Fari di Pace

Dopo Savona e Genova FARI DI PACE ALLA SPEZIA


Sabato 22 ottobre 2022:


Ore 9.30-13.00

CONVEGNO

Sala Conferenze di TeleliguriaSud (zona Cattedrale)


Ore 15.00-17.00

CORTEO

Partecipazione alla manifestazione

Europe for Peace:

Corteo da Piazza Chiodo a Piazza Europa

Sottraiamo Porti e braccia di portuali al commercio delle armi!

NIENTE ARMI per guerre che si fanno contro popolazioni inermi, per stabilizzare regimi autoritari e liberticidi, per giustificare violenze di massa

RISPETTO dell’art. 11 della Costituzione, della Legge 185/1990, del Trattato sul commercio delle armi convenzionali

TRASPARENZA delle autorità competenti su tutto ciò che riguarda la partecipazione italiana a guerre lontane e vicine

Scopo del Convegno è ricreare memoria sulle attività del movimento pacifista in Liguria e alla Spezia, fare il punto della situazione attuale sul settore nazionale e locale degli armamenti, sulla produzione militare in Italia e nella nostra città, sul ruolo del porto della Spezia e, soprattutto, individuare percorsi di impegno comune in sintonia con le proposte nazionali dell’iniziativa “Fari di Pace” promossa da Pax Christi Italia e dall’Osservatorio Weapon Watch.

Il convegno è promosso dal Comitato Promotore “Fari di Pace” alla Spezia:

ACLI, Accademia apuana della Pace, Ambientalmente, Archivi della Resistenza, ARCI, Arci Canaletto, Arci Damarco Sarzana, Associazione Betania amici del Sermig, Associazione Culturale Mediterraneo, Associazione Amici di Padre Damarco, Associazione di solidarietà al popolo Saharawi, Associazione Murati Vivi, Azione Cattolica, Chiesa Battista, Chiesa Metodista, Circolo Pertini, Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, Comitato Acqua-benecomune, Emergency, Gruppo di Azione Nonviolenta, Informazione Sostenibile, Glass Bell edizioni, Legambiente, Magazzini del mondo, Non una di meno, Libera-Legalitè, Movimento dei Focolarini, Unione Donne Italiane, Unione degli Studenti

Promotori Nazionali:

Pax Christi Italia e Weapon Watch (Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei)

Per informazioni

Giancarlo Saccani – Cellulare e Whatsapp: +39 328.0751034;

Pagina web www.cessateilfuoco.org

Email info@cessateilfuoco.org

CONVEGNO “FARI DI PACE”

La Spezia, sabato 22 ottobre 2022 ore 9.30-13.00

Sala Conferenze di TeleliguriaSud (TSL) – piazzale papa Giovannni XXIII - La Spezia

PRIMA PARTE

Presenta e coordina: Francesco Passalacqua (Presidente provinciale ACLI La Spezia)

9.30-9.45 Saluti e Introduzione del Convegno da parte dei promotori di “Fari di Pace”: il senso e gli obiettivi dell’iniziativa nazionale e spezzinadon Renato Sacco (Pax Christi Italia) e Giancarlo Saccani (Coordinamento di “Fari di pace - La Spezia”)

Prima parte: Fare memoria

09.45-10.00 – Il movimento pacifista in Liguria: dalla Mostra navale bellica di Genova a Seafuture. La città militare della Spezia e le iniziative della società civile pacifista - Pietro Lazagna (Decano dei pacifisti spezzini)

10.00-10.15 – L’obiezione di coscienza alla produzione militare e l’impegno per la riconversione - Elio Pagani (Presidente del Centro di Documentazione “Abbasso la guerra OdV” di Venegono e membro di Pax Christi Italia)

10.15-10.30 – L’industria militare in Liguria dal dopoguerra ad oggi: tra riconversione al civile e specializzazione nel settore della difesa - Gianni Alioti (già Coordinatore dell’Osservatorio regionale ligure sull’industria militare e direttore dell’Ufficio Internazionale FIM-CISL)

10.30-10.45 – Le normative sul commercio di armamenti: Legge 185/1990, Posizione Comune europea, Trattato ONU sul commercio di armi. Le esportazioni militari dell'Italia e il ruolo della società civile - Giorgio Beretta (Analista dell'Osservatorio OPAL e di Rete italiana Pace e Disarmo)

La situazione oggi

10.45-11.00 – L’industria militare oggi in Italia: il comparto militare-industriale italiano nel contesto europeo e internazionale - Carlo Cefaloni (Giornalista del mensile “Città Nuova”)

SECONDA PARTE

Presenta e coordina: Francesco Passalacqua (Presidente provinciale ACLI La Spezia)

9.30-9.45 Saluti e Introduzione del Convegno da parte dei promotori di “Fari di Pace”: il senso e gli obiettivi dell’iniziativa nazionale e spezzinadon Renato Sacco (Pax Christi Italia) e Giancarlo Saccani (Coordinamento di “Fari di pace - La Spezia”)

Prima parte: Fare memoria

09.45-10.00 – Il movimento pacifista in Liguria: dalla Mostra navale bellica di Genova a Seafuture. La città militare della Spezia e le iniziative della società civile pacifista - Pietro Lazagna (Decano dei pacifisti spezzini)

10.00-10.15 – L’obiezione di coscienza alla produzione militare e l’impegno per la riconversione - Elio Pagani (Presidente del Centro di Documentazione “Abbasso la guerra OdV” di Venegono e membro di Pax Christi Italia)

10.15-10.30 – L’industria militare in Liguria dal dopoguerra ad oggi: tra riconversione al civile e specializzazione nel settore della difesa - Gianni Alioti (già Coordinatore dell’Osservatorio regionale ligure sull’industria militare e direttore dell’Ufficio Internazionale FIM-CISL)

10.30-10.45 – Le normative sul commercio di armamenti: Legge 185/1990, Posizione Comune europea, Trattato ONU sul commercio di armi. Le esportazioni militari dell'Italia e il ruolo della società civile - Giorgio Beretta (Analista dell'Osservatorio OPAL e di Rete italiana Pace e Disarmo)

La situazione oggi

10.45-11.00 – L’industria militare oggi in Italia: il comparto militare-industriale italiano nel contesto europeo e internazionale - Carlo Cefaloni (Giornalista del mensile “Città Nuova”)

Pausa 10-15 minuti

11.15-11.30 – L’industria militare della Spezia nel contesto italiano: il polo industriale-militare della Spezia: aziende, fatturato, occupazione e sindacalizzazione. Problemi e prospettive - Carlo Tombola (Direttore di Weapon Watch e dell’Atlante dell’industria miliare italiana e coordinatore di OPAL)

11.30-11.45 – Il porto della Spezia, commercio di armamenti e ruolo dell’Autorità portuale - Mario Sommariva (Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale)

11.45-12.00 – La aree militari a La Spezia: per una riqualificazione sostenibile del territorio - William Domenichini (Redattore di “Informazione Sostenibile” - La Spezia)

12.00-12.45 – Interventi di insegnanti e studenti su “Scuola ed educazione alla Pace e alla Nonviolenza”. Proposta di Unità didattica specifica. Primi elaborati degli studenti. Coordina i vari interventi Elisabetta Manuguerra (Docente di discipline economiche, giuridiche e aziendali presso l’Istituto Professionale Einaudi Chiodo e referente d’istituto per l’Educazione civica)

12.45-13.00 – Conclusioni: Sintesi e indicazione di alcuni percorsi possibili - Giancarlo Saccani (Coordinamento di “Fari di pace - La Spezia”)

Fari di Pace alla Spezia

Si è costituito anche alla Spezia il comitato promotore di Fari di Pace alla Spezia. Con Pax Christi Italia che il 31 dicembre era a Savona come promotrice della 53ma Marcia per la Pace, i “Fari di Pace” sono passati per Genova in aprile e arriveranno a La Spezia il 22 ottobre 2022 per proseguire il proprio cammino verso altre città italiane. Fari di pace toccherà principalmente città portuali, portando un messaggio molto chiaro: sottrarre Porti e braccia di portuali al commercio delle armi, sulla base di questi principi: niente armi per guerre che si fanno contro popolazioni inermi, per stabilizzare regimi autoritari e liberticidi, per giustificare violenze di massa; rispetto dell’art. 11 della Costituzione, della Legge 185/1990, del Trattato sul commercio delle armi convenzionali; trasparenza delle autorità competenti su tutto ciò che riguarda la partecipazione italiana a guerre lontane e vicine.

Sarà l’occasione per riflettere insieme sulle guerre che non finiscono e sulle alternative necessarie, in un quadro generale allarmante, tenendo insieme la visione globale e le urgenze locali, l’economia, l’ambiente, la salute, la società. Dopo due anni di pandemia, l’Europa è caduta nella spirale della guerra, con il suo seguito di vittime ma anche di migrazioni forzate, razionamento energetico, penuria di generi di prima necessità, inflazione – spiegano gli attivisti promotori -. Il prolungarsi del conflitto in Ucraina impone una riflessione urgente sugli equilibri mondiali, il modo di gestire l’uso della forza e soprattutto sul ruolo che l’Europa deve assumere come promotrice di pace evitando il rischio di dissipare soldi dei cittadini per le spese militari e continuare indefinitamente la guerra. Nel nostro paese, il rilancio economico e la spesa sociale e ambientale del recovery plan rischiano di passare in secondo piano, ridimensionati dagli interessi delle lobbies militari. Non si tratta di questioni globali lontane dalle nostre vite, ma di un modello che tocchiamo con mano, anche alla Spezia, che lascia aperte questioni che si trascinano da decenni, per la cui soluzione si sono impegnati cittadini, associazioni, sindacati: dalla riconversione dell’industria bellica alla restituzione alla città di almeno parte delle aree militari inutilizzate, passando dagli impatti generati dai traffici del porto commerciale.

La nostra città porta con sé criticità sulle quali occorre informazione e trasparenza per favorire la presa di coscienza della necessità di un cambiamento. Il programma Basi blu, con cui il ministero della Difesa pensa di spendere per l’Arsenale 357 milioni di euro, già stanziati nelle leggi di bilancio 2017/2018 e in una quota parte dei Fondi per il patto di coesione sociale, per adeguare la base navale per garantire l’osservanza dei nuovi standard operativi della NATO (Bi-SC Directive 85-8), deve essere oggetto di dibattito e confronto pubblico per evitare che vengano ignorate le criticità ambientali che in essa sussistono (amianto, campo in ferro, demolizioni, emissioni, ecc). Nel contesto in cui viviamo appare del tutto evidente che servirebbe investire denaro pubblico per riconvertire le aree inutilizzate, per le bonifiche ambientali di importanti aree urbane e periurbane (discarica di Pitelli, ex raffineria IP, Campo in Ferro), per facilitare la riconversione energetica, a migliorare la qualità del lavoro e mitigare le produzioni impattanti, fino a modificare il destino aziendale dei poli produttivi per la difesa (Fincantieri, Leonardo-Oto Melara). Sono questi i temi che il percorso dei “Fari di pace alla Spezia” intende promuovere il prossimo 22 ottobre in un confronto pubblico, con una testimonianza di impegno contro la guerra, attraverso un convegno di approfondimento ed una marcia in città, alla quale invitano sin d’ora i cittadini, associazioni laiche e religiose, sindacati, autorità a partecipare.

I “fari di pace” in Italia

Il 31 dicembre di ogni anno , a partire dal 1968, alcune organizzazioni cattoliche impegnate per la pace (Commissione Episcopale per i Problemi sociali e lavoro, giustizia e pace della CEI , Caritas, Azione Cattolica, Pax Christi) promuovono in una diversa città d’Italia una marcia estesa alla più ampia partecipazione di altri soggetti ed associazioni che abbiano a cuore e convergano sulla necessità di sognare e costruire mosaici di pace.

Lo scorso 31 dicembre la città scelta è stata Savona. Da quella città , da quel porto, lungo quello stesso mare Mediterraneo , agitato da tanti drammatici e tragici eventi, è proseguita la Marcia che vuole percorrere la nostra Penisola, sostando nei porti per accendere in ognuno un “faro di pace” che faccia luce sulmovimento di armi e di altri mezzi finalizzati ad alimentare la guerra, da cui non riusciamo a liberarci, pur detestandola personalmente ed avendo deciso di “ripudiarla” come Repubblica.

La Marcia ci ha quindi portati a Genova lo scorso 2 aprile dove, grazie alla convergenza organizzativa di importanti e differenti settori della società civile con un‘importante partecipazione della Chiesa locale , abbiamo testimoniato solidarietà concreta e informata all’azione di protesta che da tre anni è sostenuta da un gruppo di lavoratori del porto di Genova, e in particolare dal Collettivo autonomo del Calp.

La protesta si è centrata sulle navi di una compagnia marittima saudita, che toccano regolarmente Genova già giungendovi cariche di sistemi d’arma e munizionamento pesante, di cui è molto probabile l’impiego nella guerra in Yemen e nel compimento di gravi violazioni dei diritti umani e delle convenzioni che proteggono la popolazione civile anche durante i conflitti armati.

L’evento di Genova, che si è caratterizzato per il sostegno pubblico portato ai camalli dal Vescovo di Savona don Calogero Marino e dall’Arcivescovo di Genova padre Marco Tasca, si è concluso con la consegna simbolica di una “lettera aperta” all’Autorità portuale genovese, in cui si chiede il rispetto delle leggi che impediscono il transito di armi destinate a conflitti in corso e la trasparenza sui carichi di navi che possono mettere a rischio la sicurezza sia dei lavoratori che degli abitanti delle città portuali, e infine l’apertura di un dialogo pubblico su questi temi.

Non solo Genova, molti porti italiani sono in condizioni analoghe.

Secondo l’osservatorio the Weapon Watch, casi di transito di armamenti destinati a regimi autoritari, a eserciti stranieri in guerra e verso aree di conflitto hanno recentemente interessato anche Trieste, Livorno, Ravenna, l’aeroporto di Pisa (aiuti umanitari all’Ucraina rivelatisi armamenti e munizioni), Cagliari, La Spezia (qui anche il caso di una “diversione” di munizioni dirette alla Repubblica Dominicana ma sequestrate dai doganieri senegalesi).

Dodici poi sono i porti italiani (Augusta, Brindisi, Cagliari, Castellammare di Stabia, Gaeta, La Maddalena, La Spezia, Livorno, Napoli, Taranto, Trieste, Venezia) in cui sono passate o passano navi militari a propulsione nucleare, senza che le autorità competenti abbiano attuato misure di prevenzione in caso di incidente e ne abbiano informato la popolazione.

Ora siamo in un momento storico delicato, in presenza di una partecipazione italiana “indiretta” al conflitto ucraino.

È in questo contesto che, con lo stesso metodo pluralista e condiviso di Genova, l’iniziativa dei “fari di pace” deve poter replicare il suo messaggio:

  • niente armi per guerre che si fanno contro popolazioni inermi, per stabilizzare regimi autoritari e liberticidi, per giustificare violenze di massa;

  • rispetto dell’art. 11 della Costituzione, della Legge 185/1990, del Trattato sul commercio delle armi convenzionali;

  • trasparenza delle autorità competenti su tutto ciò che riguarda la partecipazione italiana a guerre lontane e vicine.

Comitato promotore

ACLI,

Accademia apuana della Pace,

Ambientalmente,

ARCI,

Arci Canaletto,

Archivi della Resistenza,

AssociazioneCulturaleMediterraneo,

Associazione Amici di Padre Damarco,

Associazione di solidarietà al popolo Saharawi,

Associazione Murati Vivi,

Azione Cattolica,

Chiesa Battista,

Chiesa Metodista,

Cittadinanzattiva-tribunale per i diritti del malato,

Comitato Acqua-benecomune,

Emergency,

Gruppo di Azione Nonviolenta,

Informazione Sostenibile,

Glass Bell edizioni,

Legambiente,

Libera-Legalitè,

Magazzini del mondo,

Movimento dei Focolarini,

Non una di meno,

SERMIG,

Unione Donne Italiane,

Unione degli Studenti,