Alluvione: si potrebbe ripetere?

Un percorso di approfondimento sull'alluvione di Firenze del 1966

Scuola-Città Pestalozzi

Classe seconda secondaria

Teresa Gravina, Gregorio Guasti, Lia Cisotti, Viola Vanni, Nicolas Davidson, Silvia Minniti, Amench Galli, Matilde Vivoli, Sasha Vezzani, Brando Moruzzi, Bernardo Salmoria, Agata Palchetti, Sofia Penna,

Alluvione di Firenze: 4 novembre 1966

Il 4 novembre del 1966 Firenze fu sommersa da una terribile alluvione che fece 35 vittime di cui 2 bambini. Non solo la città, ma anche i dintorni furono devastati dall'acqua. Sono passati 50 anni dal tragico evento.

Le campagne furono allagate per giorni dopo il disastro e molti comuni minori isolati e danneggiati gravemente. In soli due giorni si riversò in tutta la regione una quantità d'acqua pari a un terzo della media annuale. Si calcola che la quantità d'acqua caduta nelle 24 ore fra il 3 e il 4 novembre fu di circa 180/200 litri per metro quadro e che il livello dell'Arno toccò gli 11 metri. Ancora oggi vengono ricordate con una cerimonia e il lancio in Arno di una corona di alloro. Durante il disastro furono colpite biblioteche e musei, il cui patrimonio fu in parte recuperato grazie ai soccorsi di moltissimi giovani e meno giovani di varie nazionalità chiamati "Angeli del fango".

COME E PERCHÈ È SUCCESSO :

Gli ultimi giorni di ottobre e i primi del novembre 1966 erano stati caratterizzati da violente ed intense precipitazioni, interrotte solo da brevi schiarite nel giorno di Ognissanti. Le piogge erano aumentate di intensità nella giornata del 3 novembre. nella sola notte tra il 3 e il 4 novembre cadono quasi 200ml di acqua, rispetto ad una media di 823ml di precipitazioni in tutto l'anno. Le vittime dell'alluvione furono relativamente poche anche per questa casualità: nessuno può dire cosa sarebbe accaduto se le acque avessero sorpreso i fiorentini che andavano al lavoro o i contadini all'opera nei campi in un giorno feriale.

Con le prime vittime l'Arno comincia a far paura. Il livello raggiunge nel pomeriggio picchi di 6 metri, supera le precedenti inondazioni (compresa quella del 1844, ritenuta inarrivabile) ma l'allarme viene lanciato solo all'ultimo momento e i soccorsi tardano a mettersi in moto, è una situazione di completo caos; i vigili del fuoco intraprendono missioni di salvataggio adattandosi con mezzi improvvisati come semplici gommoni.La priorità è quella di mettere in salvo la vita, in molti temono anche per i propri beni o le proprie attività, e tutta la città trema per la sorte dei suoi monumenti .