Mi Ri-Cucio
Opera relazionale di Beatrice Bartolozzi
Realizzata in collaborazione con Toscana Lab arte e arteterapia
Con la partecipazione di Silvia Petronici curatrice indipendente
Realizzata in collaborazione con Toscana Lab arte e arteterapia
Con la partecipazione di Silvia Petronici curatrice indipendente
Il progetto è nato con l’esigenza di “ricucirmi” attraverso la condivisione di storie, di fiabe, di leggende e lavorare sul concetto di abito come seconda pelle che accoglie e unisce. Le storie di riferimento sono legate al tema della trasformazione, della libertà, della consapevolezza di sé e ruotano intorno alla figura della donna come generatrice e curatrice; ogni partecipante ha arricchito il canestro con narrazioni e tematiche a lui /lei significative condividendole nel gruppo di lavoro. Alla fine del progetto è stato creato un mantello double face ed un abito che contengono le immagini simboliche e una mappatura sentimentale del percorso narrativo che indica il nostro viaggio e quello delle storie.
Le tecniche utilizzate faranno riferimento al disegno, al collage e ai lavori femminili come il cucito, il ricamo, l’uncinetto.
La storia di riferimento per eccellenza è una leggenda Elbana - La Lupa - raccontatomi da Giacomo Luperini in occasione di una residenza artistica Navigare realizzata per L’Elba del vicino a Rio Marina.
Alcune fiabe e leggende di riferimento
Il mito di Eurinome - La creazione del mondo al femminile
La Lupa - Strega buona- leggenda elbana
La donna foca - Selkie - leggende nordiche
La donna uccello - in Le Mille e una notte
La leggenda del tempo, in Marcos in Racconti per una solitudine insonne
Il progetto ha previsto prevede le seguenti fasi:
Fase di ricerca e condivisione di storie
Ricerca e condivisione di storie con i partecipanti al progetto;
ricerca di colori naturali, piante ed essenze del luogo di origine delle storie, per utilizzarle nella preparazione dei materiali.
Produzione
Abito - Mantello Double Face - Istoriato/Mappa dell’itinerario narrativo
Opere che coniugano tecniche pittoriche, tessili, fotografiche, inerenti i personaggi e i passi significativi delle narrazioni che si relazioneranno con il corpo, il concetto di traccia, mappa, abito.
Doni per i partecipanti al progetto.
Restituzione
La restituzione prevede la condivisione di tutto il percorso, del processo creativo del progetto, delle storie raccolte, dei legami ricuciti attraverso la condivisione, delle narrazioni e del lavoro, tutto l'insieme che sarà l'opera relazionale.
IL POEMA DEL CORPO
di Silvia Petronici
MI RI-CUCIO è un lavoro che investe sul potere connettivo del linguaggio.
Riguarda l'identità intesa come quel fenomeno per il quale ci riconosciamo come il prodotto di una storia, di un passato, di un luogo e di un tempo.
Le storie sono la trama di questo tessuto che ci connette al mondo, sono la sostanza stessa dei nostri corpi: i corpi simbolici che costruiamo ogni giorno per vivere le nostre vite e i corpi che ereditiamo dai nostri antenati.
Il gesto del cucire ripete lo stesso movimento del linguaggio, è punti, linee, connessioni, spazi, pieni e vuoti.
Il cantore dei poemi epici era, appunto, definito un "rapsodo", cioè un sarto: un poeta che, come tutti i poeti, era capace di cucire insieme il mondo alle sue storie, i corpi degli eroi alle loro gesta, alle spiagge, alle battaglie, ai tramonti e alle albe, in un tempo non tempo dove tutto accade contemporaneamente.
Beatrice Bartolozzi ha svelato il meccanismo più profondo della poesia coinvolgendo una comunità di partecipanti nel racconto, nella scrittura e nella figurazione delle loro storie e, con esse, nel semplice è stupefacente processo della propria identità come riconnessione.
Narrare storie dimenticate per ricordare e ritrovare i punti di ancoraggio dei nostri corpi a ciò di cui sono fatti. Ri-cucire, colmare le lacune, rimettere insieme la storia collettiva del nostro viaggio nel mondo e nella vita.
Storie private, singoli racconti animati da nomi e cognomi, luoghi i tempi perduti al presente che diventano un'unica storia collettiva, ricca di senso per ciascuno, capace di conservare l'autenticità nella fusione e nella mescolanza.
Un'unica storia per narrare il narrare stesso, il cucire e ri-cucire costante affidato al filo della parola come gesto epico. La poesia (e quindi, l'arte) crea il mondo perché unisce, tiene insieme, associa. Contrasta eroicamente (e cioè con amore) la disgregazione e la separazione. Ri-cucire è un gesto poetico e, dunque, creativo, in grado di restituire senso ricostruendo legami perduti ma anche di generare un nuovo senso per le nostre vite.
L'opera collettiva di Beatrice Bartolozzi accende una luce su tutto questo. In un clima di amicizia e intimità genera simpatia, riconoscimento e ri-identificazione. Nel fare insieme che unisce gesti e parole si genera la scintilla che permette al valore simbolico del linguaggio di saldarsi alla sua dimensione poietica e dunque ri-unire i corpi alle storie e le storie ai corpi dando vita a nuove storie e nuovi corpi.