The Beauty of the Universe

1 Creation

Settipani ha concepito ‘La Bellezza dell’Universo’ come una trilogia composta da tre sottoserie, 1 Creazione, 2 Meteoriti e 3 Numero Aureo. Soltanto le prime due sono state ultimate.  “Mi immagino l’Universo, le sue origine, le sue dinamiche più insondabili, quanto quello che percepiamo come l’opera di Dio, trascendente, consapevole, ma che in definitiva gioca con noi”, ha asserito l’autore. Conseguentemente, ‘Creazione’ si pone come translitterazione stilisticamente originale delle origini dell’universo dalla narrazione biblica in quella astrofisica. Undici opere polimateriche ordinate in successione cronologica spiegano altrettante fasi della creazione dell’universo dallo scoppio del big bang alla generazione dell’acqua, allo sviluppo della materia organica, vegetale e animale. L’astrattismo della rappresentazione si presenta sotto forma di narrazione, di illustrazione categorica, ma affatto didascalica, affatto compiuta e perfetta. La scelta della lavorazione del poliuretano in combustione, materiale polimorfico, modulare e irregolare, che favorisce la raffigurazione di paesaggi quasi lunari più che terreni, accentua l’impressione di indeterminatezza, rivela lo sviluppo permanente e imprevedibile, l’aspetto ludico nell’opera di Dio, che per noi rimane nel suo significato più profondo inafferrabile, imperscrutabile.

Settipani conceived 'The Beauty of the Universe' as a trilogy composed of three subseries, 1 Creation, 2 Meteorites and 3 Golden Number. Only the first two have been completed. “I imagine the Universe, its origins, its most unfathomable dynamics, as much as what we perceive as the work of a God, transcendent, aware, but who ultimately plays with us”, asserted the author. Consequently, 'Creation' stands as a stylistically original transliteration of the origins of the universe from the biblical narrative into the astrophysics one. Eleven polimateric works arranged in chronological succession explain as many phases of the creation of the universe from the explosion of the big bang to the generation of water, to the development of organic matter, vegetal and animal. The abstractionism of the representation presents itself in the form of narration, of categorical illustration, but not at all didactic, not at all complete and perfect. The choice of processing burning polyurethane, a polymorphic, modular and irregular material, which favors the depiction of landscapes that are almost lunar rather than earthly, accentuates the impression of indeterminacy, reveals the permanent and unpredictable development, the playful aspect in the work of God, who for us remains in his deepest meaning elusive, inscrutable.