Ci sono scienziati di cui raccontiamo tutto. Non solo le scoperte, ma anche le vicissitudini personali: viaggi, spostamenti, lettere, opere. Per esempio, di Charles Darwin diciamo tantissimo. Probabilmente perché il viaggio sul brigantino Beagle è ammantato di miticità e perché grazie a quell’impresa è scattata in lui la scintilla che lo ha portato a elaborare una delle teorie fondanti della biologia moderna.
Ci sono poi altri scienziati di cui diciamo qualche aspetto biografico: Marie Curie è stata una scienziata rivoluzionaria e per questo diamo spazio alla sua storia personale quando parliamo di lei in chimica. Ma quanti sono gli scienziati di cui non diciamo assolutamente una parola?
Chi era Gay-Lussac, di cui studiamo le leggi dei gas? Chi è questo Mercalli a cui è intitolata una scala di misurazione dei terremoti? E che cosa sappiamo di Hans Krebs a cui dobbiamo lo studio del ciclo dell’acido citrico?
Il tempo per affrontare questi temi non c’è mai, ma il rischio che corriamo è che i nomi scivolino via dalla mente degli studenti senza lasciare traccia. Conoscere le biografie degli scienziati può aiutare a rafforzare il ricordo di ciò che hanno scoperto. Ogni capitolo di scienze è il riassunto degli studi di decine di grandi scienziati, ma usciti da 13 anni di scuola dell’obbligo ce ne ricordiamo 10 in tutto, quando va bene.
Un modo per superare il problema può essere chiedere agli studenti di proporre un loro racconto della vita di uno scienziato. Il formato e lo stile possono essere scelti da ciascuno di loro:
una spiegazione lineare dei fatti e delle scoperte,
una pièce teatrale che faccia emergere la personalità dello scienziato,
un video in grafica,
un testo scritto.
Può essere un lavoro facoltativo se pensiamo che non tutti gli studenti siano portati per farlo. Così evitiamo quei tristi copia&incolla da Wikipedia che sviliscono il senso del compito. Chi vuole lo fa, ma si impegna per farlo e così avrà un voto in più che farà media con gli altri. Potremmo così scoprire che uno studente non sa applicare le leggi ponderali, ma ha capito chi è Lavoisier; oppure una studentessa avrà difficoltà a ricordarsi le differenze tra i tipi di onde sismiche, ma applicherà il suo talento teatrale per spiegarci Charles Richter.
Test: quanti ne riconosciamo? E di quanti sapremmo parlare per 2 minuti? (fonte Focus).
Come puoi cominciare la lezione? Proponiamo il progetto in classe e chiediamo agli studenti volontari di annunciare il nome dello scienziato che andranno a raccontare. Il tempo che hanno a disposizione è 10 minuti, ma il formato del racconto lo scopriremo solo al momento dell’esibizione.