Pomeriggi letterari

Referente: Tiziana Cippitelli

"Sedimenti della memoria: eventi e protagonisti della Resistenza nelle Marche" di Roberta Eugeni

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Recensioni e report degli incontri

Morte e resurrezione. Recensione del libro "La casa degli sguardi" di Daniele Mencarelli.
di Alessandro Verdecchia 4A

"L'infanzia e' quella terra da portare in dote negli anni a seguire, é quel poco di gioia che tocca vivere a noi umani, non il luogo in cui finire la propria vita". Il lavoro all'ospedale pediatrico "Bambino Gesù" porta Daniele a conoscere una realtà nuova: l'orrore, la sofferenza, la morte dei bambini hanno un forte impatto sulla sua personalità sensibile e messa a dura prova dall'alcol. Daniele si pone molti interrogativi, cerca di comprendere, ma non trova niente di normale nella morte di un bambino, è inaccettabile. Eppure questa esperienza gli fa cambiare vita: si sente accettato dai compagni con cui lavora, riesce a dialogare con loro, lui che soffre di una fobia sociale che non gli permette di relazionarsi senza prima aver bevuto qualche bicchiere di bianco. Nasce un'amicizia fondata sull'affetto e sulla fatica condivisa a cui Daniele mai si sottrae.

L'autore del libro "La casa degli sguardi" è Daniele Mencarelli, poeta nato ad Ariccia, vicino Roma, nel 1974. "La casa degli sguardi" è il suo primo romanzo e la sua autobiografia. Lo scrittore ha un passato travagliato vissuto facendo uso di droghe prima e poi di alcol, tra incidenti di macchina e ripetuti ricoveri in ospedale. Testimone impotente della sua tormentata esistenza è la famiglia esasperata, soprattutto la madre che patisce e soffre per il figlio.

L'opera è composta da ventinove capitoli. L'autore usa un linguaggio semplice, per cui la lettura è scorrevole; i dialoghi sono scritti in dialetto romanesco: scelta dovuta al fatto che lo scrittore vuole essere il più possibile aderente alla realtà in cui si svolge la vicenda. Mencarelli è un poeta, usa le parole per fotografare sia ogni singolo elemento della realtà, sia la durata delle azioni: infatti il lettore percepisce benissimo il lungo tempo di un'attesa e il breve istante di un incontro fortuito. Anche il rumore delle persone che al mattino affollano per le visite i corridoi dell'ospedale o i bar, le urla di dolore, il bussare con le nocche di Toctoc sui vetri delle finestre sono resi perfettamente dalle parole. L'autore usa un linguaggio genuino quando descrive l'ambiente, ma estremamente poetico per gli stati d'animo e i sentimenti di dolore. Sono presenti flashback che rimandano soprattutto all'infanzia dell'autore come quando ricorda la volta in cui un ubriaco aveva importunato la madre e Daniele gli si era arrampicato addosso per urlargli di andarsene oppure quando, scavando, aveva trovato la testa rosa di una statuetta sulla quale aveva fantasticato con la madre riguardo la sua origine, immaginando che fosse dell'antica Roma, per poi rimanere deluso quando aveva scoperto che era di plastica.

"La casa degli sguardi" ci induce a una grande riflessione: la rinascita è possibile anche quando sembra irraggiungibile, anche quando si tocca il fondo. Daniele la sperimenta su se stesso perché si rialza: la molla scatta quando assiste a una scena, una suora che sfiora col suo viso quello di un bambino sfigurato, lo bacia con un gesto tanto umano quanto estraneo a lui. Gli interrogativi di Daniele hanno una risposta: non serve comprendere l'orrore, ma bisogna affrontarlo con tutta la forza che si ha, perché solo chi non arretra di fronte alla realtà, chi ha coraggio può raggiungere una meta alta. La resurrezione di Daniele è il messaggio che vuole trasmettere l'autore, è la Pasqua di Daniele, il suo passaggio dalla morte alla vita, che, anche se non è immediato e privo di ricadute, avviene.

Questo libro è da leggere perché la storia di Daniele può essere la storia di ognuno di noi. Nell'opera c'è un grande insegnamento: possiamo vivere da salvati, fare in modo che la nostra vita prenda un nuovo corso, ma ci vuole coraggio e una grande forza di volontà. L'opera è un messaggio di speranza e di amore indirizzato a tutti noi.

Alessandro Verdecchia 4A

Report incontro "Primato d'amore" con Daniele Mencarelli
di Arianna Carancini & Benedetta Re 3B

Circa 210 persone, tra studenti e professori, hanno partecipato all’incontro online con Daniele Mencarelli tenutosi il 29 gennaio, dedicato alla discussione del suo romanzo autobiografico “La casa degli sguardi”.

L’incontro, durato circa due ore, ha avuto inizio con l’introduzione dell’ospite da parte dei docenti presenti, dopodichè lo scrittore ha preso la parola introducendo il suo libro,e lasciando poi spazio alle domande da parte dei partecipanti.

Daniele Mencarelli ha iniziato il suo discorso dicendo di avere ancora tanto da dire, da raccontare, da offrire riguardo la sua gioventù, poiché i suoi libri rappresentano per lui tre momenti cruciali, decisivi della sua “educazione sentimentale”. Per questo ha sentito il bisogno di riprendere, a distanza di anni, il suo passato e di condividerlo con un pubblico ideale.

I due grandi temi trattati durante l’incontro sono stati il coraggio e l’incontro con l'altro.

Parlando di coraggio Daniele intende quello di essere se stessi, spendendo il cuore nelle cose che si fanno, con passione e sfruttando le proprie capacità.

Il protagonista del libro ha trovato il coraggio per vivere, nonostante nel corso della narrazione si dica: “Ѐ come se non avesse gli anticorpi per riuscire a vivere, Daniele è uno che vive senza pelle”, proprio per farci capire che c’è sempre la possibilità di cambiare e di poter uscire dalle situazioni di difficoltà. L’autore ci invita quindi al coraggio.

A questo punto la Dirigente Scolastica Rita Emiliozzi ha proposto un argomento di discussione ovvero la libertà di autodeterminarsi.

Mencarelli ci dice che il fatto di “etichettare o marchiare” qualcuno con la sua malattia, il suo reato, la sua pena o la sua patologia è la cosa più povera che possa esistere. Ognuno ha la libertà di essere se stesso e attraverso le sue esperienze, di autodeterminarsi.

Inerente a questo Mencarelli ha parlato di un’esperienza avuta al Centro di Salute Mentale, con un corso di scrittura. Egli descrive i pazienti con cui si è relazionato dicendo: “Queste persone hanno una lucidità nello sguardo che spesso è spaventosa, non sono persone confuse sono persone che, semmai, hanno il problema opposto ovvero sono troppo lucidi. La lucidità se investita con i giusti strumenti è sempre una risorsa, è sempre il potenziale che va sfruttato.” Proprio per questo ha definito l’inquietudine la molla stessa per il cambiamento che ognuno deve trovare il coraggio di affrontare.

L’altro grande argomento che l’autore ha trattato è stato l’incontro, dicendo che esso è ciò che cambia la nostra vita. Infatti evidenzia come nel suo libro il protagonista riesca a cambiare la sua vita grazie alle persone che incontra, grazie agli sguardi dei bambini del Bambino Gesù, ai suoi colleghi, ai suoi genitori.

“Il nostro percorso umano si svolge attraverso incontri, attraverso momenti in cui qualcuno che non conoscevamo entra nella nostra vita, offre uno sguardo che cambia il mio sguardo, che cambia il mio modo di vedere e di pensare il mondo”. Queste sono le parole utilizzate dallo scrittore per trasmetterci quanto l'incontro sia stato fondamentale nella sua esperienza e quanto esso possa migliorare e cambiare una persona.

Mencarelli dà un consiglio: ci invita a spenderci completamente nella realtà, e questa deve essere la nostra sfida quotidiana. Condannando la solitudine, afferma che non bisogna raccontare la realtà, ma farsi raccontare da essa; non possiamo sapere da dove arriverà la grande opportunità né quando arriverà, perciò bisogna vedere la realtà come una cosa straordinaria, utile a trovare un senso per noi stessi.

Citando Mencarelli "siamo un urlo disperato perché se è come ci raccontano, se è come ci racconta la scienza moderna, che è esclusa qualsiasi ricerca di senso rispetto all'universo, in fondo noi siamo urlo".

Per Mencarelli la scrittura è ed è stata un'ancora di salvezza, un modo per conoscersi attraverso parole più precise, quelle che aveva rivolte a se stesso.


Arianna Carancini & Benedetta Re

Progetti Tiziana Cippitelli - Pomeriggi letterari

Finalità e motivazione del progetto

Potenziamento delle competenze culturali attraverso il diretto confronto con scrittori, poeti, filosofi.

Risultati attesi

Potenziamento delle capacità di lettura, dialogo, confronto e riflessione

Apri la scheda qui a fianco per ulteriori informazioni