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Confini nelle lingue e tra le lingue

Il LV congresso della Società di Linguistica Italiana è ospitato dalla Libera Università di Bolzano nella sede di Bressanone, in una zona di confine politico-amministrativo, attraversata da secoli anche da diversi confini linguistici e dialettali, ai quali si sono sovrapposti, in tempi più recenti, ulteriori strati linguistici, variamente sedimentati o semplicemente accostati. Il contesto ha quindi suggerito il tema del confine per la sessione generale del convegno e delle relazioni invitate. Da questo nucleo si dipartono quattro snodi tematici principali.

Innanzitutto intendiamo i confini in senso geolinguistico, in riferimento a specifici territori e a come le lingue, e le varietà di lingua, si distribuiscono nello spazio, tenendo conto della variazione interna alle lingue e ai dialetti, anche nei termini di coesistenza o sovrapposizione di più grammatiche, oltre che, su un piano sociolinguistico, della mobilità delle persone, del rapporto centro-periferia, aree rurali e urbane, valli, valichi e pianure, e di come tutto ciò vada a determinare la formazione – o la dissoluzione – di confini linguistici e di aree linguistiche.

Un secondo snodo tematico prende in considerazione l’intersezione dei confini linguistici con confini di altra natura, in primis i confini politico-amministrativi, ma anche i quelli di natura identitaria determinati dall’affiliazione religiosa, culturale, etnica. Gli interrogativi che pone questa sezione del temario riguardano quanto questi confini contribuiscano a plasmare la distribuzione areale delle lingue, ma anche, viceversa, quanto i confini (o all'opposto i continua) linguistici partecipino alla creazione o al rafforzamento di confini di altra natura. È noto come anche in presenza di continua dialettali transnazionali vi possano essere differenze nell’organizzazione dei repertori linguistici, per cui confini linguistico-dialettali, confini sociolinguistici e confini di natura extralinguistica costituiscono tre piani non del tutto sovrapponibili.

Che la dimensione diatopica non sia la sola pertinente nel determinare i confini fra le lingue risulta evidente se consideriamo la compresenza di più di una lingua nel discorso, una pratica particolarmente evidente nel caso di comunità bi- o multilingui, spesso minoritarie e risultanti da flussi migratori del presente o del passato. Si tratta di una tematica che assume valenze di particolare rilievo in ambito educativo per i potenziali conflitti con le esigenze normative di tale contesto. Studiare i confini fra le lingue all’interno del discorso rende necessario un costante confronto con problemi metodologici e di categorizzazione: da un lato “etichettare” le lingue è parte dell’armamentario di chi analizza dati, dall’altro è parte del vissuto dei parlanti che con i loro comportamenti linguistici impliciti ed espliciti (pensiamo solo all’uso di glottonimi o all’elaborazione di scritture spontanee), classificano e tracciano confini nello spazio linguistico che li circonda.

L’ultimo blocco tematico riguarda la rappresentazione dei confini, innanzitutto in senso molto concreto, e cioè degli strumenti di cui si avvale il linguista e il dialettologo per rappresentare la variazione linguistica nello spazio, ma anche per la rilevazione dei dati e del supporto che le nuove tecnologie forniscono in tutti questi processi. La rappresentazione dei confini linguistici è intesa però anche dalla prospettiva del parlante, nel senso ad esempio della dialettologia percettiva, così come della materialità dei segni linguistici stessi, cioè come rappresentazione esplicita e visiva delle lingue sul territorio: nel linguistic landscape i confini linguistici possono assumere la forma di confini (anche) ortografici.


Temario

1) Confini linguistici e territori:

a. La prospettiva geolinguistica: confini tra lingue e tra dialetti;

b. La prospettiva della variazione interna al punto linguistico e della microvariazione;

c. La prospettiva della linguistica areale: la formazione di aree linguistiche.


2) Confini linguistici e altri confini:

a. Il ruolo dei confini politici sulla continuità o discontinuità linguistica;

b. Confini linguistici e appartenenza identitaria;

c. Religioni, culture e confini linguistici.


3) Confini linguistici e contesti plurilingui:

a. Funzioni dei confini linguistici nel discorso;

b. Sconfinamenti tra lingue in contesto educativo;

c. Questioni metodologiche nella categorizzazione e annotazione di scritto e parlato in più lingue/ varietà di lingua;

d. Confini e sconfinamenti nella intercomprensione.


4) Rilevazione e rappresentazione dei confini linguistici:

a. La percezione e la rappresentazione dei confini fra lingue, dialetti e varietà di lingua da parte dei parlanti;

b. La visibilità di spazi e confini linguistici nel quotidiano;

c. Strumenti per la rilevazione e la rappresentazione dei confini: banche dati, carte e atlanti linguistici.

FORMATO DELLE PROPOSTE, MODALITÀ E SCADENZE