All’inizio del 1900 l’Impero Ottomano possedeva solo i territori a macchia di leopardo che vedete in questa mappa. I diversi colori identificano le divisioni amministrative dell'Impero, che erano formalmente autonome. L’Egitto riconosceva ufficialmente l’autorità ottomana, ma era indipendente sotto egemonia inglese. Le tribù della penisola arabica in bianco nella mappa erano indipendenti. La Persia era un regno indipendente.
Dopo il crollo dell’Impero Ottomano (linea verde scuro), Francia e Inghilterra governarono direttamente due grandi mandati sui territori su cui sarebbero sorti gli stati di Libano, Siria, Giordania, Iraq, Israele e Palestina. Secondo il Trattato di Sèvres del 1920, la Turchia avrebbe dovuto cedere il territorio per creare uno stato armeno e uno stato curdo, ma non lo fece. Una piccola Armenia venne creata su territorio ceduto dall’Unione Sovietica.
Le date indicano l’anno in cui ogni stato divenne indipendente entro i confini rappresentati sulla mappa. La Persia fu sempre indipendente, anche se subì a lungo l’egemonia dell’impero zarista e dell’impero inglese.
Il Medio Oriente e la zona del Caspio hanno i maggiori giacimenti di idrocarburi. All’inizio del 1900 e fin dopo la fine della Prima guerra mondiale erano conosciuti e sfruttati soltanto i giacimenti della zona di Bassora (controllati dagli Inglesi) e quelli della zona di Baku (controllati dai Russi e da altre compagnie petrolifere europee). Il petrolio della Penisola Arabica venne scoperto solo nel 1938.
Le zone di colore neutro sono desertiche o montagnose, perciò poco abitate. Gruppi etnici diversi tendono ad avere tradizioni diverse, parlano lingue diverse (anche se a volte appartenente allo stesso gruppo). La religione non sempre è comune all’interno dello stesso gruppo etnico. Quando lo è, facilmente etnia e religione vengono percepite come facenti parte di un’unica identità nazionale.
La religione prevalente nel Grande Medio Oriente è l’islam, che però ha molte separazioni interne, così come i cristiani in Europa sono divisi in tante confessioni. La divisione principale è quella fra sunniti e sciiti che si sono spesso fatti guerra fra di loro. Oggi l’Iran, che è in grande maggioranza sciita, è il campione politico di tutti gli sciiti del Medio Oriente.
L’accesso diretto al mare per l’esportazione di petrolio è soltanto a sud, lungo il tratto di costa che si affaccia sul golfo. Gli arabi del sud dell’Iraq sono in maggioranza sciiti, come i vicini iraniani. Gli arabi del nord dell’Iraq sono prevalentemente sunniti, e dopo la caduta di Saddam Hussein si trovano emarginati dagli impieghi pubblici, impoveriti e con scarso potere politico. I Curdi del nord est dell’Iraq sono sunniti ma sentono fortemente di appartenere a una cultura diversa da quella araba. Dopo la caduta di Saddam Hussein, che li aveva perseguitati e ne aveva fatto strage, hanno ottenuto una regione amministrativamente autonoma. Durante il periodo della lotta all’ISIS hanno combattuto per difendere il proprio territorio e anche i territori oltre i loro confini. In questo periodo hanno preso a esportare petrolio e gas via terra tramite la Turchia, anziché mandarlo a sud attraverso territori controllati dall’ISIS.
Durante la guerra all’ISIS i Curdi iracheni, sostenuti dagli Stati Uniti e da altre milizie, hanno liberato dall’ISIS i territori in giallo. L’esercito iracheno a ottobre 2017 ha riconquistato la provincia di Kirkuk, strappandola ai Curdi.
La popolazione del Kurdistan iracheno è divisa fra tre partiti, due dei quali fanno capo a clan diversi: il Partito Democratico del Kurdistan (KDP) fa capo al clan della famiglia Barzani, l’Unione Patriottica del Kurdistan (PUK) fa capo alla famiglia dei Talibani. Le milizie armate curde (i Peshmerga) sono a loro volta affiliate all’uno e all’altro partito o clan. Durante la guerra all’ISIS, i Peshmerga del sud (zona viola) erano prevalentemente affiliati al PUK, quelli del nord erano prevalentemente affiliati al KDP. Dopo la cacciata dell’ISIS, i Peshmerga del PUK hanno consegnato la regione di Kirkuk all’esercito iracheno, anziché resistere come richiesto dal clan dei Barzani.
Durante la guerra all’ISIS i Peshmerga dell’Iraq e le milizie armate dei curdi siriani hanno collaborato sotto coordinamento americano e hanno liberato dall’ISIS la zona in arancione del nord della Siria oltre alle aree colorate del nord dell’Iraq. I Curdi siriani e i Curdi iracheni si sono così trovati a combattere contro lo stesso nemico su territori contigui.
Sovrapposti alla mappa della popolazione curda in Medio Oriente potete vedere: