Le scienze della Terra sono un argomento piuttosto trascurato. Vuoi perché il numero di geologi che insegna a scuola è inferiore a quello di biologi, naturalisti e chimici, vuoi perché la materia non crea la stessa empatia di altre discipline. Dal punto di vista scientifico, la geologia è una disciplina giovane; dal punto di vista comunicativo è una scienza trascurata.
Si parla molto di rischio sismico e di prevenzione contro i terremoti quando si verifica un evento catastrofico, ma nei periodi di calma il problema viene dimenticato dalla maggior parte dei mass media. Non basta il buon lavoro dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che ha un sito dedicato all’ambiente, uno ai vulcani e uno ai terremoti. Ci sono poi bravi divulgatori, come Mario Tozzi, autore di tanti programmi Rai, oppure Alessandro Amato, autore di un bel libro finalista del Premio Galileo 2017 (Sotto i nostri piedi, Codice edizione).
A scuola, invece, si seguono le indicazioni nazionali. In quelle per il liceo scientifico, per esempio, si legge:
al primo biennio per le scienze della Terra si completano e approfondiscono contenuti già in precedenza acquisiti, ampliando in particolare il quadro esplicativo dei moti della Terra. Si procede poi allo studio geomorfologico di strutture che costituiscono la superficie della Terra (fiumi, laghi, ghiacciai, mari eccetera).
al secondo biennio si introducono, soprattutto in connessione con le realtà locali e in modo coordinato con la chimica e la fisica, cenni di mineralogia, di petrologia (le rocce) e fenomeni come il vulcanesimo, la sismicità e l’orogenesi, esaminando le trasformazioni ad essi collegate.
al quinto anno si studiano i complessi fenomeni meteorologici e i modelli della tettonica globale, con particolare attenzione a identificare le interrelazioni tra i fenomeni che avvengono a livello delle diverse organizzazioni del pianeta (litosfera, atmosfera, idrosfera). Si potranno svolgere inoltre approfondimenti sui contenuti precedenti e/o su temi scelti ad esempio tra quelli legati all’ecologia, alle risorse energetiche, alle fonti rinnovabili, alle condizioni di equilibrio dei sistemi ambientali (cicli biogeochimici), ai nuovi materiali o su altri temi.
Quindi in prima si studia l’idrosfera, in quinta l’atmosfera e tra la quarta e la quinta la litosfera. Almeno secondo le indicazioni nazionali.
Una disciplina basata sulle escursioni e le esplorazioni patisce l’impossibilità di farle. Con la fisica, la chimica e anche la biologia riusciamo ad andare in laboratorio o a simulare un laboratorio semplice in classe o a casa. Ma con le scienze della Terra dovremmo organizzare dei viaggi di istruzione ad hoc e questo è sempre molto complicato.
Così facciamo come possiamo, ma a rimetterci è l’interesse per tutto questo ambito di studi. Quanto è efficace mostrare i tipi di rocce (in fotografia o con dei campioni veri)? Probabilmente poco perché questi campioni sono decontestualizzati dal loro ambiente e una volta sul campo gli studenti non riusciranno a riconoscere i tipi di rocce che si trova intorno.
Ricordo un’insegnante, biologa di formazione, che di fronte a un campione di roccia senza cartellino diceva sempre «è un basalto!»
I libri di scienze della Terra sono ricchissimi di immagini di paesaggi dell’Islanda, delle Ande, della California. Affascinanti, ma pochi studenti li hanno visti dal vivo. Quindi a queste fotografie andrebbero collegati dati e vicende del nostro territorio. Per ogni argomento ci dovrebbe essere almeno un’attività legata al territorio italiano. In molti libri sono già proposte: se ci sono, usiamole e probabilmente faremo crescere una cultura della prevenzione e del rischio più consapevole.
Come puoi cominciare la prossima lezione? Quando affrontiamo un argomento di scienze della Terra, introduciamo lo spazio "Perché ci riguarda?". In questo spazio cerchiamo di far emergere i collegamenti tra quanto stiamo spiegando e il nostro territorio. L'ideale è calarci nel contesto locale in cui insegniamo, ma se non troviamo esempi validi, estendiamo il discorso a tutto il territorio italiano.