A.S.D.N. LA GUARDIOLA
UN'ALTRA GUARDIOLA
MOSTRA DI FOTO D'EPOCA
In memoria di Sergio Spina
SPIAGGIA DI CAMPO ALL'AIA - PROCCHIO - ISOLA D'ELBA
10 AGOSTO - 15 SETTEMBRE 2021
A CURA DI ANGELA PROVENZALI E TOMMASO MONTAUTI
SPIAGGIA DI CAMPO ALL'AIA - PROCCHIO - ISOLA D'ELBA
10 AGOSTO - 15 SETTEMBRE 2021
A CURA DI ANGELA PROVENZALI E TOMMASO MONTAUTI
IL MATERIALE FOTOGRAFICO PROVIENE DA RACCOLTE PRIVATE, E' TUTELATO DALLE NORME SUL DIRITTO D'AUTORE E NON PUO' ESSERE RIPRODOTTO IN ALCUN MODO ON LINE E OFF LINE
Spiaggia di Campo all'Aia
Procchio - Isola d'Elba
In questo foglio in scala 1:2500, che riproduce la zona della Guardiola, si contano appena dieci fabbricati, fra cui la caserma chiamata“La Guardiola”
La casa dei Provenzali è contrassegnata dalla lettera A e il borghetto, detto “Castello” o “Casamento” con la lettera B. e sono riprodotti a margine in scala 1:1250.
Il foglio è un originale conservato nell’Archivio di Stato di Livorno e riporta a matita i frazionamenti di alcune particelle.
ARCHIVI STORICI DI LIVORNO
ASLi, Catasto Toscano, poi Italiano, inv.1843, Comunità di Marciana, Sez. D, Foglio 1°, anno 1840
ANNI '30
Gli Etruschi operavano la riduzione dell’ematite e la lavorazione del ferro in prossimitò del mare, in zone facilmente accessibili dalle loro imbarcazioni e con grande disponibilità di legname, necessario per il buon funzionamento dei forni in argilla.
La tecnologia dell’epoca non consentiva di raggiungere temperature abbastanza elevate per riuscire a ricavare completamente il ferro dal minerale che proveniva dalle miniere dell’Elba Orientale così restavano sul terreno enormi ammassi di scorie chiamate “schiumoli”.
Nei primi anni del ‘900 lo stabilimento industriale di Portoferraio, l’ILVA, che produceva acciaio e ghisa, decide di riutilizzare il ferro ancora contenuto in queste scorie.
Nella foto è ben visibile il molo che serviva per l’attracco delle barche che venivano caricate di schiumoli con destinazione Portoferraio.
ARCHIVIO GIORGIO GIUSTI
ANNI '30
Questa immagine, certamente una delle prime ad essere scattata, mostra un territorio completamente diverso da ora, intensamente coltivato, punteggiato di pagliai, ricoperto di vigneti.
La caserma della Guardiola “muta sentinella”, rassicurante presenza, prtegge l’ingresso del Golfo di Procchio e ne è diventata il simbolo.
Anche se “le prime notizie certe sull’edificio della Guardiola compaiono solo a partire dal 1822 […] è molto probabile vi sorgesse già un seppur minuscolo edificio di guardia e di osservazione marittima.
Ciò è ipotizzabile considerata la formidabile valenza visiva che dalla Guardiola si ha sul basso Mar Ligure, la Capraia e su parte della costa elbana nordoccidentale”.
Ha ospitato un reparto della Guardia di Finanza, poi i mitraglieri del Regio Esercito.
Sulla falesia sottostante fu scavata, a partire dal 1942, una postazione pluriarma in caverna che “batteva” le due estremità del Golfo di Procchio.
Fu occupata da militari prima italiani poi tedeschi, durante la Seconda Guerra Mondiale
Attualmente è una proprietà privata.
ARCHIVIO MARIANO MAZZEI
ANNI'30
Dietro al muro dove sono appese le foto c’erano i campi di Lorenzo Miliani, con i pagliai e la vigna.
La strada allora non portava direttamente al mare, ma esisteva un sentiero che attraversava la proprietà di Lorenzo.
In questa foto si possono vedere anche i depositi alluvionali provenienti dal porfido granitico (Porfido di San Martino), diventati terra friabile e ricca di quarzi, che hanno dato origine alla sabbia della spiaggia.
ARCHIVIO LORENA E ANGELA PROVENZALI
ANNI'30
Fino agli anni ‘50 a Procchio si poteva assistere alla pesca con la sciapica (o sciabica), una rete a strascico che spazzava letteralmente il basso fondale del mare e recuperava una quantità enorme di pesce.
La barca, detta anch’essa sciapica, veniva da Portoferraio e calava in mare la rete formando un semicerchio con la concavità rivolta verso la spiaggia. La particolare conformazione dei piombi e dei galleggianti faceva in modo che la rete sfiorasse il fondo con continuità e impediva al pesce di fuggire.
Sulla spiaggia due squadre di uomini tiravano le estremità fino a raggruppare i pesci e a tirarli a riva.
ARCHIVIO FRANCO PROVENZALI
ANNI '30
Le “renaiole” erano le tipiche imbarcazioni utilizzate per il trasporto della sabbia prelevta dalla spiaggia e destinate all’ILVA, le acciaierie di Portoferraio.
Per il carico si usavano le “còffe”, grandi ceste intrecciate a mano che venivano riempite di sabbia asciutta e, a spalla, trasportate a bordo per mezzo di un lungo tavolone di legno, rischiando di cadere ad ogni passo.
Talvolta, a causa del peso e della bassa marea, le renaiole rimanevano incagliate ed erano costrette ad alleggerire il carico scaricando la sabbia in mare.
ARCHIVIO LUISA MARCHIANI
ANNI '30
La bella tartana fu acquistata a Piombino nel 1936 da Carlino Pisani di Marciana Marina e veniva utilizzata per il trasporto di vino e cereali.
Poco prima della Seconda Guerra Mondiale passò a Osio Mazzei di Procchio che in seguito la trasformò adattando due motori recuperati da barche affondate nei pressi di S.Andrea.
Il nuovo veliero a motore produceva un denso fumo nero e la scia che lasciava durante la navigazione le valse il nome di “Caffettiera”.
Con l’avvento dei veicoli e il miglioramento della rete stradale venne sempre meno utilizzata finché non venne completamente abbandonata sulla spiaggia di Procchio.
Durante le estati del ‘53 e ‘54 fu abitazione del pittore Gonni che, apartire dal 1950,con glia rtisti Lieto e Baraldi, fiu protagonista dell’eccezionale avventura artistica dei Pittori delle dune.
Nel 1960 Sergio Spina, all’epoca ancora studente, ne effettuò il rilievo.
In questa foto la vediamo invelata sulla spiaggia di Marciana Marina. A bordo l’armatore Carlino Pisani insieme al figlio.
ARCHIVIO SERGIO SPINA
1936
Doveva essere certamente un evento inusuale, nel 1936, stare in posa davanti a un obiettivo fotografico, tanto che qualcuno osserva la scena dalla casa di Paolina, alle spalle del gruppo.
Si riconoscono le sorelle di Elbano Provenzali, Luciana torti, madre di Alfredo e Piero, Lida Bensa, le figlie di Rodolfo Miliani Lilia e Lelia mentre due ragazzi hanno improvvisato un travestimento.
I bambini sono Giovanni Antonio e Alfredo Provenzali, diventato poi famoso giornalista sportivo della RAI.
ARCHIVIO LORENA E ANGELA PROVENZALI
ANNI ‘30
Gisella Selden Goth, compositrice, pianista e musicologa, importante figura della cultura italiana del secolo scorso, fu allieva di Béla Bartok e Ferruccio Busoni.
Nel 1923, insieme alla figlia Trudy, si trasferì a Firenze dove conobbe gli Olschki, editori fiorentini che già da tempo frequentavano l’isola e che la invitarono nella loro casetta sulla spiaggia di Procchio.
Fu amore a prima vista e negli anni ‘30 comprò unterreno e fece costruire “La Triglia”, una villa davanti al mare con annesso campo da tennis.
“La Gotte”, come la chiamavano a Procchio, trascorreva lunghi periodi di vacanza e amava uscire a pescare con Rodolfo Miliani e Giovanni Antonio, poi, più tardi, con Defendente Marchiani.
Possedeva anche un modernissimo motoscafo che in questa foto vediamo con a bordo le figlie di Rodolfo, Lisa Bensa e attilia Mazzei, la mamma di Giovanni Antonio e Franco.
ARCHIVIO FRANCO PROVENZALI
1952
Giovanni Antonio Provenzali e la signora Rita mostrano le aragoste appena pescate nelle nasse dietro la punta della Guardiola. Tonio all’epoca usciva a pesca con Rodolfo Miliani e a volte con i signori che venivano a Procchio in villeggiatura.
La signora Rita Roster, discendente di Giorgio Roster, scienziato e fotografo, trascorreva le vacanze con il marito, l’editore Leo Olschki, in una casetta di legno sulla spiaggia di Procchio, all’estremità opposta del golfo.
"L’Oschi", come li chiamavano qui, venivano a Procchio fin dagli anni ‘20.
ARCHIVIO ANGELA E LORENA PROVENZALI
1957
In questo scatto del signor De Dottori, che alloggiava in tenda sulla spiaggia, vediamo Elbano Provenzali ai remi e il figlio Franco intento a tirare a bordo un pesce.
Sullo sfondo l’inconfondibile sagoma della Guardiola.
ARCHIVIO FRANCO PROVENZALI
1955
Subito dopo la guerra l’isola fus “scoperta” dai pionieri del turismo che si accampavano liberamente sulla spiaggia dato che il territorio non offriva sufficienti abitazioni per soggiornare.
Dalla metà degli anni ‘50, con il boom turistico, la spiaggia si riempì di tende e di gente mentre spuntavano case ovunque. La foto ritrae l’attendamento della famiglia De Dottori di Ronchi dei Legionari (Gorizia) che, con servitù al seguito, trascorreva lunghi periodi di vacanza in riva al mare.
Diventarono ben presto amici di Elbano Provenzali e. armati delle prime macchine fotografiche, documentarono gli ultimi scampoli di un’epoca che volgeva al termine.
Sullo sfondo l’Hotel del Golfo in costruzione e il tetto della casetta degli Olschki.
ARCHIVIO FRANCO PROVENZALI
ANNI '50
Defendente Marchiani (in canottiera) posa con una famiglia di turisti davanti alla colonna situata in prossimità dell’ASDN La Guardiola.
Si tratta di un manufatto in marmo cipollino proveniente dalle vicine cave dell’Agnone.
Fu commissionata verso la metà del 1800 da Lorenzo Miliani per facilitare l’ormeggio della sua barca adibita al trasporto di merci e persone.
L’ormeggio veniva rafforzato con un cavo teso all’estremità opposta, sotto la caserma, fissato a un grande anello di ferro tuttora esistente.
I pescatori la usavano come “mira”, un antico sistema di allineamento e triangolazione che consentiva di rintracciare con precisione un determinato punto in mare, utile soprattutto per ritrovare le secche.
ARCHIVIO LARA MARCHIANI
ANNI '50
Defendente Marchiani (in canottiera) posa con una famiglia di turisti davanti alla colonna situata in prossimità dell’ASDN La Guardiola.
Si tratta di un manufatto in marmocipollino proveniente dalle vicine cave dell’Agnone.
Fu commissionata verso la metà del 1800 da Lorenzo Mazzarri per facilitare l’ormeggio della sua barca adibita al trasporto di merci e persone.
L’ormeggio veniva rafforzato con un cavo teso all’estremità opposta, sotto la caserma, fissato a un grande anello di ferro tuttora esistente.
I pescatori la usavano come “mira”, un antico sistema di allineamento e triangolazione che consentiva di rintracciare con precisione un determinato punto in mare, utile soprattutto per ritrovare le secche.
ARCHIVIO LARA MARCHIANI
1964
La foto è scattata vicino alla casa di Lorenzo Miliani, fra l’attuale strada di accesso alla spiaggia e il fosso.
Milo Melani (1924-1988), pittore fiorentino, arrivò a Procchio nel 1959 con la moglie e si innamorò di Campo all’aia, dove più tardi costruì la sua casa delle vacanze.
A Firenze aveva studiato arte e a Roma fu allievo di Pier Vittorio Marchi collaborando alla realizzazione di scenografie per il teatro e il cinema. Nel dopoguerra ha fondato con altri artisti l’Istituto d’arte di Pistoia, dove insegnò per un periodo, per poi tornare a Firenze.
Oltre alla partecipazione a mostre collettive e personali alla fine degli anni ‘60 si interessò alla scultura e alla decorazione con maioliche. Dal 1971 elaborò una sua tecnica personale per realizzare sculture in cartone.
Milo trascorreva a Procchio lunghi periodi che dedicava al disegno e alla pittura traendo ispirazione dall’isola e dai suoi abitanti.
ARCHIVIO COSIMO MELANI
ANNI '80
Adele Marchiani, minutam gentile, silenziosa.
Sposata con Defendente Marchiani, marinaio della signora goth dopo Rodolfo Miliani.
Per tutta la vita ha accompagnato il marito Defendente a pescare. Incollata ai remi, nonostante abbia sempre sofferto il mal di mare.
ARCHIVIO LARA MARCHIANI
ANNI '80
Adele sulla barca ormeggiata al “moletto” che era stato costruito fissando un tavolone di legno agli scogli.
Prima della fondazione dell’ASDN La Guardiola era l’unico attracco disponibile per le barche dei pescatori.
ARCHIVIO LARA MARCHIANI