Partiamo da un dato di fatto: non ci sono studenti (anzi, persone) privi o prive di conoscenze o pregiudizi su un tema che dovranno studiare. Magari non lo avranno mai sentito, ma il solo uso delle parole scatenerà in loro delle reazioni; oppure lo conoscono bene e quindi hanno già una posizione in merito. Conoscenze e pregiudizi possono essere sbagliati, confusi, approssimativi e possono essersi fissati come misconceptions, però ci sono e vanno tenuti in considerazione. Per esempio, una studentessa può non aver mai sentito la parola polinomi e non saperla collocare nello studio della matematica, ma il termine può attivare aree inaspettate del suo cervello; oppure uno studente può non sapere niente del DNA, ma aver letto libri come Foto 51: Il segreto del DNA o visto un film della serie di Jurassik Park.
Nelle guide per l’insegnante o all’inizio dei capitoli di un libro si trova spesso una tipica espressione didattichese: attivare le pre-conoscenze. Questa etichetta indica il lavoro di recupero delle informazioni acquisite in capitoli o anni precedenti: per capire le biotecnologie mi devo ricordare com’è fatto il DNA e tutto ciò che è collegato; per affrontare il tema dei cambiamenti climatici devo mettere insieme i capitoli sull’atmosfera, sull’idrosfera, sull’ecologia e così via.
Associato a questa etichetta c’è un riquadro che elenca le conoscenze da recuperare prima di cominciare, che spesso vengono chiamate prerequisiti. Non si dice come recuperarle, se non andando a ripassare quegli argomenti.
L’insegnante può decidere di verificare i prerequisiti con una verifica formativa, cioè con delle domande a campione prima di cominciare l’argomento, oppure darle per scontate e partire con la spiegazione. Della serie «Se lo studente non capisce, fatti suoi! Io l’ho spiegato». Questo atteggiamento, per certi versi comprensibile, può far perdere terreno a studenti e studentesse più lenti. In questi casi si può ricorrere alla KWL chart.
KWL è un acronimo: Know, Want to Know, Learned. Ovvero: Ciò che so, Ciò che vorrei sapere, Ciò che ho imparato.
Attraverso questa semplice tabella possiamo chiedere a studenti e studentesse di indicare 10 cose che si ricordano su un argomento e 10 cose che vorrebbero scoprire. Così facendo, prima di cominciare il lavoro andiamo a scavare nei prerequisiti (know) e sollecitiamo la curiosità (want to know). Alla fine dello studio possono completare la terza colonna, inserendo (almeno) 10 cose che hanno imparato (learned). Questa colonna può poi essere espansa con mappe concettuali e schemi a parte.
Uno strumento del genere è ottimo per studenti con BES e può essere affiancato all’uso di anticipatori cognitivi come fotografie, oggetti, video ecc. Ma è utile anche per studenti che faticano a collegare gli argomenti e, in generale, può essere un’idea per entrare in modo diverso in tema. Anche gli studenti di quinta superiore possono trovare vantaggi nella KWL chart perché i loro want to know possono essere molto articolati e quindi possono spingerli a compiere ulteriori ricerche.
Ogni studente può creare la propria tabella personalizzata, oppure si può fare una tabella di classe: ogni studente o studentessa inserisce una voce per ogni colonna e così si costruisce un sapere condiviso. La tabella di classe può essere un cartellone su cui appiccare tanti Post-it oppure una jamboard come quella che ho creato qui e che chiunque può copiare o replicare sul proprio account.
Cosa bisogna ricordare? La KWL chart è uno strumento utile per cominciare un nuovo capitolo mettendo in fila i pensieri di studenti e studentesse su un certo argomento.