Inglese

"La Tempesta" Giorgione, olio su tela, 1502-1503, Gallerie dell'Accademia, Venezia.

REMARKABLE CREATURES

Come si traduce, esattamente, "Remarkable Creatures"?

Abbiamo consultato, i dizionari monolingui e bilingui, e alla fine non abbiamo trovato un unico significato, ma ne abbiamo ipotizzati e vagliati una quarantina.

Una difficoltà del classicista è proprio questa: riuscire a tradurre in modo corretto, adatto al testo e ai suoi destinatari. Ora, se diverse persone traducono lo stesso testo, diverse saranno le versioni. Se si traduce per lettori diversi, cambieranno le strategie di resa. Proprio da queste difficoltà è nata un'idea: scegliere un testo letterario in lingua inglese e tradurlo in italiano. E quale testo migliore, se non un brano tratto dal prologo di un libro che si intitola proprio: "Remarkable Creatures"?

Desideriamo proporvi, in parallelo, la versione originale e la nostra traduzione in lingua italiana.

TRADUZIONE DEL PROLOGO

Il romanzo di Tracy Chevalier da cui abbiamo tratto il nostro testo narra la vita di Mary Anning: cercatrice di fossili dell'Ottocento e voce narrante del brano da noi presentato.

Con la scoperta di rettili marini risalenti all'epoca giurassica, la nostra protagonista finisce per gettare lo scompiglio nella comunità scientifica del suo tempo, in seno alla quale si aprono accesi dibattiti sull'origine dei reperti e, più in generale, sulla storia della terra.

Nel prologo del romanzo, Mary Anning racconta un avvenimento che ha per sempre segnato la sua vita...

Proponiamo la nostra versione che, se vorrete, potrete paragonare a quella "ufficiale", tradotta nel 2009 dal professionista Massimo Ortelio per i tipi della casa editrice vicentina Neri Pozza.

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Lettura Prologo "Remarkable creatures"

INGLESE

Lightning has struck me all my life. Just once was it real. I shouldn’t remember it, for I was little more than a baby. But I do remember. I was in a field, where there were horses and riders performing tricks. Then a storm blew in, and a woman—not Mam—picked me up and brought me under a tree. As she held me tight I looked up and saw the pattern of black leaves against a white sky.

Then there was a noise, like all the trees falling down round me, and a bright, bright light, which was like looking at the sun. A buzz run right through me. It was as if I’d touched a hot coal, and I could smell singed flesh and sense there was pain, yet it weren’t painful. I felt like a stocking turned inside out.

Others begun pulling at me and calling, but I couldn’t make a sound. I was carried somewhere, then there was warmth all round, not a blanket, but wet. It was water and I knew water—our house was close to the sea, I could see it from our windows. Then I opened my eyes, and it feels like they haven’t been shut since.

The lightning killed the woman holding me, and two girls standing next to her, but I survived. They say I was a quiet, sickly child before the storm, but after it I grew up lively and alert. I cannot say if they’re right, but the memory of that lightning still runs through me like a shiver. It marks powerful moments of my life […].

Other times I’ll feel the lightning strike and wonder why it’s come. Sometimes I don’t understand, but accept what the lightning tells me, for the lightning is me. It entered me when I was a baby and never left.

I feel an echo of the lightning each time I find a fossil, a little jolt that says, “Yes, Mary Anning, you are different from all the rocks on the beach.”

That is why I am a hunter: to feel that bolt of lightning, and that difference, every day.



ITALIANO

Il fulmine mi colpisce, lo fa da una vita. Ma solo una volta è successo davvero. Non dovrei ricordarlo, perché ero poco più che una neonata. Ma me lo ricordo. Ero in un campo dove si esibivano cavalli e fantini. Poi arrivò un temporale, annunciato dal vento, e una donna, non la mamma, mi prese tra le braccia e mi condusse sotto un albero. Mentre mi stringeva a sé, alzai lo sguardo e vidi un motivo di foglie scure contro il cielo bianco.

Poi ci fu un rumore, come se tutti gli alberi attorno a me stessero cadendo, e una luce accecante, che mi sembrava quasi di guardare il sole. Mi sentii attraversare da un ronzio. Quasi avessi toccato un tizzone acceso, sentivo l’odore di carne bruciata, intuivo il dolore, anche senza percepirlo veramente. Mi sentii rivoltare come un calzino.

Qualcuno cominciò a scuotermi e a chiamarmi, ma non riuscivo ad emettere alcun suono. Mi portarono altrove, poi sentii un calore tutt’attorno, non una coperta, ma qualcosa di bagnato. Era acqua. La conoscevo bene, l’acqua, abitavamo vicino al mare e la vedevo dalle finestre di casa. Infine spalancai gli occhi e mi sembra, da allora, di non averli chiusi più. Il fulmine uccise la donna che mi teneva in braccio e le due ragazze che le stavano vicino, ma io, io sopravvissi. Dicono che ero una bambina cagionevole e calma prima della tempesta, ma poi crebbi sveglia e vivace. Non so se dargli ragione, ma il ricordo di quel fulmine mi attraversa ancora come un brivido. Segna i momenti intensi della mia vita […].

Altre volte sentirò il colpo del fulmine e mi chiederò perché è arrivato. A volte non capisco, ma accetto quello che il fulmine mi dice, perché il fulmine fa parte di me. È entrato in me quando ero piccola e non se n’è mai andato.Ne sento l’eco ogni volta che trovo un fossile, una piccola scossa che dice: “Sì, Marie Anning, sei proprio diversa da tutte le rocce sulla spiaggia.” È per questo che sono una cacciatrice: per sentire quel fulmine improvviso, e quella differenza, ogni giorno.


ALCUNE RIFLESSIONI...

Nec converti ut interpres, sed ut orator, sententiis isdem et earum formis tamquam figuris, verbis ad nostram consuetudinem aptis. In quibus non verbum pro verbo necesse habui reddere, sed genus omne verborum vimque servavi.

Marcus Tullius Cicero

De optimo genere oratorum

Ho tradotto da oratore, non già da interprete, con espressioni e con un lessico conformi alle nostre abitudini. Così facendo, non ho ritenuto di rendere parola per parola, ma ho conservato tutto il carattere e la forza espressiva delle parole stesse.

Marco Tullio Cicerone

De optimo genere oratorum

Le parole sono importanti e ogni traduzione è una sfida che implica la rinuncia al testo originale e la conquista di un testo nuovo, nella lingua d'arrivo.

Nel nostro esercizio di resa interlinguistica, ci siamo ispirati ai modelli della classicità.

Concludiamo tornando alla domanda iniziale: come possiamo dunque tradurre "Remarkable Creatures"?

Il dibattito in classe è stato intenso, ma quelle che Ortelio ha definito "Strane creature", nella nostra versione, e nel contesto di questa serata, sono chiamate "creature ..."

Soluzione perfettibile? Aspettiamo di conoscere il Vostro pensiero in proposito.