Una delle parole che ricorderemo alla fine del 2020 è quarantena. A tutti noi è stato chiesto di metterci in auto-quarantena per due mesi e più e di uscire di casa solo se strettamente necessario. Possiamo partire da questa parola per capire lo stato d’animo degli studenti dopo l’esperienza dello scorso anno scolastico.
Ma da che cosa deriva il termine quarantena? A coniarlo furono i veneziani, che nel 1377 decisero di isolare le navi in arrivo nei loro porti per fermare la diffusione della peste nera. In pratica pensarono: non lasciamo sbarcare l’equipaggio, ma lasciamolo isolato per 40 giorni. Se sopravvivono, allora significa che sono tutti sani e non ci daranno problemi; se invece cominciano a morire, meglio che non portino quella malattia anche a noi.
Ma perché proprio 40 giorni? Un'opinione diffusa è che la durata scelta nel 1300 richiamasse quella della Quaresima, il periodo di tempo che precede la Pasqua e in cui Gesù rimane isolato nel deserto a pregare. La Quaresima, quindi sarebbe una sorta di quarantena spirituale.
In realtà, la scelta derivava dall’esperienza: un isolamento di 30 giorni non sarebbe stato sufficiente a capire se ci fossero malati di peste tra i membri dell'equipaggio oppure no.
Per COVID-19 il periodo di quarantena stabilito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità è di 14 giorni dal momento in cui si entra in contatto con un paziente positivo.
Un esempio di tag cloud sul Coronavirus preso dal sito Frascati Scienza.
Come puoi iniziare la lezione? Potresti scrivere la parola alla lavagna, alla LIM o sullo schermo del computer. Poi potresti raccontare la storia di questa parola e chiedere agli studenti di fare delle associazioni di pensiero e dire delle parole collegate, raccontando il perché della loro scelta. Alla fine otterrai una nuvola di parole (o tag cloud) che sarà diversa in ogni classe e permetterà di fare un riassunto di uno dei momenti più traumatici di questi ultimi 20 anni.