Oscillazioni
tra essere e nulla.
Vuoto pazzesco e
niente sospeso.
Oscillazioni.
Oscillazioni.
Avvicinati agli angoli,
alle crepe,
porgi il tuo orecchio
ascolta.
ascolta.
sdraiato sul suolo
In questo luogo minuscolo puoi sentire ancora un respiro di resistenza.
In questi intervalli
chiari
ci insinuiamo
soffici
come si insinua il pulviscolo nelle pieghe dei mobili.
E adattati
come morbido cuoio ammorbidito
come tiepido bacio temperato
del tempo accelerato
dal tempo impreziosito,
scivoliamo
aderiamo
alle curve ed agli angoli,
sosteniamo
torniamo
al sottile strato primitivo
di un tempo che fu.
Un tempo che ho perso,
mai più mio.
Nei timidi spazi di lacerazioni, rimbombano
scaglie di luce a poco a poco visibili, sempre più violente,
echeggiano
ad espanderne i margini,
a dilatarne i lembi,
fuoriescono dai confini
a dimostrarne l’evidenza.: il limite
E con il tempo.
Piene di polvere.
a) E se potessi costruire,
con la tua polvere,
la mia casa nomade?
b) Lì ci troveremmo,
fino alla prima bufera,
e poi torneremmo alla ricerca
Attraversate dalla luce.
In eterna trasformazione
Con estrema cura, nell’attenzione di un segreto affettivo
custodito come estrema ricchezza imperdibile.
Giacché nella tua perdita, ho scoperto il mio esistere.
E
Rimbomba.
Rimbomba.
Il vuoto che rimbomba con l’immensità
Dei cambiamenti della società e
della nostra quotidianità.
Luoghi in cui seminiamo
– abitiamo
– raccogliamo
ognuno i propri contraccolpi.
su colpi
su corpi
lisciati
Memorabilia della parte più profonda di me.
Fantasma del mondo tra me e te.
Piccola serie di immagini.
Immagini
c'accoltellano la vista e
che fendente dopo fendente
ci fanno barcollare
Tra gli spasmi furiosi e
l'asfissia muta.
Luoghi in cui Ricordiamo
– Tratteniamo
– Lasciamo
Ripercorrendo le mie recisioni
nel tentativo di produrre e
nel desiderio di un innesco potente.
Al di là dell’impossibilità generativa di un’esistenza sterilizzata a poche variabili di cui mi van parlando, noi ci definiamo. Perpetuamente.
Non siamo mai stati così
se pur fermi,
Ma nel gesto,
così morbidamente decisi
a mutevoli incredibili.
Onde, correnti marine tempestose e fluviali
maree eccezionali che confluiscono
finalmente.
b) Dopo la polvere, sarà di sabbia la nostra nuova casa
per poterci bagnare il corpo
per poterti lavare i pensieri
con un passo
ogni mattina ed ogni sera
come quel bacio diventato rito
Oltre l’atrofia del sensibile.
e poi chissà dove
Lì dove scivola l'anima sul mare della vita.
galleggia,
fluttua,
evapora e,
infine,
si dissolve.
Ho visto il temporale, una volta, sul mare
i tornadi,
Lì ho scoperto la paura
e la bellezza
e ho deciso di difenderle
e ho incontrato chi ha avuto la mia stessa visione,
e Senti.to
Tra le cose che ci toccano eccessivamente,
di quali fidarsi e
Senti.to crescere
Vibrazioni tenui e contrasti accecanti.
e Senti.to
Dalle troppe cose che ci toccano al
Livido vivo su di un corpo
percepito ormai morto.
E con loro ho camminato assieme.
A quando i nostri atti di pretesa?
a quando i nostri atti di gentilezza?
Livido vero su di un corpo
sentito ormai vuoto,
ho rotto questo sangue imprigionato,
il sangue è scorso e il dolore mi ha resa vigile alla vita.
Muoviti con lentezza
così che possa leggerti
con lo sguardo e
con il tatto
voglio sentire tutte le cicatrici
per conoscerne ogni dolore e guarigione,
e prometterti di non promettere.
Innestiamo
/ Raccogliamo
/ Custodiamo
Ci leghiamo ai luoghi
Come le erbacce agli angoli delle strade
Come schiuma di poliuretano espanso
ci adattiamo alle tragiche fessure.
Rannicchiati
La mia pelle fatta della tua strada inerpicata e malconcia.
Nella continuità ristagnante
Ci invischiamo con il sottosuolo, amando
come l’aratro, camminando,
per dar seguito a piccoli decisivi smottamenti
tra le cui zolle far attecchire infinite significazioni.
Lottare, opporsi, resistere.
Respira
Per una ricostruzione di un segno
che non sia scomparsa,
Di una forma
che sia realtà politica,
Di un’Alterità
che sia miccia trasformativa.
Inserire germinazioni di utopie gravide, laboratorio di esistenza densa
Sforzi di ritorni in sé e nel Mondo,
mettere al mondo il mondo.
Quando non sarà più giusto?
Accarezzati/mi allora
e non promettere nulla,
non scalpitare,
ma rimani sempre aderente
A tendere gl’ arti, sfruttare così le interferenze come protesi di ri-creazione,
parto doloroso e profondo di esistenza.
Celebriamo.
Noi
-Amo
...