«È una società di persone sole, di consumatori bulimici, di spettatori assuefatti, dagli orizzonti corti e frammentati.»
Alex Langer
La politica tributaria dei comuni è sempre più influenzata da elementi esterni che pesano sulle scelte strategiche di gestione e di programmazione delle Amministrazioni Pubbliche. Le restrizioni nazionali e internazionali in fatto di spesa pubblica, e la riforma costituzionale che ha introdotto il federalismo fiscale e che demanda agli enti locali la gestione dei propri servizi primari, da un lato limitano e dall’altro favoriscono/sfavoriscono la programmazione economica degli enti pubblici, facendo ricadere sui Comuni tutte le contraddizioni di questa impostazione di sistema.
Per l’amministrazione comunale è sempre più difficile riuscire a far fronte alle spese per il mantenimento dei servizi essenziali, che sovente vanno a carico del cittadino.
In questa parte del programma ci proponiamo di lanciare delle soluzioni per riequilibrare il rapporto tra ente e cittadinanza tutta, cercando di alleggerire per quanto possibile il carico fiscale sugli abitanti di San Casciano, senza per questo intaccare il gettito verso le casse dell’Ente comunale.
Come gestire la differenziata? Con la tariffa puntuale
Nel comune di San Casciano è ormai una realtà consolidata la raccolta dei rifiuti porta a porta, che il gestore ha introdotto da alcuni anni sulla spinta mediatica dell’opinione pubblica, al fine di ridurre e migliorare la quantità e la qualità del rifiuto conferito.
Alla prova dei fatti, il sistema di raccolta nel comune attraverso una differenziazione per aree, si è rivelato lacunoso e fallimentare, soprattutto per due aspetti: 1) la mancata corrispondenza in bolletta di un coefficiente di calcolo connesso all’effettivo rifiuto prodotto e 2) l’assenza di controlli adeguati da parte del gestore e/o dell’amministrazione dei rifiuti prodotti dalle singole utenze nelle loro aree di appartenenza.
Sono infatti evidenti le fallacie del sistema ad aree dove, sovente, si verificano atti di inciviltà con sconfinamenti in zone limitrofe – soprattutto per l’indifferenziato – o peggio nelle zone rurali, dove il sistema dei cassonetti di prossimità è causa, per carenza di controlli, di un problema grave di dispersione nell’ambiente dei materiali di scarto e di abbandono di rifiuti ingombranti o speciali nei nostri boschi e nelle nostre campagne.
A fronte di questo, se si prendono in esame e si confrontano le varie delibere che determinano le tariffe dei vari comuni confinanti con il nostro, si nota facilmente come in entrambe le parti della tariffa (Fissa+Variabile) il comune di San Casciano in val di Pesa, sia tra i più onerosi verso l’utenza.
I dati della RD inoltre, dal 2010 all’ultimo dato disponibile (anno 2022 fonte: sito ISPRA) sono diminuiti, con una percentuale di RD per l’anno 2022 (63,20%) addirittura inferiore al dato del 2014 (66,12%) nonostante un numero di abitanti minore. Al contrario, i numeri dei RU, cioè, sostanzialmente la parte indifferenziata di rifiuto conferito, è rimasta invariata con dati totali simili dal 2016.
La risposta a questo aumento di RU non può essere, come paventato già nel programma politico dell’attuale sindaco nel 2019, l’incenerimento dei rifiuti, vero pallino di una classe politica miope e protettrice di interessi.
Consideriamo la scelta dell’incenerimento una scorciatoia dannosa che non risolve i problemi legati alla gestione dei rifiuti, anche in previsione della messa in opera della cosiddetta Multiutility toscana, dove la volontà popolare dei cittadini conterà ancora meno e verso la quale noi esprimiamo tutta la nostra preoccupazione e contrarietà.
Le nostre proposte:
1. Estendere il sistema di raccolta porta a porta a tutte le aree dei centri urbani maggiori del capoluogo e delle frazioni, con l’abolizione totale dei cassonetti. Rafforzare inoltre il controllo e l’uso dei contenitori di prossimità nelle aree rurali, legando strettamente questi ultimi alle singole utenze con sistemi di monitoraggio, anche elettronico.
2. Eliminare di fatto almeno uno dei due coefficienti di calcolo forfettari e introdurre una tariffa puntuale: chi produce meno rifiuti paghi meno. Questo è possibile tramite la trasformazione del coefficiente dei mq dell’immobile in una modalità di misurazione di pesatura diretta del rifiuto, per le utenze domestiche, mentre per le utenze non domestiche si provvede a mantenere il coefficiente dei mq+una misurazione diretta del rifiuto conferito. Questo sistema migliorerebbe immediatamente non solo la differenziazione del rifiuto, ma anche il suo livello qualitativo.
3. Pianificare delle alternative concrete per il recupero dell’indifferenziato che non siano l’incenerimento dei rifiuti. Non c’è sostenibilità in un percorso che vede come fine ultimo la combustione dei materiali e che ha come unico obiettivo quello di generare entrate per i vari enti, attraverso la costruzione di impianti che per funzionare ed essere ammortizzabili economicamente hanno bisogno di grandi quantitativi di rifiuto, in netto contrasto con l’idea di raccolta differenziata. Un’alternativa percorribile è quella degli impianti di trattamento rifiuti a freddo, che non sono la soluzione perfetta, ma un momento intermedio nella gestione e trattamento degli scarti, al fine di individuare i materiali impossibili da riciclare. Non è più un mistero, infatti, che il trattamento meccanico dei rifiuti sia un sistema insufficiente, ma che ha avuto dalla sua, il merito di monitorare le plastiche e il loro percorso, facendo capire che esiste una vera e propria emergenza plastica. Occorre dunque fare pressioni sulla grande industria e sensibilizzare i consumatori su una realtà che crudamente ci racconta che il 76 per cento della plastica a livello globale viene disperso.
4. Verificare le condizioni dell’impianto di Compostaggio di Ponterotto e la sua adattabilità alla gestione del rifiuto organico. Esaminarne le criticità e risolverle, per rimettere a frutto un progetto finanziato con soldi pubblici che non ha mai funzionato correttamente.
5. Lanciare un progetto di raccolta per alcune tipologie di rifiuto presso le aree e i centri commerciali della grande e media distribuzione, con l’uso di eco-compattatori e la creazione di nuove isole ecologiche, volte a potenziare il lavoro del centro di recupero di Canciulle.
6. Prevedere degli sgravi fiscali in tariffa per le attività commerciali che decidono di abbandonare la plastica e i materiali usa e getta, in maniera simile a quanto già fatto con l’utenza privata per quanto riguarda la gestione del compostaggio domestico.
Incentivare la locazione degli immobili attraverso un riequilibrio delle aliquote
Preso atto che l’imposta municipale sugli immobili resta il principale introito del gettito comunale, come si evince dal DUP, e che essa incide per quasi la metà delle entrate totali sulle casse del comune (46%), riteniamo che sia importante intervenire in alcuni aspetti dell’imposta per favorire e incentivare la locazione di immobili attualmente sfitti da parte dei privati.
Così come sarà necessario intervenire sul blocco delle aliquote attualmente in vigore per attenuare la pressione tributaria sul cittadino, con l’obiettivo ultimo di rimettere sul mercato volumi abitativi che sono già presenti nel territorio, al fine di fermare anche nuovo consumo di suolo, una pratica che in questi anni non si è rivelata sufficiente a soddisfare i bisogni abitativi delle fasce più deboli del Comune.
Ci proponiamo pertanto di:
1. Abbassare l’aliquota delle abitazioni a canone libero, ad oggi equiparate alle abitazioni a disposizione, da 1,06 a 1,02.
2. Abbassare l’aliquota delle abitazioni a canone concordato da 0,98 a 0,76.
3. Diminuire l’aliquota per gli immobili concessi in comodato d’uso ai parenti in linea retta entro il primo grado di parentela da 1,00 a 0,98.
Estendere la soglia di esenzione minima e innalzare le aliquote per i redditi più alti
La nostra proposta per l’addizionale IRPEF comunale nasce dalla volontà di tutelare le fasce più deboli della popolazione, già fortemente esposte ai costi della vita e spesso ancorate a stipendi che sono insufficienti a controbattere la crescita dell’inflazione. Chi ha un reddito più alto paghi di più.
Le nostre proposte per l’Addizionale:
1. Estendere l’esenzione dal pagamento dell’Addizionale per redditi fino a 15.000.
2. Abbassare l’aliquota da 0,65 a 0,60 per lo scaglione di reddito da 15.000 a 28.000.
3. Innalzare a 0,80 l’aliquota per gli scaglioni di reddito da 55.001 e oltre.
Rivedere e migliorare il tributo per accrescere il gettito
L’imposta di soggiorno incide in maniera minima nel gettito fiscale verso l’ente e soffre di un’impostazione datata per quanto riguarda la categorizzazione delle tipologie di strutture esposte al tributo. Occorre dividere ulteriormente queste ultime, (es. creando la categoria Agriturismo) e prevedere una fascia di bassa e alta stagione che consenta di aumentare il gettito nei mesi di maggior afflusso turistico.
Va detto che, l’imposta soffre con tutta probabilità della carente offerta turistica comunale che va migliorata per rendere il territorio e le sue strutture più appetibili.
A tal fine proponiamo:
1. Creare una categoria a parte per gli agriturismi e innalzare la quota di tali strutture in bassa stagione a 2,50 euro/giorno.
2. Suddividere l’imposta in due fasce mensili di bassa e alta stagione con un aumento significativo delle tariffe nella seconda fascia.
3. Aumentare il massimale dell’imposta a 5,00 euro/giorno per le strutture ricettive più esclusive (alberghi 5 stelle, residenze d’epoca).
«Se non riconosciamo che noi facciamo parte del mondo della minaccia e della prevaricazione da cui il malato si sente sopraffatto, non potremo capire che la crisi del malato è la nostra crisi.»
Franco Basaglia
Il nostro Servizio Sanitario, equo e universalistico è da anni sotto attacco da parte di un sistema e di interessi che vogliono fare della sanità un settore privato. I governi si sono rivelati incapaci di rimettere la Sanità Pubblica al centro dell’agenda politica e l’emergenza pandemica ha assorbito tutto l’aumento di finanziamento pubblico, rendendo lampanti gli effetti accumulati del lento smantellamento in corso da tempo.
Va sempre fatto presente che il livello di salute e benessere della popolazione condizionano le possibilità di crescita economica del Paese, e che dunque la perdita del SSN porterebbe inevitabilmente a un disastro sociale ed economico senza precedenti.
A livello locale, i reiterati tagli hanno impoverito la qualità del servizio, con notevoli ripercussioni anche nella nostra realtà. Sempre meno persone hanno a disposizione le risorse per fare prevenzione e spesso il ricorso al servizio di Pronto Soccorso resta l’unica possibilità per ottenere una diagnosi tempestiva. Le conseguenze sono il sovraffollamento delle strutture ospedaliere, e l’aggravamento della loro già precaria situazione, connotata da scarsità di personale e appesantita da farraginose norme burocratiche.
A oggi manca un vero controllo democratico sulla Sanità e sul Sociale, con particolare riferimento anche alle agenzie e cooperative che operano nel settore. Mancano inoltre la partecipazione ai processi decisionali, un’analisi delle criticità, e delle proposte di miglioramento. Crescono invece a dismisura gli interessi e la lunga mano dei privati.
Tutto ciò accade anche nel nostro Comune, dove la presenza della Sanità privata si è radicata e rafforzata negli ultimi decenni, andando a coprire le esigenze della popolazione di ogni età: dalla prima infanzia, di cui l’asilo nido comunale non è in grado di soddisfare i bisogni, fino alla senilità: le residenze protette per anziani non autosufficienti raggiungono costi elevatissimi.
L'innalzamento del numero dei pazienti per medico di base ha portato necessariamente a un peggioramento nelle cure (rarissimi ormai i medici di base che effettuano cure a domicilio) e a un crescente distacco dalla figura del medico di famiglia.
Seppure sul nostro territorio la presenza della Misericordia, che opera anche sulla Protezione Civile e sulle emergenze, abbia sopperito ad alcune delle mancanze del SSN, essa non può sostituire la sanità pubblica. Infatti, le tariffe dei servizi della Misericordia non sono assolutamente alla portata delle fasce più deboli, in particolare, pensionati e studenti.
Le forme di agevolazioni e sconti presenti, attivabili tramite gli Istituti di Credito e le banche locali, sono comunque rivolte a chi già possiede un certo tipo di risorse non alla portata di tutti.
Il volontariato, assai diffuso e radicato nel nostro Comune, è un aspetto importante della vita di comunità, ma esso va sostenuto tramite strutture adeguate e pubbliche, poiché da solo esso non può sopperire a tutte le necessità dei cittadini.
Ecco le nostre proposte:
1. Promuovere assemblee e conferenze territoriali aperte alla partecipazione dei cittadini sull'andamento dei servizi, per accogliere nuovi bisogni e discutere criticità. Oltre a queste, occorrono iniziative rivolte alle famiglie che convivono con problematiche legate all'handicap, alla disabilità, e al disagio mentale, prevedendo una maggiore presenza di aiuti e supporti.
2. Spingere con l’Unione dei Comuni del Chianti e la città metropolitana per la reintroduzione del medico a bordo delle ambulanze e per una selezione di tale personale che sia all’altezza degli interventi emergenziali.
3. Apertura nel nostro comune di un ambulatorio della Rete PAS.
4. Introdurre iniziative incentrate sul nesso salute-alimentazione, oltre che riguardo alla prevenzione delle dipendenze. Importante per il nostro territorio intraprendere un percorso di consapevolezza alimentare, in parallelo con la valorizzazione dei prodotti locali.
5. Chiedere iniziative con dati aggregati sulla prevalenza di tumori nella popolazione di San Casciano e dintorni. Verificare la situazione amianto, avviando un'attenta analisi dei fattori di rischio ambientale nel nostro Comune.
6. Sostenere la campagna “Salviamo il Servizio Sanitario Nazionale” della Fondazione GIMBE e adoperarsi per informare la cittadinanza, tramite iniziative dedicate, riguardo all’importanza e alla storia di questo tassello fondamentale della nostra democrazia. L’obiettivo è di combattere il clima di disfattismo e desolazione che porterebbe ad accettare supinamente una sanità sempre più privatizzata e un sistema di assicurazioni sanitarie privato.
7. Combattere le dipendenze istituendo campagne di informazione, e creando uno sportello di ascolto con psicologi presso gli uffici dell’ASL. Combattere la ludopatia attraverso una carta d’impegno comunale per creare una rete di attività commerciali senza il gioco d’azzardo.
«Non me ne potevo andare, perché lontano da questa terra sarei stata come gli alberi che tagliano a Natale, quei poveri pini senza radici che durano un po’ di tempo e poi muovono.»
Isabel Allende
La mobilità è tra gli ambiti più importanti all’interno delle dinamiche pubbliche di un Comune. Il settore dei trasporti urbani, infatti, è uno degli elementi su cui si misura la vivibilità dei luoghi, siano essi metropolitani o in provincia; contribuisce inoltre a garantire il diritto alla mobilità e quindi all’attenuazione delle disuguaglianze su un determinato territorio. La privatizzazione del servizio di trasporto, concessa a un gestore unico regionale tramite gara d’appalto, ha portato nel tempo all’inevitabile taglio o riduzione delle tratte “deboli” o considerate non necessarie: San Casciano fa parte di queste, mentre gli investimenti e il potenziamento del servizio si concentrano quasi esclusivamente all’interno dei perimetri cittadini. Nonostante questa forma privata di gestione, la Regione si vede comunque costretta a versarvi continuamente risorse non previste.
La situazione attuale nel nostro Comune è quella di un servizio che a malapena copre i requisiti fondamentali del trasporto pubblico: orari e numero di corse così ridotti non garantiscono a studenti, lavoratori e lavoratrici la flessibilità e l’affidabilità necessarie, neppure nei collegamenti diretti con la città. I costi degli abbonamenti e delle singole corse, poi, sono più che raddoppiati negli ultimi dieci anni, andando a gravare ancora di più sul costo della vita nel già difficile contesto economico attuale.
Il nostro comune deve riprendere in mano la situazione e far sentire la propria voce per costruire un sistema di trasporti affidabile e sostenibile, ed evitare un futuro prossimo assediato dalle automobili.
Le nostre proposte:
1. Creare un Comune a misura di persone e piuttosto che di automobili. Occorre dimostrare ai cittadini che il trasporto pubblico può essere un’alternativa affidabile alla mobilità privata.
2. L’amministrazione deve impegnarsi, insieme ai consiglieri comunali di Firenze più affini alle nostre istanze, per costruire una mobilitazione su più livelli che coinvolga la cittadinanza e anche l’Unione Comunale del Chianti Fiorentino. L’obiettivo è quello di mettere in discussione il disastroso sistema di appalti e concessioni a cui è stato svenduto il trasporto pubblico e riportare i bisogni della popolazione al centro (vedi voce “Ambiente” del presente programma). Il trasporto può essere pubblico e gratuito per tutti e tutte, partendo in primis dalla tutela delle fasce sociali deboli.
3. Garantire la sicurezza dei lavoratori Autolinee Toscane, senza scaricare su di essi le responsabilità delle corse saltate o della scarsa qualità del servizio. In continuità con quanto affermato nel punto 1, occorre portare la battaglia anche sul fronte del lavoro: il personale AT non deve essere sfruttato, come spesso avviene nelle aziende o cooperative che si aggiudicano le gare di appalto al ribasso. Per questo auspichiamo che i servizi di trasporto tornino ad essere pubblici e cioè gestiti dalla regione, senza concessioni o appalti a ditte private.
4. Lavorare all’interno dell’amministrazione comunale per quanto riguarda il trasporto scolastico, su due fronti: da un lato, fare in modo che il trasporto scolastico torni ad essere pubblico, partendo da una ripubblicizzazione di tali servizi e togliendo le catene di appalti al ribasso, senza quindi dare in gestione il servizio ad enti terzi o a ditte private; dall’altro, costruire un percorso che renda tale servizio gratuito e accessibile a tutti e permette di realizzare una visione di comune in cui ci si supporta e aiuta vicendevolmente, integrando tutti e tutte senza lasciare indietro nessuno.