la liberazione di Leonard Peltier


Carissime e carissimi,

proponiamo a chi ci legge di inviare al Ministro degli Affari Esteri la seguente lettera (o un testo analogo):

Al Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Italiana

e per opportuna conoscenza:

al Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana

al Presidente del Parlamento Europeo


"Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.

Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra

e per tutti quelli che ci vivono e respirano.

Credo che il nostro compito non sara' terminato

fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato,

una sola persona sara' costretta a morire in guerra,

un solo innocente languira' in prigione

e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.

Credo nel bene dell'umanita'.

Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno.

Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio"

(Leonard Peltier)


Oggetto: Proposta di un passo del governo italiano per la concessione della grazia a Leonard Peltier

*

Egregio Ministro degli Affari Esteri,

sara' forse gia' al corrente della recente, rilevante iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo che alcuni mesi fa ha annunciato pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca finalmente la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani e la difesa della Madre Terra nativo americano da 45 anni detenuto innocente, condannato per crimini che non ha mai commesso.

Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente del Parlamento Europeo ha scritto, in italiano e in inglese:

"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.

Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".

"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.

I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".

A sostegno dell'iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico, come Alessandra Algostino, Laura Boella, don Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Marinella Correggia, Nando dalla Chiesa, Gregorio de Falco, Paolo Ferrero, Francuccio Gesualdi, Raniero La Valle, Gad Lerner, Sara Michieletto, Luisa Morgantini, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Bianca Pitzorno, Graziella Proto, Anna Puglisi, Annamaria Rivera, Antonia Sani, Mao Valpiana, Guido Viale, padre Alex Zanotelli, e le Sindache ed i Sindaci di vari Comuni d'Italia come Abbadia San Salvatore, Aosta, Baveno, Bologna, Carrara, Chieri, Cuneo, Gorizia, Livorno, Monte San Pietro, Palermo, Pesaro, Pienza, Reggio Calabria, Soriano nel Cimino, Verbania, Vitorchiano.

*

Egregio Ministro degli Affari Esteri,

forse ricordera' che la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta piu' volte gia' nel corso degli scorsi decenni non solo da prestigiose organizzazioni umanitarie come Amnesty International e Human Rights Watch, ma anche da autorevolissume personalita' - benemerite dell'umanita' intera - come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Shirin Ebadi, Rigoberta Menchu', Desmond Tutu, ed altri illustri Premi Nobel per la Pace.

Un appello di Nelson Mandela, un appello di madre Teresa di Calcutta, dovrebbe essere ascoltato da ogni persona di volonta' buona come da ogni istituzione preposta al bene comune.

*

Egregio Ministro degli Affari Esteri,

forse sapra' anche che la medesima richiesta di liberazione di Leonard Peltier e' stata espressa gia' da decenni dal Parlamento Europeo con due risoluzioni del 1994 e del 1999.

Trascriviamo qui di seguito integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):

"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier

Il Parlamento europeo,

- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),

A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,

B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,

C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,

D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,

E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,

F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,

G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,

1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;

2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;

3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;

4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;

5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".

*

Egregio Ministro degli Affari Esteri,

sapra' forse anche che in occasione del recente incontro del G20 a Roma alcuni movimenti democratici, e con essi molte cittadine e molti cittadini, hanno sollecitato il Presidente del Consiglio dei Ministri del nostro paese a rappresentare personalmente al Presidente statunitense l'opportunita' di concedere la grazia a Leonard Peltier.

Ignoriamo ovviamente se nei colloqui riservati intercorsi tra il capo di governo italiano ed il presidente americano tale tema sia stato posto, ma ragione e sentimento ci inducono a ritenere che cosi' possa essere stato e che comunque nella sua pur breve permanenza in Italia il Presidente Biden sia stato informato dalla stessa rappresentanza diplomatica del suo paese del vasto e crescente movimento di solidarieta' che nel nostro paese si e' espresso per la concessione della grazia a Leonard Peltier.

*

Egregio Ministro degli Affari Esteri,

la vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.

Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.

Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info

*

Egregio Ministro degli Affari Esteri,

il dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, corroborato dagli impegni assunti con la partecipazione all'Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) e all'Unione Europea (Ue), impegna il nostro paese alla difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani: orbene, non vi e' dubbio che una detenzione di 45 anni imposta a un uomo innocente, a un difensore dei diritti umani e del mondo vivente, sia una flagrante violazione dei diritti umani.

Ergo: la stessa legge fondamentale del nostro paese ci chiede di adoperarci per la sua liberazione, cosi' come per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

*

Egregio Ministro degli Affari Esteri,

vorremmo pertanto sollecitare una sua iniziativa, un passo del governo italiano per la concessione della grazia a Leonard Peltier.

Come ha scritto il Presidente del Parlamento Europeo, "Human rights must be defended always, everywhere", "I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".

Confidando nella sua attenzione e nel suo impegno, augurandole ogni bene,

firma, luogo e data

Recapiti postale, telefonico ed email del mittente

* * *

Gli indirizzi cui inviare la lettera sono i seguenti:

- al Ministro degli Esteri: gabinetto@esteri.it, sg.segreteria@esteri.it, SGUDC@esteri.it,

- al Presidente del Consiglio dei Ministri: presidente@pec.governo.it, segrcd@governo.it, chigicomunicazione@governo.it, uscm@palazzochigi.it, segrgen@governo.it,

- al Presidente del Parlamento Europeo: president@ep.europa.eu, lorenzo.mannelli@ep.europa.eu, armelle.douaud@ep.europa.eu, barbara.assi@ep.europa.eu, helene.aubeneau@ep.europa.eu, marco.canaparo@ep.europa.eu, fabrizia.panzetti@ep.europa.eu, michael.weiss@ep.europa.eu, luca.nitiffi@ep.europa.eu, matea.juretic@ep.europa.eu, francesco.miatto@ep.europa.eu, barbara.hostens@ep.europa.eu, monica.rawlinson@ep.europa.eu, beate.rambow@ep.europa.eu, laetitia.paquet@ep.europa.eu, nicola.censini@ep.europa.eu, arnaud.rehm@europarl.europa.eu, julien.rohaert@europarl.europa.eu, jose.roza@ep.europa.eu, roberto.cuillo@ep.europa.eu, silvia.cagnazzo@ep.europa.eu, eulalia.martinezdealosmoner@ep.europa.eu, iva.palmieri@europarl.europa.eu, tim.allan@ep.europa.eu, andrea.maceirascastro@ep.europa.eu, angelika.pentsi@ep.europa.eu,

- per conoscenza al Comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier: contact@whoisleonardpeltier.info,

- per conoscenza alle associazioni democratiche promotrici di questa iniziativa: bigoni.gastone@gmail.com, nepi1.anpi@gmail.com, centropacevt@gmail.com,

* * *

Grazie per quanto vorrete fare.


* * *


3. Chi e' Leonard Peltier? (Una scheda informativa essenziale dei primi anni duemila dal sito www.whoisleonardpeltier.info)

[Dal sito www.whoisleonardpeltier.info riprendiamo la seguente sintetica scheda]


Leonard Peltier e' un cittadino delle nazioni Anishinabe e Dakota/Lakota che e' stato imprigionato ingiustamente per oltre 40 anni.

Per la comunita' internazionale il caso Peltier e' una macchia nella questione dei diritti umani in America.

Amnesty International considera Peltier un "prigioniero politico" che dovrebbe essere "rilasciato immediatamente e senza condizioni".

Per molti popoli indigeni Peltier e' un simbolo degli abusi e della repressione che essi hanno subito tanto a lungo.

*

Cosa ha portato alla detenzione di Peltier?

Si inizia nei primi anni Settanta, nella Riserva Indiana di Pine Ridge, in South Dakota, quando le tensioni tra l'amministratore delle tribu' Dick Wilson e i tradizionalisti iniziarono un'escalation. Wilson era favorevole all'assimilazione, nel senso che credeva che i Popoli Nativi dovessero abbandonare le proprie tradizioni per unirsi alla societa' americana mainstream. I tradizionalisti, d'altro canto, sentivano importante mantenere la propria cultura e la propria base territoriale. Wilson avvantaggio' chi era favorevole all'assimilazione dando loro impieghi e altre risorse, tralasciando invece le necessita' dei tradizionalisti che spesso vivevano nella peggior indigenza.

Il conflitto in crescita spinse i tradizionalisti ad unirsi con il Movimento degli Indiani Americani (AIM), un'organizzazione per i diritti civili votata ad unire i Popoli Nativi nello sforzo di far risorgere le loro comunita' e promuovere orgoglio culturale e sovranita'.

In reazione Wilson si uni' all'FBI (Federal Bureau of Investigation) per distruggere il movimento percepito dall'agenzia come una minaccia all'"American way of life". L'esito fu disastroso.

Nel 1973 i tradizionalisti locali e l'AIM occuparono Wounded Knee, un piccolo centro di Pine Ridge, per protestare contro i numerosi abusi che stavano subendo. Era lo stesso luogo dove, meno di cento anni prima, fu commesso l'orribile massacro di Wounded Knee contro oltre 300 Lakota, per lo piu' donne e bambini. Invece di ascoltare le proteste dei Nativi, all'occupazione il governo rispose militarmente, esplodendo oltre 250.000 colpi nell'area e uccidendone due occupanti, sulle cui morti non furono mai aperti dei procedimenti giudiziari.

L’occupazione prosegui' per 71 giorni e termino' solo quando il governo promise indagini a seguito delle denunce. Le indagini non furono mai realizzate e le condizioni nella riserva peggiorarono.

Dopo Wounded Knee, Wilson mise fuorilegge le attivita' dell'AIM nella riserva. I tradizionalisti non erano autorizzati a riunirsi o a partecipare a cerimonie tradizionali. Wilson assunse vigilanti che si facevano chiamare Guardiani della Nazione Oglala – GOONS ("Scagnozzi" - ndt).

I tre anni successivi ai fatti di Wounded Knee sono spesso definiti come "il regno del terrore di Pine Ridge", perche' tutte le persone considerate sostenitrici dell'AIM erano bersaglio di violenze. Le loro case venivano bruciate e le loro auto spinte fuori strada. Erano investiti da veicoli, colpiti da spari dalle auto, picchiati.

Tra il 1973 e il 1976 oltre 60 tradizionalisti furono assassinati – Pine Ridge aveva il piu' alto tasso di omicidi negli Stati Uniti – e molti altri furono aggrediti. In quasi tutti i casi le dichiarazioni di testimoni indicarono la responsabilita' dei GOON, ma nulla e' stato fatto per fermare la violenza. Al contrario, l'FBI riforni' i GOON di armi ed informazioni riservate sull'AIM e si volto' dall'altra parte ogni volta che i GOON commettevano crimini.

Col peggiorare della situazione i tradizionalisti chiesero all'AIM di tornare nella riserva per fornire protezione alla popolazione. Leonard Peltier era tra coloro che risposero alla chiamata. Lui e una dozzina di altri allestirono un campo al ranch Jumping Bull, presso Pine Ridge, casa di un certo numero di famiglie tradizionaliste.

Il 26 giugno 1976 due agenti dell'FBI in veicoli non ufficiali inseguirono un furgone rosso fino al ranch Jumping Bull. Apparentemente cercavano Jimmy Eagle, che era finito in una rissa e aveva rubato un paio di stivali da cow-boy. Furono sparati dei colpi. Mentre le madri abbandonavano la zona con i loro figli, altri residenti iniziarono a rispondere al fuoco. Inizio' una sparatoria tra gli agenti dell'FBI ed i residenti.

Le forze dell'ordine si mobilitarono immediatamente. In un paio d'ore oltre 150 agenti della squadra SWAT dell'FBI, la polizia del Bureau of Indian Affairs (BIA) e i GOON circondarono il ranch.

Peltier aiuto' a condurre un gruppetto di ragazzi fuori dall'area, scampando a malapena alla grandine di proiettili.

Quando la sparatoria cesso', il militante dell'AIM Joseph Killsright Stuntz giaceva morto, colpito alla testa da un cecchino. Sulla sua morte non e' mai stata aperto un procedimento giudiziario. Anche i due agenti dell'FBI giacevano morti – feriti nella sparatoria, poi colpiti a bruciapelo.

Anni dopo, grazie ad un ricorso tramite il Freedom of Information Act (FOIA) fu documentato che:

- l'FBI aveva sorvegliato strettamente le attivita' dell'AIM dentro e fuori la riserva e si stava preparando per "operazioni paramilitari di polizia" gia' un mese prima della sparatoria.

- i due agenti dell'FBI possedevano una mappa che evidenziava il ranch Jumping Bull in cui i magazzini delle provviste delle famiglie residenti erano definiti come "bunker".

Nota bene: oltre 70.000 pagine dei documenti dell'FBI sula vicenda rimangono ancora oggi secretate.

Secondo i documenti dell'FBI, oltre quaranta persone tra i Nativi hanno partecipato alla sparatoria, sia militanti dell'AIM che non. Eppure solo quattro persone furono indiziate per le morti degli agenti: tre leader dell'AIM – Dino Butler, Bob Robideau e Leonard Peltier – e Jimmy Eagle.

Butler e Robideau furono i primi ad essere arrestati e processati. La giuria ritenne che Butler e Robideau fossero giustificati a rispondere al fuoco vista l'atmosfera di terrore che c'era a Pine Ridge in quel periodo. Inoltre non furono collegati alle uccisioni con i colpi sparati a bruciapelo. Butler e Robideau furono dichiarati "non colpevoli" per legittima difesa.

L'FBI fu irritato dal verdetto. Lasciarono quindi cadere le accuse contro Jimmy Eagle cosicche' – come attesta un memoriale dell'FBI - "... tutta la forza accusatoria del governo federale potesse essere diretta contro Leonard Peltier".

Frattanto Peltier era riparato in Canada, ritenendo che non avrebbe mai avuto un processo equo. Il 6 febbraio 1976 fu catturato.

L'FBI presento' al tribunale canadese un affidavit di una donna chiamata Myrtle Poor Bear, che dichiarava di essere stata la fidanzata di Peltier e di averlo visto sparare agli agenti. Peltier fu estradato negli Stati Uniti.

Di fatto Myrtle Poor Bear non aveva mai incontrato Peltier, ne' era presente al momento della sparatoria – fatto in seguito confermato dal Procuratore degli Stati Uniti.

Nonostante la successiva dichiarazione di Myrtle Poor Bear di aver rilasciato una falsa testimonianza sotto coercizione, terrorizzata dagli agenti dell'FBI, l'estradizione di Peltier non fu revocata.

*

In cosa fu ingiusto il processo di Peltier?

Leonard Peltier fu rimpatriato negli Stati Uniti, dove il suo caso fu misteriosamente trasferito dal giudice che aveva presieduto il processo dei suoi coimputati ad un differente giudice, che emise decisioni che penalizzarono gravemente la difesa. Inoltre l'FBI aveva analizzato attentamente il caso Butler-Robideau e questa volta era determinato ad assicurarsi una condanna. Le carte erano state truccate contro Peltier ed un processo equo era fuori discussione.

- Myrtle Poor Bear e altri testimoni chiave furono esclusi dal testimoniare sulla cattiva condotta dell'FBI.

- Le testimonianze sul "regno del terrore a Pine Ridge" furono rigidamente escluse.

- Prove importanti come rapporti balistici in contrasto furono giudicate inammissibili.

- Il furgone rosso che era stato seguito fin dentro il ranch fu successivamente descritto come "il van rosso e bianco di Peltier" (gli agenti che avevano descritto il veicolo come "pick-up rosso" nel processo Butler-Robideau non ricordavano piu' la loro precedente testimonianza).

- La giuria fu isolata e circondata in ogni momento da U.S. Marshals, cercando di farle credere che l'AIM fosse una minaccia per la loro sicurezza.

- Tre giovani testimoni Nativi furono costretti a testimoniare il falso contro Peltier, dopo essere stati trattenuti e terrorizzati da agenti dell'FBI.

Il Procuratore non riusci' a produrre un solo testimone che potesse identificare Peltier come lo sparatore, ma il governo collego' un bossolo trovato vicino ai corpi alla presunta arma del delitto, sostenendo che quell'arma fosse l'unica del suo tipo ad essere stata usata durante la sparatoria e che appartenesse a Peltier.

La successiva azione giudiziaria promossa in base al Freedom of Information Act ha scoperto documenti dell'FBI che dimostravano:

- che piu' di un'arma del tipo attribuito a Peltier era presente sulla scena del conflitto a fuoco.

- Che l'FBI aveva intenzionalmente nascosto un rapporto balistico che mostrava come il bossolo non potesse provenire dalla presunta arma del delitto.

- Che gli agenti senza alcun dubbio seguirono un pick-up rosso sul terreno, non il furgone rosso e bianco guidato da Peltier.

- Che esistevano prove inconfutabili contro diversi altri sospetti ma furono nascoste.

Ignara di tutto cio', la giuria condanno' Peltier. Fu condannato a due ergastoli consecutivi.

*

Cosa e' accaduto in seguito al processo?

Dopo che sono emersi gli abusi sopra descritti, la difesa di Peltier ha richiesto un nuovo processo.

Durante la conseguente esposizione delle istanze, il Procuratore degli Stati Uniti ha ammesso due volte: "...noi non possiamo provare chi ha sparato a quegli agenti".

Per il tribunale Peltier avrebbe potuto essere assolto se le autentiche prove non fossero state occultate dall'FBI.

Tuttavia un nuovo processo fu negato in base a tecnicismi legali.

Nel 1993 Peltier richiese la Grazia Esecutiva al presidente Clinton. Fu lanciata un'intensa campagna – supportata dai Nativi e dalle organizzazioni umanitarie, da membri del Congresso, da gruppi comunitari e gruppi religiosi, organizzazioni sindacali, da intellettuali e celebrita'. Anche il giudice Heaney, responsabile della citata affermazione del tribunale, ha espresso un risoluto sostegno al rilascio di Peltier. Il caso Peltier divenne una questione nazionale.

Il 7 novembre 2000 durante una intervista alla radio, Clinton dichiaro' che avrebbe seriamente preso in considerazione la richiesta di grazia di Peltier ed avrebbe preso una decisione prima di lasciare l'incarico il 20 gennaio 2001.

In risposta l'FBI lancio' una vasta campagna di disinformazione sia sui media che tra i rappresentanti delle istituzioni; il 15 dicembre oltre 500 agenti dell'FBI marciarono davanti alla Casa Bianca per opporsi alla grazia.

Il 20 gennaio la lista dei provvedimenti di grazia emessi da Clinton fu diffusa ai media. Senza spiegazioni il nome di Peltier era stato espunto.

Dal 2001 le azioni legali per la revisione della sentenza o per il rilascio sulla parola non sono riuscite ad ottenere il rilascio di Peltier.


* * *


4. Il caso Leonard Peltier (Una scheda informativa essenziale dell'inizio del 2016 dal sito www.whoisleonardpeltier.info)

[Dal sito www.whoisleonardpeltier.info riprendiamo la seguente sintetica scheda]


Un innocente: Leonard Peltier e' un attivista Nativo Americano accusato in relazione alla morte di due agenti del Federal Bureau of Investigation (FBI) nel conflitto a fuoco che ha avuto luogo presso la Riserva indiana di Pine Ridge, South Dakota, il 26 giugno 1975.

Documenti del Governo mostrano che, senza alcuna prova, l'FBI ha deciso fin dall'inizio della sua investigazione di "incatenare Peltier al caso".

Il Trattato Jay (Trattato di Amicizia, Commercio e Navigazione, tra Sua Maesta' Britannica e gli Stati Uniti d'America), ratificato da Stati Uniti e Canada, prevede che gli Indiani Americani siano autorizzati ad attraversare il confine Stati Uniti-Canada liberamente.

Diverso tempo dopo la sparatoria, come era abituato a fare, Peltier ha attraversato legalmente il confine verso il Canada. Su richiesta del Governo americano, e' stato arrestato nella British Columbia nel febbraio 1976. Temendo che non avrebbe avuto un processo equo negli Stati Uniti, Peltier fece richiesta di asilo in Canada.

I magistrati americani hanno presentato consapevolmente dichiarazioni false ad una corte canadese per far estradare Peltier negli Stati Uniti. Le dichiarazioni erano firmate da una donna che fu costretta dagli agenti dell'FBI a dichiararsi testimone oculare. Il governo ha in seguito ammesso che la donna non era presente durante la sparatoria.

Frattanto a Cedar Rapids, in Iowa, la giuria del processo dei coimputati di Leonard ha sancito che gli attivisti Indiani avevano il diritto di trovarsi nella Riserva indiana di Pine Ridge e non erano coinvolti in alcuna attivita' illegale. Non c'era alcuna prova che essi avessero provocato un assalto o vi fossero coinvolti come aggressori.

Alla luce del regime di terrore imposto nella Riserva di Pine Ridge durante i tre anni precedenti, dei precedenti di condotta persecutoria da parte dell'FBI in casi riguardanti attivisti Indiani, e del comportamento violento degli agenti il 26 giugno 1975, la giuria decise che i coimputati di Peltier non erano colpevoli perche' si tratto' di legittima difesa.

Se Leonard fosse stato processato coi suoi coimputati, sarebbe stato prosciolto anche lui.

*

Insoddisfatti per l'esito del processo, gli accusatori prepararono la messinscena per l'incarcerazione di Peltier. Il suo processo fu spostato in una zona ben nota per i sentimenti anti-Indiani: Fargo, in North Dakota. Il giudice del processo aveva reputazione di sentenziare contro gli Indiani, e un giurato e' noto per aver espresso commenti razzisti durante il processo di Peltier.

Documenti dell'FBI dimostrano che l'accusa si spinse fino al punto di "fabbricare" la cosiddetta "arma del delitto". Una perizia ha mostrato che l'arma e il bossolo introdotti come prova non corrispondevano, ma gli accusatori dell'FBI hanno nascosto questo fatto alla giuria.

Il giudice del processo si era spesso espresso a favore dell'accusa e la giuria di Peltier non ha mai visto la maggior parte delle prove che erano stato presentate al processo di Cedar Rapids. Privato della possibilita' di difendersi adeguatamente, Peltier e' stato condannato a due ergastoli consecutivi.

In base agli atti giudiziari, il Procuratore degli Stati Uniti che ha diretto il caso ha ammesso due volte da allora che nessuno sa chi fu a sparare i colpi letali.

Nonostante i Tribunali abbiano riconosciuto le prove della cattiva condotta del governo - incluso l'aver costretto testimoni a mentire e aver nascosto prove balistiche che dimostravano la sua innocenza - a Peltier e' stato negato un nuovo processo. Ed e' ormai anche fuori dai termini per la liberta' su parola.

*

Nelson Mandela, Madre Teresa di Calcutta, 55 membri del Congresso e molte altre persone - compreso un giudice gia' membro della Corte in due degli appelli di Peltier - si sono pronunciati per il suo immediato rilascio.

Peltier ormai ha scontato oltre 40 ani in prigione. E' un uomo anziano e la sua salute e' deteriorata. Ha avuto un ictus che lo ha lasciato parzialmente cieco da un occhio. Peltier continua a soffrire di diabete, pressione sanguigna alta, problemi cardiaci. Recentemente gli e' stato diagnosticato un aneurisma dell'aorta addominale.

Secondo un rappresentante di "Physicians for Human Rights" (Medici per i diritti umani), Peltier rischia cecita', collasso renale e ictus - anche per via della sua dieta inadeguata, delle condizioni di vita carcerarie e della carente assistenza sanitaria.

*

Nonostante queste problematiche estreme, Peltier ha dato notevoli contributi a cause umanitarie e caritatevoli durante i suoi molti anni in prigione:

- Peltier ha avuto un ruolo chiave nel portare genti di tribu' diverse, con una storia di conflitti, ad unirsi in pace. Sostiene la risoluzione pacifica di tutte le istanze che hanno a che fare con Nativi Americani e il rispetto per i diritti degli altri.

- Peltier ha lavorato col dottor Steward Selkin ad un programma pilota nella Riserva Rosebud, il "Piano di Riforma delle Cure Sanitarie Leonard Peltier", per documentare necessita' e bisogni della somministrazione di cure. Scopo ultimo del programma e' la radicale modifica della somministrazione dell'assistenza sanitaria nelle Riserve in tutti gli Stati Uniti.

- Ha collaborato col professor Jeffrey Timmons ad un programma per stimolare l'economia delle riserve e gli investimenti in imprese dei Nativi Americani, compresa una sezione per insegnare amministrazione e operazioni di impresa ai giovani delle Prime Nazioni.

- Nel 1992 Leonard Peltier ha fondato una borsa di studio all'Universita' di New York per studenti Nativi Americani interessati a lauree giuridiche. E' anche stato fondamentale nella fondazione e nel finanziamento di un giornale dei Nativi Americani, fatto da giovani Nativi e diretto a loro, nello stato di Washington. Oltre ad aver cresciuto due dei suoi nipoti dalla prigione, Peltier e' stato genitore-sponsor di due bambini attraverso "ChildReach", uno in El Salvador e l'altro in Guatemala. Ogni anno sponsorizza una raccolta natalizia di cibo e doni per i bambini di Pine Ridge. Peltier inoltre siede nel Board della "Fondazione Rosenberg per l'infanzia".

- Peltier ha inoltre organizzato una colletta alimentare di emergenza per la gente di Pohlo, in Messico, come risposta al Massacro di Acteal. Contribuisce di frequente ai programmi "Head Start" e ai rifugi da violenze domestiche in stato di necessita' finanziaria.

- Peltier ha aiutato diversi prigionieri Indiani a riabilitarsi, promuovendo uno stile di vita libero da droghe ed alcol, incoraggiando l'orgoglio e la consapevolezza della propria cultura e delle proprie tradizioni. Ha anche contribuito allo sviluppo di programmi artistici carcerari, incrementando in tal modo la fiducia in se stessi dei detenuti.

- Leonard Peltier dona le sue opere d'arte a numerose organizzazioni per i diritti umani e per lo sviluppo sociale, per sostenerle nella raccolta di fondi. Recentemente tra i beneficiari si includono la American Civil Liberties Union, Trail of Hope (una conferenza Nativo-Americana che si occupa di dipendenza da droghe ed alcol); la World Peace and Prayer Day; l'associazione degli studenti First Nation e il Buffalo Trust Fund.

- Ad oggi Peltier e' stato proposto per il Premio Nobel sette volte. E' ampiamente riconosciuto per il suo operato umanitario ed ha ricevuto numerosi riconoscimenti nell'ambito dei diritti umani. Di recente, Peltier ha ricevuto il riconoscimento "2015 Defender of Pachamama" (Madre Terra) conferito dal presidente della Bolivia Evo Morales; nel 2016 il "Premio Frantz Fanon" conferito dalla Fondazione Frantz Fanon in Francia.

*

Il 17 febbraio 2016 Peltier ha formalmente inoltrato domanda al Presidente degli Stati Uniti d'America per la concessione della Grazia Esecutiva, ovvero per la commutazione delle sentenze.

La sua vita e' ora nelle mani del presidente Barack Obama.


* * *


5. Alcuni siti utili


- International Leonard Peltier Defense Committee: www.whoisleonardpeltier.info

- Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org

- Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it

- Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: www.soconasincomindios.it


* * *