Che cos’è l’Universal Design for Learning?

Il termine “Universal Design for Learning” - un’espressione relativamente nuova per l’istruzione - si riferisce a un quadro di riferimento per la progettazione di percorsi che garantiscano la massima flessibilità negli obiettivi didattici, metodi, materiali e valutazioni, al fine di ottimizzare le opportunità di apprendimento per tutti gli individui. Cerchiamo di capire meglio quali sono i principi su cui si basa questo approccio e come questi si possano applicare al contesto scolastico con l’aiuto di Giovanni Savia, docente specializzato di sostegno all’inclusione e autore del libro “Universal Design for Learning” (Erickson 2016).Il termine Universal Design for Learning (UDL) rimanda a quello dello Universal Design, un movimento per i diritti umani nello sviluppo del prodotto e nell’architettura, che esige la creazione di ambienti e beni per il consumatore utilizzabili dalla più grande varietà di utenti.Chiaramente l’insegnamento e l’apprendimento sono attività molto diverse dalla progettazione e dalla costruzione di ambienti.I principi UDL sono radicati nelle scienze dell’apprendimento al fine di ridurre le barriere nell’apprendimento, come quelle intellettive, sociali, emotive, culturali e/o linguistiche. L’UDL evidenzia come l’obiettivo chiave dei contesti formativi non sia semplicemente quello di trasmettere l’informazione, ma di sostenere e incoraggiare i cambiamenti nella conoscenza e nelle abilità, cioè quello che chiamiamo apprendimento. L’UDL richiede non solo che l’informazione sia accessibile, ma anche che si progetti una didattica accessibile. L’UDL guida gli educatori, gli insegnanti e gli amministratori nell’identificazione delle potenziali barriere all’apprendimento e nella loro riduzione attraverso percorsi abbastanza flessibili da fornire sufficienti opzioni e alternative per il successo di ogni studente.
In sostanza, l’ambito dell’UDL si basa interamente su tre principi: 1. fornire molteplici mezzi di rappresentazione; 2. fornire molteplici mezzi di azione e di espressione; 3. fornire diversi mezzi di coinvolgimento. Questi tre principi sono stati scelti perché si riferiscono a tre aspetti essenziali di ogni ambiente d’insegnamento e apprendimento: i mezzi con cui l’informazione è presentata allo studente, i mezzi con cui egli deve esprimere ciò che sa e i mezzi con cui viene coinvolto nell’apprendimento.Vediamo meglio come si traducono nella pratica educativa.

Principio 1: fornire molteplici mezzi di rappresentazioneQuesto principio dell’UDL riguarda il «cosa» dell’apprendimento, cioè come è percepita e compresa l’informazione. Vista l’ampia varietà di differenze individuali nella rappresentazione, non c’è un solo modo di presentare o di rendere disponibile ciò che vogliamo che lo studente apprenda. Il curricolo dovrebbe avere abbastanza flessibilità per gli alunni e i docenti, tale da permettere la più appropriata via di accessibilità al contenuto. Per ridurre le barriere all’apprendimento è importante assicurarsi che l’informazione chiave sia percepita da tutti gli studenti nello stesso modo: 1) fornendo la stessa informazione attraverso diverse modalità sensoriali (ad esempio, attraverso la vista, l’udito o il tatto); 2) fornire l’informazione in un formato che permette l’adattabilità all’utente (ad esempio, testi che possono essere allargati, suoni che possono essere amplificati). Queste molteplici rappresentazioni assicurano che l’informazione non solo sia accessibile agli studenti con particolari disabilità sensoriali e percettive, ma sia anche di più facile accesso per molti altri. Quando la stessa informazione, ad esempio, è presentata sia a voce che per iscritto, le rappresentazioni integrative aumentano la comprensibilità per molti studenti.Principio 2: fornire molteplici mezzi di azione e di espressioneIl modo in cui gli individui affrontano le sfide dell’apprendimento ed esprimono la loro conoscenza (il «come» dell’apprendimento) può differenziarsi sensibilmente da persona a persona. Le Linee guida dell’UDL raccomandano agli educatori di fornire agli studenti molte opzioni, per affrontare sia le sfide dell’apprendimento sia quelle di esprimere ciò che sanno.Per applicare questo principio occorre tener presente che non esiste un mezzo d’espressione adatto allo stesso modo per tutti gli studenti e per ogni tipo di comunicazione. Ad esempio, un allievo con dislessia può eccellere nel racconto di una storia, può fallire drasticamente nel raccontare la stessa storia per iscritto. Inoltre, gli allievi variano notevolmente nella loro familiarità e padronanza con le convenzioni di ogni particolare strumento. Dovrebbero quindi essere disponibili supporti alternativi per sostenere e guidare gli studenti, che hanno diversi livelli di apprendimento, ad esprimersi in modo competente.Principio 3: fornire diversi mezzi di coinvolgimentoQuesto principio riguarda la motivazione ad apprendere, la perseveranza nel portare a termine il compito iniziato e la capacità dello studente di autoregolare il proprio comportamento ai fini dell’apprendimento.Gli studenti si differenziano sensibilmente in ciò che attrae la loro attenzione e coinvolge il loro interesse. Anche lo stesso studente differirà nel tempo e a seconda delle circostanze.È importante, quindi, avere modi alternativi di stimolare l’interesse, modi che riflettono le differenze inter- e intra-individuali tra gli alunni. Un approccio di successo è di assicurarsi che le attività siano le più autentiche possibili, questo aumenterà l’interesse, il fine e, se va tutto bene, renderà più facile collegare l’informazione alla conoscenza pregressa. Gli insegnanti e gli alunni possono inoltre lavorare insieme per ridurre le minacce e le distrazioni e per costruire una comunità di classe che sia d’aiuto, stimolante, inclusiva e che sappia apprezzare i progressi.fonte: http://www.erickson.it
UDL Linee guida Versione 2.0 ITA (1).pdf
UDL Slide-Giovanni-Savia-Webinar-09112018.pdf
Prot. n. 1143 del 17 maggio 2018.pdf
Modelli pedagogici e pratiche didattiche.pdf