Nello scorso numero abbiamo parlato di Scienze della Terra, sottolineando l’aspetto "Perché ci riguarda?". Per dare maggior concretezza a quella riflessione, vediamo come usare uno strumento che esiste da anni, ma che oggi è veramente ricchissimo di contenuti: Google Earth.
Nella suite base di Google è compresa questa la app Earth:
All’interno ci sono varie opzioni, ma le più interessanti sono:
1. misurare una distanza: una volta individuato un luogo puoi segnare gli estremi di un vettore e calcolarne la lunghezza.
2. esplorare degli itinerari prestabiliti: con lo strumento Voyager puoi accedere a tanti percorsi preconfezionati. C’è la sezione Viaggi che offre immagini da vari stati o regioni del mondo, c’è la sezione Natura, dove trovi gallerie di immagini da parchi e aree protette, e poi la sezione Cultura, che raccoglie immagini prese durante eventi particolari. Ma a scuola le due gallerie più utili possono essere Istruzione e Livelli. In Istruzione vengono proposte raccolte tematiche in giro per il mondo: architettura e matematica, le traiettorie dei grandi viaggi di esplorazione, le grandi migrazioni di massa. Nella sezione Livelli, invece, si trovano diverse cartine che mostrano com’è cambiato il mondo nel tempo: la copertura di ghiaccio artico, i luoghi degli tsunami, la variazione della temperatura dei mari e così via.
3. creare presentazioni basate sulle mappe: con lo strumento Progetti puoi creare delle presentazioni che partono dalle mappe satellitari e integrano con testi e immagini. È un modo diverso di raccontare una storia ed è utile per staccarsi dalle slide piatte di PowerPoint.
Oltre a queste tre funzioni ce ne sono altre, ma già queste ci permettono di raccontare le scienze della Terra in modo molto moderno e accattivante. I punti forti di questo strumento sono la precisione dei dati geospaziali, la bellezza delle fotografie (molte sono dell’archivio National Geographic) e l’interattività. Il punto debole principale sta proprio nella varietà di materiale: a partire da tutta questa offerta, bisogna aggiungere una narrazione, una spiegazione che colleghi i punti e permetta di capire la scienza che c’è sotto.
Ancora una volta potremmo far aprire la strada agli studenti: assegniamo una ricerca e diciamo loro di usare un percorso preconfezionato (quelli di Voyager e Livelli) o crearne uno totalmente nuovo (con Progetti) per raccontare un fenomeno di cui abbiamo parlato in classe. In questo modo loro impareranno a usare uno strumento ricco di informazioni, che può tornare utili in tante occasioni diverse (anche, perché no, quando preparano le vacanze!).
Come puoi cominciare la prossima lezione? Mostra in classe lo strumento, prova a usare uno dei percorsi di Voyager o Livelli e spiega un fenomeno che gli studenti devono imparare. Poi assegna loro il compito di guardare questa piattaforma e creare un progetto a loro scelta che contenga 5 luoghi sulla Terra. È un modo per cominciare giocando e pasticciando, proprio come farebbero con qualunque app per smartphone.