A passo di Lupo - 2021
A passo di Lupo - 2021
acquaforte e ceramolle, 50 x 35 cm.
(Opera esposta alla mostra Premio I. Ciardi 2022, A.B.A. Ravenna)
Ho scelto il lupo come simbolo dell’anima selvaggia.
Mi sono ispirata alle pitture rupestri di Chauvet per ristabilire il contatto atavico tra l’essere umano e il mondo animale. Più precisamente seguendo quelle interpretazioni che non leggono più la pittura rupestre come un’arte propiziatoria, espressione dell’intento di impossessarsi della natura, ma come un’indagine artistica basta sull’osservazione della vita animale con cui l’essere umano condivideva l’habitat da pari, attraverso lo studio del suo movimento.
L’andatura del lupo, che a quanto ci dice l’etologia è sì un predatore, come noi, ma anche una creatura con un forte spirito del branco, diventa un simbolo positivo su cui tarare il nostro passo, anche nelle relazioni sociali all’interno della nostra specie. Rinnovandone anche la visione culturale: non più nel senso negativo dell' "homini lupus". Oltre ad essere il lupo appenninico l’animale nazionale d’Italia, la sua crescente presenza sulle Alpi e nel nostro territorio, come il suo ripopolamento coronato dal successo negli ultimi anni in altre regioni europee, è un esempio concreto dell’esito di buone pratiche di attività umana nei confronti delle foreste e della natura.
Per me come artista il lupo rappresenta il recupero dei ritmi creativi, come inteso nelle associazioni che C. Pinkola Estès riferisce alla figura de “la loba”, cicli profondi che appartengono a tutti.
Come già i pittori preistorici ho cercato il rapporto volumetrico tra le dinamiche dell'anatomia animale e le sporgenze della roccia, suggerita qui dal disegno, per esprimere il legame intenso di queste creature con gli spazi che abitano.