Manifesto Teoria del Dissacrare ovvero Teoria del Sentire
Theory of the Desecrating, i.e Theory of the Feeling
Prefazione al Manifesto
Prefazione:
"Io sono voi"
Nella prima riga di questo manifesto troverete già l'impeto, il dolore della nostre condizione odierna.
Un urlo disperato, come quello di Laocoonte che voleva proteggere la collettività ed è stato ignorato, come la richiesta sommessa, a tratti limpida ma spesso troppo frammentata, della nostra consapevolezza che non riesce ad ergersi e a cambiare il nostro presente.
L'individuo salva la collettività quando cresce libero di essere in costante evoluzione, senza essere intrappolato in mire preesistenti e al contrario diventa la condanna di ogni comunità quando viene soggiogato da una nube inscalfibile di dogmi.
Ed è proprio su questo concetto, il dogma, che risuona e si innalza il manifesto delineato da Promptdsgn, su questa bugia celata o semplicemente accettata: il nostro essere liberi, la salvaguardia dell'individuo su cui la nostra intera società si incastona per promettere a tutto e a tutti una possibilità di realizzazione, una nuova chiave di lettura che permette di ripensare l'individuo un atto non più deliberatamente narcisista ma una ricerca della volontà, in ognuno/a di noi, di fondersi nell'Altro:
L'individuo torna ad essere unità imprescindibile della comunità che si muove fragorosa nel silenzio dell'ignoranza.
Benché trovare e definire i Dogmi sembra essere abbastanza semplice, capirne l'origine ma soprattutto contrastarli diventa una sfida epocale, inedita e attuale che porta con sé l'esito di una specie intera e con lei il pianeta che abbiamo deciso, per ora, di tradire. Per questo motivo risulta assurdo affidarsi, completamente, ad un singolo pensiero, movimento o rivendicazione, perché inefficaci, perché semplicemente non abbastanza, è necessario qualcosa di più, un cambiamento nella ricerca, nel modo di vivere degli individui e nella percezione che abbiamo del progresso fino ad arrivare alla piena consapevolezza di dover continuare ad evolversi.
Evolversi liberamente, senza la paura della scomparsa dei bordi ma un'infinità di vie per conoscersi.
Arrivare a questa consapevolezza non è un ruggito glorioso, come ci è stato fatto credere fin troppe volte, ma una lotta totale ed intestina con il nostro personalissimo abisso che si fa testimone, e in ultima istanza martire, della collettività.
Bisogna arrendersi, privarsi per un eterno istante delle analisi e delle tesi accademiche e di tutto quello che conosciamo della collettività e dell'individuo e lasciarsi sconfiggere, perdere i sensi generati dalle nostre maschere, vite personali e limitanti, con paura e vergogna che non sono più peccati ma contrappesi naturali del nostro animo.
I momenti in cui l'empatia, all'apice della sua forza distruttrice, ci priva dei nostri rassicuranti pilastri sono quelli in cui ci arrendiamo ad essa, ci lasciamo sconvolgere e non pensiamo ad una soluzione che verrà domani, sentendo fino all'ultima goccia di una tempesta sanguinante possiamo capire di non essere scappati/e e che una perpetua sconfitta esistenziale, nei suoi attimi di atroce rivelazione, ci renderà umani.
Prefazione scritta da At.tempto
Manifesto Teoria del Dissacrare ovvero teoria del Sentire
MANIFESTO
“TEORIA DEL DISSACRARE,
OVVERO TEORIA DEL SENTIRE”
<<Io sono voi.>>
L'individuo, categoria umana ed essenza del sé, sussiste nell'eternità del tempo, dal più lontano passato sfocia nell'immediato presente trascinando con sé la sua significativa eredità di sensibilità e connessione nei confronti dell'esterno e – soprattutto -, dell'Altro.
<<Io sono voi>> è il grido ovattato che risuona nell'eco del tempo; è l'urlo di Laocoonte, sacerdote, individuo, lacerato dalla visione della futura catastrofe. L' ἐγὼ (ego), il fardello ed il dono della conoscenza, al servizio della comunità.
La volontà di fondere il proprio Io nell'Altro fallisce.
L'Io è dilaniato. L'Altro, gli Altri, non lo accettano, non lo ascoltano, lo abbandonano, lo lasciano morire.
L'Io non sussiste nella comunità. L' ἐγὼ (ego) non resiste nella società, ma a quale tempo ci stiamo riferendo? Al tempo eterno: il costante presente.
Può un ruolo farsi essenza di una persona? Chi sono oggi gli Individui?
Incastrati in un meccanismo di non disinnescabile incoscienza, gli individui portano avanti un sistema superficiale e ad essi stessi inadatto: la società. Lavori, ruoli, tappe, regole, leggi, obiettivi, - il tempo -, utilità, pragmatismo, insoddisfazione, - scorre -, ordini.
I non visibili ma tangibili ordini imperati da nuovi falsi Dei e mirati a preservare la comunità: la superficie di essa, la parola vuota, priva dell'anima di chi la compone: gli Individui.
<<Io sono voi>>, ma l'Io è martirizzato e voi – :noi – orribilmente silenziosi.
Il pensiero, l'arte, la letteratura, la musica, il mondo nella sua universalità non devono essere privati del sentire, poiché questo significherebbe lasciare spazio al più insano pragmatismo, alla più incisiva censura e al più infimo buonismo.
Siamo stati imprigionati e storditi dall'illusione di una libertà che ci sarebbe stata concessa, ma questa non può essere negoziata; l'Io ha il diritto di sentire il suo ἐγὼ (ego), la sua interiorità, il suo individuo: l'Io ha il diritto di sentire.
Siamo stati abbandonati, ma non soffocheremo in ignava solitudine: noi siamo Franz, la sua sensibilità; Fernando, il suo essere Altro; Cristo, la sua passione; Rilke, le sue “cose che cantano”. Noi muoviamo una critica, noi proviamo una profonda rabbia; noi detestiamo questa umanità di plastica perché amiamo l'umanità nella sua profondità e nella sua possibilità; noi, figli del paradosso, sull'esempio del filosofo Feuerbach, veniamo additati come misantropi perché profondamente e sensibilmente filantropi.
Sentire è la nostra teoria del dissacrare i sempiterni ed opprimenti dogmi imposti.
Noi siamo discepoli della Sensazione, delle emozioni sinestetiche, così noi creiamo un manifesto della sensibilità: SENTIRE È DISSACRARE.
Noi PromptDsgn necessitiamo di vagare tra i corpi e tra le menti mostrando il nostro profondo rituale della nostra lancinante ferita: il Sentire, questo fiore nel fianco che ci farà morire avendo percepito miliardi di vite collettive.
Noi vittime e carnefici del deicidio dei dogmi deleteri.
Noi siamo umani e noi siamo voi nell'essere umani.
Noi siamo voi. Noi soffriamo. Noi sentiamo. Il nostro un manifesto fisico e
spirituale, doloroso e liberatorio, flusso, catarsi ed espressione della sensibilità tutta. Mai smetteremo di stupirci di quanto ancora questi cuori vili e stuprati riescano a meravigliarsi dei più profondi dettagli, perché questi cuori apparentemente morti sono più vivi di quelli dei vivi: ascoltateci, sentiteci, sentite.
“Io temo tanto la parola degli uomini.
Dicono tutto sempre così chiaro: questo si chiama come e quello cosa,
e qui è l'inizio e là è la fine.
E mi spaura il modo, lo schernire per gioco, che sappian tutto ciò che fu e sarà.
Non c'è montagna che li meravigli;
le loro terre e giardini confinano con Dio.
Vorrei ammonirli, fermarli: state lontani. A me piace sentire le cose cantare.
Voi le toccate: diventano rigide e mute. Voi mi uccidete le cose”.
Rainer Maria Rilke
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Preface at Manifesto
Preface:
"I am you"
In the first line of this manifesto, you will already find the impetus, the pain of our current condition.
A desperate cry, like that of Laocoön who wanted to protect the collective and was ignored, like the subdued request, at times clear but often too fragmented, of our awareness that fails to rise and change our present. The individual saves the collective when allowed to grow freely in constant evolution, without being trapped in preexisting aims, and conversely, becomes the condemnation of any community when subdued by an impenetrable cloud of dogma. It is precisely on this concept, dogma, that the manifesto outlined by Promptdsgn resonates and rises, on this hidden or simply accepted lie: our freedom, the safeguarding of the individual upon which our entire society hinges to promise everyone a possibility of realization, a new perspective that allows us to rethink the individual as no longer deliberately narcissistic but a quest for will, in each one of us, to merge with the Other:
The individual returns to being an indispensable part of the community that moves loudly in the silence of ignorance.
Although finding and defining Dogmas may seem fairly simple, understanding their origin, and especially, opposing them becomes an epochal, unprecedented, and current challenge that carries with it the outcome of an entire species and with it the planet we have chosen, for now, to betray. For this reason, it is absurd to rely completely on a single thought, movement, or claim because they are ineffective, simply not enough; something more is needed, a change in the search, in the way individuals live, and in our perception of progress, until we reach the full awareness of the need to continue evolving.
To evolve freely, without the fear of losing our boundaries but with an infinity of paths to discover oneself.
Reaching this awareness is not a glorious roar, as we have been led to believe far too many times, but a total and internal struggle with our very personal abyss that becomes a witness and ultimately a martyr of the collective. We must surrender, deprive ourselves for an eternal moment of academic analysis and theses, and everything we know about the collective and the individual, and let ourselves be defeated, lose the senses generated by our masks, personal and limiting lives, with fear and shame that are no longer sins but natural counterweights of our soul.
The moments when empathy, at the peak of its destructive force, deprives us of our reassuring pillars are the moments when we surrender to it, let ourselves be shaken, and do not think of a solution that will come tomorrow, feeling, until the last drop of a bleeding storm, we can understand that we have not escaped and that a perpetual existential defeat, in its moments of gruesome revelation, will make us human.
Preface written by At.tempto
Manifesto Theory of the Desecrating, i.e Theory of the Feeling
MANIFESTO
“THEORY OF THE DESECRATING,
i.e Theory of the Feeling”
<<I am you.>>
The individual, human category and essence of the self, subsists in the eternity of time, from the most distant past flows in the immediate present by dragging with it its own significant heritage of sensibility and connection to the outside and – especially – to the Other.
<<I am you>> is the muffled cry that resonates in the echo of time; it is the scream of Laocoon, priest, individual, torn by the vision of the future catastrophe. The ἐγὼ (ego), burden and gift of knowledge, at the service of the community.
The will to merge the one's Self into the Other fails.
The Self is torn apart. The Other, the Others, don't accept it, don't listen to it, they abandon it, they let it die.
The Self doesn't subsist in the community. The ἐγὼ (ego) doesn't resist in the society, but what time are we referring to? The eternal time: the constant present.
Can a role become the essence of a person? Who are the Individuals today?
Stuck in a mechanism of not declutchable unconsciousness, the individuals carry on a superficial system inappropriate to themselves: the society. Jobs, roles, stages, rules, laws, goals, - time -, utility, pragmatism, dissatisfaction, - passes -, orders.
The not visible yet tangible orders commanded by new false gods and aimed at preserving the community: the surface of it, the empty word, devoided of the soul of those who form it: the Individuals.
<<I am you>>, yet the Self is martyred and you -: us – horribly silent.
Thought, art, literature, music, the world in its own universality must not be deprived of the feeling, because this would mean leaving room for the most insane pragmatism, for the most incisive censorship and for the lowest do-goodism.
We have been imprisoned and stunned by the illusion of a freedom that would have been granted to us, but it cannot be a compromise; the Self has the right to feel its own ἐγὼ (ego) , its own interiority, its own individual: the Self has the right to feel.
We have been abandoned, but we won't suffocate in apathetic solitude: we are Franz, his sensibility; Fernando, his being Other; Christ, his passion; Rilke, his “things that sing”.
We take a stand, we feel a deep anger; we detest this plastic humanity because we love the humanity in its depth and in its possibility; we, sons of the paradox, on the example of the philosopher Feuerbach, are held up as misanthropes because we are deeply and significantly philanthropists. Feeling is our theory of desecrating the everlasting, oppressive and imposed dogma; we are disciples of the Sensation, of the synesthetic emotions, so we create a manifesto of sensibility:
TO FEEL IS TO DESECRATE.
We PromptDsgn need to wander through bodies and minds showing our deep ritual of our throbbing wound: the Feeling, this flower in the flank that will kill us having perceived billion of collective lives.
We victims and executioners of the deicide of the deleterious dogma.
We are humans and we are you in being human.
We are you. We suffer. We feel.
Our manifesto both physical and spiritual, painful and liberatory, stream, catharsis and expression of sensibility.
We will never stop being surprised by how much these vile and raped hearts can be amazed by the deepest details, because these apparently dead hearts are more alive than the ones of those who live: listen to us, feel us, feel.
“I am so afraid of people’s words. They describe so distinctly everything: and this they call dog and that they call house, here the start and there the end.
I worry about their mockery with words, they know everything, what will be, what was. No mountain is still miraculous; and their house and yard lead right up to God.
I want to warn and object: Let the things be! I enjoy listening to the sound they are making. But you always touch: and they hush and stand still. That’s how you kill”.
Rainer Maria Rilke
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