Cosa acquistare, in funzione di una progettazione didattica seriamente contestualizzata e legittimata?
Relativamente all’Azione 1 NGClassroom: gli interventi vanno legittimati dentro una più generale visione pedagogica che cerchi di mettere al centro lo studente (quindi meno passivo) attraverso una didattica attiva e collaborativa. Il progetto può quindi impattare sul modello della didattica frontale (l’insegnante spiega, studenti ascoltano, studiano, elaborano, fanno esercizi), ma tendenzialmente deve agevolare o spingere verso un modello più attivo, di didattica a problema/compito (l’insegnante assegna una sfida problematica, gli studenti in gruppi cercano di realizzare il compito o risolvere il problema in maniera non esecutiva e con un certo grado di autonomia, attraverso ricerca e collaborazione, anche giocosa) o didattica a progetto (l’insegnante assegna una sfida progettuale, che comporti cioè la creazione di un prototipo, qualcosa di effettivo e osservabile, inteso come servizio/prodotto derivante da una sorta di commessa reale o immaginaria.
Insomma, la ratio del PNRR è quella di modificare strumenti didattici e setting ambientali per provare a introdurre o potenziare o semplicemente aggiornare modelli di apprendimento Inquiry/Problem/Task/Project-based.
Relativamente all’Azione 1 NGLab: l’intervento va ricollegata il più possibile a figure professionali o a contesti reali di utilizzo pensati in particolare in una società ed economia digitalizzata; questo risulta più facile per gli Istituti tecnici e professionali, ma anche i Licei devono fare questo sforzo di applicazione.
Facciamo degli esempi, puramente indicativi:
per Liceo Scienze umane, il Maestro del futuro, che promuoverà nei bambini l’apprendimento di materie umanistiche e scientifiche in modo anche (non solo ovviamente!) molto digitalizzato ecc.
per Liceo Scientifico: il Biotecnologo, che lavora in un ambiente di ricerca a fortissima densità tecnologica; oppure l’ingegnere gestionale, che utilizza ampiamente software per il project-management ecc.
per Liceo Classico: il Giornalista del presente-futuro; oppure Manager dei Beni culturali ecc.
Occorre allora chiedersi: in quali ambienti lavoreranno i nostri studenti? cosa fanno/faranno? quali strumenti impiegheranno? una volta inseriti nel mondo del lavoro? le competenze che stiamo insegnando loro, a cosa li abiliteranno? come possiamo potenziarle in modo da prepararli per gli scenari che li aspetteranno?
Attenzione: rispetto alla Classroom, che va dotata di setting e devices trasversali, il Lab dovrebbe essere più marcatamente riconoscibile, possedere apparecchiature tecnologiche più specifiche, tentando di simulare contesti d’uso reale, ambienti lavorativi o perlomeno far capire che lì si fa training per un effettivo lavoro successivo.
Ad esempio è più da Classroom acquistare iPad o abbonarsi a Discovery-channel o Science-bits, è invece più da Lab acquistare un set per Lego League o un braccio robotico o set per videomaking o carrellone per serra idroponica e coltivazioni bio. Naturalmente gli strumenti poi saranno fungibili in entrambi gli ambienti, ma almeno a livello di progetto occorre precisarne imputazione e destinazione didattica.
Mio Vademecum per PNRR:
https://docs.google.com/document/d/1CSOPfvpQXZbY9MvGOEg8cZpjXx89XqTwsNkeZYRSWpY/edit?usp=sharing